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domenica 10 novembre 2024
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l'abisso è il nostro destino
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Ciau PAOLA, ho letto la tua recensione al film GLI ULTIMI..... semplice ed efficace, e soprattutto condivido appieno il ritratto che hai fatto in altra sede, della 'bellissima' CORTELLESI: non sono mai stato in America ma da sempre in Italia, penso che non ci sia purtroppo solo la tematica sociale, noi viviamo una crisi umana ed esistenziale che ci 'piffera' verso un abisso EDGARIANO che io penso sia ormai irreversibile. Non so dirti se altrove sia come da noi in Italia ma io mi ritrovo, e mi sforzo quotidianamente d'essere, nel ritratto che hai così bene disegnato per Paola e in prima persona ormai sempre più spesso mi sembra di vivere tutto il disagio e l'emarginazione del «travione» Manuela (però scusa, Irma è meravigliosa come sempre, ma non ci sono attor* trans? E perché allora questa scelta?) pur senza esserlo, solo per il fatto di sforzarmi d'essere uomo e non alieno: perché oggi qui l'extraterrestre invasore subdolo e travestito è l'ALIENAZIONE che ci rinchiude in bolle di PRIVACY fatte di indistruttibile diamante, senza porte o finestre o ruote, per spostarci.
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Ciau PAOLA, ho letto la tua recensione al film GLI ULTIMI..... semplice ed efficace, e soprattutto condivido appieno il ritratto che hai fatto in altra sede, della 'bellissima' CORTELLESI: non sono mai stato in America ma da sempre in Italia, penso che non ci sia purtroppo solo la tematica sociale, noi viviamo una crisi umana ed esistenziale che ci 'piffera' verso un abisso EDGARIANO che io penso sia ormai irreversibile. Non so dirti se altrove sia come da noi in Italia ma io mi ritrovo, e mi sforzo quotidianamente d'essere, nel ritratto che hai così bene disegnato per Paola e in prima persona ormai sempre più spesso mi sembra di vivere tutto il disagio e l'emarginazione del «travione» Manuela (però scusa, Irma è meravigliosa come sempre, ma non ci sono attor* trans? E perché allora questa scelta?) pur senza esserlo, solo per il fatto di sforzarmi d'essere uomo e non alieno: perché oggi qui l'extraterrestre invasore subdolo e travestito è l'ALIENAZIONE che ci rinchiude in bolle di PRIVACY fatte di indistruttibile diamante, senza porte o finestre o ruote, per spostarci. Come se l'universalità ipotetica di Internet ci abbia invece solo resi schiavi della nostra prigione fisica, succubi e arroganti, narcisisti e invidiosi, orrendamente sicuri di essere solo noi stessi, come individui speciali e imperturbabili, gli unici modellatori della nostra vita. Come se la crisi sociale, la povertà rampante, il disagio economico siano il classico 'serpente che si morde la coda' perché la povertà (esattamente come spesso l'abbondanza di mezzi) ci costringe a negare la ricchezza d'essere 'esseri umani' e non bestie feroci, uomini donne e, scusa se aggiungo, bambini. Grazie Paola per le tue parole; è la verità non un complimento: sei una grandissima Paola Cortellesi. Tvb ?? TONJO (antonio delconti)
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valeria
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mercoledì 31 marzo 2021
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grazie
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Il problema è evidentemente un uomo immaturo egoista e stronzo. Che nel momento in cui si trova costretto a prendersi le sue responsabilità si comporta come un bambino di cinque anni. Di questo Luciana non fa mai menzione. Neanche nei momenti di più becera disperazione e umiliazione. Un terribile escalate di eventi che avrebbe potuto essere fermato da semplice logiche ed adulte azioni. Tra tutte le tragedie sociali che questo film tristemente evidenzia, questa la trovo in assoluto la peggiore. Grazie per questo film. Sono impiegata da vent anni quasi e madre di due figli. Di queste cose non parla nessuno. Perché come giustamente dice Luciana, "puzzano". La cosa più drammatica di tutta la narrazione a mio parere, è che allo stato attuale delle cose, per essere "viste" dall uomo che ha giurato di prendersi cura di noi, bisogna prendersi una pistolettata al cuore durante il travaglio.
