alberto
|
venerdì 19 maggio 2017
|
potente e amaro cinecomic
|
|
|
|
Come ci siamo ridotti? Wolverine, il quarto supereroe più iconico, il mutante più famoso dell'universo Marvel, la bestia rigenerante e con gli artigli, qui è un autista alcolizzato che non si vuole neanche far riconoscere, zoppica, deve sanguinare per estrarre gli artigli e deve badare a qualcuno ridotto peggio di lui, il novantenne Professor X, prima saggio e modesto preside della scuola per ragazzi diversi, col cervello più potente del mondo, ora affetto da alzheimer e imbottito di farmaci senza i quali mette a rischio addirittura chi gli sta intorno.
[+]
Come ci siamo ridotti? Wolverine, il quarto supereroe più iconico, il mutante più famoso dell'universo Marvel, la bestia rigenerante e con gli artigli, qui è un autista alcolizzato che non si vuole neanche far riconoscere, zoppica, deve sanguinare per estrarre gli artigli e deve badare a qualcuno ridotto peggio di lui, il novantenne Professor X, prima saggio e modesto preside della scuola per ragazzi diversi, col cervello più potente del mondo, ora affetto da alzheimer e imbottito di farmaci senza i quali mette a rischio addirittura chi gli sta intorno. Purtroppo il tempo passa per tutti, il panta rei è inevitabile, a tal punto che tutti gli altri x-men sono deceduti. E a questo punto il protagonista si fa un pò di domande e di conseguenza si rende conto che nonostante abbia vissuto quasi due secoli ha raccolto solo morti, ha subito perdite e sofferenze tra le più disparate guerre e, come gli ricorda il professore, non è mai riuscito a cogliere il diem, l'attimo, oppure a formare una famiglia e cercare di dare un senso alla propria esistenza. E presa da questa prospettiva, la pellicola è triste, amara, e si può interpretare anche come una riflessione sullo scorrere del tempo e sulla sua solita relatività, insegnando che per realizzarsi non bisogna aspettare anche se si è immortali o rigeneranti come Logan; ma anche a non perdere certe occasioni: infatti la monotonia delle sue giornate viene rotta da una bambina ricercata perché ha un potere e l'intenzione di salvarla e portarla un un luogo chiamato Eden, dove si dice che ci siano altri pargoli dotati, attraverso un viaggio in macchina, potrebbe diventare il suo riscatto. A prima vista comunque quello che colpisce è la rabbia che permea il film e la conseguente violenza estrema necessaria e propria del personaggio, qui finalmente talmente esplicita da meritare il divieto ai 14 (insieme al linguaggio scurrile necessario solo in certi punti a mio parere per evidenziare l'ira e un mezzo e inutile nudo femminile). Le scene d'azione sono in grado di comunicare i sentimenti dei personaggi e danno allo spettatore molta adreanalina e anche qualche brivido. Le performance di Hugh Jackman nei panni di Logan e di Patrick Stewart in quelli del professore sono fenomenali ed alquanto evocative e forse la qualità attoriale è il punto più alto del film, ed un consitente contributo è conferito anche dall'esordiente Dafne Keen (la bambina), che riesce a far emergere realisticamente il suo lato selvaggio. La soundtrack di Marco Beltrami è molto suggestiva e accompagna armoniosamente sia il ritmo delle scene movimentate sia le location che trasmettono desolazione e un senso di vuoto paragonabile a quello del protagonista (quasi degno della liricità di Petrarca). Il regista e curatore del soggetto James Mangold, rispetto al capitolo precedente della trilogia di Wolverine, "L'immortale" (preceduto da "X-men le origini"), compie un grande passo in avanti e riesce a costruire egregiamente e con perfezione tenica questa storia, ispirata dall'opera fumettistica "Vecchio Logan" scritta da Mark Millar e disegnata da Steve McNiven, in cui la coppia in viaggio era formata da Wolverine e un anziano e cieco Occhio di Falco.
Per capire il prestigio di questo film basti pensare che è stato presentato al Festival di Berlino, guadagnandosi il merito di essere il primo cinecomic proiettato ad un festival, ma soprattutto quello di aver rinnovato in meglio questo genere tanto discusso. Sa intrattenere, provoca tante emozioni ed è anche impegnato. Però non perdete tempo sui titoli di coda: non ci sono scene inedite.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alberto »
[ - ] lascia un commento a alberto »
|
|
d'accordo? |
|
williamd
|
sabato 3 giugno 2017
|
un epico epilogo
|
|
|
|
Logan, un tempo conosciuto come Wolverine, non è più quello di una volta: il tempo, seppur assai più lentamente rispetto a tutti gli altri, è passato anche per lui. Il corpo che una volta sembrava in tutto e per tutto immortale ed invincibile, ora denota i segni della vecchiaia e della malattia. Siamo nel 2029, e di mutanti non se ne vedono nascere da decenni. Gli unici della specie rimasti sono il sopraccitato Logan, Calibano e il novantenne Professor X, ma quest'ultimo, nonostante la sua instabilità mentale, pare percepire nei suoi vaghi momenti di lucidità la presenza di un nuovo mutante. Ha ragione, ed infatti di lì a breve Logan fa la conoscenza della piccola Laura e di sua madre, che lo supplica di portare in salvo sua figlia in un misterioso luogo chiamato Eden.
