Questo è capitalismo, baby. Ci è chiaro fin da subito vedendo della carne penzolare in un mattatoio, pronta per essere macinata, o meglio spersonalizzata, come chi è destinato a mangiarla sotto forma di hamburger nella più grande catena di fastfood: McBetter. Ogni riferimento è puramente casuale, certo, tanto casuale da colpire sia l'ambito della ristorazione globale (McDonald's) che la tragedia per eccellenza (MacBeth), quel Guglielmo Shakespeare di cui infinite schiere di teatranti e cineasti si sono cibati, sfruttandolo come materia prima per le loro opere. Mattia De Pascali riesce ad uscire fuori da questa carne macinata scespiriana e sforna una ricetta vincente, un film che mette insieme tanti ingredienti ben distinguibili ma perfettamente amalgamati tra di loro.
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Questo è capitalismo, baby. Ci è chiaro fin da subito vedendo della carne penzolare in un mattatoio, pronta per essere macinata, o meglio spersonalizzata, come chi è destinato a mangiarla sotto forma di hamburger nella più grande catena di fastfood: McBetter. Ogni riferimento è puramente casuale, certo, tanto casuale da colpire sia l'ambito della ristorazione globale (McDonald's) che la tragedia per eccellenza (MacBeth), quel Guglielmo Shakespeare di cui infinite schiere di teatranti e cineasti si sono cibati, sfruttandolo come materia prima per le loro opere. Mattia De Pascali riesce ad uscire fuori da questa carne macinata scespiriana e sforna una ricetta vincente, un film che mette insieme tanti ingredienti ben distinguibili ma perfettamente amalgamati tra di loro. Commedia, thriller, horror e mistery sono tenuti insieme da un cast azzeccatissimo, carne italiana al 100%, tra i quali spicca un Andrea “Malcolm” Cananiello in stato di grazia che è la perfetta unione tra il Jack Torrance di Shining e uno degli scalcinati ladri di Mamma ho perso l'aereo. Il sapore è fresco, moderno, rispecchia l'attuale ed insicura generazione di chi vuole parlare di cose serie e finisce sempre per passare come cazzona rispetto a quella precedente, cazzuta e vincente. Ma la verità è che non esiste una generazione migliore dell'altra. Siamo fatti tutti della stessa carne.
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