iuriv
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giovedì 3 novembre 2016
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si ride, ma poco.
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Non è difficile immaginare da dove questo Mortdecai abbia tratto ispirazione. Il giallo sviluppato attorno alla scomparsa di un oggetto prezioso, un protagonista inconsapevolmente goffo, un maggiordomo combattente, riportano alla mente la saga della Pantera Rosa.
Ma Koepp non è Blake Edwards (e Johnny Depp non è Peter Sellers). Una trama imprecisa, le battute talvolta fuori tempo e alcune scenette ridondanti, restituiscono la sensazione di una storia che in alcuni frangenti tende ad addormentarsi. Per compensare gli autori non rinunciano a qualche trivialità rendendo l'amalgama un filo straniante e quasi mai divertente per davvero.
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Non è difficile immaginare da dove questo Mortdecai abbia tratto ispirazione. Il giallo sviluppato attorno alla scomparsa di un oggetto prezioso, un protagonista inconsapevolmente goffo, un maggiordomo combattente, riportano alla mente la saga della Pantera Rosa.
Ma Koepp non è Blake Edwards (e Johnny Depp non è Peter Sellers). Una trama imprecisa, le battute talvolta fuori tempo e alcune scenette ridondanti, restituiscono la sensazione di una storia che in alcuni frangenti tende ad addormentarsi. Per compensare gli autori non rinunciano a qualche trivialità rendendo l'amalgama un filo straniante e quasi mai divertente per davvero.
Ammantato da una fotografia coloratissima, il film si alterna tra dialoghi surreali, momenti fisici e scene di vera e propria azione senza riuscire mai a trovare una propria identità.
Nonostante tutto, però, si riesce anche a ridere. Alcuni momenti sono efficaci in questo senso e buona parte del merito va affidato a Paul Bettany, interprete di un personaggio un po' prevedibile, ma sempre pimpante.
Il resto è fatto da caratterizzazioni sopra le righe, con poca misura sia nella scrittura che nella resa a schermo dei personaggi. Depp è una caricatura di suo oramai, McGregor sembra un pesce fuor d'acqua e Paltrow si limita spesso a far da raccordo tra i due.
Mortdecai non è un film esattamente brutto. Ha i suoi momenti e, tutto sommato, può anche essere una visione piacevole e senza pretese. Ma con un cast del genere e una messa in scena così cinetica, forse, ambiva a qualcosa di più.
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peer gynt
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martedì 24 febbraio 2015
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noiosa farsa-parodia dall'umorismo spento
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Commediola piuttosto cretina, dall'umorismo frigido (molto british), con trama del tutto insipida e un Johnny Depp (qui anche coproduttore) che esagera in mossette e smorfie, facendo del personaggio una stolida caricatura.
Con una scena finale con Depp e la Paltrow in vasca tanto leziosa da risultare perfino imbarazzante, il film ha ben poco da salvare. Unico pregio un ritmo veloce, quasi che gli autori non vedessero l'ora di arrivare alla parola fine.
E così è dello spettatore annoiato.
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sabrina lanzillotti
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mercoledì 25 febbraio 2015
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la peggiore interpretazione di johnny depp
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Charlie Mortdecai è un mercante d’arte estremamente eccentrico ed affascinante e allo stesso tempo un truffatore viziato e vigliacco. Nonostante le sue ricchezze, però, neanche lui sfugge alla crisi economica e, infatti, il suo patrimonio si sta lentamente dissipando. Come se non bastasse, poi, Charlie ha un debito con la corona britannica per tasse non pagate che ammonta a qualche milione di sterline, che sua moglie Johanna, con la quale è in crisi, vorrebbe ripagare vendendo i loro beni.
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Charlie Mortdecai è un mercante d’arte estremamente eccentrico ed affascinante e allo stesso tempo un truffatore viziato e vigliacco. Nonostante le sue ricchezze, però, neanche lui sfugge alla crisi economica e, infatti, il suo patrimonio si sta lentamente dissipando. Come se non bastasse, poi, Charlie ha un debito con la corona britannica per tasse non pagate che ammonta a qualche milione di sterline, che sua moglie Johanna, con la quale è in crisi, vorrebbe ripagare vendendo i loro beni. La situazione sembra cambiare quando il suo amico appartenente ai servizi segreti, Alistar Martland, gli chiede aiuto per ritrovare un prezioso Goya che è stato rubato, un dipinto che si dice contenga il codice per accedere ad un conto bancario in cui è stato depositato l’oro dei nazisti. Mortdecai accetta la sfida nella speranza che questo possa estinguere il suo debito, ignaro di tutti i guai che dovrà affrontare.
La pellicola, tratta dal primo dei quattro romanzi di Kyril Bonfiglioli pubblicati in Gran Bretagna tra il 1972 ed il 1985, è diretta da David Koepp, lo stesso regista di Secret Window e sceneggiatore di film come Carlito’s Way e La guerra dei mondi, mentre la stesura del soggetto è affidata all’esordiente Eric Aronson.
La sceneggiatura di Mortdecai poggia interamente sulle spalle del suo protagonista, interpretato dall’affascinante Johnny Depp il quale ha fatto del trasformismo e dell’eccentricità il suo marchio di fabbrica. Ma Charlie Mortdecai (almeno nella sua trasposizione cinematografica) è ben lontano da icone come Ed Wood e Ichabod Crane, ben più complessi e misteriosi. Questa volta l’exJack Sparrow si trova a vestire i panni di un buffone stereotipato e poco credibile, protagonista di una sceneggiatura ricca di incoerenze e povera di situazioni esilaranti.
Se Johnny Depp risulta notevolmente fuori forma e incredibilmente forzato, non possono considerarsi migliori le interpretazioni del resto del cast. Gwyneth Paltrow, nei panni di Mrs Mortdecai, fa un lavoro senza infamia e senza lode, consegnando un compito che non può essere superiore alla sufficienza; la stessa cosa può dirsi di Ewan McGregor che nei panni dell’ispettore Martland, svolge il suo ruolo ma non riesce a salvare le sorti dello show.
L’unica performance degna di nota è quella di Paul Bettany, fedele tuttofare e spalla di Charlie che, nonostante il suo aspetto, risulta irresistibile per il gentil sesso.
Per concludere, Mortdecai appare come un film abbozzato e inconsistente, una farsa che fa sorridere ma mai ridere, una sceneggiatura mediocre che ha dato vita alla peggiore interpretazione di Mr Depp.
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