[+]
Logan, un tempo conosciuto come Wolverine, non è più quello di una volta: il tempo, seppur assai più lentamente rispetto a tutti gli altri, è passato anche per lui. Il corpo che una volta sembrava in tutto e per tutto immortale ed invincibile, ora denota i segni della vecchiaia e della malattia. Siamo nel 2029, e di mutanti non se ne vedono nascere da decenni. Gli unici della specie rimasti sono il sopraccitato Logan, Calibano e il novantenne Professor X, ma quest'ultimo, nonostante la sua instabilità mentale, pare percepire nei suoi vaghi momenti di lucidità la presenza di un nuovo mutante. Ha ragione, ed infatti di lì a breve Logan fa la conoscenza della piccola Laura e di sua madre, che lo supplica di portare in salvo sua figlia in un misterioso luogo chiamato Eden. Nemmeno il tempo di partire e una squadra di militari è già armata e pronta a fare fuoco sulla giovane Laura, considerata una potenziale minaccia; ma lei, Logan e il Professor X riescono a fuggire e quindi ad evitare temporaneamente il pericolo. Attraverso un video-messaggio lasciato da quella che in precedenza aveva confessato di essere la madre di Laura mentre in realtà non lo era, si scopre che di bambini mutanti ne esistono molti e si trovano tutti in questo luogo chiamato Eden. Lei, Gabriela, spiega inoltre di essere un'infermiera che lavorava presso la clinica privata del dottor Rice, il quale utilizzava campioni di DNA di mutanti per creare dei bambini-soldato. Dopo aver deciso di terminare il progetto e di eliminare i bambini mutanti, Gabriela si era opposta ed era riuscita a portare in salvo alcuni di questi.
Il viaggio dei fuggitivi proseguirà sempre con i sicari alle calcagna e si concluderà con un'ultima epica battaglia, dove Logan ritornerà ad essere per un'ultima volta un furioso ed indomabile Wolverine...
Il film vede alla regia James Mangold, direttore anche di "Wolverine l'immortale" del 2013; film in cui il regista non mi aveva per niente entusiasmato e mi era bastato poco tempo per dimenticarmi della suo insoddisfacente lavoro. Questa volta invece con “Logan – The Wolverine” mi ha assolutamente sorpreso. A parte qualche piccolo dettaglio che secondo me si è rivelato ridondante, per tutto il resto il lavoro di Mangold è stato spettacolare. La ragione per la quale ho veramente apprezzato questo film è per il fatto di discostarsi dai comuni canoni di tutti gli altri film di super eroi. Questi infatti, per le scelte di costumi e scenografie, si dimostrano adatti ad un pubblico ampissimo, che comprende anche i giovanissimi. “Logan – The Wolverine”, al contrario, personalmente lo sconsiglierei ad i minori di 14 anni: in alcune scene il sangue abbonda e l'atmosfera che si respira sin dalle battute iniziali non è quello del classico “lieto fine”. Ma è proprio per questo motivo che il film mi è piaciuto da matti: sebbene come detto ci sia più sangue e violenza rispetto a ciò a cui eravamo stati abituati, mi è parso come di percepire il film più reale e meno fantascientifico e quindi quasi concreto anziché completamente e puramente facente parte di un mondo immaginario.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a williamd »
[ - ] lascia un commento a williamd »
|
|
d'accordo? |
|
l''uomodellasala
|
domenica 24 settembre 2017
|
logan, il western moderno
|
|
|
|
Parto col dire che chi cercava un cinefumetto cokorato, divertente e adatto a tutti, un film alla Marvel insomma, e è rimasto deluso da questo Logan, sappia che ha fatto bene a non aprezzarlo per quello.
Il film è molto, molto adulto. Viene mostrato un Wolverine vecchio, ormai disilluso, che deve aiutare il professor x per l'ultima volta. Un Logan più autoriale, ben lontano dalle aotmosfere dei soliti cinefumetti marvel. Anzi, più che un cinefumetto, un western. Infatti, le ambientazioni e le atmosfere sono quelle. Come un vecchio pistolero, Logan deve combattere, più che giovani avversari, con la proria coscienza e il proprio passato. Il tutto in uno splendido viaggio in cui verrano affrontati temi come la paternità, L'amore, il perdono.
[+]
Parto col dire che chi cercava un cinefumetto cokorato, divertente e adatto a tutti, un film alla Marvel insomma, e è rimasto deluso da questo Logan, sappia che ha fatto bene a non aprezzarlo per quello.