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Il problema è evidentemente un uomo immaturo egoista e stronzo. Che nel momento in cui si trova costretto a prendersi le sue responsabilità si comporta come un bambino di cinque anni. Di questo Luciana non fa mai menzione. Neanche nei momenti di più becera disperazione e umiliazione. Un terribile escalate di eventi che avrebbe potuto essere fermato da semplice logiche ed adulte azioni. Tra tutte le tragedie sociali che questo film tristemente evidenzia, questa la trovo in assoluto la peggiore. Grazie per questo film. Sono impiegata da vent anni quasi e madre di due figli. Di queste cose non parla nessuno. Perché come giustamente dice Luciana, "puzzano". La cosa più drammatica di tutta la narrazione a mio parere, è che allo stato attuale delle cose, per essere "viste" dall uomo che ha giurato di prendersi cura di noi, bisogna prendersi una pistolettata al cuore durante il travaglio. Se così stanno le cose, preferisco davvero lasciarli dormire
grazie
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giovanni
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venerdì 13 settembre 2019
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coinvolge ma non convince
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Buon film, si vede con piacere (e con commozione), e se ne apprezza l'impegno sociale. Però i personaggi sono troppo semplificati per ritenerli veri, anzi neppure verosimili. Sono stereotipi del buono, dell'insicuro, del fannullone, del falso, del cattivo, ecc.
Questo film, come tanti nostrani, non cura i prticolari e quindi commette errori. Esempi: 1) il poliziotto Antonio Zanzotto è presentato come un semplice agente di P.S., ma indossa la divisa da sovrintendente; 2) la storia si svoge ad Anguillara Sabazia, ma in quel comune non esiste il commissariato di polizia; 3) è vero che in prossimità delle antenne della radio vaticana si sentono le trasmissioni anche senza ricevitore, ma non così forti come racconta il film; 4) partendo da Anguillara per andare in Veneto non si prende il bus per Viterbo ma il treno per Roma.
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Buon film, si vede con piacere (e con commozione), e se ne apprezza l'impegno sociale. Però i personaggi sono troppo semplificati per ritenerli veri, anzi neppure verosimili. Sono stereotipi del buono, dell'insicuro, del fannullone, del falso, del cattivo, ecc.
Questo film, come tanti nostrani, non cura i prticolari e quindi commette errori. Esempi: 1) il poliziotto Antonio Zanzotto è presentato come un semplice agente di P.S., ma indossa la divisa da sovrintendente; 2) la storia si svoge ad Anguillara Sabazia, ma in quel comune non esiste il commissariato di polizia; 3) è vero che in prossimità delle antenne della radio vaticana si sentono le trasmissioni anche senza ricevitore, ma non così forti come racconta il film; 4) partendo da Anguillara per andare in Veneto non si prende il bus per Viterbo ma il treno per Roma.
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antrace
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mercoledì 2 gennaio 2019
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follia intensa dell'animo
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La gioia più viva ed ebbra non può rinunciare alle tentazioni della follia. Il viaggio di Beatrice e Donatella , matte evase da un centro di salute mentale, è un riepilogo esasperato e doloroso delle loro vicende umane, il recupero dei brandelli affettivi, la singolare consapevolezza che uscire dal mondo sia una risorsa estrema, per chi dal mondo stesso abbia subito privazioni indelebili. Il viaggio è assieme una fuga ed un ritorno, fuga dai controlli sanitari, dalle penurie economiche, dalle amicizie balorde, dalla vigilanza della legge, ricomposizione dei tratti lacerati della vita trascorsa. Il viaggio è una sarabanda scomposta, imprevedibile di incontri, di appuntamenti scombinati, di trasgressioni e momenti di vuoto.
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La gioia più viva ed ebbra non può rinunciare alle tentazioni della follia. Il viaggio di Beatrice e Donatella , matte evase da un centro di salute mentale, è un riepilogo esasperato e doloroso delle loro vicende umane, il recupero dei brandelli affettivi, la singolare consapevolezza che uscire dal mondo sia una risorsa estrema, per chi dal mondo stesso abbia subito privazioni indelebili. Il viaggio è assieme una fuga ed un ritorno, fuga dai controlli sanitari, dalle penurie economiche, dalle amicizie balorde, dalla vigilanza della legge, ricomposizione dei tratti lacerati della vita trascorsa. Il viaggio è una sarabanda scomposta, imprevedibile di incontri, di appuntamenti scombinati, di trasgressioni e momenti di vuoto. Nell'esperienza audace di tale itinerario, sempre in cerca di un barlume di accoglienza sincera, Beatrice e Donatella, che hanno caratteri differenti, costruiscono scena per scena un'inossidabile complicità interiore. La prima viene da famiglia agiata, adusa ai lussi, bizzosa, spinta sempre da impulsi fantasiosi, quasi surreali. L'altra è una ragazza seducente, discreta, un pò timida, abbrutita dalla separazione precoce dei genitori, dal tradinento di un compagno, che ha rifiutato di occuparsi del figlio. La divagazione lunga del film, le peripezie comuni delle due protagoniste, sembrano tracce confuse, ma la loro folle ricerca giunge infine ad una meta, la rincorsa irrazionale, emotiva si placa quando Donatella incontra finalmente il suo bimbo, che portava in braccio, quando aveva tentato di togliersi la vita tuffandosi in mare. Il piccolo, dopo il gesto insano, era stato destinato ad una famiglia adottiva. Donatella riesce faticosamente a rintracciarlo, grazie alla certosina assistenza dI Beatrice, e dialoga con lui sulla spiaggia di Viareggio, prima di ritornare alla residenza sanitaria a riabbracciare l'amica, che nel frattempo era stata ricondotta al luogo di cura. Un film di pregio, un delicato mosaico di emozioni, un inno alla profondità incontenibile delle vite irregolari, inquiete, libere.
