felicity
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martedì 23 aprile 2024
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un mondo in cui gli agnelli devono farsi leoni
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'Cocaine - La vera storia di White Boy Rick' parla di un teenager proletario di Detroit e il regista francese Yann Demange ci mette la verità di osservazione nella tragedia metropolitana.
La cosa più interessante del film è lo sfondo urbano, con una città industriale in piena crisi e il mondo del white trash limitrofo ai ghetti neri; ma lo svolgimento è inevitabilmente tradizionale, simile a mille storie (più o meno vere) viste al cinema. La sceneggiatura punta molto sulle dinamiche da family drama tra padre, figlio e sorella, ed è aiutato dall'interpretazione del diciassettenne esordiente Richie Merritt, con un che di ingenuo, ma anche di sinistro e respingente, mentre Matthew McConaughey, come ormai gli capita spesso, è sopra le righe.
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'Cocaine - La vera storia di White Boy Rick' parla di un teenager proletario di Detroit e il regista francese Yann Demange ci mette la verità di osservazione nella tragedia metropolitana.
La cosa più interessante del film è lo sfondo urbano, con una città industriale in piena crisi e il mondo del white trash limitrofo ai ghetti neri; ma lo svolgimento è inevitabilmente tradizionale, simile a mille storie (più o meno vere) viste al cinema. La sceneggiatura punta molto sulle dinamiche da family drama tra padre, figlio e sorella, ed è aiutato dall'interpretazione del diciassettenne esordiente Richie Merritt, con un che di ingenuo, ma anche di sinistro e respingente, mentre Matthew McConaughey, come ormai gli capita spesso, è sopra le righe.
Il racconto della vicenda del protagonista che passa dal vendere fucili “alla James Bond” a smerciare droga scendendo a patti con la malavita afroamericana di Detroit, parte da premesse avvincenti per poi perdere progressivamente mordente col passare dei minuti, adagiandosi pigramente sui codici del crime movie e non riuscendo a restituire del tutto i conflitti psicologici e morali di un’epopea di illegalità vissuta a misura di adolescente, in un mondo in cui gli agnelli devono per forza di cose farsi leoni.
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carloalberto
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mercoledì 13 ottobre 2021
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un biopic anomalo
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Yann Demange ha diretto soltanto due film, l’altro è ’71, è questo non è il migliore. E’ un biopic anomalo, in quanto al centro della scena non c’è il giovane protagonista, alla cui vita si ispira il film, ma, inevitabilmente, suo padre, ovvero il personaggio interpretato da Matthew McConaughey. Lo stile di ripresa rinvia a quello dei film tv e soltanto il carisma di McComaughey e la presenza nel cast, sebbene la loro partecipazione si riduca a poco più di un cammeo, di due grandi attori, Bruce Dern ed Eddie Marsan, non fanno scivolare la pellicola in una di quelle fiction televisive che documentano storie di cronaca nera.
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Yann Demange ha diretto soltanto due film, l’altro è ’71, è questo non è il migliore. E’ un biopic anomalo, in quanto al centro della scena non c’è il giovane protagonista, alla cui vita si ispira il film, ma, inevitabilmente, suo padre, ovvero il personaggio interpretato da Matthew McConaughey. Lo stile di ripresa rinvia a quello dei film tv e soltanto il carisma di McComaughey e la presenza nel cast, sebbene la loro partecipazione si riduca a poco più di un cammeo, di due grandi attori, Bruce Dern ed Eddie Marsan, non fanno scivolare la pellicola in una di quelle fiction televisive che documentano storie di cronaca nera. Sarebbe potuta essere l’occasione per allargare la visuale abbracciando il tessuto sociale raccontando della crisi economica che colpì Detroit negli anni ’80 con il fallimento delle industrie automobilistiche, ma il plot rimane asfittico e l’attenzione si concentra tutta sulle disavventure di una sola famiglia.
