eleonora panzeri
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sabato 5 marzo 2016
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quando si dice amore …
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Un film controverso e molto ben realizzato che descrive poeticamente l’altra faccia dell’amore, quella più preziosa e nascosta: la comprensione. La storia di Wegener non è solo quella di un uomo che realizza di essere prigioniero di un corpo che non rispecchia la sua essenza.
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Un film controverso e molto ben realizzato che descrive poeticamente l’altra faccia dell’amore, quella più preziosa e nascosta: la comprensione. La storia di Wegener non è solo quella di un uomo che realizza di essere prigioniero di un corpo che non rispecchia la sua essenza. Wegener ha la grande fortuna di avere al suo fianco una donna molto intelligente ed innamorata, che a dispetto della gretta ed arretrata società danese dei primi del ‘900 non crede nella pazzia del marito e tenta di capirlo. Sia Eddie Redmayne che Alicia Vikander danno un’interpretazione viva ed emozionante dei loro personaggi portando lo spettatore ad empatizzare con la loro difficile battaglia. Sebbene il grave disagio di Wegener ed il suo coraggio siano molto ben raccontati, ritengo che la vera eroina del film sia la giovane e coraggiosa Gerda che resta accanto al marito in tutto il suo percorso di transizione. Un film capace di far luce su alcune verità “scomode” della nostra società così fedele alle sue regole morali e sessuali ed incapace di dare una spiegazione plausibile a ciò che è fuori dagli schemi.
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melania
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giovedì 3 marzo 2016
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stupendo
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E' un film bellissimo,di grande umanità,commovente.Fa pensare al concetto che l'amore vero non conosce ostacoli e a quanto possa essere grande la sofferenza di chi non riesce più a stare nei propri panni,non accetta la sua identità al punto da andare incontro a qualsiasi rischio pur di uscirne...Un film da vedere e rivedere.Davvero bello!
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melania
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giovedì 3 marzo 2016
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stupendo
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E' un film bellissimo,di grande umanità,commovente ,da vedere e rivedere.Fa riflettere sul concetto che l'amore vero non conosce ostacoli e su quanto possa essere grande la sofferenza di chi non riesce piu'a stare nei suoi panni ,non accenta la sua identità e va incontro a qualsiasi rischio pur di uscirne...Davvero un grande film!
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gippal
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giovedì 3 marzo 2016
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lili elbe
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Lily voleva con tutte le sue forze prendere il volo e lanciarsi nel mondo. E lo ha fatto, anche se per poco tempo, anche se per un breve istante.
The Danish Girl narra la storia del primo transgender sottopostosi ad un intervento di rimozione dei genitali e poi di impianto e ricostruzione della vagina. Si chiamava Lili Elbe. Con (eccessivo) candore, Eddie Redmayne interpretata Lili, riuscendo a compiere un quasi discreto lavoro, snodando il suo busto in più occasioni cercando di ricreare la posa perfetta, assorbendo come una spugna in ogni luogo e imitando i movimenti e i gesti delle donne con una perfezione tale da chiedersi: ma un transgender è davvero così? Imita ossessivamente una donna o si sente tale con le sue particolarità? Dov'è la sua individualità? Dateci Lili per quella che è, non sfasando il tutto.
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Lily voleva con tutte le sue forze prendere il volo e lanciarsi nel mondo. E lo ha fatto, anche se per poco tempo, anche se per un breve istante.