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antrace
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giovedì 22 novembre 2018
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le armi spuntate
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Luciana e Stefano vivono ad Anguillara, nel Viterbese, con diversi amici, stretti nell'amore reciproco, più forte quando la donna apprende di essere incinta . La loro vita è semplice, gioiosa. Luciana ama il compagno, disposta pure a perdonargli l'indolenza nel cercare un lavoro. I disagi della coppia vengono repentinamente a galla , quando Luciana è licenziata da una fabbrica, dopo anni di impiego, in coincidenza con la maternità. L'entusiasmo della coppia va declinando, prevale il disagio economico, gli espedienti quotidiani non bastano, nascono le prime aspre liti. Stefano reagisce ai rimproveri di Luciana rifugiandosi fra le braccia di un'avvvenente ragazza del luogo.
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Luciana e Stefano vivono ad Anguillara, nel Viterbese, con diversi amici, stretti nell'amore reciproco, più forte quando la donna apprende di essere incinta . La loro vita è semplice, gioiosa. Luciana ama il compagno, disposta pure a perdonargli l'indolenza nel cercare un lavoro. I disagi della coppia vengono repentinamente a galla , quando Luciana è licenziata da una fabbrica, dopo anni di impiego, in coincidenza con la maternità. L'entusiasmo della coppia va declinando, prevale il disagio economico, gli espedienti quotidiani non bastano, nascono le prime aspre liti. Stefano reagisce ai rimproveri di Luciana rifugiandosi fra le braccia di un'avvvenente ragazza del luogo. Ferita, disillusa, Luciana si reca in fabbrica, si impossessa di una pistola , la punta contro i dirigenti che l'hanno licenziata. La vendetta adombrata non si conclude per l'intervento di un poliziotto, Antonio Zanzotto, giunto nella Tuscia dal Veneto, uomo solo e denigrato in caserma per alcuni controversi episodi . Antonio colpisce al petto la donna, forse cerca il riscatto in quel gesto, sente sia l'occasione di mostrare il proprio coraggio. Luciana si salva dalla morte e mette al mondo il suo bimbo. Massimiliano Bruno traduce sul grande schermo una scrittura teatrale, con esiti positivi per la maestria degli attori. La lode maggiore va tributata alla moglie Paola Cortellesi, capace di mutare toni ed accenti da una recitazione brillante, quasi svagata, ad un cupio dissolvi delle ultime scene. Bravo pure Alessandro Gassman nel delineare la figura di un ragazzotto belloccio, privo di spina dorsale. Il film è curato, persuasivo, ma il passaggio repentino dalla commedia al dramma lascia qualche vuoto. Si può dire che ogni vicenda quotidiana possa avere improvvise cadute, e la violenza si nasconda tra le pieghe delle persone più miti, tuttavia il realismo crudo, emulo di opere americane, qui suona un poco stonato.
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parsifal
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giovedì 22 novembre 2018
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sorrisi dolenti
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Massimiliano Bruno , con la collaborazione di Paola Cortellesi, interprete ed autrice, cura la regia e la sceneggiatura di questo film, tratto da una pieces teatrale a sua volta estrapolata da un racconto di Vincenzo Fiore , " Esilio Metafisico". La narrazione inizia in paese della Tuscia, Anguillara Sabazia, grazioso ed apparentemente ridente. Si scoprirà presto che le vite di cui si narra , al di là della routine quotidiana e delle amicizie decennali, sono tutt'altro che spensierate. Luciana ( P. Cortellesi), è una giovane operaia che lavora presso un'industria tessile. Sposata con Stefano ( A.Gassman) eterno adolescente, immaturo ed incapace di assumersi le proprie responsabilità, vive di piccoli scambi commerciali, spesso dall'esito negativo.