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fabio 3121
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mercoledì 27 gennaio 2021
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ergastolo per il più giovane informatore dell''fbi
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il film narra la storia vera, drammatica ed incredibile del più giovane informatore dell'FBI. Ambientato nella periferia povera di Detroit nel 1984, il quindicenne bianco Rickie vive con il padre Richard (Matthew McConaughey) e con la sorella tossicodipendente. Rickie riesce a rivendere delle armi (modificate dal padre) ai ragazzi di colore del suo quartiere facenti parte delle gang criminali dedite allo spaccio di droga. Così viene soprannominato "White Boy Rich" ed accolto tra i neri alle riunioni e feste in discoteca. Per salvare il padre trafficante di armi dalla sua attività non sempre legale e dalle incriminazioni dell'FBI, il giovane Rickie accetta così di diventare informatore per l'FBI per far arrestare gli spacciatori e i poliziotti corrotti del quartiere.
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il film narra la storia vera, drammatica ed incredibile del più giovane informatore dell'FBI. Ambientato nella periferia povera di Detroit nel 1984, il quindicenne bianco Rickie vive con il padre Richard (Matthew McConaughey) e con la sorella tossicodipendente. Rickie riesce a rivendere delle armi (modificate dal padre) ai ragazzi di colore del suo quartiere facenti parte delle gang criminali dedite allo spaccio di droga. Così viene soprannominato "White Boy Rich" ed accolto tra i neri alle riunioni e feste in discoteca. Per salvare il padre trafficante di armi dalla sua attività non sempre legale e dalle incriminazioni dell'FBI, il giovane Rickie accetta così di diventare informatore per l'FBI per far arrestare gli spacciatori e i poliziotti corrotti del quartiere. Una volta che poi Rickie verrà arrestato nel 1987 con 8 chili di cocaina viene condannato all'ergastolo. La pellicola è davvero interessante; il suo regista, grazie ad una buona sceneggiatura, ci rappresenta con dialoghi diretti (non privi di parolacce) i rapporti interpersonali tra Rickie e i ragazzi di colore nonché il rapporto con il padre Richard che definito un fallito dai suoi 2 figli vorrebbe riscattarsi offrendo loro un futuro migliore anche attraverso l'apertura di una videoteca. L'interpretazione di Matthew McConaughey è assolutamente sontuosa e vale questa da sola la visione del film. La musica degli anni '80 ci accompagna per tutto il film fino al finale amaro, crudo ma allo stesso tempo emozionante: lo schermo è nero e sentiamo la vera voce di Rickie che nel 2017, dopo 30 anni di detenzione, è pieno di gioia perché gli hanno finalmente concesso la libertà vigilata. Consiglio per il finale di inserire i sottotitoli in italiano per capire le parole del povero Rickie. Voto: 8/10.
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matteo
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giovedì 22 ottobre 2020
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la vera faccia del sogno usa
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Tratto da una storia vera, questo flm non lascia dubbi nè alibi alla società americana dove la povertà è un crimine e il governo e i suoi apparati sono i mandanti. Rick è un ragazzino deprivato di tutto che vive nella periferia simbolo del sogno americano di cartapesta che è costretto per ricatto a collaborare con l'FBI e poi una volta spremuto come un limone gettato in pasto al degrado senza possibilità di scelta. Abbandonato da chi doveva proteggerlo e per cui ha lavorato viene condannato all'ergastolo ancora minorenne. Contraddizioni e ipocrisia di una società dove è lecito vendere fucili d'assalto al mercato ma è proibito lo spaccio di droga (con 650 gr ti prendi l'ergastolo), dove le periferie sempre più estese raccolgono i rifiuti di un sistema che scarta chi non riesce a primeggiare nella competizione sociale, dove la solidarietà tra ultimi è messa al bando dalla criminalità specchio dei valori capitalistici (potere, possesso, denaro).
