pentagrammamagazine.it
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mercoledì 21 dicembre 2016
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recensione: poveri ma ricchi
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Poveri ma ricchi è la versione italiana diretta da Fausto Brizzi del film francese del 2011 Les Tuche.
I Tucci, appunto, una famiglia modesta di un paesino del Lazio, vincono la lotteria. Ecco che, diventati miliardari, decidono di andare a Milano per godere della movida e dei lussi che questa condizione di benessere economico porta con sé.
Ma sebbene abbellita da vestiti eleganti, la famiglia Tucci rimane sempre la stessa dal comportamento spontaneo e talvolta eccessivo, che stona con l'ambiente circostante.
Eccoli quindi inadeguati ma pronti a godersi "il lascito di culo", come lo chiama il personaggio interpretato da Christian De Sica.
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Poveri ma ricchi è la versione italiana diretta da Fausto Brizzi del film francese del 2011 Les Tuche.
I Tucci, appunto, una famiglia modesta di un paesino del Lazio, vincono la lotteria. Ecco che, diventati miliardari, decidono di andare a Milano per godere della movida e dei lussi che questa condizione di benessere economico porta con sé.
Ma sebbene abbellita da vestiti eleganti, la famiglia Tucci rimane sempre la stessa dal comportamento spontaneo e talvolta eccessivo, che stona con l'ambiente circostante.
Eccoli quindi inadeguati ma pronti a godersi "il lascito di culo", come lo chiama il personaggio interpretato da Christian De Sica.
Il film ricorda un pò l'arrivo di Totò e Peppino a Milano con provole, insaccati, galline, pasta e valigie piene di provviste. In quel film Totò e Peppino erano due fratelli di campagna che vivevano come pesci fuor d'acqua la vita mondana milanese e Poveri ma ricchi, uno dei migliori e riusciti film di natale degli ultimi anni, riprende un pò questa tendenza.
Una commedia dove non ci sono parolacce o volgarità gratuite: l'intercalata colorita tipica romana c'è e cade a pennello, mai fuori luogo se non volutamente da copione. De Sica e Brignano sono un ottimo duo e in genere la famiglia, comprensiva di Anna Mazzamauro, Lucia Ocone e due giovani figli, sono ben amalgamati riuscendo a portare coerentemente le caratteristiche della famiglia per tutto il film in modo indissolubile: si nota fortemente la differenza tra loro e gli altri.
Film divertente, simpatico, ironico, anche nel caratterizzare certi stereotipi lombardi (che ricordano un pò Benvenuti al nord nell'incontro scontro nord-sud) come il dialogo dello chef che interpella Brignano con il nomignolo "Africa": "Capito, africa?" "Ma io non sono africano sono italiano, vengo da un paesino del Lazio..." "Per me da Pavia in giù è tutta Africa, deserto."
Insomma Poveri ma ricchi ha molto da regalare per questo natale: una pellicola di qualità, attori validi e storia brillante, ne fanno un film spensierato e imperdibile.
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pintaz
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venerdì 30 dicembre 2016
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tucci per uno...
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... Uno per Tucci! I Tucci, maniaci dei supplì, sono una famiglia molto povera di un paese laziale. Padre con formula Uno in testa, madre in cerca di Albano e della redenzione di Padre Pio, una figlia con l'interesse solo dei selfie e hashtag e un figlio genio, astuto e ironico vivono insieme allo scansafatiche del cognato, impegnato in assurde alchimie botaniche, e alla nonna, la quale si dedica interamente alle serie TV e in particolare a Gabriel Garko.
Un giorno qualunque vincono cento milioni di euro. Decidono di mantenere un ossequioso e maniacale silenzio, ma, in uno sfogo obbligato, come nel celebre film con Alberto Sordi con schiaffo in piscina, De Sica urla, in maniera liberatoria, la verità avendo, come unica soluzione, la fuga verso la capitale economica del paese: Milano.
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... Uno per Tucci! I Tucci, maniaci dei supplì, sono una famiglia molto povera di un paese laziale. Padre con formula Uno in testa, madre in cerca di Albano e della redenzione di Padre Pio, una figlia con l'interesse solo dei selfie e hashtag e un figlio genio, astuto e ironico vivono insieme allo scansafatiche del cognato, impegnato in assurde alchimie botaniche, e alla nonna, la quale si dedica interamente alle serie TV e in particolare a Gabriel Garko.
