vanessa zarastro
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sabato 30 maggio 2015
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un altro sogno americano?
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Louisiana(The Other Side) è un film a dir poco impegnativo dove il regista ci presenta due realtà entrambe inquietanti. La prima - onestamente un po’ troppo lunga - è uno squarcio su un mondo di squallore e povertà dove tutti “si fanno” di crack, di metanfetamina, di eroina e quant’altro nell’incapacità di affrontare un modo di solitudini e di giornate senza senso. Un piccolo spacciatore appena uscito dalla galera deve affrontare la morte del fratello, la malattia della madre, aiutare materialmente la sorella e contenere l’esuberanza dell’amica. Un uomo fragile, a suo modo anche generoso e attento agli altri, ma che le droghe hanno reso incapace a reagire arrivando a desiderare di tornare in prigione per disintossicarsi e poter ricominciare da capo.
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Louisiana(The Other Side) è un film a dir poco impegnativo dove il regista ci presenta due realtà entrambe inquietanti. La prima - onestamente un po’ troppo lunga - è uno squarcio su un mondo di squallore e povertà dove tutti “si fanno” di crack, di metanfetamina, di eroina e quant’altro nell’incapacità di affrontare un modo di solitudini e di giornate senza senso. Un piccolo spacciatore appena uscito dalla galera deve affrontare la morte del fratello, la malattia della madre, aiutare materialmente la sorella e contenere l’esuberanza dell’amica. Un uomo fragile, a suo modo anche generoso e attento agli altri, ma che le droghe hanno reso incapace a reagire arrivando a desiderare di tornare in prigione per disintossicarsi e poter ricominciare da capo. Nel gruppo di disadattati anche lo zio Jimmy settantenne, un reduce probabilmente del Vietnam che, dopo aver vissuto di tutto, trova conforto solo nell’alcool sognando una presidente donna che si prenda cura di tutti i veterani.
West Monroe in Louisiana è il teatro di questo scenario ma poteva essere in qualsiasi luogo «…anche a Ostia» commentava la mia compagna di cinema. La seconda realtà messa in luce da Minervini è prettamente americana, una volta si diceva un vero apple-pie. Sono mostrati l’uso e l’abuso delle armi e i raduni fascisti di una sorta di paranoici guidati da ex combattenti delle forze speciali, che con l’idea di proteggere le proprie famiglie organizzano degli addestramenti bellici con cadenza quindicinale nelle zone paludose della Louisiana. In contemporanea, in occasione della festa del 4 luglio, si consumano giochi e riti volgari e goliardici negli acquitrini.
Un regista sensibile e attento che ha realizzato un docufilm, probabilmente con poca spesa ma con molto coraggio. La sua ricerca può essere considerata etno-antropologica e vuole rappresentare l'altra faccia del sogno americano. Il film-documentario Louisiana (The Other Side) ha rappresentato l’Italia nella sezione Un Certain Regard alla 68esima edizione del Festival di Cannes, dove è stato accolto con grande entusiasmo dalla critica internazionale.
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robert eroica
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domenica 31 maggio 2015
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l'altra america di minervini
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“Louisiana – The Other Side” di Roberto Minervini, appena passato al Festival di Cannes, è un’opera coraggiosa. Mescola documentario, cinema-veritee, accenni di fiction potenzialmente esperibili. Non sceglie una strada precisa, come se fosse la vita stessa a dettarne la guida. Lo stile, così a ridosso dei personaggi che racconta, con una macchina da presa che abita nei sentimenti, nelle paure, può lasciare sconcertati. Ma alla fine paga. Il lato oscuro è quello di Mark, la faccia triste e dimessa di un Paese, l’America troppo grande e compiaciuta, per accorgersi delle miserie dei suoi cittadini. Mark è un tossico che oltre a procurare la droga per se, per la compagna Lisa, per la sorella, svolge qualche lavoretto saltuario e conversa col settantenne Jim, alcolizzato e in preda ad una profonda disperazione, che sogna finalmente un cambio alla Casa Bianca (e Obama nel film è spesso messo in ridicolo dalle provocatorie iniziative dei redneck locali) L’orizzonte degli eventi di Mark è prossimo allo zero, lo attende la morte della madre, malata di cancro e la consapevolezza che per smettere di bucarsi serve, forse, solo il duro regime carcerario.
