anna maria falchi
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giovedì 10 novembre 2016
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tutti i colori dell'alluvione
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Per chi come me non era ancora nato nel 1966, vedere questo documentario è stato a dir poco emozionante e commovente. Avevo visto altre volte foto d'archivio e brevi filmati in bianco e nero, le immagini restituivano sempre il ricordo di un passato doloroso, ma quasi dimenticato. Una triste cartolina d'altri tempi.
L'Arno, dopo la furia devastatrice della piena, aveva lasciato Firenze allibita, sotto uno strato putrido di melma e di sporcizia.
Questa è l'immagine che avevo costruito dentro di me della Firenze di quei giorni, una città grigia, disperata, sporca e immobile.
Camminando sull'acqua raccoglie la testimonianza diretta della tragedia vissuta dai fiorentini in quei giorni.
Sono immagini girate da Beppe Fantacci, un fiorentino ferito come tanti ma che, quella mattina, decise di raccontare la tragedia attraverso la lente di una macchina da presa e di regalarla al mondo, affinché tutti vedessero, tutti capissero.
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Per chi come me non era ancora nato nel 1966, vedere questo documentario è stato a dir poco emozionante e commovente. Avevo visto altre volte foto d'archivio e brevi filmati in bianco e nero, le immagini restituivano sempre il ricordo di un passato doloroso, ma quasi dimenticato. Una triste cartolina d'altri tempi.
L'Arno, dopo la furia devastatrice della piena, aveva lasciato Firenze allibita, sotto uno strato putrido di melma e di sporcizia.
Questa è l'immagine che avevo costruito dentro di me della Firenze di quei giorni, una città grigia, disperata, sporca e immobile.
Camminando sull'acqua raccoglie la testimonianza diretta della tragedia vissuta dai fiorentini in quei giorni.
Sono immagini girate da Beppe Fantacci, un fiorentino ferito come tanti ma che, quella mattina, decise di raccontare la tragedia attraverso la lente di una macchina da presa e di regalarla al mondo, affinché tutti vedessero, tutti capissero.
Al regista, Gianmarco D'Agostino, il difficile compito di montare le immagini altalenando i ricordi di quel passato terribile al presente di una città che, con coraggio, ha saputo rialzarsi e ripulirsi dal fango.
Il filmato a colori è stato una sorpresa per me.
Immaginavo di vedere il solito documentario in bianco e nero, il colore invece ha restituito la vita a una città che sembrava ferita a morte, sepolta dalla melma.
Al regista anche il merito di essere riuscito a non scivolare in scontati sentimentalismi.
Il risultato è quello di un filmato ricco di emozioni che descrive momenti di profondo sgomento, ma anche di grande solidarietà e di altruismo.
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albertc
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venerdì 11 novembre 2016
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un racconto nel racconto di una tragedia
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Ricordo bene quei giorni, quelli dell'alluvione, l'odore pungente del gasolio, l'umidità, il silenzio e la devastazione. Ero bambino ma tutto questo è stampato nella mia memoria. Sulla nostra alluvione si sono stampate migliaia e migliaia di pagine di libri fotografici, altalenanti fra la documentazione del disastro, la retorica e la miseria dei vinti dal fango.
D'Agostino ha fatto una scelta coraggiosa, non spericolata ma coraggiosa. Ha scelto di raccontare, con la levità che solo mezzo secolo di distanza permette, la storia della rinascita della speranza e di chi si è adoperato perché questo accadesse.
La storia di Fantacci, Pucci e Tayar che partono per gli Stati Uniti cercando sostegno per Firenze è importante, degna di nota e plauso.
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Ricordo bene quei giorni, quelli dell'alluvione, l'odore pungente del gasolio, l'umidità, il silenzio e la devastazione. Ero bambino ma tutto questo è stampato nella mia memoria. Sulla nostra alluvione si sono stampate migliaia e migliaia di pagine di libri fotografici, altalenanti fra la documentazione del disastro, la retorica e la miseria dei vinti dal fango.
D'Agostino ha fatto una scelta coraggiosa, non spericolata ma coraggiosa. Ha scelto di raccontare, con la levità che solo mezzo secolo di distanza permette, la storia della rinascita della speranza e di chi si è adoperato perché questo accadesse.
La storia di Fantacci, Pucci e Tayar che partono per gli Stati Uniti cercando sostegno per Firenze è importante, degna di nota e plauso. Il film racconta con semplicità ed eleganza stilistica come in mezzo ad un disastro, talmente noto che ulteriore pellicola dedicata unicamente a descriverlo sarebbe stata sprecata, ci sia stato chi invece di chiudersi nella sua torre, si sia messo gli stivali di gomma e abbia agito. Non per sé ma per la propria città ed i propri concittadini, questo dice tanto, forse tutto, agli imprenditori di oggi. D'Agostino racconta questo e forse è più utile di 20 minuti di immagini e musica drammatica, anzi.. cancellerei il "forse".
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