Il film è molto, molto adulto. Viene mostrato un Wolverine vecchio, ormai disilluso, che deve aiutare il professor x per l'ultima volta. Un Logan più autoriale, ben lontano dalle aotmosfere dei soliti cinefumetti marvel. Anzi, più che un cinefumetto, un western. Infatti, le ambientazioni e le atmosfere sono quelle. Come un vecchio pistolero, Logan deve combattere, più che giovani avversari, con la proria coscienza e il proprio passato. Il tutto in uno splendido viaggio in cui verrano affrontati temi come la paternità, L'amore, il perdono. Non do le cinque stelle solo perché i villain non sono definitissimi, ma per il resto, le quattro e mezzo le stra merita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a l''uomodellasala »
[ - ] lascia un commento a l''uomodellasala »
|
|
d'accordo? |
|
daniele 69
|
sabato 4 marzo 2017
|
il wolverine che tutti avremmo voluto vedere da tempo
|
|
|
|
Wolverine è probabilmente il più complesso, iconico ed amato personaggio dell’universo degli “X-Men”. Eppure non è stato trattato benissimo nelle pellicole a lui dedicate, parliamoci chiaro si usciva sempre dalla sala con l’amaro in bocca e la sensazione di aver visto sprecata l’ennesima occasione. Mi sono avvicinato con apprensione a “Logan”, il canto di addio di Hugh Jackman. Eppure dopo cinque minuti ne sono rimasto assolutamente conquistato. Liberamente ispirato alla serie a fumetti “Vecchio Logan” di Mark Miller e Steve McNiven e slegato dalla “continuity” dei precedenti film degli “X-Men”. Ambientato in una cupa America del 2029, così terribilmente simile a come potrebbe diventare in un futuro prossimo (tenete conto che al momento della gestazione del film, nessuno si immaginava un Trump alla presidenza).
[+]
Wolverine è probabilmente il più complesso, iconico ed amato personaggio dell’universo degli “X-Men”. Eppure non è stato trattato benissimo nelle pellicole a lui dedicate, parliamoci chiaro si usciva sempre dalla sala con l’amaro in bocca e la sensazione di aver visto sprecata l’ennesima occasione. Mi sono avvicinato con apprensione a “Logan”, il canto di addio di Hugh Jackman. Eppure dopo cinque minuti ne sono rimasto assolutamente conquistato. Liberamente ispirato alla serie a fumetti “Vecchio Logan” di Mark Miller e Steve McNiven e slegato dalla “continuity” dei precedenti film degli “X-Men”. Ambientato in una cupa America del 2029, così terribilmente simile a come potrebbe diventare in un futuro prossimo (tenete conto che al momento della gestazione del film, nessuno si immaginava un Trump alla presidenza). Un America sporca, inquieta e chiaramente malata con i suoi camion senza cabina e pilota che sfrecciano lungo le autostrade, mietitrici robot grandi come palazzi che lavorano i campi immensi coltivati con mais transgenico, soldati di ventura potenziati e multinazionali che fanno esperimenti sul gene X in un sempre più povero Messico ma che sembra mantenere quel minimo di umanità che gli yankee sembrano aver smarrito definitivamente. Un America senza mutanti. Non ne nasce uno da 25 anni e pure i vecchi sono spariti, probabilmente uccisi o in fuga. Non sono nemmeno diventati una leggenda. Sono stati letteralmente dimenticati, accantonati come vecchi fumetti impilati in una soffitta polverosa. Wolverine è invecchiato, stanco, di nuovo alcolista, disilluso, ferito nel corpo (il fattore rigenerante si sta facendo sempre più debole) e soprattutto nella mente (nulla è rimasto della sua famiglia mutante, i sensi di colpa per aver causato la morte di centinaia forse migliaia di persone, l’essere consapevole che ogni persona che ha amato è stato uccisa). Si prende cura del professor Xavier (una volta sua mentore) devastato da una malattia degenerativa al suo prodigioso cervello ed ormai ridotto a quasi un guscio vuoto che passa continuamente dalla demenza (rischiando di uccidere migliaia di persone) ad una lucidità ancora più terribile nel momento in cui si rende conto di cosa è diventato. Un professor X, interpretato da un Patrick Stewart in un magnifico stato di grazia, che ancora crede nel vecchio sogno. Poi arriva lei. Chiamiamola Laura oppure X23, interpretata da una prodigiosa e giovanissima Dafne Keen che di sicuro farà carriera. Inquietante tanto è brava. Una belva ferita ed umiliata. Senza pietà, muta per quasi la metà del film e che interpreta solamente con l’espressione del viso e la sua ferina agilità. Eppure sarà lei a toccare il cuore spezzato di Logan e spingerlo verso l’ultima e definitiva sfida. Trama semplice e lineare, andare dal punto A al punto B. Effetti speciali ridotti al minimo. Dialoghi che ha volte ti spezzano dentro intervallati da grandi momenti di combattimento. Una colonna sonora che per una volta sostiene il film e non lo soffoca. Dovevamo aspettare un wolverine vecchio per vedere il film degli “X-Men” che tutti volevamo vedere. Dovevamo aspettare un wolverine vecchio per vedere il Logan che avremmo sempre voluto vedere. Un piccolo capolavoro (finalmente vietato ai minori di 14 anni) che lascia il segno nell’immaginario cinematografico Marvel e che rappresenta uno splendido canto del cigno per un grandissimo Hugh Jackman ed un ancora più grande Patrick Stewart. Da vedere pure in lingua originale. Splendido e felice di essermi convinto ad andare al cinema per dare una terza possibilità al mio “X-Man” preferito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a daniele 69 »
[ - ] lascia un commento a daniele 69 »
|
|
d'accordo? |
|
rubio93
|
domenica 12 marzo 2017
|
l'ultimo wolverine in un era di estinzione
|
|
|
|
Insolito, commovente, violento. Queste le tre caratteristiche di un film che vuole essere due cose: da un lato il distacco da una saga che non riusciva più, dall'altro la storia conclusiva di un'interpretazione durata vent'anni. I mutanti sono sull'orlo dell'estizione, costretti a vivere nell'ombra in un mondo che non sembra più tollerarli. Mossa originale da parte dei produttori quella di distaccare questa storia da tutte le altre. Un mondo completamente diverso da quello a cui lo spettatore era stato abituato, e dove prima c'era una curiosità per i mutanti, ora ci si ritrova catapultati in una narrazione dove prevale l'odio. Questo il mondo che circonda un Wolverine invecchiato e ammalato, le cui ferite faticano a rimarginarsi.