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Tratto da una storia vera, questo flm non lascia dubbi nè alibi alla società americana dove la povertà è un crimine e il governo e i suoi apparati sono i mandanti. Rick è un ragazzino deprivato di tutto che vive nella periferia simbolo del sogno americano di cartapesta che è costretto per ricatto a collaborare con l'FBI e poi una volta spremuto come un limone gettato in pasto al degrado senza possibilità di scelta. Abbandonato da chi doveva proteggerlo e per cui ha lavorato viene condannato all'ergastolo ancora minorenne. Contraddizioni e ipocrisia di una società dove è lecito vendere fucili d'assalto al mercato ma è proibito lo spaccio di droga (con 650 gr ti prendi l'ergastolo), dove le periferie sempre più estese raccolgono i rifiuti di un sistema che scarta chi non riesce a primeggiare nella competizione sociale, dove la solidarietà tra ultimi è messa al bando dalla criminalità specchio dei valori capitalistici (potere, possesso, denaro). Emblema di questa miseria è la figura del padre interpretato da un bravo McCounaughey. Ottima la regia e la sceneggiatura, i toni cupi rendno bene il senso di profonda desolazione, miseria e degrado.
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enzo70
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martedì 29 settembre 2020
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un''incredibile e drammatica storia americana
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Gli Stati Uniti d’America in cui cresce Richard Wershe Jr. sono lontani dal mondo ovattato con cui spesso li immaginiamo. E crescere nei quartieri poveri di Detroit negli anni Ottanta non è semplice per un ragazzino bianco che deve cercare di integrarsi nel mondo degli afroamericani. Il padre di Richard cerca la normalità, sogna di aprire un negozio di videocassette e per coronare il suo sogno accetta anche qualche contrabbando di armi. Piccoli crimini, ma è un mondo duro, e Richard Sr, grandissimo Matthew McConaughey, oltre ad una figlia tossica deve affrontare anche il disagio del piccolo omonimo. Richard è un ragazzo intraprendente e l’Fbi ne fa il più giovane confidente della storia.
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Gli Stati Uniti d’America in cui cresce Richard Wershe Jr. sono lontani dal mondo ovattato con cui spesso li immaginiamo. E crescere nei quartieri poveri di Detroit negli anni Ottanta non è semplice per un ragazzino bianco che deve cercare di integrarsi nel mondo degli afroamericani. Il padre di Richard cerca la normalità, sogna di aprire un negozio di videocassette e per coronare il suo sogno accetta anche qualche contrabbando di armi. Piccoli crimini, ma è un mondo duro, e Richard Sr, grandissimo Matthew McConaughey, oltre ad una figlia tossica deve affrontare anche il disagio del piccolo omonimo. Richard è un ragazzo intraprendente e l’Fbi ne fa il più giovane confidente della storia. Il film è tratto da una storia vera, resa pubblica con troppi anni di ritardo; perché non c’è un lieto fine, come spesso succede nelle vite di chi è condannato dal certificato di nascita alla povertà, al margine. Bel film.
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belliteam
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lunedì 13 aprile 2020
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storia di spaccio "bianco" che non convince del tu
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Matthew McCounaghey e' il protagonista di questa vicenda (e' una storia vera) di spaccio ambientata nei sottoborghi di Detroit. Il racconto e' ruvido, crudo, con dialoghi che ci riportano ai film di Spike Lee, ma tutto rimane pero' non perfettamente amalgamato e anche le situazioni spesso risultano slegate e non approfondite come invece ci si aspetterebbe. Da una trama del genere (spacciatore bianco, il figlio) ci si attenderebbe una ricostruzione molto piu' precisa e dettagliata, cosa che invece non avviene, per cui arriviamo alla fineundella pellicola un po' cosi' con la sensazione di cio' che poteva essere e che non e' stato.
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frid_r.i.c
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domenica 17 marzo 2019
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in superficie
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La storia è interessante e il film altrettanto nel complesso e tuttavia mi sembra che rimanga un po’ in superficie soprattutto dei sentimenti. È molto ben recitato, ottime le interpretazioni dei protagonisti.
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taty23
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venerdì 15 marzo 2019
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il lato squallido ed oscuro dell'esias
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Presentato al Toronto Film Festival il film “Cocaine – La vera storia di White Boy Rick” segue la storia di Richard Wershe Jr soprannominato White Boy Rick.
