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trinkone
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sabato 18 marzo 2017
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banale
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Oscar immerirato primo tempo molto gradevole ma una volta toccato la tematica gay, del tutto inutile, il film prende una lentezza che rende tutto pesante. Attori fuori luogo, musica e fotogratia inesistente ormai gli Oscar sono un pretesto x fare politica o premiare non il migliore ma quello che vogliono in base a favoritismi di comodo,manifestazione inutile. Ogni anno vediamo premiati i film non meritevoli questo supera di gran lunga film vincitori del recente passato.voto 6
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brandokate
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domenica 12 marzo 2017
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un film necessario
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Vincitore del Golden Globe: miglior film drammatico Moonlight: terribile, disperato, mostruoso come la società malata e tossica che travolge il protagonista: un adolescente afroamericano, vittima silenziosa, incapace di difendersi e di sollevarsi dal fango che è dappertutto intorno a lui. La pièce teatrale da cui è tratto ("In Moonlight Black Boys Look Blue") di Tarell Alvin McCraney svela il significato del titolo: “i ragazzi neri alla luce della luna sembrano blu” e dunque "meno neri", nella società dell’emarginazione sociale. Oltre al tema del razzismo, emerge quello della difficile scoperta dell’identità sessuale di Chiron che fatica a riconoscersi omosessuale in una società così pesantemente machista come quella di Miami.
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Vincitore del Golden Globe: miglior film drammatico Moonlight: terribile, disperato, mostruoso come la società malata e tossica che travolge il protagonista: un adolescente afroamericano, vittima silenziosa, incapace di difendersi e di sollevarsi dal fango che è dappertutto intorno a lui. La pièce teatrale da cui è tratto ("In Moonlight Black Boys Look Blue") di Tarell Alvin McCraney svela il significato del titolo: “i ragazzi neri alla luce della luna sembrano blu” e dunque "meno neri", nella società dell’emarginazione sociale. Oltre al tema del razzismo, emerge quello della difficile scoperta dell’identità sessuale di Chiron che fatica a riconoscersi omosessuale in una società così pesantemente machista come quella di Miami. Il film è diviso in 3 parti, tre sipari, tre atti: corrispondono alle fasi della vita del protagonista, l’infanzia di 'Piccolo', l’adolescenza di ‘Chiron’, l’età adulta di 'Black'. Apparentemente la stessa persona, questi tre personaggi non lo sono affatto, ma hanno semmai in comune solamente i sentimenti, che siano di strazio o di amore. La mancanza di speranza nel cambiamento è la nota più inquietante del film: c’è la spirale del ghetto che assorbe, emargina e trasforma, inevitabilmente, anche le nuove generazioni che imitano gli sbagli dei padri. L’incontro di Piccolo con Juan, il boss di quartiere che lo accoglie e lo “salva” dall’assenza di una madre tossicodipendente e dai violenti e continui attacchi di bullismo che subisce dai compagni di scuola, si trasforma in un’amicizia paterna anche se difficile. In quei momenti in cui stanno insieme Piccolo e Juan ritrovano una purezza perduta, simboleggiata proprio dall’acqua che ritorna come immagine di libertà: la scena del “battesimo” in mare è intensa e toccante. Un film autentico, quanto necessario. brandokate
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samanta
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sabato 11 marzo 2017
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non meritava di vincere
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Ho visto Moonlight lo ammetto per curiosità dopo l'inopinata vittoria agli Oscar come miglior film. Sicuramente non solo è nettamente inferiore la film migliore almeno ai giudizi della critica (LA LA LAND) ma a mio avviso anche nettamente inferiore a due altri film: "La battaglia Hacksaw Ridge" e "Manchester by the sea", non posso al momento dare giudizi sugli altri film nominati anche se Arrival e Lion hanno avuto critiche abbastanza buone. Esprimo tre considerazioni.
La prima che a giudizio pressoché unanime ha vinto il Politically Correct ovvero l'elite di Hollywood ha fatto una scelta antiTrump, il che appare fuorviante, infatti in una gara si premia la qualità, in ogni caso, se si voleva premiare la minoranza afroamericana nel cinema, rilevo che la cinematografia americana ha ormai da tempo sdoganati gli artisti neri attori registi, produttori, rammento solo, tra i tanti, dopo il mitico Sidney Poitier artisti come Denzel Washington (2 Oscar forse attualmente il migliore attore in assoluto di Hollywood), Samuel L.
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Ho visto Moonlight lo ammetto per curiosità dopo l'inopinata vittoria agli Oscar come miglior film. Sicuramente non solo è nettamente inferiore la film migliore almeno ai giudizi della critica (LA LA LAND) ma a mio avviso anche nettamente inferiore a due altri film: "La battaglia Hacksaw Ridge" e "Manchester by the sea", non posso al momento dare giudizi sugli altri film nominati anche se Arrival e Lion hanno avuto critiche abbastanza buone. Esprimo tre considerazioni.
