"Alibi.come"(Philippe Lacheau, che ha anche scritto la sceneggiatura con Jlulien Arruti e Pierre Dudan, 2017), parla di una società a gestione amicale che intende fornire alibi(ma in particolare in questione amorose e in genere di tradimenti)ai propri clienti. Tutto va bene o sembra andare così, finché il pricnipale"eroe eponimo"si innamora egli stesso e finché non si crea ogni sorta di problemi tra familiari e in particolare tra genero(o quasi)e suocero e le relative compagne. Intrighi di ogni tipoo, "orditi"dagli stessi inventori di questa"società che crea alibi", ma ad uso proprio, non di eventuali clienti. Dove si dimostra(o almeno ci si avvicina alla dimostrazione del fatto)che gli invenotri.
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"Alibi.come"(Philippe Lacheau, che ha anche scritto la sceneggiatura con Jlulien Arruti e Pierre Dudan, 2017), parla di una società a gestione amicale che intende fornire alibi(ma in particolare in questione amorose e in genere di tradimenti)ai propri clienti. Tutto va bene o sembra andare così, finché il pricnipale"eroe eponimo"si innamora egli stesso e finché non si crea ogni sorta di problemi tra familiari e in particolare tra genero(o quasi)e suocero e le relative compagne. Intrighi di ogni tipoo, "orditi"dagli stessi inventori di questa"società che crea alibi", ma ad uso proprio, non di eventuali clienti. Dove si dimostra(o almeno ci si avvicina alla dimostrazione del fatto)che gli invenotri."escogitatori"di ogni sorta di alibi è meglio che non li provino"in corpore vili".... Il cinema comico francese, che è sempre stato vivacissimo, fin dai tempi(almeno)di René Clair, coinvolgendo una larga parte della produzione della"nouvelle vague"(Truffaut, Chabrol tra gli altri)oggi si rinnova manttendosi però fedele a una cifra stilistica irriverente, che gioca con la triangolazione(lui, lei, l'altro, ma anche lei, lui, l'altra e con formazioni diverse e ampie), con una libertà che in Italia o anche in SPagna non si sarebbe potuta immaginare e in parte è ancora incocepibile, riprendendo quella tradizione del"cocuage"(di cui una"gerarchia"straordinaria era opera id Charles Foruier, 1700..., ma il tema è già chiaramente eespresso nelle commedia di Molière, precedente di un seoclo, notoriamente). Dove in Italia e negli altri paesi latini le"corna"sono uno stigma, in Francia sono qualcosa di cui comunque bisogna ridere o almeno sorridere. Da notare Lacheau anche come protagonista, ,ma anche Jlulien Arruti e Tarke Boudali(altrove regista-autore e interprete in proprio, sempre nel genere comico), la graziosa E^lodie Fontan e Didier Bourdon, come Nathalie Baye e altri(e)sono perfettamewnte adeguati(e)ai rispettivi ruoli, dimostrando la capacità di rinnovarsi pur rimanendo all'0interno di una grande tradizione filmica, di rimanere fedeli a una comicità che però deve adeguarsi(e riesce a farlo in pieno)a uno "spirito del tempo"che muta in continuazione e merità di essere seguito come tale. El Gato
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