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Massimiliano Bruno , con la collaborazione di Paola Cortellesi, interprete ed autrice, cura la regia e la sceneggiatura di questo film, tratto da una pieces teatrale a sua volta estrapolata da un racconto di Vincenzo Fiore , " Esilio Metafisico". La narrazione inizia in paese della Tuscia, Anguillara Sabazia, grazioso ed apparentemente ridente. Si scoprirà presto che le vite di cui si narra , al di là della routine quotidiana e delle amicizie decennali, sono tutt'altro che spensierate. Luciana ( P. Cortellesi), è una giovane operaia che lavora presso un'industria tessile. Sposata con Stefano ( A.Gassman) eterno adolescente, immaturo ed incapace di assumersi le proprie responsabilità, vive di piccoli scambi commerciali, spesso dall'esito negativo.Per cui il menage familiare pesa tutto sulle spalle di lei. IL giorno in cui scoprirà di essere rimasta incinta ( dopo due aborti spontanei) sarà per lei una gioia, destinata a svanire presto , a causa delle crescenti difficoltà imposte dai tempi critici in cui vive. Perderà il posto e verrà sostituita da una ragazza che lei stessa aveva presentato al principale. Le viene promesso che riprenderà presto a lavorare, ma non sarà così. Si adatterà a lavorare presso un servizio di catering, ma anche questo avrà una breve durata. Le difficoltà si sommeranno ed una ad una, mineranno il suo equilibrio psichico. Nel frattempo si affaccia un'altra storia, quella di Antonio Zanzotto, ( F.Bentivoglio) poliziotto veneto, spedito ad Anguillara per punizione , dopo aver commesso dei gravi errori in servizio.Emarginato dai superiori, deriso dai colleghi con serie difficoltà di dattamento, cerca conforto nella presenza di MAnuela ( I.C.Di Monte) parrucchiera a domicilio, gentile ed espansiva.Ma la conoscenza rivela un lato inaspettato con cui doversi confrontare... Luciana, dopo aver scoperto il tradimento di Stefano, ormai satura di tutto si reca , nottetempo alla fabbrica in cui lavorava e forzando il blocco delle gaurdie giurate, affronta i dirigenti che l' hanno licenziata. Inizia la vera e propria scena madre, magnificamente interpretata dalla Cortellesi, attrice ed interprete di grande spessore. Trasposizione riuscita, anche se strizza l'occhio al grande pubblico.
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ennio
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mercoledì 21 novembre 2018
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nè carne nè pesce
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La grande crisi economica di un decennio fa ha avuto come strascico positivo un filone cinematografico non inedito ma riscoperto, quello che parla delle difficoltà economiche della gente "normale". I francesi hanno fatto dei buoni film in materia, e oltremanica cito i sempre tosti film di Ken Loach. Anche da noi pellicole come "Giorni e nuvole" e "Sette minuti" sono risultate apprezzabili per l'impegno sociale e le recitazioni.
"Gli ultimi saranno ultimi" invece non sa dove andare a parare. Tanto è vero che la critica a volte lo inserisce nel genere commedia altre in quello drammatico. Il film si dipana al 70% sul filone commediola per poi virare in tragedia, in modo poco verosimile ed esagerato.
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La grande crisi economica di un decennio fa ha avuto come strascico positivo un filone cinematografico non inedito ma riscoperto, quello che parla delle difficoltà economiche della gente "normale". I francesi hanno fatto dei buoni film in materia, e oltremanica cito i sempre tosti film di Ken Loach. Anche da noi pellicole come "Giorni e nuvole" e "Sette minuti" sono risultate apprezzabili per l'impegno sociale e le recitazioni.
"Gli ultimi saranno ultimi" invece non sa dove andare a parare. Tanto è vero che la critica a volte lo inserisce nel genere commedia altre in quello drammatico. Il film si dipana al 70% sul filone commediola per poi virare in tragedia, in modo poco verosimile ed esagerato. Non c'è una vera indagine sul mondo del lavoro e le sue contraddizioni, si calca la mano invece su prevedibili temi sentimentali e per lunghi tratti sembra di stare in un cinepanettone natalizio condito di battutine spiritose. La Cortellesi è appena bravina in una parte drammatica, Gassman è invece del tutto fuori ruolo, sa solo fare il guascone ma sembra Christian De Sica.
