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giovedì 15 febbraio 2018
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dov'e la sua musica e la sua poesia ?
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Il film è ben fatto ma racconta soprattutto la storia di un uomo affascinante geniale e tormentato, e della sua famiglia. È solo appena accennata invece la sua evoluzione artistica intellettuale e politica, le sue amicizie artistiche e soprattutto le conseguenze della sua musica su tanti giovani che lo amavano. Il suono della sua musica e delle sue parole ha fatto da sfondo alla mia adolescenza e ne ha cambiato a volte il significato: ascoltavi La guerra di Piero, Bocca di rosa, Marinella, L'impiegato... e carpivi brandelli di senso del mondo; imparavi a capire gli ultimi, i diversi, quelli fuori dal coro. Ma soprattutto imparavi a non aggregarti al gregge, ad avere sempre uno sguardo laterale sulle cose.
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Il film è ben fatto ma racconta soprattutto la storia di un uomo affascinante geniale e tormentato, e della sua famiglia. È solo appena accennata invece la sua evoluzione artistica intellettuale e politica, le sue amicizie artistiche e soprattutto le conseguenze della sua musica su tanti giovani che lo amavano. Il suono della sua musica e delle sue parole ha fatto da sfondo alla mia adolescenza e ne ha cambiato a volte il significato: ascoltavi La guerra di Piero, Bocca di rosa, Marinella, L'impiegato... e carpivi brandelli di senso del mondo; imparavi a capire gli ultimi, i diversi, quelli fuori dal coro. Ma soprattutto imparavi a non aggregarti al gregge, ad avere sempre uno sguardo laterale sulle cose. Un'unità poetica ma anche una continua evoluzione a volte spiazzante anche per i fans più fedeli. Questo non ho trovato nel film ! Forse bisognerebbe fare un'altra film per raccontarlo dal punto di vista dei suoi compagni di strada artistici e soprattutto di tutti quei ragazzi che lo ascoltavano e lo amavano
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giovedì 15 febbraio 2018
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una storia sbagliata
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film deludente, per chi si aspettava forse un miracolo, ma Facchini non solo non riesce a resciucitare Fabrizio, ma nemmeno a farci ricordare chi era .
Un 'occasione sprecata, poi, di farci conoscere, quella Genova degli anni 60 , quei ladri quelle puttane della città vecchia , una Genova che invece Facchini restringe a qualche bordello e qualche solotto bene .
Manca il De Andre arrabbiato, mancano le canzoni sugli impiccati, sui drogati, sugli emarginati , e ne vieie fuori un De Andrè che sembra un ragazzino che non cresce...
una morale bigotta , prorpio quella che lui odiava....
un vero peccato.,un'occasione sprecata
una storia sbagliata, una storia da parrucchiere.
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film deludente, per chi si aspettava forse un miracolo, ma Facchini non solo non riesce a resciucitare Fabrizio, ma nemmeno a farci ricordare chi era .
Un 'occasione sprecata, poi, di farci conoscere, quella Genova degli anni 60 , quei ladri quelle puttane della città vecchia , una Genova che invece Facchini restringe a qualche bordello e qualche solotto bene .
Manca il De Andre arrabbiato, mancano le canzoni sugli impiccati, sui drogati, sugli emarginati , e ne vieie fuori un De Andrè che sembra un ragazzino che non cresce...
una morale bigotta , prorpio quella che lui odiava....
un vero peccato.,un'occasione sprecata
una storia sbagliata, una storia da parrucchiere....
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giovedì 15 febbraio 2018
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una storia sbagliata
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Deludente e scadente film su Fabrizio De Andrè .Un'occasione mancata per fare un bel film sulla Genova degli anni 50 e 60 , per Facchini ridotta a salotti e bordelli e nient'altro...De André anarchico trasformato in un ragazzino insicuro e figlio di papà...le canzoni scelte nemche le più belle, mancano quelle dell'impegno politico quelle sugli impiccati , sui drogati , sui suicidi sulle puttane ... mancano quelle contro la guerra...ma che De André ha visto Facchini? Dal punto vista scenigrafico,, manca Genova , ma anche la Sardegna; invito tutti avedersi il documentario sulla sua vita all'Agnata , molto più intressante... peccato...
