zarar
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sabato 6 giugno 2015
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un'occasione mancata
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Attrae lo spunto e il modo originale, cioè paradossale, sorridente, spregiudicatissimo, di affrontare un tema spinoso (una piccolissima, eterogenea comunità islamica a Venezia smania per conquistare la sua moschea per la preghiera e trova ostacoli dove meno se li aspetterebbe, e aiuti dove mai se li aspetterebbe...). Ma -eravamo in coppia a vedere questo film - "L'idea era buona, ma ci sarebbe voluto uno sceneggiatore (completamente missing in action): il dialogo, sia pure nella cifra del comico pirotecnico, è sbrindellato, non dice niente...". "Diciamo che ci sarebbero voluti degli attori: non riescono ad andare al di là della macchietta e dello stereotipo più banale...e poi tutti sopra le righe, stralunati senza essere brillanti.
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Attrae lo spunto e il modo originale, cioè paradossale, sorridente, spregiudicatissimo, di affrontare un tema spinoso (una piccolissima, eterogenea comunità islamica a Venezia smania per conquistare la sua moschea per la preghiera e trova ostacoli dove meno se li aspetterebbe, e aiuti dove mai se li aspetterebbe...). Ma -eravamo in coppia a vedere questo film - "L'idea era buona, ma ci sarebbe voluto uno sceneggiatore (completamente missing in action): il dialogo, sia pure nella cifra del comico pirotecnico, è sbrindellato, non dice niente...". "Diciamo che ci sarebbero voluti degli attori: non riescono ad andare al di là della macchietta e dello stereotipo più banale...e poi tutti sopra le righe, stralunati senza essere brillanti...". "Diciamo che ci sarebbe voluto un regista: la storia oscilla tra la vecchia comica e l'ironico sofisticato che fa l'occhiolino allo spettatore, ma sono due cifre troppo diverse per coniugarle insieme e in questo minestrone vien fuori una storia senza capo né coda e senza una sua coerenza stilistica...". "Però una certa stoffa c'è, vedi la fotografia...". Riassumendo: un'occasione mancata, anche a ripensarci a mente fredda. Si sente l'eco di un certo cinema francese, ma senza la sua sofisticata leggerezza. Restano, belle e originali, l'ambientazione e la fotografia: una Venezia che fa tutt'uno con i protagonisti (ma lei sì convincente): bella e stracciona, accesa e stralunata, tra straniante periferia urbana e suk levantino.
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flyanto
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mercoledì 3 giugno 2015
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una comunità musulmana alla ricerca di una moschea
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Qualsiasi pellicola, che sia comica o drammatica, in cui compare Giuseppe Battiston, risulta un sicuro successo e pertanto anche "Pitza e Datteri" si conferma come tale.
Ambientata presso la comunità multi razziale della città di Venezia, la vicenda ruota tutta intorno alla ricerca da parte di un gruppo di musulmani di una Moschea stabile dove poter pregare e riunirsi liberamente. Il luogo precedente dove essi si riunivano ora è stato occupato da un negozio di parrucchiere di proprietà di una bella e giovane donna turco-francese abbandonata dal proprio consorte. Giuseppe Battiston interpreta il ruolo di un veneziano doc che convive però strettamente con la suddetta comunità di stranieri, condividendo con loro giornate e problematiche varie.
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Qualsiasi pellicola, che sia comica o drammatica, in cui compare Giuseppe Battiston, risulta un sicuro successo e pertanto anche "Pitza e Datteri" si conferma come tale.
Ambientata presso la comunità multi razziale della città di Venezia, la vicenda ruota tutta intorno alla ricerca da parte di un gruppo di musulmani di una Moschea stabile dove poter pregare e riunirsi liberamente. Il luogo precedente dove essi si riunivano ora è stato occupato da un negozio di parrucchiere di proprietà di una bella e giovane donna turco-francese abbandonata dal proprio consorte. Giuseppe Battiston interpreta il ruolo di un veneziano doc che convive però strettamente con la suddetta comunità di stranieri, condividendo con loro giornate e problematiche varie. Ma la presenza della bella ragazza turco-francese porterà un grosso scompiglio all'interno della stessa comunità, finchè per i fedeli musulmani, dopo peraltro numerosi avvenimenti, si realizza finalmente e concretamente il sogno di possedere una vera e propria Moschea.
Molto divertente, assurda quanto basta nello svolgersi della vicenda favolistica, piacevole e ben diretta dal regista curdo Fariborz Kamkari, già autore nonchè regista del famoso "I Fiori di Kirkuk", "Pitza e Datteri" costituisce una rappresentazione chiara ed efficace di una Venezia assai insolita e lontana dalle immagine classiche a cui siamo abituati: quella, appunto, della comunità straniera composta da per lo più da immigrati musulmani e dunque crocevia tra Oriente ed Occidente. Kamkari dimostra ovviamente di conoscere bene i propri simili e bonariamente li ritrae anche con un pizzico di ironia che serve a rendere manifesti e, nello stesso tempo, a stemperare loro piccole particolarità e "manie". In mezzo a tutto ciò, spicca e sicuramente si distingue nettamente e simpaticamente su tutti la figura del "finto" musulmano interpretata molto bene ed efficacemente da Battiston che serve anche ad arricchire il già presente humour della pellicola, oltre a darle spessore e, dunque, maggiore valore.