[+]
Insolito, commovente, violento. Queste le tre caratteristiche di un film che vuole essere due cose: da un lato il distacco da una saga che non riusciva più, dall'altro la storia conclusiva di un'interpretazione durata vent'anni. I mutanti sono sull'orlo dell'estizione, costretti a vivere nell'ombra in un mondo che non sembra più tollerarli. Mossa originale da parte dei produttori quella di distaccare questa storia da tutte le altre. Un mondo completamente diverso da quello a cui lo spettatore era stato abituato, e dove prima c'era una curiosità per i mutanti, ora ci si ritrova catapultati in una narrazione dove prevale l'odio. Questo il mondo che circonda un Wolverine invecchiato e ammalato, le cui ferite faticano a rimarginarsi. Un X-Man che cerca di andare avanti in una realtà dove gli X-Men sono solo un ricordo sbiadito e commercializzato a tal punto da rendere sottile il confine tra realtà e finzione. Dal ritaglio di questo, per così dire, nuovo Logan esce una grande performance di Hugh Jackman, il quale oltre a oltre a mostrare tutta la debolezza di questo personaggio, ha dovuto rendere la sua più totale disillusione. Affincato però da un Professor X, affetto da una malettia celebrale che rende istabile il suo potere di telepata, e da una bambina, Lori (Dafne Keen) che gli assomiglia moltissimo, porterà avanti la storia in una fuga on the road, che diviene un pretesto per per andare alla ricerca di una bontà e solidarietà umana, evidente soltanto però nelle piccole cose, e che di fronte alla verità può tramutarsi velocemente in odio. Queste premesse inoltre sono in parte riconciliabili all'alta dose di violenza che si alterna alla molte, forse a volte eccessive, scene girate in auto, conferendo anche una maggiore dinamicità ad una storia altrimenti troppo piatta. Lori, pretesto per questa nuova narrazione e che è in grado di cambiare il percorso di Logan, benchè troppo silenziosa per buona parte del film, unita alla grezzezza del protagonista, conferisce però quel livello di commozione che manca, almeno a questi livelli, altri film della saga. In definitiva ci si ritrova di fronte a una storia nuova, alla cui base c'è stata la forza di distaccarsi da una continuty che ormai aveva raggiunto il suo culmine. E' un film, che nella sua indipendenza narrativa (salvo alcune citazioni dovute) riesce a conciliare l'ironia e il dramma, facendo comprendere il sigificato di sacrificio, attraverso l'evoluzione di uno dei personaggi più amati del mondo fumettistico e cinematografico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rubio93 »
[ - ] lascia un commento a rubio93 »
|
|
d'accordo? |
|
biso93
|
giovedì 6 luglio 2017
|
un addio ben fatto e splatteroso
|
|
|
|
Logan e' un film del 2017 diretto da James Mangold. Logan sara' l'ultimo film dedicato agli x-men con Hugh Jackman nei panni di Wolverine. Personaggio iconico e di grande spessore che si e' saputo fare largo nel mondo dei cinecomic grazie alla grande presenza scenica dell'attore stesso. Logan e' un film che ha il grande merito di accostare l'enterteiment tipico dei cinecomic ad una profonda lettura dei personaggi, caratterizzati benissimo da Hugh Jackman e dal grande Patrick Stewart. Il rapporto di questi ultimi messo in scena da Mangold e' semplicemente fantastico e ricco di piccole sfumature. A tutto questo si aggiunge una buona dose di sangue e violenza che di fatto da una maggiore forza al film stesso.
