giacomino
|
martedì 16 novembre 2021
|
aveva ragione gantoxxi
|
|
|
|
Come diceva Fantozzi e' una cagata pazzesca
|
|
[+] lascia un commento a giacomino »
[ - ] lascia un commento a giacomino »
|
|
d'accordo? |
|
|
martedì 9 novembre 2021
|
mr.
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
stefano capasso
|
sabato 11 settembre 2021
|
l''amore è l''unica salvezza
|
|
|
|
Durante la guerra della Jugoslavia, in un piccolo villaggio un uomo si reca giornalmente a prendere il latte, e ogni giorno vede una donna, italiana portata in Jugoslavia, di cui pian piano si innamora. Ma lui è già promesso sposo di una ragazza che ha organizzato il matrimonio del fratello proprio con la donna italiana. A complicare il tutto le esplosioni delle mine e delle bombe che spesso si rivelano fatali per gli abitanti del villaggio,
Emir Kusturica torna ai suoi racconti surreali incentrati sull’amore, e le relazioni durante il difficile tempo di guerra. È proprio l’amore che sembra essere l’unica motivazione che tutti trovano per resistere ed andare avanti in un clima dove la guerra è ormai diventata quotidianità ordinaria, e che a malapena scuote le anime anche in occasioni delle tante morti che si succedono.
[+]
Durante la guerra della Jugoslavia, in un piccolo villaggio un uomo si reca giornalmente a prendere il latte, e ogni giorno vede una donna, italiana portata in Jugoslavia, di cui pian piano si innamora. Ma lui è già promesso sposo di una ragazza che ha organizzato il matrimonio del fratello proprio con la donna italiana. A complicare il tutto le esplosioni delle mine e delle bombe che spesso si rivelano fatali per gli abitanti del villaggio,
Emir Kusturica torna ai suoi racconti surreali incentrati sull’amore, e le relazioni durante il difficile tempo di guerra. È proprio l’amore che sembra essere l’unica motivazione che tutti trovano per resistere ed andare avanti in un clima dove la guerra è ormai diventata quotidianità ordinaria, e che a malapena scuote le anime anche in occasioni delle tante morti che si succedono. In un atmosfera bucolica e surreale fino all’inverosimile l’unica cosa che continua a rendere umani gli abitanti sono proprio le passioni che l’amore è in grado di suscitare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano capasso »
[ - ] lascia un commento a stefano capasso »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
martedì 5 febbraio 2019
|
eccezionale l'ultimo kusturica.
|
|
|
|
Ancora un umanissimo film di Kusturica, oscillante tra realta' e dimensione fiabesca o naif, cara al regista di Sarajevo. Lieta sorpresa una efficacissima Bellucci nel ruolo della protagonista tra amore e morte. La maschera seria dello stesso Kusturica percorre l'opera, che presenta una ambientazione naturale davvero speciale, nelle selvagge terre della Croazia e della Bosnia. Il regista ha dichiarato:"Il mio desiderio e' d'essere al posto degli angeli, di sognare come sognano i giovani". E nel finale lo scanzonato capopopolo che egli impersona diventa appunto un "angelo", un sacerdote ortodosso, colpito dalla morte dell'amata.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
writer58
|
sabato 3 giugno 2017
|
lo zoo dei balcani
|
|
|
|
Dopo aver visto alcuni film che mi sono parsi inessenziali e privi di smalto (e anche un po' noiosi) come "La tenerezza" dell'ottimo Amelio (una storia di malessere e solitudini ambientata in una Napoli intermedia tra una casbah marocchina e una città della Mitteleuropa), "Ritratto di famiglia con tempesta" (un film giapponese che riesce nell'impresa di abbinare dialoghi inefficaci con una storia banale narrata stancamente), "A casa nostra", (una proposta che vorrebbe ispirarsi all'attualità politico-sociale della Francia di oggi, col suo corredo di xenofobia e discriminazione verso gli immigrati, ma che scade in una specie di "love story" contrastata e improbabile), mi sono accostato all'ultimo film di Kusturica con qualche timore.
