nevira
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domenica 2 aprile 2017
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forse più coraggio non avrebbe guastato
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Premetto subito che avevo visto la prima serie televisiva e i due primi film, e che sono un amante del franchising animato giapponese, e che dunque le mie valutazioni sono un po' prevenute. Il film nel complesso è buono e regge bene le due ore, con una prestazione complessiva di poco superiore alla media.
Gli effetti speciali e le scene di azione sono molto buoni. Le prestazioni della Johanson molto in linea con il personaggio originale e dunque ritengo buono il suo tentativo di interpretazione. Però tutto sommato il film non decolla allo stato di capolovoro. Cerchiamo di capire perché.
L'originale brilla a mio avviso per una trama intelligente dove personaggi ben caratterizzati si muovono in contesto istituzionale, quello di una agenzia di sicurezza governativa, ben definito e interfacciato con le problematiche di una società costretta ad adattarsi rapidamente al sempre più rapido emergere di nuove tecnologie, senza però perdere la sua umanità nel cercare una collocazione razionale e contemporaneamente filosofica ad ogni novità.
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Premetto subito che avevo visto la prima serie televisiva e i due primi film, e che sono un amante del franchising animato giapponese, e che dunque le mie valutazioni sono un po' prevenute. Il film nel complesso è buono e regge bene le due ore, con una prestazione complessiva di poco superiore alla media.
Gli effetti speciali e le scene di azione sono molto buoni. Le prestazioni della Johanson molto in linea con il personaggio originale e dunque ritengo buono il suo tentativo di interpretazione. Però tutto sommato il film non decolla allo stato di capolovoro. Cerchiamo di capire perché.
L'originale brilla a mio avviso per una trama intelligente dove personaggi ben caratterizzati si muovono in contesto istituzionale, quello di una agenzia di sicurezza governativa, ben definito e interfacciato con le problematiche di una società costretta ad adattarsi rapidamente al sempre più rapido emergere di nuove tecnologie, senza però perdere la sua umanità nel cercare una collocazione razionale e contemporaneamente filosofica ad ogni novità. Brillano i giochi di potere della politica e delle classi dirigenti delle corporation, in un balletto nel quale i personaggi pur mantenendo ben saldo il loro ruolo istituzionale, dialogano e combattono con tutti questi poteri in grado di schiacciarli in qualsiasi istante. Temi come l'intelligenza artificiale, la simulazione artificiale della coscienza umana (ghost) in cervelli artificiali (shell), la manipolazione genetica e la robotica sono trattati da varie angolature che hanno fatto della serie un cult da cui i fratelli/sorelle Wachowski si dice abbiano attinto per Matrix, ma sempre declinati nel loro implicazioni umane.
Onnipresente lo spirito di squadra, l'occhio al disagio sociale alla base delle devianze, i rapporti di potere e la caratterizzazione dei personaggi, in una mondo che risulta fantascientifico ma plausibile.
Veniamo al film. Il punto più dolente è a mio avviso la scenggiatura, sulla quale si sono avvicendati negli anni cinque sceneggiatori diversi. Pecca a mio avviso per non trasmettere correttamente il messaggio della serie originale da un lato, in termini di consistenza delle tecnologie e dei loro intrinseci pericoli, e per aver americanizzato troppo i tratti dall'altro. Il finale con Aramaki che pur essendo ricercato riesce da solo a superare tutti i sistemi di sicurezza della corporation nemica, ad arrestarne da solo il presidente nel suo quartier generale ed a giustiziarlo, è quanto di più lontano ci sia dal personaggio originale che mai è stato visto impugnare un'arma, forte della sua intelligenza e delle sue doti diplomatiche e di manipolazione: pare di vedere un incrocio tra un cowboy e Nick Fury di Avengers.
La trama, che attinge molto da quella del primo cartone animato cinematografico e della prima puntata della prima serie televisiva, come pure molte delle scene di azione più efficaci, finisce poi per ruotare attorno al tema del cyborg smemorato alla ricerca del suo passato e della sua vendetta, che mi ha ricordato troppo da vicino la trama del primo film Robocop. Un inciampo a mio avviso che sembra ricadere nella vecchia cattiva abitudine di Hollywood di adagiarsi sui remake come miglior granzia di successo al botteghino.
Alla fine il film si lascia guardare per i molti elementi della serie presenti, senza mai farli propri e accordarli in ciò che sarebbe potuto essere un capolavoro.
A volte conoscere l'originale, come aver prima letto il libro, non aiuta a gustare il film.
Globalmente, da vedere, sperando sia precursore del genere cyberpunk, così caro a William Gibson, al cinema.
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maramaldo
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domenica 2 aprile 2017
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terrificante prospettiva per l'umanità...
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... se di questo film - come si teme alla fine - si farà un sequel.