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m.raffy
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mercoledì 14 febbraio 2018
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racconto di un artista e di un uomo
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Ricostruire le vicende di un personaggio come Fabrizio De Andrè era una vera sfida, ma questo film l'ha vinta restituendo l'immagine di un artista unico, cantautore e poeta, ma anche un uomo non comune, calato nella realtà del suo tempo e capace di descriverla in parole e in musica.
Un uomo del quale vengono mostrate le fragilità, il suo non voler essere un personaggio pubblico, le sbandate, gli amori, i momenti d'oro della sua carriera e gli attimi più bui. Luca Marinelli nel ruolo del protagonista è convincente, intenso. Colpisce l'interpretazione di Valentina Bellè nel ruolo di Dori Ghezzi ed Ennio Fantastichini nei panni del padre di Fabrizio, ma tutto il cast dà voce e corpo ai personaggi con bravura.
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Ricostruire le vicende di un personaggio come Fabrizio De Andrè era una vera sfida, ma questo film l'ha vinta restituendo l'immagine di un artista unico, cantautore e poeta, ma anche un uomo non comune, calato nella realtà del suo tempo e capace di descriverla in parole e in musica.
Un uomo del quale vengono mostrate le fragilità, il suo non voler essere un personaggio pubblico, le sbandate, gli amori, i momenti d'oro della sua carriera e gli attimi più bui. Luca Marinelli nel ruolo del protagonista è convincente, intenso. Colpisce l'interpretazione di Valentina Bellè nel ruolo di Dori Ghezzi ed Ennio Fantastichini nei panni del padre di Fabrizio, ma tutto il cast dà voce e corpo ai personaggi con bravura. Significativo in tal senso è il contributo di Matteo Martari, interprete di Tenco. Di certo verità e finzione si intrecciano, ma il quadro delineato è quello di una personalità complessa, fatta di debolezza e al tempo stesso di forza, di umorismo e malinconia.
Le canzoni di Fabrizio De Andrè che accompagnano tutto il film, sono entrate nella storia della musica e hanno toccato il cuore di tante generazioni, della sua anima più profonda tuttavia si hanno solo degli squarci, come questo racconto ben riuscito.
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vittorio
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mercoledì 14 febbraio 2018
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concordo pienamente con jack cinema
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Concordo pienamente con il commento " Il principe incompleto" di Jack cinema.
Basandomi sulla visione della prima parte non posso non considerare riduttiva, incompleta e a tratti fuorviante la descrizione di un personaggio di tale complessità.
A mio avviso é un film che non doveva essere girato, almeno per ora.
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rainbow238
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mercoledì 14 febbraio 2018
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né fabrizio né faber
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Sono nato tra le braccia di De André.
Ancora prima di essere in grado di comprendere le sue canzoni, le cantavo e le recitavo, bambino, come apocrife preghiere. A 4 anni e mezzo immaginavo una Bocca di Rosa che spandeva petali di fiori e scaldava i cuori con l'Amore, un Andrea che raccoglieva violette, una Marinella che volava sopra una stella mossa dal vento. Crescendo queste immagini naive si sono corrotte e si sono finalmente sporcate con le pennellate della realtà dalla quale provenivano. Hanno perso la loro consistenza eterea a favore della carne sanguigna e gonfia di odori, la loro bellezza cartonata si è intrisa di letame e lacrime beffardamente umani.
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Sono nato tra le braccia di De André.
Ancora prima di essere in grado di comprendere le sue canzoni, le cantavo e le recitavo, bambino, come apocrife preghiere. A 4 anni e mezzo immaginavo una Bocca di Rosa che spandeva petali di fiori e scaldava i cuori con l'Amore, un Andrea che raccoglieva violette, una Marinella che volava sopra una stella mossa dal vento. Crescendo queste immagini naive si sono corrotte e si sono finalmente sporcate con le pennellate della realtà dalla quale provenivano. Hanno perso la loro consistenza eterea a favore della carne sanguigna e gonfia di odori, la loro bellezza cartonata si è intrisa di letame e lacrime beffardamente umani. Questo mi sarei aspettato da un film che parlasse di Fabrizio. Del suo grave problema con l'alcol, del suo essere donnaiolo (un po' troppo ammiccato e un po' troppo poco tagliente), del suo andare a puttane ("sono ragazzate", quelle del film), del suo maltrattare una donna frantumata, del suo (a detta dello stesso figlio) amare (?) violentemente il figlio.