[+]
Dopo aver visto alcuni film che mi sono parsi inessenziali e privi di smalto (e anche un po' noiosi) come "La tenerezza" dell'ottimo Amelio (una storia di malessere e solitudini ambientata in una Napoli intermedia tra una casbah marocchina e una città della Mitteleuropa), "Ritratto di famiglia con tempesta" (un film giapponese che riesce nell'impresa di abbinare dialoghi inefficaci con una storia banale narrata stancamente), "A casa nostra", (una proposta che vorrebbe ispirarsi all'attualità politico-sociale della Francia di oggi, col suo corredo di xenofobia e discriminazione verso gli immigrati, ma che scade in una specie di "love story" contrastata e improbabile), mi sono accostato all'ultimo film di Kusturica con qualche timore.
Invece la proposta del regista serbo-bosniaco mi è apparsa molto creativa e visionaria, anche se non priva di qualche squilibrio. Ambientata nella ex Jugoslavia ai tempi della guerra che ha contrapposto Serbi, Croati, Kossovari e Bosniaci, è una favola raccontata con una vivacità debordante e una leggerezza quasi Chagalliana.
In un villaggio conteso tra fazioni armate, si prepara un doppio matrimonio tra Kosta (interpretato dallo stesso regista) con una ragazza, una ginnasta che qualche anno prima aveva rappresentato la Jugoslavia ai campionati di ritmica, mentre suo fratello (un eroe di guerra truce e caricaturale) dovrebbe sposare una ragazza italo-serba (interpretata da Monica Bellucci). Tra Kosta e la Bellucci nasce un'empatia che si trasforma in passione. Ma la loro vicenda deve superare numerosi ostacoli e si risolve in una lunga fuga per sottrarsi a un commando armato che ha l'ordine di eliminare la donna...
Le scarne indicazioni sopra riportate, tuttavia, non rendono giustizia a "On the milky road". Tutto il film è percorso da una vena surreale e immaginifica, a partire da Kosta che si sposta cavalcando un asino e riparandosi dal sole con un ombrello, mentre le pallottole sibilano intorno a lui. Perde un orecchio per un colpo di pistola che gli viene riattaccato dalla Bellucci con ago e filo. Ma anche gli altri personaggi sono descritti con toni dissacranti, che sfiorano il registro del grottesco. Da Milena (la ex ginnasta) che spicca salti acrobatici e compie una perfetta verticale rovesciata sulle spalle di Kosta, al fratello che sembra la controfigura di Gambadilegno. Persino gli oggetti e i contesti paiono aver perso senso e funzione: un grande orologio austro ungarico diventa una trappola quasi letale per chi vi si avvicina troppo, la festa che prelude al matrimonio assomiglia a un concerto etnorock che si svolge in un contesto di guerra.
Il film di Kusturica è popolato da animali: gruppi di oche, falchi che dominano la visuale dall'alto, una gallina che continua saltare davanti alla propria immagine allo specchio, branchi di pecore che servono come protezione e nascondiglio, serpenti che si abbeverano, maiali. Un autentico zoo, quasi un allegoria della bestialità del conflitto, ma, al tempo stesso, l'indicazione di una via di uscita dall'assurdità della guerra, tornando a una dimensione "naturale" non inquinata dalle miserie umane.
Il film è colmo di simboli, di "visioni", di persone che si staccano dagli alberi e ascendono volando, come nei quadri di Chagall, di tuffi da una cascata altissima ripresi al ralentì, mentre i protagonisti cercano di intrecciare le mani fra di loro, di immersioni sottomarine con una canna di bambù per poter respirare, di paesaggi splendidi piagati da campi di mine, di altopiani, lagune, distese erbose che si protraggono a perdita d'occhio e che vengono costantemente bombardati, crivellati di colpi, di esplosioni che dilaniano corpi di uomini e animali.