The Danish Girl narra la storia del primo transgender sottopostosi ad un intervento di rimozione dei genitali e poi di impianto e ricostruzione della vagina. Si chiamava Lili Elbe. Con (eccessivo) candore, Eddie Redmayne interpretata Lili, riuscendo a compiere un quasi discreto lavoro, snodando il suo busto in più occasioni cercando di ricreare la posa perfetta, assorbendo come una spugna in ogni luogo e imitando i movimenti e i gesti delle donne con una perfezione tale da chiedersi: ma un transgender è davvero così? Imita ossessivamente una donna o si sente tale con le sue particolarità? Dov'è la sua individualità? Dateci Lili per quella che è, non sfasando il tutto. Cercando su internet una foto di Lili ci si rende conto di come il film alteri il tutto, puntando fino all'ossesso su particolari che di poetico non hanno nulla. Anche al mercato, Lili osserva con bramosia gli atteggiamenti delle passanti: lui vuole farli suoi, lui vuole imitare. Si reca persino da una prostituta, simbolo di bellezza e di eleganza (dei gesti, chiaramente) dell'epoca. Tutto troppo esaltato, come se una donna transgender possa essere quello e basta, come se una donna transgender fosse relegata ad un solo ruolo: quello della imitazione sfocata e imperfetta di una ''donna''. Perché, invece, non tratteggiare altri aspetti del tutto tralasciati?
Lili fu una donna storicamente rilevante, sia perchè decise di essere se stessa, fino in fondo, sia perchè, grazie ai suoi interventi, i progressi medici in materia furono notevoli. Parlando con molte persone, estranee alla tematica, emerge come il film è stato quasi una rivelazione, aprendo gli sconfinati spazi di una novità ancora inesplorata per molti. Ben venga, oggi più che mai, un film che faccia prendere coscienza di qualcosa di cui non si parla abbastanza. Le persone devono sapere cosa significa vivere un processo del genere, e The Danish Girl in questo riesce, ma, The Danish Girl racconta SOLO UNA delle storie dei tanti transgender.
La realtà dell'epoca è ben costruita ma nulla di formidabile. La storia, dopo una certa lentezza, prende la spinta, ma appare troppo frettolosa, incapace di dar sfogo all'individualità del protagonista. E che dire di Gerba? Viene romanzata fino all'ossesso, quasi fosse una paladina dell'amore che mai è esistita. Non si fa minimamente riferimento alle sue storie (neanche quelle omosessuali), e si cerca di eliminare ogni parvenza della donna che era ricreandone una nuova, dall'inizio. Alicia Vikander, in tutto ciò, è scialba e banale. Aldilà delle tematiche importanti, il film perde consistenza. Si inoltra verso un sentiero rigoglioso solo una volta per poi tornare indietro, inesorabilmente. E allora lo dirò chiaramente: Hooper, in questo film, sembra un regista alla ricerca disperata di premi, che non prende mai un rischio e cerca di rendere tutto appetibile per un pubblico mainstream. E, ultimo ma non importante, trasforma Gerba in una donna martire. La scrittura è scadente mentre la direzione artistica e i costumi erano notevoli.
Il film, certamente, farà prendere coscienza della tematica a molte più persone, magari in qualche modo li educherà, li spingerà a volerne sapere di più e accettare maggiormente le persone che decidono di compiere questo passo.
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marezia
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martedì 1 marzo 2016
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apripista dannoso, ancora una volta.
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Con molto sforzo, devo dire, ho riletto la recensione di Gabriele Niola e, questa volta sulla scorta di una doppia visione (nel senso che dopo quella in italiano l'ho visto anche sottotitolato), devo continuare a dire che è PROFONDAMENTE ERRATA. Ho scelto questo titolo perché il trailer in lingua originale mi aveva affascinata e, per questo, convinta e, una volta in sala, sono stata attenta a TUTTO ricavandone considerazioni diamentralmente opposte; ci sono ritornata e quello che avevo visto nel trailer l'ho ritrovato appieno e con una riflessione in più: la IMPRESSIONANTE CLASSE E BRAVURA di Redmayne è tale che anche col doppiagio italiano i suoi due personaggi vivano attraverso il suo corpo e la sua gestualità, nonché attraverso il suo sguardo, distinguendosi nettamente ma non per artificiosità di costruzione ma per sfumature.
