vanessa zarastro
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venerdì 27 ottobre 2017
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decadenza e libertà
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Nico, 1988 è un film intenso che racconta il tristissimo tramonto di una stella. Nico è la cantautrice tedesca bellissima che ha cantato con i Velvet Underground, ha frequentato The Doors –«Prendevamo un sacco di LSD – racconta a proposito di Jim Morrison» - è stata anche una modella e musa di Andy Warhol. Christa Päffgen, detta Nico, ha rappresentato un’icona rock degli anni Sessanta, ha avuto un figlio da Alain Delon (che però non lo ha mai riconosciuto) e negli ultimi anni della sua vita ha vissuto a Manchester, dove in un’intervista dice «Mi piace questa città perché mi ricorda Berlino subito dopo la guerra, bombardata e piena di rovine».
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Nico, 1988 è un film intenso che racconta il tristissimo tramonto di una stella. Nico è la cantautrice tedesca bellissima che ha cantato con i Velvet Underground, ha frequentato The Doors –«Prendevamo un sacco di LSD – racconta a proposito di Jim Morrison» - è stata anche una modella e musa di Andy Warhol. Christa Päffgen, detta Nico, ha rappresentato un’icona rock degli anni Sessanta, ha avuto un figlio da Alain Delon (che però non lo ha mai riconosciuto) e negli ultimi anni della sua vita ha vissuto a Manchester, dove in un’intervista dice «Mi piace questa città perché mi ricorda Berlino subito dopo la guerra, bombardata e piena di rovine». Nico era stata soprannominata “sacerdotessa delle tenebre” per le atmosfere gotiche e cupe dei suoi brani. Scriveva canzoni sue, girava registrando vari e disparati suoni, da quello del mare al rumore della caldaia. Si faceva di eroina, fumava tabacco ed erba ma aveva un suo pubblico, non numeroso, che la considerava “un pezzo di storia”.
Il film narra questi ultimi due anni di vita della cantante, la sua carriera da solista e le sue tournée per vari paesi europei e, a parte in Italia ad Anzio, sono stati prevalentemente nell’Est comunista: Cecoslovacchia, Polonia, Germania dell’Est. Tutto il film è pervaso di squallore, dall’appartamento in affitto a Manchester alle locations dei concerti nei vari Paesi, nelle case e/o alberghi dove venivano ospitati lei, la sua troupe e il suo manager. Molte sono le scene girate nei bagni dove ci si inietta eroina, oppure si vomita l’alcool, oppure (come nel caso del figlio) si tenta il suicidio.
Mangiando un piatto di bucatini nella misera cucina in una orribile palazzina di Anzio, Nico racconta al suo ospite che ha dovuto sempre patire la fame, prima a causa della guerra, poi perché per fare l’indossatrice non poteva assolutamente ingrassare. Alla ricerca di una propria identità non vuole neanche più esser chiamata Nico ma Christa, con il suo vero nome. La sua è una voce diventata roca, ma ancora sensuale, che canta di amore e di dolore come uno dei suoi pezzi migliori “Il cuore svuotato”, tratto dal suo ultimo album dal titolo Camera Obscura.
Susanna Nicchiarelli, regista e sceneggiatrice al suo quarto lungometraggio, ha fatto una ricerca accurata ritrovando le tracce della sua esistenza attraverso racconti dei testimoni e parlando con il figlio Ari. Gira con spontaneità questo film “agrodolce”, misurato e commovente. Con la spietata inquadratura di 4:3 dove la bravissima Trine Dyrholm sembra strabordare, Nico, 1988 è stato presentato alla Sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2017 riscuotendo ottime critiche.
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evak.
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venerdì 20 ottobre 2017
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ruvida, tenera, bella
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"Nico, 1988" sorprende, accende, emoziona. Vibra. Azzarda. Ti assale.
Un'opera indiscutibilmente riuscita. Il racconto inizia laddove la donna che indossava gli abiti di Nico cerca il sè, dimenticato o forse sconosciuto anche a se stessa. Nico scende dal palconoscenico e dai riflettori dell'icona e sale sul palcoscenico della vita. In scena, ora, c'è Christa.
Christa cade, si rialza, si punisce, si ribella. Si odia, si ama. Un percorso complesso che la porta a disfarsi di una bellezza osannata per farsi dimenticare ("sono molto brutta?" - "bene, perchè non ero felice quando ero bella") e poter rinascere. Non gli importa di essere amata dagli altri.
