Tramonto

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Un film di László Nemes. Con Juli Jakab, Vlad Ivanov, Evelin Dobos, Marcin Czarnik.
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Titolo originale Sunset. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 142 min. - Ungheria, Francia 2018. - Movies Inspired uscita lunedě 4 febbraio 2019. MYMONETRO Tramonto * * 1/2 - - valutazione media: 2,97 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
giovedě 13 novembre 2025
una tortura Valutazione 2 stelle su cinque
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Film inutilmente lungo, storia incomprensibile e di una noia mortale. La camera segue la protagonista vagare senza senso per Budapest, protagonista che per DUE ORE E MEZZA mantiene un?unica espressione sconvolta. Degna di nota la fotografia, i costumi e le palate di soldi che devono aver dato a una quantit? spropositata di comparse.

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oclockalex mercoledě 13 maggio 2020
la calma prima della tempesta Valutazione 4 stelle su cinque
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No
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È strano, come per giudicare l’arte in generale, che dovrebbe stimolare le emozioni sopra ogni cosa, si debba metterle da parte in quanto troppo “opinabili” e deviare su regole e codici che siano generali, quasi totalitarie. Come per un film: lo si decostruisce e analizza, si da un giudizio ad ogni fase et voilà… facile, sembra. La sceneggiatura è buona, i dialoghi perfetti, la regia un po scolastica, la recitazione… bah! Facile…Poi ti trovi a guardare un film come tramonto di questo regista non giovanissimo e pensi che non è proprio un bambino prodigio se a 42 anni ha fatto solamente due film, poi ti riguardi i film e deduci che c’è un perché.Perché è arte, appunto, e non spettacolo. Necessita di pazienza, il tempo per trovare i giusti colori, una reale personale prospettiva. Quando si parla di fatti che sono già stati indagati, interpretati molte volte, bisogna avere un nuovo angolo, piantare le telecamere dove nessuno le ha piantate. Oltre al mestiere ci vuole intuito, talento e passione.
Ecco, la passione che trasuda dalla pellicola di Laszlo per questa città e per questo tempo ancora irrisolto, dove tanto si seminato e nulla si è realizzato, e la passione per questa donna osservata e scrutata, studiata e seguita in primi piani quasi ossessionanti. È lei
il fulcro della storia, il suo perché. Lei che torna in patria per sentirsi rifiutata, lei senza più una famiglia, alla ricerca di un’alternativa, per poi scoprire che non tutti i componenti sono morti, ma addirittura venire a conoscenza di un fratello che non sapeva di avere e forse non vorrebbe.Una discesa negli inferi senza dannati. Senza la retorica e l’enfatizzazione statunitense, quasi dolce. L’inferno prima dell’inferno, la preparazione alla guerra, ma soprattutto le immagini che non ci sono, quelle vere.
Dietro la storia c’è un documento.

L’attrice Juli Jakab non recita ma è brava a farsi recitare, a Hitchcock sarebbe piaciuta. Lascia fare alla telecamera. I colori sono antichi quasi solo a ricordare che neppure quel periodo era in bianco e nero e le riprese dettagliate. Una ricostruzione vera e propria.
Questi film mi piacciono, decisamente. Dove non succedono cose eclatanti, come nella vita vera, fatta di piccole cose e umori.

Quello che dovrebbe bastare al cinema, qualche volta.

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mercoledě 26 giugno 2019
una serata buttata Valutazione 0 stelle su cinque
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a parte i cappelli molto belli, film assolutamente inutile.

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vanessa zarastro mercoledě 19 settembre 2018
la fine di un impero Valutazione 3 stelle su cinque
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La storia del Novecento continua ad affascinare scrittori e registi, anche i più giovani.  L’Europa austroungarica era nel massimo del suo splendore e Vienna sembrava essere la capitale indiscussa della cultura: Sigmond Freud per la psicoanalisi, Gustav Mahler per la musica, Arthur Schnitzler per la letteratura, Adolf Loos per l’architettura, Gustav Klimt ed Egon Schiele per la pittura. Ma siamo poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e in questo film presentato in concorso a Venezia, l’inizio del secolo XX è visto con gli occhi del XXI secolo: non c’è nessuna ideologia e non c’è speranza. [+]

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roberteroica lunedě 3 settembre 2018
sunset
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#Venezia75 - NAPZALLTA - Concorso - 1913. Budapest. Una modista torna nel luogo della sua infanzia e scopre di avere un fratello segreto. La ricerca non sembra dare frutti concreti e intorno alla ragazza la situazione sociale si fa incandescente. Cosa fare al mondo mentre tutto brucia ? Sembra questa la chiave di volta (parafrasando il titolo di Minervini) di un film magmatico e comunque coerente nella sua descrizione di una presa di coscienza di fronte alla maieutica della Storia. Macchina da presa incollata ad un solo personaggio, con gli eventi che prendono vita ai margini dell'inquadratura. Una scelta stilistica gia' sperimentata ne "Il figlio di Saul" e che qui rasenta la perfezione formale. [+]

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