rob8
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martedì 17 luglio 2018
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milani firma un’opera ambiziosa
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Milani firma un’opera ambiziosa, indagando un lembo di periferia romana, nel nome, evocato già nelle prime battute, di Pasolini.
Naturalmente, nulla resta del mondo di Accattone e l’accostamento risulta perfino stridente: pur tuttavia, trattandosi qui di una commedia, risolta spesso in chiave comica, i contenuti non appaiono banali come il genere spesso impone.
Certo, si battono strade note: il contatto casuale tra esponenti di classi sociali distanti; lo scompiglio portato nei rispettivi ambienti; l’incomunicabilità sociale (e lessicale) che ne deriva, ecc.
Eppure la storia funziona, grazie anche ad un ottimo Antonio Albanese e ad una Paola Cortellesi, che si cuce di nuovo indosso – partecipando peraltro alla sceneggiatura – un personaggio rodato e su misura.
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Milani firma un’opera ambiziosa, indagando un lembo di periferia romana, nel nome, evocato già nelle prime battute, di Pasolini.
Naturalmente, nulla resta del mondo di Accattone e l’accostamento risulta perfino stridente: pur tuttavia, trattandosi qui di una commedia, risolta spesso in chiave comica, i contenuti non appaiono banali come il genere spesso impone.
Certo, si battono strade note: il contatto casuale tra esponenti di classi sociali distanti; lo scompiglio portato nei rispettivi ambienti; l’incomunicabilità sociale (e lessicale) che ne deriva, ecc.
Eppure la storia funziona, grazie anche ad un ottimo Antonio Albanese e ad una Paola Cortellesi, che si cuce di nuovo indosso – partecipando peraltro alla sceneggiatura – un personaggio rodato e su misura.
Funziona anche l’analisi critica di certo ceto borghese, che si vuol illuminato e che frequenta le spiagge di Capalbio; un po’ meno quella antropologica sulla marginalità e sulla contaminazione etnica.
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jl
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mercoledì 4 luglio 2018
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radical choc
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“Quanto potrà durare un gatto se abbandonato in tangenziale?” Da questo semplice assioma prende il via la pellicola di Riccardo Milani che per la seconda volta dirige il duo Cortellesi – Albanese a nemmeno un anno distanza dalla commedia Mamma o Papà?, se in quel caso era il mondo delle coppie in crisi a essere preso in esame, questa volta i due dovranno scontrarsi con le proprie certezze nei confronti del mondo altrui. Da un lato c’è Monica, nata e cresciuta a Bastogi, periferia della capitale fra le più degradate, con un lavoro da cuoca nella mensa di un ricovero, una coppia di sorelle gemelle che vive con lei e con il vizio di rubare tutto quello che capita loro a tiro e un marito da tre anni in prigione per tentato omicidio.
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“Quanto potrà durare un gatto se abbandonato in tangenziale?” Da questo semplice assioma prende il via la pellicola di Riccardo Milani che per la seconda volta dirige il duo Cortellesi – Albanese a nemmeno un anno distanza dalla commedia Mamma o Papà?, se in quel caso era il mondo delle coppie in crisi a essere preso in esame, questa volta i due dovranno scontrarsi con le proprie certezze nei confronti del mondo altrui. Da un lato c’è Monica, nata e cresciuta a Bastogi, periferia della capitale fra le più degradate, con un lavoro da cuoca nella mensa di un ricovero, una coppia di sorelle gemelle che vive con lei e con il vizio di rubare tutto quello che capita loro a tiro e un marito da tre anni in prigione per tentato omicidio. Dall’altro lato Giovanni è un radical chic, divorziato, che abita in un palazzo del centro di Roma e che da sempre instilla il concetto di eguaglianza nella testa di sua figlia Agnese e che da membro di una think tank cerca anche di ottenere dei finanziamenti dal parlamento europeo per il recupero delle periferie della penisola. I due si scontreranno quando Alessio, figlio di Monica, e Agnese inizieranno a frequentarsi, il che creerà un grande subbuglio nelle rispettive convinzioni dei loro genitori: l’uno aperto, a meno che non sia coinvolta la figlia, e l’altra certa dell’auto determinismo nel quale da sempre versa la sua vita. I personaggi di Albanese e della Cortellesi sono stereotipati e al tempo stesso specchio di un Italia che non risulta essere parodia di se stessa, e se da un lato la pellicola tratta le evidenti difficoltà alla gestione del mondo degli adolescenti, da parte di quello dei genitori, dall’altro riguarda il difficile tema dell’accoglienza, scadendo in alcuni stereotipi ma al tempo stesso facendosi assistere da un ritmo incalzante, privo di pause, con spunti di riflessione nei confronti della teorica disponibilità a chi è differente da noi, anche se residente nella nostra città e quindi senza che ci si debba spostare a migliaia di chilometri di distanza. Una commedia delicata, e un film fra i migliori di questa stagione, capace di fare sorridere delle nostre granitiche certezze e da vedere se amate le periferie (degradate) della capitale.