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"Nico, 1988" sorprende, accende, emoziona. Vibra. Azzarda. Ti assale.
Un'opera indiscutibilmente riuscita. Il racconto inizia laddove la donna che indossava gli abiti di Nico cerca il sè, dimenticato o forse sconosciuto anche a se stessa. Nico scende dal palconoscenico e dai riflettori dell'icona e sale sul palcoscenico della vita. In scena, ora, c'è Christa.
Christa cade, si rialza, si punisce, si ribella. Si odia, si ama. Un percorso complesso che la porta a disfarsi di una bellezza osannata per farsi dimenticare ("sono molto brutta?" - "bene, perchè non ero felice quando ero bella") e poter rinascere. Non gli importa di essere amata dagli altri. Sceglie se stessa.
Tra disperazione, demoni e abissi, la protagonista si impone come una donna forte e coraggiosa. Susanna Nicchiarelli la racconta con una lucidità e un rigore che esulano da dietrologie e retropensieri. Protegge la verità di Christa e lo fa con quella grande e onesta professionalità artistica che le appartiene.
La fedeltà alla persona più che al personaggio ci mostra stati d'animo così autentici quanto coinvolgenti. Christa dentro di sè sembra avere un'opera di Pollock, di Alberto Burri e ce le svela con lo sguardo, grazie alla magistrale regia. Il merito va anche alla una superba interpretazione di Trine Dyrholm. Magnetica, ruvida, tenera. Bella.
Questo film è anche il racconto di una generazione e delle donne che come Nico/Christa l'hanno attraversata.
Susanna Nicchiarelli fa centro.
Susanna Nicchiarelli fa un regalo al cinema italiano.
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(di francesco2)
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flyanto
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giovedì 19 ottobre 2017
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una cantante singolare e controversa
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Come si evince dal titolo stesso, "Nico 1988" è un film in omaggio alla cantante tedesca Christa Paffgen deceduta, appunto, nell'anno 1988 e ripercorre solo gli ultimi due anni della sua esistenza caratterizzata da abuso di droga ed alcool.
Nata a Berlino negli anni '40 al tempo della Seconda Guerra Mondiale, da ragazza Christa Paffgen, essendo molto bella, intraprende subito la carriera di modella e diventa una delle muse ispiratrici del pittore Andy Warhol.
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Come si evince dal titolo stesso, "Nico 1988" è un film in omaggio alla cantante tedesca Christa Paffgen deceduta, appunto, nell'anno 1988 e ripercorre solo gli ultimi due anni della sua esistenza caratterizzata da abuso di droga ed alcool.
Nata a Berlino negli anni '40 al tempo della Seconda Guerra Mondiale, da ragazza Christa Paffgen, essendo molto bella, intraprende subito la carriera di modella e diventa una delle muse ispiratrici del pittore Andy Warhol. Stancatasi presto del mondo patinato della moda, ella coltiva la propria passione per la musica e diviene presto uno degli elementi del complesso dei Velvet Underground sino a poi distaccarsene ed iniziare con successo la propria carriera da solista sino alla fine dei suoi giorni.
La regista Susanna Nicchiarelli ripercorre, dunque, solo gli ultimi due anni dell' attività canora di Christa Paffgen, in arte Nico, mettendo in luce, attraverso le sue interviste rilasciate ai giornali ed alle stazioni radio, il proprio modo di pensare libero ed indipendente, gli abusi di sostanze stupefacenti miste a bevande alcooliche, il suo fare musica caratterizzata dal forte sound del rock tedesco, le sue svariate e vissute liberamente relazioni sentimentali, nonchè il suo affetto per il figlio ormai adolescente, di cui le fu tolto l'affidamento, sofferente di crisi depressive con svariati tentativi di suicidio. Il film è ben scandito alternandosi tra scene parlate e 'private' in cui Nico si relaziona con il proprio agente ed i componenti della sua band a quelle che mostrano le molteplici tourneés per l'Europa dei suoi concerti, a volte ostacolati, quali quello a Praga, dai regimi politici locali dell'epoca. Insomma, la Nicchiarelli riesce a dare un quadro abbastanza esaustivo e soprattutto interessante di questo affascinante e controverso personaggio delle scene musicali dei decenni passati, senza assolutamente tralasciare la sua azzeccata scelta di Trine Dirholm per il personaggio di Nico che l'attrice danese interpreta in una maniera vera e toccante e cantandone addirittura di persona le canzoni.
Un bel e riuscito revival.