Detroit, anni 80. La guerra alla droga dilaga soprattutto nelle periferie. Richard Whershe Jr(Richie Merritt) è un quattordicenne a contatto con il mondo della droga a causa della sorella tossicodipendente e del padre(Matthew McConaughey) che rivende armi anche agli spacciatori.
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Presentato al Toronto Film Festival il film “Cocaine – La vera storia di White Boy Rick” segue la storia di Richard Wershe Jr soprannominato White Boy Rick.
Detroit, anni 80. La guerra alla droga dilaga soprattutto nelle periferie. Richard Whershe Jr(Richie Merritt) è un quattordicenne a contatto con il mondo della droga a causa della sorella tossicodipendente e del padre(Matthew McConaughey) che rivende armi anche agli spacciatori. L’FBI lo farà diventare il più giovane informatore sotto copertura. A 17 anni diventerà a sua volta un trafficante di eroina; non più supportato dal FBI verrà condannato all’ergastolo per spaccio, riuscendo ad avere la libertà vigilata trent’anni dopo, nel 2017.
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick” è un film che punta soprattutto a raccontare il lato squallido ed oscuro dell’esistenza. Quell’area grigia che tutti conoscono, ma solo in pochi trattano, dove la legge cerca d’infiltrarsi nel tessuto del commercio di stupefacenti per portarsi a casa una vittoria.
Non è solo la storia di White Boy Rick, ma anche della sua famiglia disfunzionale. L’esordiente Richie Merrit interpreta un protagonista incastrato in una realtà che gli sta stretta. Cammina sul ciglio di un baratro di scelte giuste e sbagliate che lo porteranno ad un inevitabile epilogo.
Nei panni del capofamiglia, Richard Wershe troviamo un convincente Matthew McConaughey, risulta un personaggio scomodo, con grandi idee per sé e per i figli, ma che non riesce ad uscire dal circolo vizioso di illusioni che si è creato. Molto interessante il ruolo di Dawn (Bel Powley), sorella di Rick, che nello stesso tempo rappresenta il limite e l’accesso del mondo della droga e ciò che rappresenta.
In Conclusione
“Cocaine – La vera storia di White Boy Rick è un crime drama che non convince del tutto, arranca nella narrazione non capendo dove voglia andare a parare. Funziona invece nella caratterizzazione dei personaggi e nella rappresentazione delle loro debolezze.
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vanessa zarastro
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domenica 10 marzo 2019
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detroit anni ottanta
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Siamo a Detroit a metà degli anni ’80, periodo in cuii coniugi Reagan avevano lanciato la guerra alla droga. Nella periferia-ghetto della città degradata ancora sopravvivono alcune fabbriche, ma ormai si vive una fase post-industriale che ha trasformato le forme di rapporto tra classi sociali passando da un settore secondario (l’industria appunto) a un settore di servizi. Di conseguenza anche i luoghi urbani subiscono un cambiamento e mostrano desolazione e abbandono.
La storia, ricostruzione di un fatto vero, narra quattro anni di vita di Richard Wershe jr., che a 14 anni diventa il più giovane informatore della FBI, infiltrandosi in gang afroamericane di narcotrafficanti, poi scaricato a 17 e diventato in prima persona un trafficante di cocaina.
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Siamo a Detroit a metà degli anni ’80, periodo in cuii coniugi Reagan avevano lanciato la guerra alla droga. Nella periferia-ghetto della città degradata ancora sopravvivono alcune fabbriche, ma ormai si vive una fase post-industriale che ha trasformato le forme di rapporto tra classi sociali passando da un settore secondario (l’industria appunto) a un settore di servizi. Di conseguenza anche i luoghi urbani subiscono un cambiamento e mostrano desolazione e abbandono.