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Con molto sforzo, devo dire, ho riletto la recensione di Gabriele Niola e, questa volta sulla scorta di una doppia visione (nel senso che dopo quella in italiano l'ho visto anche sottotitolato), devo continuare a dire che è PROFONDAMENTE ERRATA. Ho scelto questo titolo perché il trailer in lingua originale mi aveva affascinata e, per questo, convinta e, una volta in sala, sono stata attenta a TUTTO ricavandone considerazioni diamentralmente opposte; ci sono ritornata e quello che avevo visto nel trailer l'ho ritrovato appieno e con una riflessione in più: la IMPRESSIONANTE CLASSE E BRAVURA di Redmayne è tale che anche col doppiagio italiano i suoi due personaggi vivano attraverso il suo corpo e la sua gestualità, nonché attraverso il suo sguardo, distinguendosi nettamente ma non per artificiosità di costruzione ma per sfumature. Piccole ma decisive sfumature. Il fatto che il corpo abbia un ruolo così importante non depotenzia nulla, anzi, esalta IL SENSO DEL FILM: il fatto che l'identità sia un fatto psichico e non sessuale. Questo è quello che Niola non ha capito. Il sesso non c'entra niente. Il non vedere la realizzazione concreta di pulsioni o, peggio, dell'intervento, è una scelta INTELLIGENTE e di chi l'ha scritto e di chi l'ha prodotto. Dispiace che nel mondo abbia ottenuto se non altro recensioni all'altezza del suo valore e che qui ALCUNI lo stronchino depotenziando, LORO SI', LA SUA BELLEZZA. Se poi, è un sito di un certo credito poi... Perché scegliere Niola?
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dhany coraucci
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martedì 1 marzo 2016
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crisi d'identità in forma d'eleganza
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La crisi d'identità è un tema delicato e complesso, non facile da portare sullo schermo. E se per questo, assolutamente non facile da vivere. Essendo un tema che mi coinvolge particolarmente, il solo tentativo per me è già motivo di grande interesse. Se poi si riesce a trasmetterne, anche solo in parte, la dilaniante ricchezza che lo attraversa e lo accompagna, non posso che rimanerne colpita. Attendevo questo film da tempo. Con la riserva di un'istintiva antipatia per Eddy Radmayne bilanciata però da una trascinante simpatia per Alice Vikander, e non mi capita spesso. Devo dire che questo film, poi, mi ha subito conquistato.
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La crisi d'identità è un tema delicato e complesso, non facile da portare sullo schermo. E se per questo, assolutamente non facile da vivere. Essendo un tema che mi coinvolge particolarmente, il solo tentativo per me è già motivo di grande interesse. Se poi si riesce a trasmetterne, anche solo in parte, la dilaniante ricchezza che lo attraversa e lo accompagna, non posso che rimanerne colpita. Attendevo questo film da tempo. Con la riserva di un'istintiva antipatia per Eddy Radmayne bilanciata però da una trascinante simpatia per Alice Vikander, e non mi capita spesso. Devo dire che questo film, poi, mi ha subito conquistato. Perché l'ho trovato di un'eleganza rarissima. La crisi d'identità non è mai elegante, intendiamoci. Ma è anche vero che l'eleganza è una virtù altrettanto complessa e, anche se sembrerebbe il contrario, si esprime dentro, più che fuori. Sarà stata anche Copenaghen o i magnifici paesaggi e ambienti nordici, sarà stata l'immensa bravura degli attori (anche di Radmayne, devo proprio ammetterlo) o sarà stato che l'inconscio, che è il vero protagonista, e i suoi desideri e le sue esplorazioni sono filmate con grande intensità ed emozione: ho trovato questo film davvero bello. E bella anche l'indagine mai facile su forme d'amore che sconfinano in territori di cui si sa poco, almeno ad osservarle dall'esterno.