Un giorno qualunque vincono cento milioni di euro. Decidono di mantenere un ossequioso e maniacale silenzio, ma, in uno sfogo obbligato, come nel celebre film con Alberto Sordi con schiaffo in piscina, De Sica urla, in maniera liberatoria, la verità avendo, come unica soluzione, la fuga verso la capitale economica del paese: Milano.
Veramente ben fatto l'ultimo film di Brizzi che si rifà a una pellicola di grande successo in Francia. Bravi tutti gli attori, finalmente! Mai sboccato, mai oltre, mai cinepanettone con cosce e seni all'aria. Il regista si è servito da una buona trama coinvolgendo e facendo squadra con un Christian De Sica ed Enrico Brignano sempre al centro ma mai macchiette; alla splendida Lucia Ocone che, insieme all'inossidabile Anna Mazzamauro, e, al migliore di tutti, a mio modesto avviso, Ubaldo Pantani, ha portato a un finale carino sorprendente e, volendo, anche di una certa validità morale.
Poveri ma ricchi è una pellicola semplice, seppur ben realizzata, andando a scavare nelle commedie degli anni '70 che tanto hanno contribuito a dare un senso al nostro amato cinema creando persone ancor prima che personaggi sempre indelebili nel ricordo di chi, da sempre, risulta essere cinefilo per passione.
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toty bottalla
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lunedì 6 febbraio 2017
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commedia divertente e stereotipata!
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Una famiglia povera e simpatica vince improvvisamente 100 milioni di euro, inizia così una storia fatta di gag, battute e situazioni semicomiche un pò stereotipate. Il film di Brizzi è una divertente commedia senza pretese d'ovazioni o commenti forbiti, uno spettacolo che a tratti richiama contaminazioni teatrali nel quale gli interpreti spalmano il loro repertorio senza tregua, buoni ritmi dunque sostenuti dall'equivoco e dal contrasto sociale che scatenano la risata media senza destinazione morale o metaforica, mia valutazione: 2,5 stelle. Saluti.
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pisani
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mercoledì 19 aprile 2017
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si poteva fare di più
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Diciamo che la trama "regge"per circa una quarantina di minuti scarsi,dopodiché subentrano una serie di battute e storie grottesche che si prolungano sino alla fine del film. Brignano bocciato nei panni dell'innamorato che fa di tutto pur di non perdere la sua "amata",il piccolo Kevi (senza enne ) in ombra sino ad allora si scopre"genietto"della truffa ai danni del padre propenso a sperperare la vincita. Chi veramente si salva in questo film è Anna Mazzamauro che ad ogni battuta fa ridere qualsiasi cosa dica . Per il resto film al di sotto della sufficienza. Si poteva certamente fare di più.....magari relegare Brignano ad un ruolo più secondario.
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oscar77
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domenica 17 dicembre 2017
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aspettative deluse
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negli ultimi anni ho evitato le commediole Italiane ed in generale il cinema italiano,strabordanti (a mio parere) di squallore e mancanza, di idee quanto di professionalità.
in questo caso ho fatto un'eccezione,lasciandomi guidare (anche) dalla buona recensione di mymovies che descrive questa pellicola "ricca di umorismo etnico della tipica commedia all'italiana" e anche dalla mia passione per Christian de Sica che con le sue capacità recitative e di showman, meriterebbe molto ma molto di più dei trascurabili cinepanettoni con cui, suo malgrado, ha avuto grande successo. ricordo la sua splendida interpreazione nel semisconosciuto "night club" (1989) ,dove ,ad esempio ha dimostrato di essere degno figlio di suo padre! chiusa questa piccola parentesi e assodato che chi ha recensito il film per my movies, di commedia Italiana (a proposito,non si dice "all'" italiana, ma Italiana e basta!) conosce ben poco.
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negli ultimi anni ho evitato le commediole Italiane ed in generale il cinema italiano,strabordanti (a mio parere) di squallore e mancanza, di idee quanto di professionalità.
