Frantz

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alirusso sabato 5 novembre 2016
non gradito Valutazione 0 stelle su cinque
11%
No
89%

Io non consiglio questo film innanzitutto per il motivo della riproduzione in bianco e nero, solo pochissime scene sono state girate a colori . La storia è molto complessa e in certi punti anche noiosa . Per esperienza personale sconsiglio vivamente questo film al pubblico più giovane, poiché i miei due figli, già abituati a film abbastanza complessi si sono parecchio annoiati . Un altro motivo per cui sconsiglio la visione di questo film è il frequente cambio di lingua che mi ha confuso notevolmente . Inoltre gli attori sono di capacità mediocre e secondo me non sono stati in grado di ricoprire il ruolo del personaggio che dovevano rappresentare. Il film è anche stato eccessivamente lungo e pesante. [+]

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ralphscott martedì 25 ottobre 2016
il segreto di adrien rivoire Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Il poliedrico e raffinato regista esplora questa volta i territori del melodramma in bianco e nero. I sentimenti sono trattenuti,le allusioni ad un rapporto affettivo tra i soldati,le menzogne e l'aspetto stesso dell'efebico Adrien sono depistaggi che aumentano l'effetto sorpresa. Ma anche quando la trama prende la piega che non ti aspetti,la vicenda affascina e seduce. Bravi attori (e belli,come sempre nei film di Ozon). Intenso il volto scolpito dell'anziano Stotzner,un padre laconico che recita con gli sguardi,innanzitutto.

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domenico astuti martedì 11 ottobre 2016
un ottimo remake. Valutazione 4 stelle su cinque
13%
No
88%

Regista non ancora cinquantenne e assai prolifico con i suoi quindici tra corti e mediometraggi e ben sedici film all’attivo.   Nella sua ricerca di temi e di stili è passato dalla Trilogia del Lutto a vari generi cinematografici come il grottesco, la commedia, il giallo, il musical fino al melodramma; passando dall’ambientazione da inizi Novecento, agli Anni Settanta, all’attualità. Scrivendo sceneggiature originali ma anche traendo da romanzi e pièce teatrali i suoi script. Bisogna dire che è un regista apprezzabile per bisogno di ricerca, che spazia i suoi interessi e curiosità da storie di bambini che osservano gli adulti a quelle di fragili identità sessuali, dall’amore dichiarato a quello equivoco, da storie di donne incinte a ragazze che si prostituiscono, a fatti criminali. [+]

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domenico astuti martedì 11 ottobre 2016
un remake che merita Valutazione 4 stelle su cinque
44%
No
56%

Regista non ancora cinquantenne e assai prolifico con i suoi quindici tra corti e mediometraggi e ben sedici film all’attivo.   Nella sua ricerca di temi e di stili è passato dalla Trilogia del Lutto a vari generi cinematografici come il grottesco, la commedia, il giallo, il musical fino al melodramma; passando dall’ambientazione da inizi Novecento, agli Anni Settanta, all’attualità. Scrivendo sceneggiature originali ma anche traendo da romanzi e pièce teatrali i suoi script. Bisogna dire che è un regista apprezzabile per bisogno di ricerca, che spazia i suoi interessi e curiosità da storie di bambini che osservano gli adulti a quelle di fragili identità sessuali, dall’amore dichiarato a quello equivoco, da storie di donne incinte a ragazze che si prostituiscono, a fatti criminali. [+]

[+] bella critica (di ralphscott)
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angelo umana martedì 11 ottobre 2016
la menzogna palliativa Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

 Sparagli Piero sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora, fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra coprire il suo sangue. E mentre gli usi questa premura quello si volta ti vede ha paura ed imbracciata l’artiglieria non ti ricambia la cortesia. Così Fabrizio De André nella Guerra di Piero. Lo aveva già detto, già previsto, così come tanti prima e dopo: nelle guerre, come fa dire in Frantz invece il regista François Ozon, si possono trovare di fronte due ragazzi pacifisti di eserciti diversi, ed uno ha per missione di sparare all’altro. Qui non si tratta di Piero ma di Frantz, tedesco.
 