Altri interrogativi angosciosi: il cervello di Scarlett non era stato fatto già deflagrare da Besson in Lucy? e quella calzamaglia color carne, asessuata ma non troppo, è la stessa di Under the Skin?
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domenica 2 aprile 2017
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tooo baaad!
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Il Peggior film della storia! Come un compiuter game no sprecate i vostri soldi!!!!!
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mauriziomeres
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sabato 1 aprile 2017
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i fantasmi entrano in rete
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Un buon film tratto da una serie fumettistica di notevole successo,che può dare molteplici interpretazioni in un cinema futuristico,sempre alla ricerca di un qualcosa di nuovo ma ancora ancorato nei racconti fumettistici soprattutto Giapponesi,dove la realtà più evidente è il totale dominio della rete,tutto passa attraverso l'assoluto controllo di quello che rimane dell'essere umano,la cibernetica entra nei nostri corpi ormai trasformati in macchine,il potere di un occultismo che che può ricalcare le perenni lotte tra il bene e il male,il pensiero umano riprogrammato solo per dare più potere ai dominatori del male in un mega network,la morte vista come cessazione di un processo d'innovazione cibernetica,in un complesso reset del pensiero.
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Un buon film tratto da una serie fumettistica di notevole successo,che può dare molteplici interpretazioni in un cinema futuristico,sempre alla ricerca di un qualcosa di nuovo ma ancora ancorato nei racconti fumettistici soprattutto Giapponesi,dove la realtà più evidente è il totale dominio della rete,tutto passa attraverso l'assoluto controllo di quello che rimane dell'essere umano,la cibernetica entra nei nostri corpi ormai trasformati in macchine,il potere di un occultismo che che può ricalcare le perenni lotte tra il bene e il male,il pensiero umano riprogrammato solo per dare più potere ai dominatori del male in un mega network,la morte vista come cessazione di un processo d'innovazione cibernetica,in un complesso reset del pensiero.
La sopravvivenza rimane nell'oblio in una nuvola,dove il proprio server diventa la tomba del proprio gost.
Ambientazione inimmaginabile con un senso di vuoto,il nulla in una città oleografica,che ritengo esagerata,come un luna park senza regole.
Buona interpretazione della Johansson,sempre più etichettata in un certo tipo di personaggio,con una resa interpretativa di spessore,forse incredula ma efficace nella sceneggiatura che gira tutta intorno alla sua figura.
Il film scorre abbastanza bene in una trama complessa solo dal punto di vista fantascientifico,ma semplice nel concetto umanitario.
Con un finale dove il regista uscendo fuori dallo schema del film ricorda che l'essere umano possiede un cuore è un anima buona.
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no_data
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sabato 1 aprile 2017
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la carne e lo spirito
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Un nuovo tassello si aggiunge alla saga fantascientifica cult di Ghost in the Shell che dal lontano 1989, quando fu pubblicato il primo volume del manga di Masamune Shirow, continua ad essere un riferimento per la cyber fantascienza di tutto il mondo. Cupo, introspettivo, lo spettatore si trova immerso in un mondo che oscilla tra la realtà dei corpi modificati di esseri umani e di intelligenze artificiali e la realtà virtuale della rete che abbraccia tutto e tutti. Gli scenari, le ambientazioni sono familiari a chi conosce perchè ha letto il manga nelle sue tre versioni cartacee e visto le versioni in video. Le caratterizzazioni dei personaggi rispecchiano abbastanza quelle precedenti, che comunque negli anni, da una versione all'altra hanno subito dei cambiamenti significativi.
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Un nuovo tassello si aggiunge alla saga fantascientifica cult di Ghost in the Shell che dal lontano 1989, quando fu pubblicato il primo volume del manga di Masamune Shirow, continua ad essere un riferimento per la cyber fantascienza di tutto il mondo. Cupo, introspettivo, lo spettatore si trova immerso in un mondo che oscilla tra la realtà dei corpi modificati di esseri umani e di intelligenze artificiali e la realtà virtuale della rete che abbraccia tutto e tutti. Gli scenari, le ambientazioni sono familiari a chi conosce perchè ha letto il manga nelle sue tre versioni cartacee e visto le versioni in video. Le caratterizzazioni dei personaggi rispecchiano abbastanza quelle precedenti, che comunque negli anni, da una versione all'altra hanno subito dei cambiamenti significativi. Ciò che potrebbe sembrare all'apparenza un punto debole della trasposizione di questo film, in realtà è solo una caratteristica ben nota ai fan più longevi della serie: le sottotrame e la scrittura criptica del manga, lasciano aperte molte strade interpretative. Da qui la sua forza narrativa estremamente attuale nonostante i quasi trent'anni d'età. Difatti la storia, finisce ed incomincia nello stesso punto, ma ogni volta che viene scritta, viene a galla un nuovo aspetto prima celato. Dalla matassa intricata di possibilità che genera una realtà fusa con la rete, da vita ogni volta a sviluppi inaspettati.