La prima che a giudizio pressoché unanime ha vinto il Politically Correct ovvero l'elite di Hollywood ha fatto una scelta antiTrump, il che appare fuorviante, infatti in una gara si premia la qualità, in ogni caso, se si voleva premiare la minoranza afroamericana nel cinema, rilevo che la cinematografia americana ha ormai da tempo sdoganati gli artisti neri attori registi, produttori, rammento solo, tra i tanti, dopo il mitico Sidney Poitier artisti come Denzel Washington (2 Oscar forse attualmente il migliore attore in assoluto di Hollywood), Samuel L. Jackson, Morgan Freeman, Will Smith, Eddie Murphy, Helle Berry, Viola Davis e si potrebbe andare all'infinito.
La seconda riguarda il film in sé. Il film è tratto da una piéce teatrale in tre atti ed è qui il primo problema: il film non si riesce a distaccare dall'origine teatrale (ma il cinema non è teatro) ed è quindi diviso in tre parti cronologicamente distinte e non amalgamate tra di loro. Il protagonista Chiron è quindi intepretato da tre diversi attori: da un ragazzino di circa dieci anni, da un adolescente di circa 16 anni ed infine nella terza parte da un uomo di ventisei anni (sono passati circa 10 anni), interpretato da Trevante Rhodes. Nella prima parte vediamo il piccolo Chiron con una madre tossica e prostituta che vive in un quartiere nero di Miami dominato dal traffico della droga. A scuola è vittima del bullismo, gli dà accoglienza e lo aiuta a difendersi Juan un boss della droga che talvolta lo ospita a casa sua con la fidanzata Teresa. Nella seconda è sparito Juan e non ho ben capito che fine abbia fatto, ma Chiron è sempre vittima del bullismo dei compagni che lo accusano di essere gay (il che non è vero anche se il nostro ha una difficile sessualità) non trova certo conforto nella madre sempre più degradata, qualche volta lo aiuta Teresa la fidanzata di Juan. Chiron ha un momento di sessualità con l'amico Kevin che pure è uno che corre dietro le ragazze e che in una scena in riva al mare lo masturba. La situazione precipita nel senso che il capo dei bulli costringe Kevin a picchiare duramente Chiron che per vendicarsi spacca una sedia in testa al capo dei bulli e va in galera. Terza parte Chiron è uscito dal carcere e fa il trafficante di droga ad Atlanta ed evidentemente si è arricchito. Una telefonata di Kevin che è stato anche lui in galera, ma adesso fa lo chef in un ristorante di Miami lo induce a andare a trovarlo il colloquio tra i due è scarno anche perché Chiron parla pochissimo ma quando dice a Kevin che in questi 10 anni nessun uomo lo ha toccato questi sorride. Il film finisce con Kevin che carezza la testa di Chiron.
Complessivamente il film è lento con dialoghi di maniera, una sceneggiatura approssimativa,senza un guizzo, un tocco di originalità da parte della regia che lo caratterizzi, con attori vermente modesti al di sotto della sufficienza, con scene inverosimili come quando Juan a domanda di Chiron se traffichi droga lo ammette e poi quando esce il bambino si mette a piangere. Ma un trafficante e boss di droga, bianco o nero, certamente non è facile a questi sentimentalisti tra l'altro appare incomprensibile l'Oscar per migliore attore non protagonista a Mahershalla Alì che impersona Juan con una modesta interpretazione. Un film comunque slegato non armonizzato tra le sue parti certamente non un film sull'omosessualità, ma tutt'al più sull'emarginazione degli afroamericani che sembrerebbe che abbiano come alternativa solo il traffico della droga.
Qui viene l'ultima considerazione perché fanno gli americani questo tipo di film? Si rendono conto che la guerra civile è finita più di 150 anni fa e non sono riusciti ad integrare, almeno come sembrebbe, una minoranza che è il13% della popolazione del paese trai più ricchi e il più potente del Mondo, forse farebbero bene a guardare le radici che hanno fondato questa nazione, se ancora dopo 50 dal pieno riconoscimento dei diritti civili devono continuare a rimestare sull'esclusione dei negri da una vita sociale uguale a quella dei bianchi, che abbiano gli americani la coscienza sporca? Ma allora si diano una mossa e non affliggano gli altri con questi film mediocri che non servono a nulla se non a piangere su se stessi. Mi ricorda tutto ciò un'aneddoto di Winston Churchill che rieletto nel dopoguerra primo ministro, invitato all'ambasciata americana a vedere un film che criticava la guerra appena vinta dagli alleati a metà proiezione si alzò e se ne andò via dicendo all'ambasciatore americano "Voi americani ogni tanto avete il bisogno di fare il bidet alla vostra coscienza sporca, siete liberi di farlo ma non fate bere l'acqua agli altri"!.