[+]
Logan e' un film del 2017 diretto da James Mangold. Logan sara' l'ultimo film dedicato agli x-men con Hugh Jackman nei panni di Wolverine. Personaggio iconico e di grande spessore che si e' saputo fare largo nel mondo dei cinecomic grazie alla grande presenza scenica dell'attore stesso. Logan e' un film che ha il grande merito di accostare l'enterteiment tipico dei cinecomic ad una profonda lettura dei personaggi, caratterizzati benissimo da Hugh Jackman e dal grande Patrick Stewart. Il rapporto di questi ultimi messo in scena da Mangold e' semplicemente fantastico e ricco di piccole sfumature. A tutto questo si aggiunge una buona dose di sangue e violenza che di fatto da una maggiore forza al film stesso. Un addio nel migliore dei modi ad un personaggio molto amato dal pubblico. Certo il film presenta qualche difetto, soprattutto nella parte in cui durante il viaggio, i nostri eroi incappano in una famiglia di contadini. Scontato cosa succedera' e piuttosto banale la scelta. In conclusione Logan e' un road movie di ottimo intrattenimento con una buona introspezione dei personaggi, un cinecomic finalmente degno di essere visto e Mangold si dimostra un regista di buon livello.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a biso93 »
[ - ] lascia un commento a biso93 »
|
|
d'accordo? |
|
paolosalvaro
|
venerdì 10 marzo 2017
|
the last of us
|
|
|
|
Logan, capitolo finale della saga di Wolverine e della vecchia generazione di X-Men, è un'opera magistrale quasi del tutto slegata dal canonico universo cui tali mutanti fanno riferimento, ottimamente diretta da un redivivo James Mangold che torna qui ad essere quel regista ispirato ed eclettico che era stato nei suoi anni migliori, quando aveva diretto il remake di Quel treno per Yuma ed il biografico Quando l'amore brucia l'anima in onore di Johnny Cash. E' un film che poco o nulla ha a che spartire con il mondo dei cinecomic; lo si può tranquillamente collocare su di un ipotetico podio dei migliori film di genere alle spalle solo de Il cavaliere oscuro di Nolan e di Spider-Man 2 di Sam Raimi.
[+]
Logan, capitolo finale della saga di Wolverine e della vecchia generazione di X-Men, è un'opera magistrale quasi del tutto slegata dal canonico universo cui tali mutanti fanno riferimento, ottimamente diretta da un redivivo James Mangold che torna qui ad essere quel regista ispirato ed eclettico che era stato nei suoi anni migliori, quando aveva diretto il remake di Quel treno per Yuma ed il biografico Quando l'amore brucia l'anima in onore di Johnny Cash. E' un film che poco o nulla ha a che spartire con il mondo dei cinecomic; lo si può tranquillamente collocare su di un ipotetico podio dei migliori film di genere alle spalle solo de Il cavaliere oscuro di Nolan e di Spider-Man 2 di Sam Raimi.
Gli artigli di adamantio del protagonista squartano e riducono a brandelli inermi tutti i clichè e gli stereotipi fini a sè stessi che si sarebbero potuti applicare alla storia di questo film che per realismo e violenza nuda e cruda si avvicina più agli western degli anni '50 e '60 (cui si fa più e più volte il verso) che ad un cinecomic; pur offrendo alcuni momenti di ilarità, il racconto mantiene sempre un tono solenne, cupo e a tratti malinconico. Avendo lasciato morire la speranza ormai da molto tempo, tutto ciò che resta a Wolverine sono un innato desiderio di sopravvivenza ed uno sviscerale odio o rancore nei confronti di tutti gli uomini prepotenti e senza scrupoli che popolano il mondo, ai quali non offre la redenzione ma una morte senza onore; la via verso una sorta di felicità o quantomeno di pace interiore alla quale lo stesso Logan ha ormai rinunciato ad aspirare viene infatti ricoperta dai cadaveri degli sventurati nemici che oseranno per l'ennesima volta ostacolare il suo cammino. Il personaggio di Laura (o X-23) darà invece ad un Wolverine stanco, vecchio e rassegnato una nuova ragione e motivazione per cui lottare, offrendogli l'occasione che stava aspettando per dare un senso ed uno scopo anche al proprio ultimo viaggio, per compiere l'impossibile ancora una volta.
Ispirato e maturo al punto giusto, Logan è quella gemma di cui il mondo dei cinecomic aveva disperato bisogno, ponendosi al di fuori di quella cascata di film in continuity che sia la Marvel che la DC Comics stanno producendo in massa su misura per gli adolescenti, senza che diversi di questi abbiano realmente qualcosa di nuovo o di diverso da dire. Logan a differenza della magglor parte di questi film non è leggero, non è scontato, non è convenzionale e per questo piace tanto al pubblico quanto ai critici. All'interno di un panorama cinematografico nel quale Cinquanta sfumature di nero riesce a rimanere in programmazione per un mese intero non è cosa da poco. L'intero film è nel suo complesso un lungo tributo a questo grande eroe, trattato con la serietà che era necessario riservargli; il professor X e Wolverine vengono giustamente rappresentati come eroi di un mondo che ormai non esiste più, di una generazione di mutanti ormai quasi estinta e che ha fatto il suo tempo, della quale Laura rappresenta un simbolico lascito vivente. Unica nota dolente almeno a mio avviso sono gli antagonisti della storia che probabilmente si sarebbero potuti caratterizzare un po' meglio e che non sembrano mai rappresentare una vera minaccia, non perchè non ne possiedono il potenziale ma perchè vengono fin troppo oscurati da quella che potremmo definire come l'aura dei buoni ... sempre che di buoni e cattivi si possa effettivamente parlare all'interno di questo film, visto che nessuno è onestamente un modello di virtù. Comunque, in conclusione si tratta nel complesso di un grande film, curato in quasi ogni suo aspetto e che si merita tutte le lodi ad esso riservate. Il mio giudizio è assolutamente positivo.
