parte ripario
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sabato 28 gennaio 2017
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non convince
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Ho tre cose da dire
La prima: mi alzerò sempre in piedi ogni volta che sentirò il nome di Shyamalan perché ha scritto e diretto “Il sesto senso” uno dei tre film più belli che abbia mai visto.
La seconda: Split mi ricorda tanto “Identità” un thriller del 2003 che ho visto in tv due o tre volte. Anche in quello, come in questo, c'era uno psicopatico che ospitava in sé più personalità, ma la costruzione era alquanto diversa e la soluzione finale, che non sto a riportare - perché consiglio “Identità” a chi voglia farsi sorprendere da un bel thriller - era assai più forte.
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Ho tre cose da dire
La prima: mi alzerò sempre in piedi ogni volta che sentirò il nome di Shyamalan perché ha scritto e diretto “Il sesto senso” uno dei tre film più belli che abbia mai visto.
La seconda: Split mi ricorda tanto “Identità” un thriller del 2003 che ho visto in tv due o tre volte. Anche in quello, come in questo, c'era uno psicopatico che ospitava in sé più personalità, ma la costruzione era alquanto diversa e la soluzione finale, che non sto a riportare - perché consiglio “Identità” a chi voglia farsi sorprendere da un bel thriller - era assai più forte. Il colpo di scena era una bella bomba. Come dire che era più Shyamalan quello (che non lo era affatto) di questo che invece è firmato.
La terza: è come se un venditore venisse a casa per vendere il suo apparecchio. Entra, si siede e mi dice tantissime cose, tutte vere, tutte giuste, farebbe ragionamenti rotondi, mi farebbe capire quanto io abbia bisogno del suo aggeggio e io farei “sì sì” con il testone, ma poi non comprerei niente perché tutto sommato non mi ha convinto. Split è uguale: il protagonista è molto bravo, le ragazze recitano bene, il film è ben confezionato ma non soddisfa le mie esigenze: idee, ansia, tensione, spettacolo, sorpresa, tette. Le tette, poi, che per me valgono il 6 sicuro, non si vedono. Insomma, non entra nella mia top 1000 e sta fuori anche dai miei incubi. Come potrei raccomandarlo?
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ashtray_bliss
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sabato 28 gennaio 2017
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il thriller che sigilla il ritorno di shyamalan.
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Innegabile ammettere che per ogni film di Shyalaman si crea una certa attesa, più o meno fervida, le aspettative si alzano, e le dita si incrociano nel timore di assistere ad un ennesimo passo falso del acclamato regista indiano. Split dunque è proprio quel tipo di film che o rinnova la tua fiducia nel regista oppure la sgretola del tutto facendolo, ingiustamente, cadere nel dimenticatoio del panorama cinematografico. Ecco allora che Split, capitanato da uno straordinario James McAvoy in un'interpretazione da Oscar, prende le aspettative del pubblico e gliele restituisce tutte, una ad una, in faccia.
Shyamalan conscio della sua reputazione, ritorna in grande stile con un vero mix di generi che sfociano dal drammatico, al thriller, dall'horror soprannaturale al fumettistico con una naturalezza e disinvoltura con cui solo i veri maestri dell'arte cinematografica sanno dirigere.
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Innegabile ammettere che per ogni film di Shyalaman si crea una certa attesa, più o meno fervida, le aspettative si alzano, e le dita si incrociano nel timore di assistere ad un ennesimo passo falso del acclamato regista indiano. Split dunque è proprio quel tipo di film che o rinnova la tua fiducia nel regista oppure la sgretola del tutto facendolo, ingiustamente, cadere nel dimenticatoio del panorama cinematografico. Ecco allora che Split, capitanato da uno straordinario James McAvoy in un'interpretazione da Oscar, prende le aspettative del pubblico e gliele restituisce tutte, una ad una, in faccia.