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liuk!
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giovedì 9 marzo 2017
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banalissimo
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Film banale, discretamente recitato, dove si cerca di strappare forzatamente la lacrima allo spettatore. Presumibilmente appoggiato dalla lobby gangstareppa afroamericana la pellicola va a vincere premi in tutto il pianeta, svilendo sempre di più l'importanza e qualità delle stesse manifestazioni.
Non boccio la pellicola, c'è di peggio, ma non aspettatevi un capolavoro solo perchè pluristellato.
[+] la lobby gangstareppa afroamericana
(di taxidriver)
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ettavi
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mercoledì 8 marzo 2017
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politically correct
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Questo film è l'arte del cinema? È solamente politically correct .
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claudiacio
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domenica 5 marzo 2017
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rinnegare se stessi per sopravvivere
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Solo, completamente in balia degli avvenimenti, degli altri, ad affrontare situazioni a cui per la sua età non riesce neanche a dare un senso. Nessuno gli consente di comprendere quello che accade, nessuno può aiutarlo neanche a comprendere chi è. L'unica persona che riesce a sentire emotivamente vicina, l'unica persona che lo aiuta a sopravvivere, ha vissuto le stesse cose e diventerà il suo modello, paradossalmente un modello negativo. Soccombere ad un mondo che ti vuole schiacciare perché non sei conforme ai suoi schemi, oppure diventare quello che non sei per sopravvivere? Chiron sceglie la seconda strada che lo porta ad allontanarsi completamento da se stesso, da tutto ciò che realmente è.
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Solo, completamente in balia degli avvenimenti, degli altri, ad affrontare situazioni a cui per la sua età non riesce neanche a dare un senso. Nessuno gli consente di comprendere quello che accade, nessuno può aiutarlo neanche a comprendere chi è. L'unica persona che riesce a sentire emotivamente vicina, l'unica persona che lo aiuta a sopravvivere, ha vissuto le stesse cose e diventerà il suo modello, paradossalmente un modello negativo. Soccombere ad un mondo che ti vuole schiacciare perché non sei conforme ai suoi schemi, oppure diventare quello che non sei per sopravvivere? Chiron sceglie la seconda strada che lo porta ad allontanarsi completamento da se stesso, da tutto ciò che realmente è. 'Uccidere per non essere ucciso', in un mondo spietato in cui vige solo la legge del più forte. Solo alla fine riesce a riscoprirsi e ad esprimere chi realmente è e quello che ha dentro.
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ironman
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domenica 5 marzo 2017
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non è affatto un film sull'omosessualità
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Ritengo che l'etichetta data a questo film, vale a dire che tratta il tema dell'omosessualità ,non sia corretta. Secondo il mio parere, il tema di fondo è quello della solitudine, dell'emarginaxione, non a causa dell'omosessualità ma per un disagio sociale riscontratosi megli anni del l'adolescenza del protagonista ( madre tossicodipendentie, assenza della figura paterna) senza alcun punto di riferimento educativo e sociale. Pertanto, la avvicinamento del protagonista ad un esperienza omosessuale, ( si noti bene unica ) , si colloca in uno schema di privazione di sentimenti, senza per questo definirla omosessuale. A rafforzare questa tesi propongo di confrontare la tematica di questo film, quella si sull'omosessualità che è nei segreti di B.
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Ritengo che l'etichetta data a questo film, vale a dire che tratta il tema dell'omosessualità ,non sia corretta. Secondo il mio parere, il tema di fondo è quello della solitudine, dell'emarginaxione, non a causa dell'omosessualità ma per un disagio sociale riscontratosi megli anni del l'adolescenza del protagonista ( madre tossicodipendentie, assenza della figura paterna) senza alcun punto di riferimento educativo e sociale. Pertanto, la avvicinamento del protagonista ad un esperienza omosessuale, ( si noti bene unica ) , si colloca in uno schema di privazione di sentimenti, senza per questo definirla omosessuale. A rafforzare questa tesi propongo di confrontare la tematica di questo film, quella si sull'omosessualità che è nei segreti di B. Mountain.
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sergio.lago
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domenica 5 marzo 2017
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film sulla sensibilità dell'anima, niente politica
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Mi aspettavo un film violento, composto da una rapida sequenza di avvenimenti, e invece è un’opera intima, sulla sensibilità delle persone. Il regista riesce a carpire e a mettere in evidenza non solo il dolore interiore dei personaggi ma la sincerità dei rapporti tra le persone (in particolare tra il protagonista e la madre). Dialoghi e tempi sono misurati e perfetti. Lento in alcuni punti perchè il tempo non passa mai quando si è soli e si soffre. Molto puntuale la colonna sonora, che si alterna nel sottolineare i due piani interiore e esteriore della vita del protagonista: bellissima la scelta di Cuccurrucucù Paloma di Caetano Veloso, quando durante il viaggio da Atlanta a Miami pensa ad un gruppo di bambini che giocano spensierati al mare, brano che si interrompe e cambia bruscamente quando arrivato a destinazione il protagonista si cala nuovamente nella realtà ed indossa la sua “corazza”.