p.s. non mi auguro che venga alla luce, perchè non sarà mai davvero all'altezza, ma se mai si dovesse girare un film su The last of us per l'amor del cielo ingaggiate Hugh Jackman come Joel. Non lo si dovrebbe nemmeno truccare : è lui!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolosalvaro »
[ - ] lascia un commento a paolosalvaro »
|
|
d'accordo? |
|
rubio93
|
lunedì 13 marzo 2017
|
l'ultimo wolverine in un era di estinzione
|
|
|
|
Insolito, commovente, violento. Queste le tre caratteristiche di un film, che vuole fare due cose: distaccarsi da una saga fin troppo prolungata e essere l'ultimo in cui Hugh Jackman veste i panni di Logan.
Mossa originale e dopo tanto tempo, appunto, insolita, da parte dei produttori quella di catapultare in mondo completamente diverso da quello a cui sono stati abituati gli spettatori. Una realtà in cui i mutanti rimasti cercano di sopravvivere, vivendo nell'ombra e nella paura. Se nei precedenti film si era sviluppato un atteggiamento di tolleranza per il diverso, qui c'è odio e sospetto nei confronti di chi non rientra all'interno di una determinata categoria.
[+]
Insolito, commovente, violento. Queste le tre caratteristiche di un film, che vuole fare due cose: distaccarsi da una saga fin troppo prolungata e essere l'ultimo in cui Hugh Jackman veste i panni di Logan.
Mossa originale e dopo tanto tempo, appunto, insolita, da parte dei produttori quella di catapultare in mondo completamente diverso da quello a cui sono stati abituati gli spettatori. Una realtà in cui i mutanti rimasti cercano di sopravvivere, vivendo nell'ombra e nella paura. Se nei precedenti film si era sviluppato un atteggiamento di tolleranza per il diverso, qui c'è odio e sospetto nei confronti di chi non rientra all'interno di una determinata categoria. In qualche modo, inaspettatamente e forse senza volerlo, il film diventa una critica alla politica di Trump nei confronti degli immigrati.
Questo è il nuovo mondo in cui cerca di andare aventi un Logan debole e ammalato, le cui ferite faticano a rimarginarsi, la cui mente è afflitta da un qualche rimpianto che allo spettatore non è dato sapere. Un X-man sopravvissuto in una realtà dove gli X-men sono solo un ricordo sbiadito e commercializzato che rende sottile il confine tra realtà e finzione.
Accopagnato da un Professor X (Patrick Stewart) affetto da una malattia celebrale, che rende il suo potere di telepata istabile, e da una bambina (Dafne Keen), di nome Lora, con lo stesso potere di guarigione e le stesse lame di adamantio, il protagonista intraprenderà un viaggio on the road.
Fin dall'inzio, soprattutto se si vanno a considerare a ritroso i film precedenti, colpisce l'elevato grado di violenza che, nel dettaglio, viene mostrata senza scrupoli fin dalla prima scena. Ma, non c'è da stupirsi. Logan è solo uno degli ultimi film che si concede la sfacciataggine di essere così palese e schietto. In qualche modo, però, le immagini dove lo spettatore vede braccia e gambe mozzate, servono a dare dinamicità a un film che altrimenti, forse per via delle troppe scene girate in auto, sarebbe troppo lento. Certo, il viaggio on the road serve come pretesto per andare alla ricerca di una bomtà umana, individuabile solo però nelle piccole cose, e che, appena posta di fronte la verità, si tramuta in odio.
Benchè vi sia un alta dose di violenza, non mancano i momenti di riflessione, quelle frasi dette qua e la, che qualche modo assumono una valenza politica e sociale.
A dare poi un alto grado di commozione è la presenza della bambina, fattore, inoltre, scatenante di tutta la narrazione. Sebbene resti silenziosa per più della metà del film, è il motivo che porta all'evoluzione finale del protagonista.
Da un punto di vista formale, a differnza di altri film non c'è una mole gigantesta di effetti speciali, e in particolar modo gli autori si sono risparmiati dall'usare massicciamente la computer grafica.
Certe riprese sono state realzzate in maniera eccellente, in modo da dare, grazie al connubio che si crea con performance degli attori, quel giusto grado di emozione.
In definitiva l'indipendenza di questo film (escludendo le dovute citazioni) rispetto agli altri funziona egregiamente, e si crea un percoso che vuole mostrare il significato di sacrificio.