La ex promessa sposa Anna, bella ed elegante nei vestiti del tempo, va quotidianamente a portargli fiori sulla tomba nel 1919. [+]

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tavololaici lunedì 10 ottobre 2016
il film gentile, immerso nell'orrore Valutazione 0 stelle su cinque
49%
No
51%

Frantz è un flim sull'orrrore della guerra, senza che la guerra appaia quasi mai. Giocato in un elegante bianco e nero, con alcuni saltuari ed emotivi squarci di colore, si aggira per la germania e la francia degli anni post-grande guerra (e la scrittura, ho saputo poi, è degli anni 30), tessendo una storia d'amore toccante, fatta di contraddizioni e dolori. Come sappiamo tutti (vivendo per altro in questo nostro periodo) lo struggente suono del violino non puo' nulla contro la guerra, ma evoca ugualmente bellezza e armonia, cosi come un quadro di Monet conservato al Louvre (e su cui tanta parte del film giocherà le sue contraddizioni)-per quanto solo alla fine ne ne scorgeranno le implicazioni. [+]

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vanessa zarastro sabato 8 ottobre 2016
approfondire particolarmente la fotografia perché Valutazione 4 stelle su cinque
49%
No
51%

Frantz è un bel film, apparentemente delicato, che tratta temi importanti come l’amore, la guerra e la morte. Ma parla anche di bugie, di tradimenti, di sensi di colpa e di egocentrismi.
Siamo agli inizi degli anni ‘20 in Sassonia a Quedlinburg, una cittadina di circa 20.000 abitanti alla fine della Prima Guerra Mondiale. Gli uomini e le donne piangono i propri giovani morti al fronte e soffrono per la guerra persa. La famiglia del dott. Hoffmeister è ancora in lutto per Frantz, il figlio ventiquattrenne morto in battaglia. Il padre, la madre e la fidanzata Anna (la bellissima e brava Paula Beer) non escono più da casa se non per andare a portare i fiori al cimitero su una tomba “simbolica” perché il corpo di Frantz non è stato ritrovato. [+]

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writer58 domenica 2 ottobre 2016
l'innocente Valutazione 4 stelle su cinque
76%
No
24%

La Germania, nel 1919, è una nazione sconfitta, a cui hanno imposto durissime condizioni di resa, risentita nei confronti del mondo intero, che ha pagato un enorme tributo di sangue durante la prima guerra mondiale. Uno dei caduti è Frantz, un giovane di 24 anni, figlio di un medico che si sente in colpa per aver inviato il figlio al fronte e che detesta tutti i francesi, considerandoli gli assassini del ragazzo. Anche Anna, la ex fidanzata di Frantz, è in lutto: si reca tutti i giorni sulla sua tomba per deporre un mazzo di fiori, ignora le attenzioni di un maturo pretendente, non vuole dimenticare quello che è stato il suo primo amore. In questo scenario di mestizia, perdita e frustrazione s'inserisce un giovane francese, Adrien, che si presenta come amico di Frantz. [+]

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gpistoia39 sabato 1 ottobre 2016
a volte meglio la menzogna Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Un film quasi struggente e intrigante, molto bello che non lascia spazio al sentimentalismo o al lieto fine. Così è proprio come nella vita, non tutto ciò che vogliamo o desideriamo si avvera. La tristezza per Anna resta tale, Adrien ha già trovato una soluzione alla sua vita: bella residenza, madre ricca, fidanzata che lo accetta. Lui aveva solo bisogno di scaricare un po' di senso di colpa, e lo vuol fare proprio mettendo addosso ai genitori di Franz ulteriore angoscia, l'angoscia della certezza del come e dove e per mano di chi il loro figlio è morto. Ha ragione Anna ad impedire che Adrien racconti tutto ai genitori di Franz, meglio la menzogna, la millantata amicizia parigina prima della guerra. [+]

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jack38 sabato 1 ottobre 2016
ondeggia tra bugie e perdono Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Saranno contenti i sostenitori del perdono da una parte e delle bugie a fin di bene dall'altra. Il film è un'alternanza tra le contraddizioni dell'essere umano, la cui moralità è sorretta da un sottile equilibrio pronto a spezzarsi quando la realtà dei sentimenti e della quotidianeità prende il sopravvento. L'uomo che tende a serbare rancore nei confronti dei nemici è pronto ad assumersi le responsabilità delle proprie azioni quando l'analisi diventa cruda e nuda. Tende a dimenticare il dolore e a voltare pagina, anzi a costruire la prorpia serenità nel percorso di superamento della sofferenza. Il film di Ozon stimola la riflessione dello spettatore e in fondo lascia un messaggio di speranza, fratellanza, di buoni sentimenti. [+]

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