In questo caso il regista ha optato una strada non troppo azzardata, contrariamente da come ci si sarebbe potuti aspettare. La trama, pur portando nuovi elementi nella storia, si mantiene sulla falsariga del primo film di Mamoru Oshii, citando pari pari, per il piacere dell'occhio, alcune scene chiave del suo lungometraggio non raggiungendo però il livello di complessità della prima scrittura di Masamune Shirow, lasciando più spazio allo spettatore di seguire la vicenda, senza dover prendere apunti nel frattempo. La drammaticità e il dilemma dell'identià della protagonista, che ricerca se stessa e si interroga su cosa sia veramente la vita e la coscienza e quali siano le reali differenze tra intelligenze artificiali ed esseri umani, si intreccia con temi di etica, spionaggio, interessi corporativi. Le scene d'azione sono misurate e si equilibrano perfettamente con le scene più introspettive.
Le ambientazioni rigogliose e caotiche della città , sono un perfetto contenitore per questo nuovo ed entusiasmante capitolo di quella che si può tranquillamente definire uno spartiacque della storia della fantascienza, dando la sensazione che Ghost in the Shell ed tutto il suo mondo, abbia ancora molto da dirci e su quello che potrebbe esser il futuro.
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samanta
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venerdì 31 marzo 2017
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lo spirito nell'involucro
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Il film è un film di fantascienza tratto da un fumetto giapponese che specie in quel paese ha avuto un grande successo ed è ambientato in un futuro prossimo dominato dalla tecnologia e dalla cibernetica.. La trama è semplice: la protagonista Kusanagi (Scarlett Johansson) denominata il Maggiore svolge le funzioni di agente di un reparto speciale della Difesa Giapponese (sezion 9), in realtà è un connubio umano cibernetico creato nei laboratori di una multinazionale denominata Hanka per cui le è rimasto un cervello umano in un corpo cibernetico creato artificialmente. L e è stato raccontato che ha avuto un incidente e che sono morti anche i suoi genitori e che solo in quel modo potevano salvarla.
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Il film è un film di fantascienza tratto da un fumetto giapponese che specie in quel paese ha avuto un grande successo ed è ambientato in un futuro prossimo dominato dalla tecnologia e dalla cibernetica.. La trama è semplice: la protagonista Kusanagi (Scarlett Johansson) denominata il Maggiore svolge le funzioni di agente di un reparto speciale della Difesa Giapponese (sezion 9), in realtà è un connubio umano cibernetico creato nei laboratori di una multinazionale denominata Hanka per cui le è rimasto un cervello umano in un corpo cibernetico creato artificialmente. L e è stato raccontato che ha avuto un incidente e che sono morti anche i suoi genitori e che solo in quel modo potevano salvarla. In realtà essa è un frutto deliberato di esperimenti umani che hanno comportato prima di lei l'uccisione di ben 98 persone necessaria per il risultato positivo dell'esperimento. La multinazionale lavora e praticamente indirizza l'attività di questa sezione della difesa per i propri fini speculativi.. Attraverso gli scontri con un gruppo di terroristi cibentetici il Maggiore scopre la verità sulla sua origine anche perché la memoria che le era stata cancellata aveva conservato ricordi del passato. Ovviamente il finale è con la vittoria dei buoni e l'uccisione del cattivo amministratore della Multinazionale.
Francamente il film lascia perplessi. Certamente gli effetti speciali si sprecano e sono in alcuni più che sorprendenti. ma questi film ormai si rassomigliano tutti e non è che il cinema verrà salvato da questo tipo di spettacoli. Il film peraltro vuole lasciare un messaggio positivo e cioé puoi manipolare il corpo umano quanto vuoi ma lo spirito rimane e non lo puoi cancellare ma questo non basta per salvare lo spettacolo. Peraltro a mio avviso è lo spettacolo che manca, infatti a prescindere dall'atmosfera cupa e buia che aleggia per tutto il film il sole non si vede mai, l'ammassarsi di questi effetti speciali confonde lo spettatore e certamente lo spettacolo non viene salvato da una scenggiatura inconsistente con vuoti anche di logica ad esempio la figura del terrorista cibernetico (Michael Pitt) che non si capisce bene che cosa stia organizzando per impedire il controllo dell'umanità dalla società Hanka. Se vuole essere un thriller non è avvincente e il finale è già scritto a metà del film. L'interpretazione è mediocre anche perché evidentemente Scarlett Johansson non è in parte il fatto che per tutto il film assuma una atteggiamento tra il grintoso e il triste non dà una credibilità interpretativa al suo personaggio che avrebbe necessitato di un'interpretazione più distesa se veramente vuol dimostrare che l'umano prevale sull'articiale.. L'attrice dà il meglio di se quando rappresenta personaggi brillanti o ruoli non di primissimpopiano come in Avengers .
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mbaco
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giovedì 9 marzo 2017
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O si è solamente informata online?...
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