Forse si presenta un mondo poco spiegato, che lascia nell'ignoto lo spettare, ma in qualche modo lascia più sosfittatti, rispetto a una ambientazione narrativa spiegata nei minimi dettagli che può lasciare decisamente delusi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rubio93 »
[ - ] lascia un commento a rubio93 »
|
|
d'accordo? |
|
cristian
|
mercoledì 22 marzo 2017
|
da una generazione all'altra.
|
|
|
|
Finalmente Wolverine trova la dimensione che gli appartiene grazie al regista statunitense James Mangold (Kate and Leopold; Innocenti bugie; Wolverine - L’immortale) che con l’ottimo Logan - The Wolverine riesce adimmergere pienamente, e per la prima volta, il supereroe di casa Marvel nell’habitat a lui più congeniale, fatto di violenza e, oramai, di decadenza fisica e interiore. Mangold partecipa anche alla sceneggiatura del film insieme a Scott Frank (Minority Report; The Interpreter; Wolverine - L’immortale; Assassin’s Creed) e Michael Green (i prossimi Blade Runner 2049 eAlien: Covenant). Se per gran parte del girato a parlare sono le mani e gli artigli, per il resto il copione risulta ben scritto, mentre la storia, con la giusta dose di dramma, scorre piacevolmente e con buona intensità.
[+]
Finalmente Wolverine trova la dimensione che gli appartiene grazie al regista statunitense James Mangold (Kate and Leopold; Innocenti bugie; Wolverine - L’immortale) che con l’ottimo Logan - The Wolverine riesce adimmergere pienamente, e per la prima volta, il supereroe di casa Marvel nell’habitat a lui più congeniale, fatto di violenza e, oramai, di decadenza fisica e interiore. Mangold partecipa anche alla sceneggiatura del film insieme a Scott Frank (Minority Report; The Interpreter; Wolverine - L’immortale; Assassin’s Creed) e Michael Green (i prossimi Blade Runner 2049 eAlien: Covenant). Se per gran parte del girato a parlare sono le mani e gli artigli, per il resto il copione risulta ben scritto, mentre la storia, con la giusta dose di dramma, scorre piacevolmente e con buona intensità. Fotografia di John Mathieson (Il gladiatore; K-PAX - Da un altro mondo; Robin Hood; X-Men: First Class; il prossimo King Arthur - Il potere della spada). Musiche di Marco Beltrami (Scream; Hellboy; Repo Men; The Woman in Black; World War Z; Wolverine - L’immortale; Snowpiercer; Ben Hur [2016]). Mai visto un così struggente e cupo Hugh Jackman nei panni del mutante con lo scheletro di adamantio, personaggio a cui dice addio dopo ben 17 anni. Super-mega-stra meravigliosa la piccola Dafne Keen, un misto di espressività e brutalità raramente visti in un attore di pari età.
Anno 2029. Qualcosa di terribile è accaduto ai mutanti, oramai sull’orlo dell’estinzione. Logan (Hugh Jackman), invecchiato, claudicante e visibilmente malato, lavora come autista e vive in una fonderia abbandonata insieme al mutante Calibano (Stephen Merchant) e al novantenne Charles Xavier (Patrick Stewart). La Essex Corp. ha deciso di sopprimere il programma chiamato “Transigen” che aveva lo scopo di creare mutanti in laboratorio, servendosi di bambini da usare come armi al proprio servizio. Alcuni dei giovani soggetti riescono però a scappare dalle grinfie della Essex e tra questi vi è la piccola Laura Kinney (Dafne Keen), la quale trova riparo presso le uniche persone in grado di poterla proteggere: Logan e soci. Da qui inizierà l’inseguimento degli scagnozzi della Essex Corp., capeggiati da Donald Pierce (Boyd Holbrook), nei confronti dei ragazzini per eliminarli definitivamente, e Logan, ovviamente, si troverà pienamente coinvolto nella lotta che ne seguirà.
