ralphscott
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domenica 4 febbraio 2018
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un gioiello di commedia
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Mi è piaciuto davvero tanto. Misurato ed elegante pur nei suoi eccessi,inevitabili cliché funzionali a strappare numerose e sincere risate. Due attori tra i migliori del panorama nazionale,che insieme funzionano molto bene e l'alchimia scatta magicamente travalicando i meriti,comunque evidenti,di una sceneggiatura coi fiocchi. Tutto il cast è da applausi,sino alla Bergamaschi e alle gemelle di Dallas,una doppia presenza spassosissima.
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ziobricco
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giovedì 25 gennaio 2018
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divertente e leggero
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Non è che sia chissachè però scorre via che è un paicere e ci si fa anche qualche risata. Secondo me non è male, poi la partecipazione di amendola è spettacolo ahahah.
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palamit0
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lunedì 22 gennaio 2018
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affresco italiano
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Molto è già stato scritto del film, ma un voto speciale alla maturità raggiunta dai protagonisti : Cortellesi in gran forma e gran trasformista, Albanese tragicomico con sguardi e profili di vero spessore, Amendola .. ar mejo!!
Che il film non duri ..come un gatto intangenziale!
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muttley72
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domenica 21 gennaio 2018
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non bisogna mai contestare l'ue..capito borgatari?
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Commedia che è ben messa sullo schermo e con battute prevedibili, ma onestamente che sono semplici ed efficaci nel far ridere, che è la cosa che più conta...e qui accade con un "ritmo veloce" del film, in stile Checco Zalone (qui c'è anche la stessa attrice che nell'ultimo film di Zalone fa la "dirigente statale" che tenta di farlo dimettere).
il film è a mio avviso, nel compesso, superiore al nuovo e ultimo film di VERDONE.
Nel film, che ha anche velleità sociologiche (per quanto una commedia possa verne) si ammette (bontà loro) che la "società multietnica" e sottoproletaria che convive nei quartieri degradati non necessariamente si ama reciprocamente, ma spesso si sopporta solo per necessità e questo anche nel caso degli stranieri residenti in Italia (tra loro).
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Commedia che è ben messa sullo schermo e con battute prevedibili, ma onestamente che sono semplici ed efficaci nel far ridere, che è la cosa che più conta...e qui accade con un "ritmo veloce" del film, in stile Checco Zalone (qui c'è anche la stessa attrice che nell'ultimo film di Zalone fa la "dirigente statale" che tenta di farlo dimettere).
il film è a mio avviso, nel compesso, superiore al nuovo e ultimo film di VERDONE.
Nel film, che ha anche velleità sociologiche (per quanto una commedia possa verne) si ammette (bontà loro) che la "società multietnica" e sottoproletaria che convive nei quartieri degradati non necessariamente si ama reciprocamente, ma spesso si sopporta solo per necessità e questo anche nel caso degli stranieri residenti in Italia (tra loro). Nel finale però si arriva alla (discutibile) conclusione che i sottoproletari suddetti non dovrebbero disprezzare la UE (lontana dai loro interessi e spesso causa di alcuni loro problemi), ma sfruttarene i pregi (cosa che per ignoranza non fanno)...tipo i "fondi" per aprire nuove imprese, come poi fa la Cortellesi nel film, per rifarsi una vita.
Quanto alal differenza di ceto e istruzione tra fidanzati (ragazzi o adulti) è invece l'altro tema presente nel film, ma non è una novità nella storia del cinema.
comunque senza affrontare i temi troppo impegnati (a cui il film velatamente sottende), il film fa ridere e merita tre stelle e mezzo.
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giammarco
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mercoledì 17 gennaio 2018
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carinissimo
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Da vedere, bravi e simpatici! Entrambi riescono a far ridere e toccar le corde sociali e sentimentali..
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pentagrammamagazine.it
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martedì 16 gennaio 2018
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recensione: come un gatto in tangenziale
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Come un gatto in Tangenziale, il nuovo film di Riccardo Milani, vede di nuovo riunita la coppia Antonio Albanese e Paolo Cortellesi.