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giovedì 12 ottobre 2017
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un grande regalo ai fan di nico!
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Un film che racconta l'ultima fase della vita di Nico, un viaggio attraverso l'Europa degli anni 80. Aspettavo da tempo questo film in quanto fan di Nico e sono rimasto molto soddisfatto. La regista Susanna Nicchiarelli in questa sua coraggiosa opera, dipinge con maestria scene e personaggi memorabili, scrivendo un film che parte da un grande lavoro di ricerca delle testimonianze. La protagonista Trine Dyrholm interpreta in maniera impeccabile il personaggio di Nico, polverizzando scena dopo scena i miei timori iniziali per la scarsa somiglianza. Le canzoni di Nico, riarrangiate dalla band torinese "Gatto ciliegia contro il grande freddo", brillano di una nuova luce pur restando fedeli alle orginali, anche grazie all'ottima interpretazione vocale di Trine.
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Un film che racconta l'ultima fase della vita di Nico, un viaggio attraverso l'Europa degli anni 80. Aspettavo da tempo questo film in quanto fan di Nico e sono rimasto molto soddisfatto. La regista Susanna Nicchiarelli in questa sua coraggiosa opera, dipinge con maestria scene e personaggi memorabili, scrivendo un film che parte da un grande lavoro di ricerca delle testimonianze. La protagonista Trine Dyrholm interpreta in maniera impeccabile il personaggio di Nico, polverizzando scena dopo scena i miei timori iniziali per la scarsa somiglianza. Le canzoni di Nico, riarrangiate dalla band torinese "Gatto ciliegia contro il grande freddo", brillano di una nuova luce pur restando fedeli alle orginali, anche grazie all'ottima interpretazione vocale di Trine. Le canzoni vengono sfruttate come elemento narrativo nella storia sottolineando il significato delle parole. Ad impreziosire il tutto, la regista inserisce filmati inediti sulla factory di Andy Warhol che si inseriscono come frammenti del passato, sul presente dell'artista. Interessante anche la scelta del formato in 4:3 che rende tutto piu vintage oltre a valorizzare le inquadrature della regista. Consiglio vivamente la visione in lingua originale, che ritengo fondamentale per apprezzare al meglio questa pellicola.
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mercoledì 11 ottobre 2017
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un grande regalo ai fan di nico!
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Un film che racconta l'ultima fase della vita di Nico, un viaggio attraverso l'Europa degli anni 80. Aspettavo da tempo questo film in quanto fan di Nico e sono rimasto molto soddisfatto.
La regista Susanna Nicchiarelli in questa sua coraggiosa opera, dipinge con maestria scene e personaggi memorabili, scrivendo un film che parte da un grande lavoro di ricerca delle testimonianze. La protagonista Trine Dyrholm interpreta in maniera impeccabile il personaggio di Nico, polverizzando scena dopo scena i miei timori iniziali per la scarsa somiglianza. Le canzoni di Nico, riarrangiate dalla band torinese "Gatto ciliegia contro il grande freddo", brillano di una nuova luce pur restando fedeli alle orginali, anche grazie all'ottima interpretazione vocale di Trine.
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Un film che racconta l'ultima fase della vita di Nico, un viaggio attraverso l'Europa degli anni 80. Aspettavo da tempo questo film in quanto fan di Nico e sono rimasto molto soddisfatto.
La regista Susanna Nicchiarelli in questa sua coraggiosa opera, dipinge con maestria scene e personaggi memorabili, scrivendo un film che parte da un grande lavoro di ricerca delle testimonianze. La protagonista Trine Dyrholm interpreta in maniera impeccabile il personaggio di Nico, polverizzando scena dopo scena i miei timori iniziali per la scarsa somiglianza. Le canzoni di Nico, riarrangiate dalla band torinese "Gatto ciliegia contro il grande freddo", brillano di una nuova luce pur restando fedeli alle orginali, anche grazie all'ottima interpretazione vocale di Trine. Le canzoni vengono sfruttate come elemento narrativo nella storia sottolineando il significato delle parole.
Ad impreziosire il tutto, la regista inserisce filmati inediti sulla factory di Andy Warhol che si inseriscono come frammenti del passato, sul presente dell'artista.
Interessante anche la scelta del formato in 4:3 che rende tutto piu vintage oltre a valorizzare le inquadrature della regista.
Consiglio vivamente la visione in lingua originale, che ritengo fondamentale per apprezzare al meglio questa pellicola.
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