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Mi aspettavo un film violento, composto da una rapida sequenza di avvenimenti, e invece è un’opera intima, sulla sensibilità delle persone. Il regista riesce a carpire e a mettere in evidenza non solo il dolore interiore dei personaggi ma la sincerità dei rapporti tra le persone (in particolare tra il protagonista e la madre). Dialoghi e tempi sono misurati e perfetti. Lento in alcuni punti perchè il tempo non passa mai quando si è soli e si soffre. Molto puntuale la colonna sonora, che si alterna nel sottolineare i due piani interiore e esteriore della vita del protagonista: bellissima la scelta di Cuccurrucucù Paloma di Caetano Veloso, quando durante il viaggio da Atlanta a Miami pensa ad un gruppo di bambini che giocano spensierati al mare, brano che si interrompe e cambia bruscamente quando arrivato a destinazione il protagonista si cala nuovamente nella realtà ed indossa la sua “corazza”. Bravissimi i tre attori che interpretano il protagonista nelle tre fasi della sua vita. Non è un film sui neri o sui gay … è un film sulla difficoltà di essere se stessi in un contesto che ti è ostile, ma anche sulla speranza che deriva dai sentimenti delle singole persone.
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renaf
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domenica 5 marzo 2017
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gay
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Moonlight (chiaro di luna) bel titolo e bello pure il film non capisco perché non meriti tre stelle minimo! Che pero ha vinto l' Oscar, in questo film semplice intelligente dolce e amaro nel insieme in cui viene trasmessa in modo semplice la vita contemporanea con i suoi problemi, e Gay lo possiamo essere tutti sperando di non offendere qualcuno!
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jackmalone
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sabato 4 marzo 2017
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di notte tutte le vacche sembrano nere
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La luce fredda della luna aiuta a non notare le differenze; anzi mette in risalto le persone comuni che qui sono i neri emarginati; anonimi personaggi dei sobborghi di Miami. La città non si vede e non si sente: è muta, sorda, insensibile. Non è il grande centro economico multiculturale, la città del buen retiro, dei ricchi pensionati della costa est o dei turisti benestanti. E' simile a Scampia ma lo spaccio è più anonimo e garbato; si esercita alla luce del sole, lungo gli stradoni che costeggiano le casette dignitose,tutte uguali; non c'è aggressività, violenza, sparatorie o spargimenti di sangue a cui siamo abituati da Gomorra; non c'è tensione emotiva ma troppa calma.
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La luce fredda della luna aiuta a non notare le differenze; anzi mette in risalto le persone comuni che qui sono i neri emarginati; anonimi personaggi dei sobborghi di Miami. La città non si vede e non si sente: è muta, sorda, insensibile. Non è il grande centro economico multiculturale, la città del buen retiro, dei ricchi pensionati della costa est o dei turisti benestanti. E' simile a Scampia ma lo spaccio è più anonimo e garbato; si esercita alla luce del sole, lungo gli stradoni che costeggiano le casette dignitose,tutte uguali; non c'è aggressività, violenza, sparatorie o spargimenti di sangue a cui siamo abituati da Gomorra; non c'è tensione emotiva ma troppa calma. E' la normalità della vita di chi ha fatto consapevolmente una scelta precisa o di chi non ha saputo scegliere e affrancarsi dal ghetto.
La normalità è il tema del film che capovolge gli stereotipi in modo romantico; gli spacciatori hanno una vita normale ; sono persone con un vissuto dal quale hanno imparato molto e sono diventate persone migliori : sono capaci di affettività e di occuparsi di un bambino trascurato da una madre tossica e senza secondi fini. Non hanno pregiudizi , non forzano la mano e accettano la sessualità come una cosa naturale. I bulli , i discriminatori, i violenti stanno da un'altra partre; sono loro che non hanno ancora trovato la loro identità. Chiron ha un nome bellissimo ma raramente viene chiamato col suo nome: è una persona matura, forte e gentile che non vive la sua sessualità in modo problematico e riesce a riannodare persino il rapporto con l'odiata madre; eppure farà anche lui la scelta di essere uno spacciatore: il modello migliore che che possa capitare in quel contesto.
E' un film dove le immagini hanno un forte potere evocativo mentre i dialoghi sono quasi assenti pur essendo una piece teatrale. Come il cinema dovrebbe tornare ad essere ma con un filo di snobismo nei confronti di un pubblico troppo amante degli effetti speciali: per questo forse ha vinto l'Oscar .
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