Il film è molto godibile, dicevo, ma anche un po' squilibrato. A volte il regista calca troppo la mano sul registro surreale e grottesco e ottiene un effetto boomerang; tutta la seconda parte del film (la fuga della coppia) appare eccessivamente lunga e un po' prolissa, la Bellucci offre una prova, a mio giudizio, appena sufficiente. Tuttavia, "On the milky road" mi è parso complessivamente un film molto stimolante, pieno di colori e suggestioni e mi ha lasciato un insieme di suggestioni che, a differenza di altri film, si sono mantenute vivide e intense.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a writer58 »
[ - ] lascia un commento a writer58 »
|
|
d'accordo? |
|
teodas
|
giovedì 18 maggio 2017
|
debole, debole
|
|
|
|
piloto automatico; non si sono persone dentro; molto meno divertente di quanto crede il regista...
|
|
[+] lascia un commento a teodas »
[ - ] lascia un commento a teodas »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
mercoledì 17 maggio 2017
|
l'amore ai tempi della guerra
|
|
|
|
Ambientato nei territori dell'ex-Jugoslavia al tempo del conflitto, "On the Milky Road" racconta la grande storia d'amore tra un uomo (Emir Kusturica) ed una donna (Monica Bellucci) i quali sono però sono promessi sposi a due altre persone: il primo ad una ex-ginnasta e giovane donna e la seconda all'anziano fratello di lei reduce dalla guerra. Il protagonista ogni giorno porta il latte ai soldati nelle trincee e nel corso di uno di questi percorsi conosce la donna con cui scatta un'attrazione reciproca fortissima. Il loro legame dovrà superare numerosi ostacoli nonchè impedimenti prima di riuscire a trionfare definitivamente.
[+]
Ambientato nei territori dell'ex-Jugoslavia al tempo del conflitto, "On the Milky Road" racconta la grande storia d'amore tra un uomo (Emir Kusturica) ed una donna (Monica Bellucci) i quali sono però sono promessi sposi a due altre persone: il primo ad una ex-ginnasta e giovane donna e la seconda all'anziano fratello di lei reduce dalla guerra. Il protagonista ogni giorno porta il latte ai soldati nelle trincee e nel corso di uno di questi percorsi conosce la donna con cui scatta un'attrazione reciproca fortissima. Il loro legame dovrà superare numerosi ostacoli nonchè impedimenti prima di riuscire a trionfare definitivamente....
Emir Kusturica ritorna nelle sale cinematografiche per raccontare una bellissima e travagliata storia d'amore ai tempi della guerra che sembra quasi una favola. La poesia con cui la vicenda dei due protagonisti viene narrata è singolare perchè accanto alla delicata ed anche visionaria rappresentazione della nascita e dell'evolversi del sentimento amoroso tra i due protagonisti, Kusturica la frammezza anche con delle crude immagini della guerra che denunciano un efficace e violento realismo. Ma questi due piani su cui si alterna la storia non creano affatto conflitto tra loro ma, anzi, risultano perfettamente equilibrati, alternandosi in egual misura senza l'uno prevalere sull'altro. Ed è proprio questo bilanciamento a costituire il pregio della pellicola rendendola interessante, avvincente e toccante nello stesso tempo.
Kusturica, qui in veste sia di regista che di attore, interpreta in maniera efficace il proprio ruolo di uomo solo, altruista, pacifico e dedito al proprio dovere, Monica Bellucci, risulta abbastanza soddisfacente nella sua parte di bella profuga ma chi si distingue in modo particolare è la giovane, e da noi ancora sconosciuta, Sloboda Micalovic nel ruolo della sorella anch'ella innamorata del protagonista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
loland10
|
domenica 14 maggio 2017
|
latte e fuoco
|
|
|
|
“On The Milky Road. Sulla via Lattea” (On The Milky Road, 2016) è l’undicesimo lungometraggio del regista di Sarajevo Emir Kusturica.
‘Tratto da tre storie vere e molto fantasia”.
Film di epigoni, di suoni, matti, animali, volti, voli, pallottole, paludi, militi, saette, sangue, vasca, sguardi, sogni, ansie, ferite e amori. Come in una favola arieggiante tra crudezze di uomini e in mezzo ai fronti, la storia è di ieri ma pare una vivo respiro guerriero dell’oggi. Il cinema è da Sarajevo percorrendo un villaggio tra tanti mentre la guerra percorre la Jugoslavia del regista: sempre misto tra reale ardore e vitalità di contatto con musiche, balli, galline, oche, serpenti e montagne che vanno verso il cielo.