La storia, ricostruzione di un fatto vero, narra quattro anni di vita di Richard Wershe jr., che a 14 anni diventa il più giovane informatore della FBI, infiltrandosi in gang afroamericane di narcotrafficanti, poi scaricato a 17 e diventato in prima persona un trafficante di cocaina. Manovrato dal Bureau in quei primi anni di War on Drugs, fu condannato all’ergastolo (pena eccessiva per quel crimine) e poi messo in libertà vigilata dopo trent’anni di prigione. La storia di Rick è analoga a quella di Barry Seal o di Jordan Belfort, tutti collaboratori del FBI che ci rimetteranno in prima persona e di cui il cinema siè già occupato (“Barry Seal – Una storia americana” di Doug Liman del 2017 e “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese del 2013).
A cavallo tra legalità e crimine Richard Wershe senior - un piccolo trafficante d’armi con il desiderio di aprire una videoteca tutta sua - vive con i figli Rick e Dawn e i vecchi genitori nella casa di fronte. Abbandonato dalla moglie anni prima e con la figlia tossicomane che scapperà di casa anche lei, Richard si arrabatta a costruire (illegalmente) silenziatori per fucili che compra e vende (legalmente) a basso prezzo. Nelle fiere e nei quartieri degradati di Detroit ha il suo mercato e riesce a essere tollerato sia dai trafficanti di droga sia dai poliziotti, ragion per cui rimane a vivere ancora lì. Rick non ha voglia di andare a scuola, ogni tanto dà una mano al padre, e vive nel quartiere insieme a tanti altri ragazzini che crescono sul confine tra illegalità sistematica e l’American dream reaganiano.
Il film può essere considerato un noir metropolitano girato con la macchina da presa che si muove incessanteente, dove quello che realmente accade è marginale rispetto alla descrizione dell’ambiente, ai rapporti interpersonali dei personaggi e alle loro emozioni, spesso discordi. Il regista Yann Demange, in questo film, evidenzia la contiguità tra spacciatori, polizia e FBI in cui è difficile comprendere chi siano i buoni chi i cattivi. «Si respira un’atmosfera claustrofobica, di persone imprigionate nei propri vizi, di esistenze spezzate già nell’adolescenza. Detroit calibro 9. Aprire la porta e beccarsi una pallottola, sapendo che l’Ispettore Callaghan è un mito da grande schermo, e non combatte per te» scrive Gian Luca Pisacane in cinematografo.it.
Richard Wershe senior, il vero cuore della storia, per essere uno che vive in una situazione di marginalità si esprime inspiegabilmente bene, anche attraverso l’uso di metafore colte - ad esempio: “ho trovato il vello d’oro”. È interpretato magistralmente da Matthew McConaughey che, abbandonato da anni il ruolo di bellone sex symbol, si è specializzato in ruoli sempre più impegnativi e acclamati dalla critica – la sua interpretazione di Ron Woodroof in “Dallas Buyers Club” di Jean Marc Vallée gli è valsa l’Oscar nel 2014 – mentre per il ruolo del figlio Rick è stato scelto l’esordiente Richie Merrit, non particolarmente ricco di espressioni.
I protagonisti del film, in fondo, sono descritti come vittime di un sistema sociale. Ma il vero protagonista del film è il contesto urbano, dove è stato molto importante il ruolo svolto dalle industrie automobilistiche a metà del secolo scorso: Ford Motor Company, Dodge Brothers, Chrysler Corporation. Molte sono le viste della città che il regista offre agli spettatori con una accurata fotografia. Ma vediamo insieme qualche dato su Detroit, la città in Michigan sul fiume omonimo, nella regione dei grandi laghi al confine con il Canada. Fin dalla seconda guerra mondiale, il trasferimento di operai, prevalentemente neri, verso questa città per lavorare nelle industrie belliche, farà sì che molti bianchi man mano lasceranno la città verso la fine degli anni ’60. Nell'arco di dieci anni molti edifici nella zona sud-est, infatti, vengono abbandonati rimangono per anni in stato di degrado. Basti pensare che oggi la città di Detroit ha quasi 700.000 abitanti, meno della metà che aveva negli anni ’50. Inoltre nel 1973 viene eletto Coleman Young, il primo sindaco nero in assoluto, che restò per cinque mandati dal 1974 al 1994. Infatti, ciò che è particolare in “Cocaine – La vera storia di White Boy Rick”,a differenza dei film recenti ambientati in epoche precedenti, è la convivenza “alla pari” tra bianchi e neri. Rick ama e viene sedotto da ragazze nere, Richard diventa il nonno di una bimba mulatta, poliziotti e delinquenti sono entrambi misti. Solo uno dei drug dealers, parlando con Rick, afferma che le pene giudiziarie sono diverse a seconda del colore della pelle.