in questo caso ho fatto un'eccezione,lasciandomi guidare (anche) dalla buona recensione di mymovies che descrive questa pellicola "ricca di umorismo etnico della tipica commedia all'italiana" e anche dalla mia passione per Christian de Sica che con le sue capacità recitative e di showman, meriterebbe molto ma molto di più dei trascurabili cinepanettoni con cui, suo malgrado, ha avuto grande successo. ricordo la sua splendida interpreazione nel semisconosciuto "night club" (1989) ,dove ,ad esempio ha dimostrato di essere degno figlio di suo padre! chiusa questa piccola parentesi e assodato che chi ha recensito il film per my movies, di commedia Italiana (a proposito,non si dice "all'" italiana, ma Italiana e basta!) conosce ben poco. questo filmettino ha decisamente un'ottimo spunto da cui si poteva tirare fuori una brillante commedia. indubbiamente De Sica è sprecato con una sceneggiatura scialba dove forse arriva al 10% di quel che potrebbe fare, battutine scontate, attori da telenovelas, il tanto acclamato Brignano che dovrebbe limitarsi agli spot pubblicitari e una Mazzamauro definita da My Movies "divina" che cerca solamente di ricalcare (senza successo) la signorina Silvani di Fantozzi (dove era davvero notevole) uniti a palesi buchi di sceneggiatura , inquadrature che sembrano uscite dal filmino delle vacanze di un principiante, colonna sonora inesistente e fotografia penosa....
....no...davvero scadente , le due stelle solo per De Sica, ma di incoraggiamento a fare altro.
qui mancano registi, sceneggiatori, compositori ecc. di un cinema che fu ma che potrebbe ancora esserci, però finchè verranno esaltati film trascurabili cone "La grande bellezza", il nostro cinema sarà inevitabilmente in declino.
peccato
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roby 82
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martedì 20 dicembre 2016
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un remake con la morale
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Poveri ma ricchi, un remake Francese dal titolo " Les Tuche" da cui trae ispirazione anche il parrucchino fastidioso di De Sica. La storia comunque regge, non annoia, e fa anche ridere. Permettetemi di dire che Anna Mazzamauro è da Oscar, e nel finale vederla rendere omaggio alla Signorina Silvani è da commozione. Il resto del cast è bene assortito, e devo dire che Brignano e De Sica lavorano molto bene, molto più che con Ghini. Lucia Ocone non è una sorpresa, infondo porta sul grande schermo il suo personaggio di "Veronika", quindi non le viene chiesto molto. Un film senza volgarità, senza nudi, o la solita soubrette di turno in mezzo ai piedi. Fatta eccezione per Massimo Ferrero che fa un cammeo insensato.
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Poveri ma ricchi, un remake Francese dal titolo " Les Tuche" da cui trae ispirazione anche il parrucchino fastidioso di De Sica. La storia comunque regge, non annoia, e fa anche ridere. Permettetemi di dire che Anna Mazzamauro è da Oscar, e nel finale vederla rendere omaggio alla Signorina Silvani è da commozione. Il resto del cast è bene assortito, e devo dire che Brignano e De Sica lavorano molto bene, molto più che con Ghini. Lucia Ocone non è una sorpresa, infondo porta sul grande schermo il suo personaggio di "Veronika", quindi non le viene chiesto molto. Un film senza volgarità, senza nudi, o la solita soubrette di turno in mezzo ai piedi. Fatta eccezione per Massimo Ferrero che fa un cammeo insensato. Per il resto il film invoglia a vederlo, anche se si immagina già come andrà a finire, e riesce a regalare anche una morale. Insomma voto al film ...sei e mezzo. Promossi. Anche se spero di non vedere mai più in un cinema Italiano un remake di qualcos'altro. Basta, non bastava Ruffini, o Bisio, ora anche De Sica! Stop!
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giorgio47
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domenica 22 gennaio 2017
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come si fa a trovare gradevole questo film?
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Fare una critica ad un film del genere è perdere tempo. Il film è brutto, basato sul alcune battute, appoggiate come sempre da parolacce, con gli attori che sono della macchiette, neanche simpatiche. Dal contesto si salva Brignano che stranamente, dopo un inizio da "idiota", diventa una persona normale. Non cito le incongruenze in quanto si possono tranquillamente accettare, ma parlare di commedia all'italiana? L'unica frase che mi è piaciuta di tutto il film è stata" a me non piacciono i ricchi ma non ho mai detto che non mi piacciono i soldi", il che è tutto dire! Il tutto a beneficio di chi ancora non lo ha visto e che forse può evitarselo.
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Fare una critica ad un film del genere è perdere tempo. Il film è brutto, basato sul alcune battute, appoggiate come sempre da parolacce, con gli attori che sono della macchiette, neanche simpatiche. Dal contesto si salva Brignano che stranamente, dopo un inizio da "idiota", diventa una persona normale. Non cito le incongruenze in quanto si possono tranquillamente accettare, ma parlare di commedia all'italiana? L'unica frase che mi è piaciuta di tutto il film è stata" a me non piacciono i ricchi ma non ho mai detto che non mi piacciono i soldi", il che è tutto dire! Il tutto a beneficio di chi ancora non lo ha visto e che forse può evitarselo.
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