Se Fabrizio uomo era l'obiettivo del film allora bisognava rendere giustizia alle anime che ha calpestato e sfregiato col suo passaggio, a quelle che ha cambiato ed illuminato: bisognava edulcorare meno, tentare meno di rappresentare l'uomo che Dori amava o l'uomo ricordato dai suoi compagni di bevute (si sa, ci lasciano sempre i migliori).
Perché tanto è più grande un genio tanto più c'è bisogno di un pozzo profondo che contenga la sua anima.
Non si può cercare di riscrivere l'essenza tormentata e macchiata di un uomo che tra gli ultimi sentiva la pezzatura del proprio animo. Che senso ha? È mentire per una sciocca necessità di descrivere un genio musicale un po' più conformato ed avvicinabile.
Quanto a volerlo vedere come un film che parli di Faber, be', anche in questo caso è stato un buco nell'acqua. L'occasione di descrivere come nascessero le sue canzoni, da cosa nascessero, come si creassero sotto le sue dita è stata pressoché totalmente sprecata. Forse ci è stato dato qualcosa su la canzone di Marinella, forse su Amico Fragile, su Se ti tagliassero a pezzetti. Tuttavia informazioni arcinote, senza niente di più di quello che già era stato detto in precedenti interviste e raccontato con dovizia di imprecisioni.
Per un fan di De André questo film avrebbe potuto e dovuto rappresentare qualcosa di sognato da sempre che si realizza, l'incontro sul grande schermo con un fragile genio che magari non ha mai potuto nemmeno vedere cantare dal vivo. Avrebbe dovuto essere l'incarnazione cinematografica del tormento, della sintesi delle sue pulsioni e follie, del mancato controllo sui suoi demoni che si riversavano nelle sue canzoni, del vomito dei respinti che albergavano nel suo animo.
Invece no. Mi sono sentito tradito da un film che racconta la storia d'amore tra uno che sì un po' beve, e una che lo ama tanto da fare un passo indietro (tardi?) quando si rende conto di star occupando un posto al momento non suo (ufficialmente).
Mi è piaciuto il film? Mah, sì, solo che se avessi voluto vedere un film d'amore di tre ore tra due pseudo personaggi ne avrei scelto certamente un altro.
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dani
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lunedì 5 febbraio 2018
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negativo
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Più volte ho pensato :" ok ora mi alzo e vado via ...basta !!! Pessimo film , attore principale con una vaga e forzata assomiglianza di De Andrè, nessun fascino nessun carisma....una perfetta fiction all'italiana pagata non poco al cinema !!! Sono rimasta invece particolarmente colpita dall'interprete di Luigi Tenco ! Bravissimo !! Ecco lui ha dimostrato d'essere e di poter trasmettere emozioni !! Per finire, ritengo sia necessario lasciare De Andrè libero ...
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mari66
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domenica 28 gennaio 2018
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emozionante
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Film molto lungo, ma che scorre. Giusto omaggio ad un genio della poesia e della canzone italiana. Ottimi attori. Sardegna meravigliosa, ti fa venire voglia di scappare dallo squallore e dalla mediocrità.
Da vedere, se possibile al cinema, tutto di seguito, lasciandosi andare alla musica, ai colori ed alle emozioni di tutte le nostre vite.
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marykioto
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giovedì 25 gennaio 2018
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che bello! ma si puo recensire anche il pubblico?!
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Con questo film, il buon Marinelli si è guadagnato un posto in paradiso.
che dolcezza, che delicatezza, che bellezza.
un film che è una poesia, che sfata anche il preconcetto "fiction".
se proprio devo trovare dei difetti:
1. avrei messo un po piu di leggerezza riducendo il momento sequestro e sul rapporto col padre
2. o c'è un errore o ho capito male io: nel frame in cui lui canta "la canzone dell'amore perduto", la 1a moglie sorride dolcemente. ma cosa c'è da ridere se ascolti il testo?!?!