[+]
“On The Milky Road. Sulla via Lattea” (On The Milky Road, 2016) è l’undicesimo lungometraggio del regista di Sarajevo Emir Kusturica.
‘Tratto da tre storie vere e molto fantasia”.
Film di epigoni, di suoni, matti, animali, volti, voli, pallottole, paludi, militi, saette, sangue, vasca, sguardi, sogni, ansie, ferite e amori. Come in una favola arieggiante tra crudezze di uomini e in mezzo ai fronti, la storia è di ieri ma pare una vivo respiro guerriero dell’oggi. Il cinema è da Sarajevo percorrendo un villaggio tra tanti mentre la guerra percorre la Jugoslavia del regista: sempre misto tra reale ardore e vitalità di contatto con musiche, balli, galline, oche, serpenti e montagne che vanno verso il cielo.
L’ultimo Kusturica ha un respiro ampio con frammentazioni di vario tipo: come sempre ha fatto rischiando, in alcuni momenti, iperboli oltre, visionarietà ridondanti e qualche lungaggine (ripetuta). Un cinema che si schiude e si chiude sempre: cerca di affondare il colpo e torna indietro. Un modo disincantato di vedere il proprio territorio vivo tra armi e musiche, sangue e feste.
Kosta è un lattaio che passa con il suo asino tra i fronti di battaglia della terra jugoslava; nel villaggio una ragazza vorrebbe le sue attenzioni mentre si sta preparando un matrimonio per suo fratello. Ecco che arriva una donna italo-serba a cui arrivano le simpatie di Kosta. La passione di un amore fra i due è divisa dalla guerra e da una continua fuga.
La disputa fra nemici e una terra martoriata diventa il sogno per un matrimonio non facile. In un terreno minato un gregge diventa nascondiglio e gli scoppi lacerano un destino e un buon fine.
Il film è pieno di simbolismi e di oggetti scambiabili: visionario tra pallottole e corpi in frantumi. Animali in prima film fin dalle prime inquadrature, il cielo di fuoco che aleggia tra fumi, fuochi e un sogno in alto. Un falco pellegrino che ondeggia sui set, delle oche che padroneggiano le schermaglie umane, un maiale che viene trascinato per essere sgozzato, un serpente che s’imbeve di liquido bianco, una gallina davanti allo specchio delle brame, le pecore che saltano impazzite, le mosche che infastidiscono ogni volto, una coccinella che porta un po’ di dolcezza e il sangue per un buon bagno per i bipedi dell’aia in battaglie.
E gli animali sono segni (anche) biblici come segno di divisione tra l’uomo in conflitto e la terra martoriata da destini e pochezze d’incontro. Ed ecco che quando si dice ‘l’unica cosa che conta è amare qualcuno…’ sovrasta tutte le immagini impazzite tra battaglie, senni perduti, accumuli di suoni e serpenti che salvano. Poi il bastone, dopo molti anni, prende la vita di Kosta che si mette in cammino in una natura impervia per un paradiso non conosciuto e una sposa da incontrare. Il cerchio attorno si chiude e le pietre della vita si consumano attorno a se in una ripresa che il ‘falco’ invola sul corpo stanco del lattaio con la barba bianca. E la Patria del regista è la sua passione, cerca di averla in sposa e di prenderla come una festa di fuochi (pirotecnici).
Emir Kusturica (Kosta) e Monica Bellucci (Sposa) trovano una buona intesa nella recitazione: l’attrice italiana riesce a trovare nel suo personaggio una ‘performance’ ad hoc con una prova mai banale. Forse la sceneggiatura langue nella parte centrale (la fuga tra acque paludose e il gregge come salvataggio appaiono poco sentite e alquanto allungate) ma i modi del registi ci sono tutti. La voglia di farne un sunto unico non trova un’unità decisa e un forte pathos-allegorico. Reale e irreale inciampano a vicenda e mescolano l’ansia di un cinema decisamente volitivo.
Voto: 6½/10.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a loland10 »
[ - ] lascia un commento a loland10 »
|
|
d'accordo? |
|
|