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fabio
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venerdì 22 giugno 2018
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commedia senza pretese, per una sera in tv.
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Si può tranquillamente perdere al cinema. Se capita in tv può farti passare una sera. Senza calcare i toni, tutto abbastanza misurato e politicamente corretto. Sembra scrito e prodotto in fretta e senza troppi mezzi. Comunque tutti fanno del loro meglio (attori, regia, sceneggiatori ecc.) per sfornare un prodotto che parla di attualità. Televisivo.
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capcinzia
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domenica 10 giugno 2018
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risposta per gennaro
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Il brano di Renato Zero si intitola “Mentre aspetto che ritorni “
ciao
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venerdì 4 maggio 2018
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e' vero, un' occasione perduta
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Condivido del tutto il suo giudizio. Ho visto il film, mi è abbastanza piaciuto per l'ottima recitazione e per alcune scene godibili e divertenti, ma si poteva fare molto di più.. Era un'occasione preziosa per far passare qualche proposta di dialogo tra culture diverse. Attori bravissimi, ma la scena finale è un po' troppo poco per un riscatto del possibile avvicinamento tra i due mondi......! un saluto Maria Grazia
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(di fonteio)
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liuk
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lunedì 30 aprile 2018
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bravi
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Splendida commedia con la coppia Albanese - Cortellesi in splendida forma. Da vedere.
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gennaro
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sabato 21 aprile 2018
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bella colonna sonora
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Per cortesia qualcuno mi dica il titolo della canzone di Renato Zero,credo,che Paola Cortellesi canta nella scena finale mentre va in bici nel film "come un gatto in tangenziale ".grazie infinite
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vepra81
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giovedì 19 aprile 2018
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gatto che dorme
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Devo dire film mediocre, ma non eccellente in comicità o recitazione. Ci sono un pò di carenze della sceneggiatura che potevano essere gestite in modo diverso. La coppia Albanese Cortellesi inizia ad ingranare; mi aspetto nuovi film più ricchi.
Per il resto buona commedia italiana.
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mercoledì 18 aprile 2018
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dire scontato è dire poco
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Se non fosse per la bravura degli attori, Albanese su tutti, sarebbe veramente inguardabile. Trama scontata, battute prevedibili, solito copione trito e ritrito. Il ricco che ha una posizione e vive in un bel quartiere si confronta con la realtà dei quartieri più popolari, ovviamente all'inizio snobba il tutto e poi impara da essi. Sullo sfondo la difficile convivenza con gli extra-comunitari e la guerra fra poveri. Attori a parte film pessimo. Ovviamente un grande successo, perchè supportato e sponsorizzato oltre i veri meriti.
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alejazz
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lunedì 16 aprile 2018
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un film con una buona morale
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Il divario tra periferia e centro è il prosieguo del filone che il cinema ci propone da anni come quello tra Nord e Sud, ricchi e poveri, ecc. Sinceramente ero un po' prevenuto dal fatto che la presenza di Albanese poteva far scendere il livello del film aspettandomi il solito film mediocre. Invece è stato picevole sin dall'inizio e mi è piaciuta molto anche la morale: far valere i propri diritti e sopratutto informarsi delle iniziative della UE per aiutare i centri urbani degradati.
Cosniglio vivamente la visione. Bravi anche Amendola e Cortellesi.
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