Giovanni è un intellettuale, vive nel centro storico di Roma ed è impegnato con il suo think tanck dalle conoscenze internazionali, a portare avanti temi importanti a cui crede veramente come l'integrazione sociale. Monica invece è un'ex cassiera del supermercato, con l'integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. I loro figli hanno deciso di fidanzarsi.
Entrami i genitori sono scossi dalla scelta dei loro figli e una volta fatta la conoscenza con le dovute riserve alimentate dai pregiudizi, trovano un obiettivo comune: la storia tra i loro figli deve finire, sarà "come un gatto in tangenziale".
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Come un gatto in Tangenziale, il nuovo film di Riccardo Milani, vede di nuovo riunita la coppia Antonio Albanese e Paolo Cortellesi.
Giovanni è un intellettuale, vive nel centro storico di Roma ed è impegnato con il suo think tanck dalle conoscenze internazionali, a portare avanti temi importanti a cui crede veramente come l'integrazione sociale. Monica invece è un'ex cassiera del supermercato, con l'integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. I loro figli hanno deciso di fidanzarsi.
Entrami i genitori sono scossi dalla scelta dei loro figli e una volta fatta la conoscenza con le dovute riserve alimentate dai pregiudizi, trovano un obiettivo comune: la storia tra i loro figli deve finire, sarà "come un gatto in tangenziale".
I due cominciano a frequentarsi e a entrare l'uno nel mondo dell'altro. Giovanni, abituato ai film nei cinema d'essai, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia; Monica, abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, finirà nella sciccosa Capalbio. Ma più questi due genitori interagiranno più il loro rapporto comincerà a cambiare.
C'è un grande studio della sceneggiatura, nulla viene lasciato al caso proprio per dare uno spessore sociale e poter comunque ridere parallelamente di un tema, di una causa importante come quella delle periferie senza mancarne di rispetto ma, anzi, cercando di sensibilizzare sull'argomento attraverso una via più "leggera" ma forse più efficace.
Questo è stato possibile grazie all'affiatamento e alla bravura di due attori di spessore come Albanese e Cortellesi che hanno saputo parlare poco, volutamente, ed esprimere molto con gli sguardi, con i silenzi, con le azioni e anche la sola presenza scenica. Ciò ha permesso allo spettatore di osservare più che di ascoltare e poter anche riflettere alla visione di certe scene come anche di riderne. Ovviamente per dare ancor più leggerezza e un tono di commedia sono stati introdotti elementi più o meno macchettistici come quello interpretato da Claudio Amendola.
Un film interessante, che per funzionare in modo ottimale si è avvalso di un cast di attori altamente preparati e plasmabili sui personaggi: una Cortellesi che interpreta una borgatara pagliettata e leopardata con i capelli rossi, tatuaggi e un accento marcato tanto quanto il suo disincanto verso la sua condizione. Una madre tosta ma amorevole verso il figlio. Albanese, un uomo onesto e sincero verso la causa delle periferie ma all'atto pratico rimane spiazzato da quell'ambiente e non sa accettare e destreggiarsi in una realtà così apparentemente diversa dalla sua quando la figlia gli dice di essersi fidanzata con un ragazzo di borgata.
La storia nasce da una situazione accaduta realmente per questo anche una maggiore attenzione nel trattare questo tema e si può ridere grazie ad una sapiente empatia verso la storia e l'argomento.
Infine il film evidenzia due mondi opposti che si scontrano, ognuno con le proprie idee e pregiudizi nei confronti dell'altro, ma che alla fine capiranno di non esser poi così diversi umanamente.
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quintoelemento
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domenica 14 gennaio 2018
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me sò capita io
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Un film divertente e godibile che non ha pretese e evidenzia i difetti (ma anche alcuni pregi) di due aspetti della nostra società.
Viene ben disegnata l'estrema intellettualizzazione di chi pensa di fare il bene (ai vertici) e la desolata rassegnazione di chi crede di non avere modo di cambiare le cose e non sa, ad esempio, di poter utilizzare i fondi europei .Temi quanto mai reali e fastidiosi, trattati con leggerezza e ilarità, come del resto la maggior parte degli aspetti.