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emanuele1968
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domenica 11 marzo 2018
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carino
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Visto in TV, forse un po pesantini ed esagerati su alcuni punti, pero credo di un buon film
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luciana
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domenica 4 marzo 2018
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la povertà e il vivere ai margini della società
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Ancora oggi, sembra inverosimile, ma la povertá e il vivere ai margini della società, in Italia esistono. Paola Cortellesi veste i panni di operaia sottopagata che lotta per tenersi quel misero lavoro, dal quale viene allontanata perchè incinta. Ancora oggi le donne che mettono al mondo figli non sono tutelate. È una piaga difficile da debellare. E, accanto a questa triste realtà, c è il forte desiderio di nascondere, a coloro che sembrano essere gli amici, la precarietà del quotidiano. Non mancano i pregiudizi verso chi appare diverso, per mancanza di coraggio (il poliziotto settentrionale che non ha sparato prontamente lasciando che perdesse la vita il suo compagno) o perchè si sente inadeguato nel suo corpo di uomo e non puó liberamente scegliere di essere se stesso, una donna mancata.
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Ancora oggi, sembra inverosimile, ma la povertá e il vivere ai margini della società, in Italia esistono. Paola Cortellesi veste i panni di operaia sottopagata che lotta per tenersi quel misero lavoro, dal quale viene allontanata perchè incinta. Ancora oggi le donne che mettono al mondo figli non sono tutelate. È una piaga difficile da debellare. E, accanto a questa triste realtà, c è il forte desiderio di nascondere, a coloro che sembrano essere gli amici, la precarietà del quotidiano. Non mancano i pregiudizi verso chi appare diverso, per mancanza di coraggio (il poliziotto settentrionale che non ha sparato prontamente lasciando che perdesse la vita il suo compagno) o perchè si sente inadeguato nel suo corpo di uomo e non puó liberamente scegliere di essere se stesso, una donna mancata.
I temi del film sono amari. Sono quelli di una società che si crede perbene e che invece mostra solo la sua facciata esteriore superficiale e volutamente ignara di sottigliezze che connotano l'essere.
Quando davvero noi essere umani decideremo di essere finalmente tali? Umani per l'appunto?
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mammut
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giovedì 26 gennaio 2017
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un' oasi nel deserto della cinematografia italiana
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Ormai con sconsolante frequenza ci troviamo ad avere a che fare con pellicole italiane di pessima qualità. E' un andamento lento ma costante che ha permesso che film ben fatti e ben recitati siano l' eccezione in un panorama cinematografico dove quasi sempre si ha il solo scopo di guadagnare al botteghino. Ma in questa situazione disperata, qua e là nella fanghiglia, si trovano inaspettate perle e "Gli ultimi sarannno gli ultimi" è una di queste. A giganteggiare risulta senza dubbio alcuno Paola Cortellesi che si dimostra una volta di più eccellente attrice, accompagnata da un insospettabile Alessandro Gassman. Lo spettatore è trasportato nella quotidianità di un paesino di provincia e nella vita di Luciana, giovane donna che si accontenta del pur basso stipendio della fabbrica di parrucche dove lavora.
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Ormai con sconsolante frequenza ci troviamo ad avere a che fare con pellicole italiane di pessima qualità. E' un andamento lento ma costante che ha permesso che film ben fatti e ben recitati siano l' eccezione in un panorama cinematografico dove quasi sempre si ha il solo scopo di guadagnare al botteghino. Ma in questa situazione disperata, qua e là nella fanghiglia, si trovano inaspettate perle e "Gli ultimi sarannno gli ultimi" è una di queste. A giganteggiare risulta senza dubbio alcuno Paola Cortellesi che si dimostra una volta di più eccellente attrice, accompagnata da un insospettabile Alessandro Gassman. Lo spettatore è trasportato nella quotidianità di un paesino di provincia e nella vita di Luciana, giovane donna che si accontenta del pur basso stipendio della fabbrica di parrucche dove lavora. Il mondo le crolla addosso quando viene licenziata dopo che il suo datore di lavoro scopre che è incinta. Il marito Stefano si rivela improvvisamente più d' intralcio che d' aiuto e lì comincia un' odissea dall' esito fino all' ultimo incerto. Chi invece se la passa male fin da subito è Antonio, poliziotto veneto, trasferito in paese con disonore e per questo oggetto di scherno e di disprezzo da parte dei colleghi. Le due storie di sofferenza così apparentemente distanti eppure così simili si incroceranno solo nel finale, ma non importa. Quello che veramente conta è la forza devastante di una narrazione realistica, a tratti anche divertente, proprio come la vita stessa, che non solo intrattiene ma fa anche riflettere, come solo i grandi film sanno fare.
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