Per evadere simpaticamente ed intelligentemente con la mente.
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m.barenghi
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mercoledì 30 settembre 2015
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inguardabile!!
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Flm che tratta temi importanti come la religiosità, la convivenza fra culture, i rapporti fra Islam e resto del mondo, mettendo in burla situazioni e personaggi che oltrepassano il limite del caricaturale, senza però nemmeno riuscire a suscitare una risata. Gli errori diegetici sono addirittura marchiani: se si pensa che il giovane imam afgano, che non conosce l'arabo (il che è già da "fuori di testa" visto che il Corano è scritto in quella lingua) e che ha imparato l'italiano nell'Ospedale Italiano di Kabul (presumo quindi quello di Emergency) progetta di contrastare il nemico-demonio (una parrucchiera franco-turca che ha trasformato in negozio il locale della pre-esistente moschea) ricorrendo alla lapidazione, piuttosto che al rogo o all'accoltellamento.
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Flm che tratta temi importanti come la religiosità, la convivenza fra culture, i rapporti fra Islam e resto del mondo, mettendo in burla situazioni e personaggi che oltrepassano il limite del caricaturale, senza però nemmeno riuscire a suscitare una risata. Gli errori diegetici sono addirittura marchiani: se si pensa che il giovane imam afgano, che non conosce l'arabo (il che è già da "fuori di testa" visto che il Corano è scritto in quella lingua) e che ha imparato l'italiano nell'Ospedale Italiano di Kabul (presumo quindi quello di Emergency) progetta di contrastare il nemico-demonio (una parrucchiera franco-turca che ha trasformato in negozio il locale della pre-esistente moschea) ricorrendo alla lapidazione, piuttosto che al rogo o all'accoltellamento. Del tutto improbabile anche il personaggio di Battiston (un discendente spiantato di una nobile famiglia di dogi, con un padre bancarottiere fuggito in Uruguay dove campa di televendite), proprietario di un palazzo principesco: in attesa di crollare -il palazzo- o di ricevere l'avviso di sequestro del bene -il Battiston- che rifugge come un incubo per tutta la durata del film. Deboli anche i personaggi di contorno, eccetto forse il "capo" della comunità musulmana e l'inerente famiglia. Insomma, si aspetta sempre che capiti qualcosa di divertente, ma il film termina e non è successo niente!
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fabiobellini
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sabato 30 maggio 2015
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divertimento che lascia pieni di nuove idee
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Guidati dalle bollicine dell'ironia, si attraversa un racconto inaspettato eppure 'della porta accanto', collegato strettamente alle tematiche della coscienza quotidiana di questi anni. Operazione davvero originale, trasporta con la leggerezza di una favola e, come le favole lascia pieni di idee fresche e di informazioni.
Una scommessa molto intelligente e riuscita.
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federik
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sabato 30 maggio 2015
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una storia divertente e raffinata
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Pitza e datteri mi è piaciuto molto, davvero, mi e’ piaciuta molto la Venezia che Fariborz Kamkari racconta con vero amore, non la solita triste grigia autocelebrativa nostalgica senza speranza maestosa e statica ma una piccola meravigliosa città incasinata e piena di problemi ma colorata, dove qualche volta c’è anche un sole bellissimo e un cielo luminoso, circondata da una meravigliosa laguna dov’è bello andare in barchino anzichè in auto o motorino. E magari i veneziani fossero ancora svitati curiosi e puri come Bepi Vendramin e amassero e difendessero ancora così tanto la loro citta’! Bravi e belli gli attori, bellissima la musica, eccellente la fotografia, una storia delicata e profonda, sono d’accordo con il messaggio che l’unica strada sia quella della pace e della tolleranza e il colore viola del negozio di Zara e’ il mio preferito.
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albertov
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martedì 2 giugno 2015
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coraggioso, ottimista col sorriso!
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Devo dire che Pitza e datteri mi è piaciuto veramente molto. L'ho trovato molto coraggioso e sono contento che un regista orientale abbia fatto un passo così, sul grande schermo, per avvicinare Oriente e Occidente. Ci sono alcune cose dette nel film che mi hanno fatto molto riflettere sulla situazione attuale. Avevo già letto alcune critiche che dicevano che il film è lento. Effettivamente il film è lento, forse non fa ridere come un cinepanettone, ma è un film che fa stare bene e che ci rende un po' più ottimisti sulle possibilità di incontro fra le culture.
Consiglio assolutamente di andare a vederlo!
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