James Mangold, che mise le mani sul supereroe Marvel già in Wolverine - L’immortale, spinge ai limiti massimi l’emotività di Logan, ponendolo a simbolo della decadenza dei mutanti e come serbatoio di tutte le sofferenze patite da questa razza ormai al tramonto ma che, come ogni ciclo che si rispetti, si appresta a risorgere; una rinascita che prende le sembianze di Laura Kinney, piccola mutante che ha in sé il DNA di Wolverine. Il film possiede tutte le caratteristiche, o quasi, che non fanno parte di un classico cinecomic. Logan è una storia di sofferenza e patimento in cui soltanto gli artigli dell’amato protagonista stanno a ricordarci che siamo di fronte a un prodotto Marvel. Si tratta sostanzialmente di un’opera a sé, che viaggia sui binari dell’emotività e non su quelli, ben noti, della spettacolarità a tutti i costi. Il ritmo che Mangold dà alla sua opera è perfetto, fatto di momenti pacati, ma utili alla riflessione, e di combattimenti dal ritmo serrato e mai così visivamente violenti. Altro aspetto che distanzia questo film soprattutto dai precedenti episodi legati agli X-Men e allo stesso Logan è senz’altro il realismo, ovvero l’intenzione del regista di mettere in chiaro una volta per tutte che i mutanti non sono altro che esseri umani la cui diversità li costringe a vivere emarginati, bistrattati e considerati un pericolo da eliminare a causa di un mondo troppo inetto per guardare oltre la superficie delle cose. Il tema della persecuzione del ‘diverso’ è dunque molto sentito e trasferibile nella situazione reale odierna. Mangold ci tiene a sottolineare quanto la realtà sia molto lontana dalle fantasiose storie a fumetti che raccontano le incredibili gesta di esseri che sparano raggi dagli occhi o manipolano gli elementi. Le 2 ore circa di film vedono spesso indugiare la cinepresa sui volti dei personaggi più emotivamente segnati dalle esperienze e dai dolori passati, ovvero Logan e Xavier, al fine di far sentire lo spettatore il più possibile partecipe delle loro sofferenze. Nel film gioca un ruolo fondamentale la famiglia e il conforto che deriva dai rapporti umani che si instaurano in essa. Logan si prende cura di Xavier e, da un certo punto in poi, dovrà badare come un padre anche alla piccola Laura. Il viaggio che ‘padre e figlia’ intraprenderanno sarà anche un lungo percorso di avvicinamento affettivo mediato dall’anima gentile di Xavier, intenzionato da sempre a far riemergere il lato più umano di Logan. Diversamente dagli altri cinecomics, in Logan non troviamo il solito super villain da sconfiggere ed è stupefacente quanto la cosa funzioni perché gli scopi del film sono altri, più profondi, non superficiali e scontati. Il supereroe si spoglia della tuta I-tech e indossa i panni dell’uomo fatto di carne e debolezze. Jackman saluta Wolverine con una prestazione da incorniciare. Il personaggio mostra i segni di una vita troppo spesso malevola con lui, che ha saputo regalargli importanti affetti con una mano soltanto per toglierglieli con l’altra. Logan è visibilmente malato, brutta copia del selvaggio e atletico superuomo visto in passato, ed è rassegnato, in attesa che la vita si stanchi di lui. Più che mai in questo capitolo ad emergere sono l’umanità di Logan e la violenza a cui è stato spesso costretto a fare uso durante la sua vita. Insomma, il protagonista funziona alla grande e il contesto in cui è inserito non è altro che lo specchio della sua interiorità. Espressività e credibilità impressionanti fanno di Dafne Keen la più bella sorpresa di questa pellicola. Degna custode del DNA di Wolverine, la piccola sa mostrare spietata cattiveria e aggressività adatti al ruolo. Se Logan dunque, da un lato, è il simbolo del tramonto, Laura Kinney è la luce accecante di una nuova era. E’ a questo punto che Logan si rende conto che ha un ultimo dovere da compiere, non per sé stesso, ma per il futuro di una nuova generazione. Escludendo qualche scelta un po’ troppo forzata, il film, in definitiva, è costruito ottimamente ed è emotivamente coinvolgente. L’apparente buco di trama riguardante il misterioso recente passato dei mutanti che li ha portati quasi all’estinzione riesce a non avere troppa importanza in un film in cui quello che più conta è il futuro. Le scene più toccanti non sono mai fuori posto e paiono ogni volta riassumere, attraverso pochi sguardi e parole, ciò che si è appena lasciato alle spalle. Il politically correct è stato abbandonato dall’industria già in Deadpool e l’ottimo riscontro avuto da quest’ultimo avrà inciso sicuramente sulla resa esplicita di violenza e linguaggio anche in Logan. Oltre a ciò, si esce dalla sala chiedendosi se si sia appena assistito o meno ad un film targato Marvel anche perché è davvero difficile trovare per questo film una collocazione coerente all’interno del filone narrativo da cui dovrebbe derivare. L’ultimo episodio della saga spin-off dedicata al mutante con lo scheletro di adamantionon è altro che un onorevole passaggio di consegne da una generazione, oramai vecchia e consunta, all’altra, la quale ha l’ardito compito di evitare gli errori del passato e ripartire dai buoni principi che i predecessori hanno cercato di costruire con tanta fatica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cristian »
[ - ] lascia un commento a cristian »
|
|
d'accordo? |
|
marcor
|
giovedì 23 marzo 2017
|
ahia...
|
|
|
|
Mia moglie ama questo personaggio e come per molte altre donne, l'attore Hugh Jackman. Quindi andiamo al cinema, una bella multisala comoda e ben sonorizzata. Premetto che ho visto tutti i film precedenti. Temevo l'effetto che purtroppo questo film ha dimostrato fin dai primi minuti: la banalità. Per chiudere la saga questo episodio finale è chiaramente tirato per i capelli. Ben girato, bella fotografia, bravi tutti...ma santo cielo, questo mix tra Mad Max ed una cinquantina di film e telefilm degli ultimi quarant'anni mi ha stancato dopo solo quindici minuti. Credo vada bene per il botteghino, evidentemente non per me. Peccato.
[+] questione di gusti
(di l''uomodellasala)
[ - ] questione di gusti
|
|
[+] lascia un commento a marcor »
[ - ] lascia un commento a marcor »
|
|
d'accordo? |
|
|