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“Louisiana – The Other Side” di Roberto Minervini, appena passato al Festival di Cannes, è un’opera coraggiosa. Mescola documentario, cinema-veritee, accenni di fiction potenzialmente esperibili. Non sceglie una strada precisa, come se fosse la vita stessa a dettarne la guida. Lo stile, così a ridosso dei personaggi che racconta, con una macchina da presa che abita nei sentimenti, nelle paure, può lasciare sconcertati. Ma alla fine paga. Il lato oscuro è quello di Mark, la faccia triste e dimessa di un Paese, l’America troppo grande e compiaciuta, per accorgersi delle miserie dei suoi cittadini. Mark è un tossico che oltre a procurare la droga per se, per la compagna Lisa, per la sorella, svolge qualche lavoretto saltuario e conversa col settantenne Jim, alcolizzato e in preda ad una profonda disperazione, che sogna finalmente un cambio alla Casa Bianca (e Obama nel film è spesso messo in ridicolo dalle provocatorie iniziative dei redneck locali) L’orizzonte degli eventi di Mark è prossimo allo zero, lo attende la morte della madre, malata di cancro e la consapevolezza che per smettere di bucarsi serve, forse, solo il duro regime carcerario. I momenti toccanti di questa pellicola non mancano, a partire dai sogni della nipote, che immagina di essere una stilista di moda e di studiare a Yale, mentre la madre non ha neppure i soldi per pagare la bolletta della luce, che infatti le tagliano. E in altri, ci si domanda se per caso certe intimità non siano quasi spiate (tanto per dire, per qualche minuto Mark e Lisa fanno l’amore senza stacchi e in tempo reale). Il risultato non è certo nuovo, il metodo applicato, con radicalità e abnegazione, segue la scia dei lavori dei maggiori documentaristi Usa, a partire dal grande Frederick Wiseman, ma “Louisiana” è un’opera che urta e sensibilizza, perfino nelle derive autolesioniste che attendono la festa dell’Indipendenza di patrioti e militari, con un’auto crivellata di proiettili, lasciata bruciare e incenerire nel tramonto.
Robert Eroica
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stefano capasso
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martedì 30 giugno 2015
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l'amore tra le difficoltà esistenziali
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Lousiana di Roberto Minervini racconta la vita di persone che vivono ai margini della società tra le foreste della Lousiana. Tossicomani, veterani di guerra, alcolisti, uomini e donne abbandonati da tutti ma che non smettono di sperare in un futuro diverso. Ognuno trova il suo modo di portare avanti la propria vita e i propri sogni tra le difficoltà esistenziali. Mark usa la droga per non sentire il dolore dei drammi familiari mentre sul versante opposto un gruppo di ex militari si prepara a difendere il proprio territorio dalle ingiustizie che il governo potrebbe portare.
Per tutti la spinta che si fa largo tra le amarezze e le privazioni che l’esistenza presenta ogni giorno c’è un grande amore per la vita e per la propria comunità di appartenenza.
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Lousiana di Roberto Minervini racconta la vita di persone che vivono ai margini della società tra le foreste della Lousiana. Tossicomani, veterani di guerra, alcolisti, uomini e donne abbandonati da tutti ma che non smettono di sperare in un futuro diverso. Ognuno trova il suo modo di portare avanti la propria vita e i propri sogni tra le difficoltà esistenziali. Mark usa la droga per non sentire il dolore dei drammi familiari mentre sul versante opposto un gruppo di ex militari si prepara a difendere il proprio territorio dalle ingiustizie che il governo potrebbe portare.
Per tutti la spinta che si fa largo tra le amarezze e le privazioni che l’esistenza presenta ogni giorno c’è un grande amore per la vita e per la propria comunità di appartenenza. Un bel documentario verità girato con molta delicatezza e allo stesso tempo incisivo nella sua essenzialità
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