mario
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martedì 14 gennaio 2025
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voto
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Dovrebbero vederlo quelli che non danno peso al loro diritto al voto
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maramaldo
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mercoledì 27 marzo 2019
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old england?
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Parigi, Champs Elisées. Soldatesche in assetto di guerra stellare malmenano malcapitati in tenuta catarifrangente, calunniati come casseurs dal tiranno, più sobrio del George del film ma la cui retorica indignata non è dissimile. L'episodio in che differisce da Peterloo? Sono andato a vederlo in extremis, intrigato dall'ampio spiegamento di critica, curioso per un lavoro tutto sommato normale a parte il talento descrittivo che vi profonde il biografo di Turner.
Maledizione dell'odierno cinema storicheggiante, il riferimento obbligato all'attualità.
Peterloo è un'orgogliosa rievocazione patriottica. Oltre a mostrare miseri oppressi e sfruttati accenna a battaglie e conquiste che sono vanto del made in England.
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Parigi, Champs Elisées. Soldatesche in assetto di guerra stellare malmenano malcapitati in tenuta catarifrangente, calunniati come casseurs dal tiranno, più sobrio del George del film ma la cui retorica indignata non è dissimile. L'episodio in che differisce da Peterloo? Sono andato a vederlo in extremis, intrigato dall'ampio spiegamento di critica, curioso per un lavoro tutto sommato normale a parte il talento descrittivo che vi profonde il biografo di Turner.
Maledizione dell'odierno cinema storicheggiante, il riferimento obbligato all'attualità.
Peterloo è un'orgogliosa rievocazione patriottica. Oltre a mostrare miseri oppressi e sfruttati accenna a battaglie e conquiste che sono vanto del made in England. Il "parliamentarism" per es., chi si alza a parlare non viene interrotto se non da applausi; il suffragio universale, richiamo patetico quando si fatica a trascinare l'elettore alle urne; perfino l'Habeas Corpus, oggi piuttosto teorico se non misterioso. Per non parlare dei gazzettieri, coniatori di neologismi e di leggende.
Nell'intento apologetico non mancano abbellimenti (Mike Leigh è pittore romantico). In tante jacquerie che abbiamo visto sullo schermo non manca la forconata con cui il servo della gleba sbalza da cavallo lo sgherro che lo angaria. Vediamo, invece, villici che si recano al meeting muniti di pifferi e tamburo. Figuri grotteschi in palandrana nera congiurano per la repressione dei lavoratori. Chi non condivide lo sdegno? Tuttavia, bisogna pur dire che la rivoluzione Industriale non avrebbe decollato con ferie pagate e congedi parentali, con quella natalità. Nel dubbio, si poteva chiedere a chi è venuto a far shopping all'ingrosso, su come si fa a passare dal morire come mosche durante una carestia sino allo sfoggio sfolgorante di un capitalismo grandioso.
Motivo di tanto pungolo ermeneutico può essere il rimpianto. Risvegliato dal piglio tribunesco di Henry Hunt (Rory Kinnear) che ci torna in mente le tirate vibranti dei comizi di una volta. Il Lumpenproletariat ci manca, quello che intenerì il nostro cuore fanciullo. Ci prende un magone che ci porta in soffitta a spolverare Marx, Engels...Non demonizzante come altre improvvide citazioni ma si tratta sempre di "nostalgia, nostalgia canaglia..."
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mercoledì 27 marzo 2019
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uno dei peggiori film mai visti
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Banale, mediocre, pessimamente raccontato e recitato, lento e pesantissimo
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kostanzo
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domenica 24 marzo 2019
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un’occasione sprecata per un massacro dimenticato
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Dopo due ore e mezza di dormiveglia e sbadigli, ho capito perché questo film , in una città come Milano, sia in programmazione (a due giorni dall’uscita) solo in una sala.