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alepao
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lunedì 29 febbraio 2016
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un bel film
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Mille apettative prima di vedere il film ma, purtroppo non tutte sono state esaudite. La storia ,decisamente attuale e coinvolgente, è affiancata da una sapiente regia ed una splendida fotografia. I due protagonisti offono una prova attoriale molto accademica. la protagonista, che veste i panni della moglie, regala però una magistare interpretazione riuscendo ad essere la fonte catalizzante, ricca di patos dell'intero film. Redmayne invece, nei panni di Lili ha abbanstanza deluso; una recitazione perfetta , forse troppo, che lascia veramente poco al coinvolgimento emotivo. In conclusione un buon film che , in alcuni momenti è capace di regalare emozioni; ma molto lontano dall'essere un capolavoro
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marezia
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lunedì 29 febbraio 2016
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invito ai poveri di spirito
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Riintervengo solo per invitare coloro che sono abituati ad inventariare minuto per minuto fatti, dettagli e qualunque mosca passi loro davanti di astenersi dallo scrivere perché TUTTO nel film E' FUNZIONALE AL PROCEDERE DELLA NARRAZIONE e TUTTO HA UN VALORE ARTISTICO. I gesti, le espressioni E LE BATTUTE DEL FILM sono estensioni dei personaggi, fanno parte dei personaggi, sono i personaggi quindi, concludendo, chi non ha capito il senso di quello che ha visto e continua o a buttarla in politica, o continua a vederci rimandi all'attualità TACCIA. Quanto al inale, poi, se depotenzia, AMEN.
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filippo catani
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lunedì 29 febbraio 2016
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un'occasione persa
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Copenaghen 1926. Il pittore paesaggista Einar Wegener scopre quasi casualmente il suo lato femminile e decide di sottoporsi per primo a una pericolosissima operazione per cambiare sesso appoggiato dalla moglie.
Lo diciamo subito per poi motivare: il film non ci è piaciuto. La coppia Redmayne-Vikander è l'unica cosa che funziona (lei premiata con l'Oscar che però avrebbe maggiormente meritato la Winslet). Per il resto ci troviamo davanti ad una prima ora assolutamente soporifera in cui il protagonista scopre la sua vena femminile ma invece di puntare su intimità e introspezione ci si perde in giochi di sguardi, vestiti e mosse unite a inutili scenate isteriche.
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Copenaghen 1926. Il pittore paesaggista Einar Wegener scopre quasi casualmente il suo lato femminile e decide di sottoporsi per primo a una pericolosissima operazione per cambiare sesso appoggiato dalla moglie.
Lo diciamo subito per poi motivare: il film non ci è piaciuto. La coppia Redmayne-Vikander è l'unica cosa che funziona (lei premiata con l'Oscar che però avrebbe maggiormente meritato la Winslet). Per il resto ci troviamo davanti ad una prima ora assolutamente soporifera in cui il protagonista scopre la sua vena femminile ma invece di puntare su intimità e introspezione ci si perde in giochi di sguardi, vestiti e mosse unite a inutili scenate isteriche. Inoltre anche il personaggio della moglie risulta un po' poco credibile e decisamente troppo controllato. Nella seconda parte il livello sale un pelo per poi cedere definitivamente a un finale strappalacrime e un po' da fiction. Insomma un'occasione persa perchè il materiale artistico era importante dal regista agli attori fino alla sceneggiatura ed è stato dilapidato in un'opera piena di luoghi comuni. Peccato.
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tatyc
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lunedì 29 febbraio 2016
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storia di un coraggioso cambiamento
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Questo film é di enorme spessore racconta in modo sorprendente e delicato il disagio e l'esigenza di esprimersi di una donna intrappolata nel corpo di un uomo in un' epoca, dove ancora piú di oggi, era difficile esprimere se stessi. Straordinarie interpretazioni dei due protagonisti lei la moglie gli è stata sempre accanto con un comportamento coraggioso e tence anche nei momenti più drammatici.
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