A Private War |
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Un film di Matthew Heineman.
Con Rosamund Pike, Jamie Dornan, Tom Hollander, Stanley Tucci.
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Titolo originale A Private War.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- USA 2018.
- Notorious Pictures
uscita giovedì 22 novembre 2018.
MYMONETRO
A Private War ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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L'importanza della testimonianza
di cardclauFeedback: 15405 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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venerdì 23 novembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di Mattew Heineman, A Private War, rende giustamente omaggio, e ne rinfranca la memoria, a Marie Catherine Colvin (Oyster Bay, 12 gennaio 1956 – Homs, 22 febbraio 2012). Una giornalista statunitense, ritenuta dalla maggior parte dei suoi colleghi la più grande corrispondente di guerra della sua generazione, che fu presa di mira e uccisa il 22 febbraio 2012 dalle forze armate siriane perché aveva denunciato per prima la sofferenza della popolazione civile ad Homs, in Siria. Riporto dall’ANSA: “ "Non è importante quale esercito compia l'attacco, quello che conta è il costo umano delle persone". Era una delle convinzioni di Marie Colvin, grande inviata di guerra del Sunday Times, che a 56 anni è rimasta uccisa da un attacco a Homs in Siria, voluto probabilmente da Assad, di cui la giornalista aveva appena rivelato il bombardamento indiscriminato sulla popolazione civile.” Forse però le considerazioni su quale esercito compia l’attacco potrebbero essere ampliate dagli interessi in gioco e da chi ci guadagna. Altrimenti tutto si risolverebbe inevitabilmente considerando l’essere umano come guerrafondaio per “natura”, per scrittura nel DNA. Il perché uno decida di fare il corrispondente di guerra, in continuo e drammatico contatto con la sofferenza e la distruzione, rimane avvolto comunque dal mistero, e dal nostro rispetto. Visto infatti che l’aumento della massa cranica, avvenuto circa tre milioni di anni fa, in quello che sarebbe poi diventato l’Homo Sapiens, non sempre viene utilizzato in modo appropriato dal suo possessore, è fondamentale che ci siano dei testimoni che risveglino le coscienze, e che cerchino di rischiarare l’oscurità della falsità con la luce della verità. Marie Colvin ha dato un importante contributo in questa direzione. E se la sua splendida interprete, Rosamund Pike, come il regista Mattew Heineman, cascano in certi momenti nell’agiografico e nel sentimentale, o se stanno troppo in superficie, li possiamo perdonare. Rimangono però una serie di considerazioni, altre dalla testimonianza degli orrori, e che ci fanno intuire che la guerra è cosa assai complessa. Certo da sempre, ma soprattutto dal diciannovesimo secolo, lo sforzo dell’essere umano di perfezionare la armi, si è ingigantito. Adesso possiamo procedere alla distruzione chirurgica, solo del materiale infetto. Ma chi decide cosa è infetto, e chi non lo è? La verità è che ci rimette sempre di più la popolazione civile inerme, e alla grande. Almeno a cominciare dalla prima guerra mondiale. E tu che bombardi vedi negli occhi la sofferenza che induci? I razzi, i droni, i siriani? Ma scusate i droni non erano solo americani? E come hanno fatto i siriani ad averli, questi droni? Allora a questo punto, di fronte a codeste e ad altre angosciose domande mi viene nella mente solo: … e pace in terra agli uomini di buona volontà … Marie Colvin era una di quelle.
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