Shyamalan conscio della sua reputazione, ritorna in grande stile con un vero mix di generi che sfociano dal drammatico, al thriller, dall'horror soprannaturale al fumettistico con una naturalezza e disinvoltura con cui solo i veri maestri dell'arte cinematografica sanno dirigere. Sfruttando sapientemente le location buie, scure, claustrofobiche e tensive, e avvalendosi di un budget davvero risicato concessogli dalle case di produzione, Shyamalan crea un film di notevole impatto sia visivo che emotivo, usando coscientemente gli ingredienti di base de genere: la suspense e il mistero che avvolge il protagonista. Un protagonista non originalissimo nella narrativa cinematografica ma certamente enigmatico, inquietante e psicotico quanto basta. MacAvoy incarna così Kevin, un'individuo affetto dal disturbo dissociativo dell'identità e convive con ben 23 identità diverse tra loro, una più inquietante dell'altra. Mentre le identità piu' miti e remissive vengono soppresse da quelle più forti e violente, una di loro rapisce tre ragazzine, chiudendole in uno scantinato e lasciando presagire che loro rappresentano il regalo per una 24esima identità, la più oscura e temibile di tutte, che si prepara ad emergere. Shyamalan dunque riesce non solo a presentare ma anche a donare profondità e spessore psicologico ed emotivo al caso da manuale Kevin, distaccandosi così da una rappresentazione del suo 'villain' a priori come malvagio, optando per un approccio più umano attraverso la figura della dott.ssa Fletcher, e in parte minore anche di Casey, che cercano di avvicinarsi, comprendere e risolvere il puzzle mentale de turbato protagonista. Ovviamente McAvoy è semplicemente straordinario nell'interpretazione di un personaggio complesso e multisfaccettato. La sua mimica facciale, le espressioni, il tono della voce, gli atteggiamenti. La sua performance attoriale è inequivocabile ma in questo film raggiunge nuove vette e lo consacra definitivamente tra i migliori attori in circolazione della nostra epoca. Ovviamente molto brava ed espressiva la giovane Anya Taylor Joy che con appena pochi film a carico (tutti del genere horror/thriller) si conferma una delle attrici più promettenti della sua generazione. Qui riesce perfettamente a trasmettere l'angoscia, l'ansia, la paura e crea un forte legame empatico col pubblico anche attraverso i consueti flashback che ci rivelano il doloroso passato della protagonista.
Disseminando così diversi elementi di suspense e anticipando poco a poco il vero colpo di scena finale, una vera costante nella filmografia del regista, Shyamalan confeziona un thriller denso e tensivo, mai banale ne scontato ben costruito e strutturato con il colpo di scena finale che traccia un percorso differente dal thriller psicologico e sfumando nel sovrannaturale prima e nel fumettistico poi. A proposito della scena finale, senza rovinare la sorpresa a coloro che non l'hanno ancora visto, vorrei ammonire che a quel punto tutto il film ti costringe a rivalutarlo, e comprenderlo, sotto un'aspetto totalmente diverso. Avvalendosi dunque di una regia sobria e serrata Shyamalan costruisce un film apparentemente semplice ma che gli consente di giocare con la complessità del disturbo della personalità del protagonista, ed egli stesso, gioca ad intrattenere e confondere gli spettatori prendendo in prestito elementi di svariati generi, condensati nella medesima pellicola, ed infine facendo confluire anche pellicole diverse in un'unica opera.
Split quindi è sicuramente un passo avanti per Shyamalan dopo molte pellicole scadenti e deludenti ci conferma che il suo potenziale espressivo non è andato perso. Anche se lontano dall'essere un vero capolavoro, Split è un film particolarissimo e godibilissimo che promette di non disattendere le aspettative e offre un'interpretazione strabiliante da parte dell'attore protagonista. 3/5.
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(di antonio montefalcone)
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elpiezo
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sabato 28 gennaio 2017
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un oscuro viaggio nella mente!!!!
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M. Night Shyamalan (Il sesto senso, Il predestinato, The village) dirige con giudizio un thriller psicologico in cui tre adolescenti vengono rapite da un maniaco soggetto a gravi disturbi della personalità.
Un profondo viaggio nella psiche, ventitré diverse personalità che si alternano nell'intelletto del sinistro soggetto, una destabilizzante discesa nei recessi più nascosti della mente umana, un film che ammalia e inquieta lo spettatore attraverso un insolito e perverso canovaccio narrativo.
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M. Night Shyamalan (Il sesto senso, Il predestinato, The village) dirige con giudizio un thriller psicologico in cui tre adolescenti vengono rapite da un maniaco soggetto a gravi disturbi della personalità.
Un profondo viaggio nella psiche, ventitré diverse personalità che si alternano nell'intelletto del sinistro soggetto, una destabilizzante discesa nei recessi più nascosti della mente umana, un film che ammalia e inquieta lo spettatore attraverso un insolito e perverso canovaccio narrativo.
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ruttoman
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sabato 28 gennaio 2017
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polpettone
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Mi aspettavo qualcosa di decisamente migliore,solito polpettone visto e rivisto,niente di nuovo,in poche parole CHE PALLE!
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mau741
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venerdì 27 gennaio 2017
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dove sarebbe il colpo di scena finale?
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Io però non ho capito quale sarebbe il colpo di scena finale. L'interpretazione di Mcavoy è superlativa ma il film in se non è una vera novita ed appunto, io non ho capito quale sarebbe il colpo di scena. La conclusione del film è nota già da fine primo tempo (che la bimba sia stata abusata... e quindi diversa dalle altre altre due rapite)
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(di gioia mancuso)
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