L'incontro parte male, anzi malissimo. Ma Govanni è molto educato e lei non è pazza né criminale. Una fusione è possibile? Differenze sociali intense, anche se di base l'onestà e la pulizia accomunano i 4 protagonisti principali.
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Un film divertente e godibile che non ha pretese e evidenzia i difetti (ma anche alcuni pregi) di due aspetti della nostra società.
Viene ben disegnata l'estrema intellettualizzazione di chi pensa di fare il bene (ai vertici) e la desolata rassegnazione di chi crede di non avere modo di cambiare le cose e non sa, ad esempio, di poter utilizzare i fondi europei .Temi quanto mai reali e fastidiosi, trattati con leggerezza e ilarità, come del resto la maggior parte degli aspetti.
L'incontro parte male, anzi malissimo. Ma Govanni è molto educato e lei non è pazza né criminale. Una fusione è possibile? Differenze sociali intense, anche se di base l'onestà e la pulizia accomunano i 4 protagonisti principali.
Il film si snoda in modo gradevole, mostrando caratterizzazioni spiccate ma, a mio avviso necessarie e tipiche della commedia nazionale.
In altre parole è stato divertente, rilassante e il tempo è volato. Ben fatto!
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rob8
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domenica 14 gennaio 2018
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milani firma un’opera ambiziosa. che funziona.
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Milani firma un’opera ambiziosa sulla incomunicabilità sociale, indagando un lembo di periferia romana, nel nome, evocato già nelle prime battute, di Pasolini. Naturalmente, nulla resta del mondo di Accattone e l’accostamento è perfino stridente: pur tuttavia, trattandosi qui di una commedia, risolta spesso in chiave comica, i contenuti non appaiono banali come il genere spesso impone. Certo, si battono strade note: il contatto casuale tra esponenti di classi sociali distanti; lo scompiglio portato nei rispettivi ambienti; l’incomunicabilità (sociale e lessicale) che ne deriva, ecc. Eppure la storia funziona, grazie anche ad un ottimo Antonio Albanese e ad una Paola Cortellesi, che si cuce di nuovo indosso – partecipando peraltro alla sceneggiatura – un personaggio su misura.
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Milani firma un’opera ambiziosa sulla incomunicabilità sociale, indagando un lembo di periferia romana, nel nome, evocato già nelle prime battute, di Pasolini. Naturalmente, nulla resta del mondo di Accattone e l’accostamento è perfino stridente: pur tuttavia, trattandosi qui di una commedia, risolta spesso in chiave comica, i contenuti non appaiono banali come il genere spesso impone. Certo, si battono strade note: il contatto casuale tra esponenti di classi sociali distanti; lo scompiglio portato nei rispettivi ambienti; l’incomunicabilità (sociale e lessicale) che ne deriva, ecc. Eppure la storia funziona, grazie anche ad un ottimo Antonio Albanese e ad una Paola Cortellesi, che si cuce di nuovo indosso – partecipando peraltro alla sceneggiatura – un personaggio su misura. Funziona anche l’analisi critica di certo ceto borghese, che si vuol illuminato e che frequenta le spiagge di Capalbio; un po’ meno quella antropologica sulla marginalità. E c’è spazio, infine, per una riflessione sullo stato del cinema, dove si assiste rumorosamente a film da effetti speciali oppure in religioso silenzio a presunti capolavori armeni.
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emanuele1968
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domenica 14 gennaio 2018
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per famiglie
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Sala di paese piena, commedia per famiglie molto bella, con temi e conflitti sociali molto belli, fortunatamente trattati in maniera leggera e non pesante. C'è chi dice che << gli opposti si attraggono >> chi invece << chi si somiglia si ripiglia >> anche una storia bella storia d'amore. Mamma o papà? e stato per me un po violento, invece questo mi e piaciuto.
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sabato 13 gennaio 2018
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favoloso
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