Interminabile e didascalico fino alla noia, dal doppiaggio scontato e insopportabile, più simile a uno scialbo sceneggiato:ecco come l’ho visto e vissuto. E pensare che, ingannato dalle recensioni positive , mi ero precipitato a vederlo con entusiasmo. Ero molto interessato,infatti, a riscoprire questa vergognosa pagina della storia inglese e i danni economico-sociali del protezionismo dell epoca post guerre napoleoniche.
Mi sono trovato desolatamente deluso.
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Dopo due ore e mezza di dormiveglia e sbadigli, ho capito perché questo film , in una città come Milano, sia in programmazione (a due giorni dall’uscita) solo in una sala.
Interminabile e didascalico fino alla noia, dal doppiaggio scontato e insopportabile, più simile a uno scialbo sceneggiato:ecco come l’ho visto e vissuto. E pensare che, ingannato dalle recensioni positive , mi ero precipitato a vederlo con entusiasmo. Ero molto interessato,infatti, a riscoprire questa vergognosa pagina della storia inglese e i danni economico-sociali del protezionismo dell epoca post guerre napoleoniche.
Mi sono trovato desolatamente deluso. Intendiamoci: quello che l’opera racconta è tutto vero e ributtante, dal potere e dal cinismo del potere politico-monarchico- economico alle condizioni di ignoranza e sfruttamento delle classi subalterne.
Purtroppo , però, siamo alle solite: non bastano le buone intenzioni a fare del buon cinema. Un’opera che da’ l’idea del posticcio, incapace di suscitare emozione e sdegno. Il cinema militante è un’altra cosa. Mke Leigh , il regista, sarà anche un punto di riferimento della settima arte inglese.
Per me - comune spettatore- stavolta ha fallito clamorosamente. Oppure sono troppo limitato e non ho capito la profondità dello stile e del racconto.
Per quello che serve , il mio consiglio è : evitatevi due ore e mezza di tortura.
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goldy
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venerdì 22 marzo 2019
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spietato
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Turner propone una storia poco edificante del suo paese e lo fa con occhio spietato. Non cerca scusanti al comportamento di chi intese il liberismo come dottrina da applicare secondo regole dettate della natura e sulle quali era proibito intervenire. Un'interpretazione ottusa e crudele che seguita alla lettera causò , tral'altro, la morte per fame di metà della popolazione irlandese a causa della carestia della patata. Tutta la borghesia e l'aristocrazia ne esce con le ossa rotte. L'immagine finale della coppia reale lontana dal paese e dalle sue realtà dà l'imprimatur a quel perioso storico caratterizzato da ottusità di pensiero.
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Turner propone una storia poco edificante del suo paese e lo fa con occhio spietato. Non cerca scusanti al comportamento di chi intese il liberismo come dottrina da applicare secondo regole dettate della natura e sulle quali era proibito intervenire. Un'interpretazione ottusa e crudele che seguita alla lettera causò , tral'altro, la morte per fame di metà della popolazione irlandese a causa della carestia della patata. Tutta la borghesia e l'aristocrazia ne esce con le ossa rotte. L'immagine finale della coppia reale lontana dal paese e dalle sue realtà dà l'imprimatur a quel perioso storico caratterizzato da ottusità di pensiero.
La narrazione è didascalica con alternanze regolare tra esponenti della borghesia e quadri di vita operaia . Un dialogo tra sordi che sembra avere l'intento di parlare del passato per indurre a riflettere sul presente.Si può intuire la volontà del regista di dialogare con i suoi concittadini sullo stato confusionale chje sta viverndo il paese forse ancora una volta intrappolato su convinzioni pervicaci derivate da un passato incapace di accettare i mutamenti del presente. Solo nel finale la narrazione si vivacizza quando si perviene alla strage dei manifestanti. Film, come al solito ben fatto ma certamente non rivolto al gran pubblico a cui invece dovrebbe pervenire na spero di sbagliarmi.
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[+] un interessante affresco storico e sociale
(di antonio montefalcone)
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