Così Gabriele Niola sintetizza in Bad taste.it : «“Cocaine” è una ricostruzione di un fatto vero che si basa più sulle maschere e i personaggi che sulla situazione e l’interazione. La storia di una famiglia mediamente derelitta che si rivolge regolarmente al crimine di piccola taglia con l’aspirazione di sfondare nello spaccio, non vale tanto per quel che accadrà ma per come reagiranno questi personaggi estremi, duri e presentati come imprevedibili».
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casomai21
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venerdì 8 marzo 2019
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dramma familiare tra potere e adolescenza
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un film basato su una storia vera,una famiglia e un padre in crisi d'identità in cui la madre è assente fisicamente,ma anche virtualmente nei confusi ricordi dei figli.Un giovane adolescente(quindicenne allinizio della storia) si trova suo malgrado a vivere una storia più grande di lui . Frequenta ancora la scuola,entra i contatto con ambienti di spacciatori di droga,in cui trova coinvolti altri minori, è consapevole dei rischi e ne subisce la violenza,ma la vede ancora come un gioco tra duri.La famiglia si riscatta nella forza e nella sua unità, ne nasce un'altra dalla incosciente precocità di un'adolescente.In una atmosfera crepuscolare e decadente,molte scene sono girate in notturna, la storia drammatica e violenta in un'America, attratta dai facili guadagni,e dalla coscienza di essere nella legalità, se ci si procura un'arma e la si usa per difendersi e regolare conti sospesi.
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un film basato su una storia vera,una famiglia e un padre in crisi d'identità in cui la madre è assente fisicamente,ma anche virtualmente nei confusi ricordi dei figli.Un giovane adolescente(quindicenne allinizio della storia) si trova suo malgrado a vivere una storia più grande di lui . Frequenta ancora la scuola,entra i contatto con ambienti di spacciatori di droga,in cui trova coinvolti altri minori, è consapevole dei rischi e ne subisce la violenza,ma la vede ancora come un gioco tra duri.La famiglia si riscatta nella forza e nella sua unità, ne nasce un'altra dalla incosciente precocità di un'adolescente.In una atmosfera crepuscolare e decadente,molte scene sono girate in notturna, la storia drammatica e violenta in un'America, attratta dai facili guadagni,e dalla coscienza di essere nella legalità, se ci si procura un'arma e la si usa per difendersi e regolare conti sospesi.Un adolescente collaboratore di giustizia subisce le contraddizioni di una società proibizionista e inadeguata ad affrontare i rapidi cambiamenti sociali e a difendere i diritti delle fasce di emarginazione.Bambini cresciuti in fretta, che si trovano a gestire situazioni scabrose ,ma che conservano il candore e l'ingenuità e a credere in sentimenti come l'amicizia e la complicità caratteristici dell'età in cui il gioco si alterna alla realtà.Nel monologo finale il protagonista grazie allo sconto di pena riesce ad avere speranza nel futuro a cui ha diritto conferma di credere in questi valori, anche se i membri della famiglia non sono più presenti.Il film ricalca altre storie ià viste analoghe nella filmografia statunitense sul tema traffico di stupefacenti, ugualmente caratterrizzate da evoluzioni violente e connivenze più o meno ad alto livello...,ma prive di questa positività del prezioso contributo familiare al superamento delle inevitabili crisi.
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