3. avrei fatto uscire di scena Villaggio con una...uscita di scena..non con una sparizione improvvisa
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Con questo film, il buon Marinelli si è guadagnato un posto in paradiso.
che dolcezza, che delicatezza, che bellezza.
un film che è una poesia, che sfata anche il preconcetto "fiction".
se proprio devo trovare dei difetti:
1. avrei messo un po piu di leggerezza riducendo il momento sequestro e sul rapporto col padre
2. o c'è un errore o ho capito male io: nel frame in cui lui canta "la canzone dell'amore perduto", la 1a moglie sorride dolcemente. ma cosa c'è da ridere se ascolti il testo?!?!
3. avrei fatto uscire di scena Villaggio con una...uscita di scena..non con una sparizione improvvisa
4. la scelta su marinelli è stata furbetta: tutti si sono innamorati di questo attore in jeeg robot, il pubblico piacevolmente prevenuto, in sala dimostrava affetto..
non so se con qualsiasi altro attore non sulla cresta dell'onda emotiva, avrebbe sortito gli stessi effetti. scelta furba ma inevitabile poiche nessuno sarebbe stato in grado, con la "sola" qualità di bravo attore, a sostenere il confronto con de andre.
5. in alcune frasi ricordava "tempesta d'amore" o "un medico in famiglia"
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bobdex
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mercoledì 24 gennaio 2018
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marinelli super per il più grande dei cantautori
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Non era facile raccontare la storia di Faber, uno degli artisti più contorti dell'intero panorama musicale Italiano e non solo. La scelta di Marinelli è perfetta, e francamente non si comprendono le pre-critiche per la sua dizione poco Genovese, scaturite tra l'altro dalla visione di un breve trailer. Marinelli interpreta tutte le facce dell'artista: dalla sua genialità sommessa, alla sua intima paura del pubblico, fino ai suoi demoni che lo accompagnarono per tutta la carriera e la vita privata. Inoltre, oltre a riuscire ad esser anche carismatico ed emozionante, il film non altera la storia di De Andrè e di chi lo circonda, andando a toccare le tappe fondamentali della sua crescita musicale.
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Non era facile raccontare la storia di Faber, uno degli artisti più contorti dell'intero panorama musicale Italiano e non solo. La scelta di Marinelli è perfetta, e francamente non si comprendono le pre-critiche per la sua dizione poco Genovese, scaturite tra l'altro dalla visione di un breve trailer. Marinelli interpreta tutte le facce dell'artista: dalla sua genialità sommessa, alla sua intima paura del pubblico, fino ai suoi demoni che lo accompagnarono per tutta la carriera e la vita privata. Inoltre, oltre a riuscire ad esser anche carismatico ed emozionante, il film non altera la storia di De Andrè e di chi lo circonda, andando a toccare le tappe fondamentali della sua crescita musicale. Ovviamente quando si parla di questo artista ci si aspetta la perfezione, e queto film non lo è. E forse proprio per questo rientra omogeneamente nelle corde del personaggio, perché di certo De Andrè non cantava e suonava per i perfetti, ma per dar voce a tutti coloro che una voce non ce l'hanno mai avuta. Un film che racconta, emoziona, fa riflettere e appassiona, ed è un bene, perché un personaggio come Faber merita di esser ricordato, studiato e vissuto, e questo "Principe libero" è un buon mezzo per chi ancora non conosceva De Andrè o per chi, semplicemente, vuole ancora godere e omaggiare della sua figura maestosa e impareggiabile. Menzione speciale anche per tutti gli attori che interpretano gli altri personaggi noti che ruotano intorno a Fabrizio, come Villaggio, Tenco, Puny e Ghezzi. Plauso finale per Marinelli, perché oltre alla recitazione ci mette di suo nell'interpretare, suonando e cantando, canzoni che quasi nessuno riesce a riproporre senza far rimpiangere il loro vero autore.
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