ashtray_bliss
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lunedì 16 febbraio 2015
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una favola nata nelle favelas.
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Trash è un film visivamente impecabile e confezionato ad hoc per godere dei massimi consensi di pubblico e critica. Ma è altresì un prodotto stucchevole e artificioso, molto lontano dal rappresentare una storia genuinamente credibile. Certamente, la storia è l'adattamento visivo di un racconto per ragazzi, ma forse alcuni racconti vanno lasciati tali, senza bisogno di trasposizione cinematografica perchè a quel punto peccano notevolmente di credibilità. Le buone intenzioni non mancano, tuttaltro. La scelta consapevole di abbattere alcuni stereotipi sociali -e razziali- è ammirevole, ma putroppo è anche una manovra ben studiata e precisa per il marketing occidentale, che notoriamente si sente in dovere di buttare nuova luce su determinate categorie o fascie di popolazione.
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Trash è un film visivamente impecabile e confezionato ad hoc per godere dei massimi consensi di pubblico e critica. Ma è altresì un prodotto stucchevole e artificioso, molto lontano dal rappresentare una storia genuinamente credibile. Certamente, la storia è l'adattamento visivo di un racconto per ragazzi, ma forse alcuni racconti vanno lasciati tali, senza bisogno di trasposizione cinematografica perchè a quel punto peccano notevolmente di credibilità. Le buone intenzioni non mancano, tuttaltro. La scelta consapevole di abbattere alcuni stereotipi sociali -e razziali- è ammirevole, ma putroppo è anche una manovra ben studiata e precisa per il marketing occidentale, che notoriamente si sente in dovere di buttare nuova luce su determinate categorie o fascie di popolazione. Purtroppo cosi facendo (il film) non fà altro che autogratificarsi ed autocompiacersi ri-strumentalizzando l'immagine e l'identità dei giovani ragazzi che vivono nelle favelas brasiliane.
Forse dopotutto siamo noi a pretendere troppo da un film, che presumibilmente andrebbe preso come una favola per ragazzi; ove ci sono i buoni (la maestra e il prete), gli eroi (i tre protagonisti) e i cattivi che sono tutti gli altri (la polizia, la classe politica, i questurini che chiedono le bustarelle etc.). Ma se come cartone animato sarebbe risultato un ottimo prodotto per famiglie, come film invece non riesce a convincere lo spettatore e risulta un'opera inconcludente e artefatta. E se ciò non bastasse, a penalizzare la pellicola ci sono quelle palesi somiglianze con il pluripremiato Slumdog Millionaire di Boyle. Scena dopo scena, e situazione per situazione allo spettatore vengono in mente a catena le somiglianze col film del giovane ragazzo indiano alla riscossa.
Ma la colpa in questo caso è anche del voler buttare troppa carne al fuoco senza dar risalto a nessun aspetto in particolare: dalla povertà estrema delle favelas alla mancanza di igiene standard, dalla polizia brutale e violenta alla classe dirigente corrotta, finendo con la dirompante delinquenza che regna in ogni singolo vicolo dei quartieri più malfamati e poveri di Rio de Janeiro. Beffardamente, tutti questi elementi di vitale importanza che potrebbero servire per sensibilizzare (o informare) il pubblico non vengono minimamente approfonditi. Stanno lì a condire una realtà dura da digerire e prenderne atto senza mai farsi pesare sulla coscienza dello spettatore medio, quello occidentale, servendo solo come contorno nel piatto principale di svago cinematografico.
Ma la storia quì non è la miseria e povertà. Qui si tratta d'una storia fiabesca, con tre piccoli super-eroi nelle mentite spoglie di zingarelli delle baraccopoli che sfidando la sorte e tentando l'impossibile, riescono nuovamente a ricostituire l'ordine e la giustizia per la nazione Brasiliana. Peccato però che questa storia non risulta minimamente credibile agli occhi dello spettatore, il quale non sta seguendo lo svolgersi di un cartone animato, nel quale tutto è concesso, ma un'avventura che vorrebbe imitare la realtà pur esaltando le azioni delle tre piccole canaglie in questione: Gabriel, Rafael e Gardò.
I ragazzini infatti mentre lavorano in una immensa discarica di rifiuti, trovano un portafogli misterioso, con dentro poche banali cose; soldi, santini, una foto con delle cifre segnate dietro, un biglietto della lotteria ed una chiave. Inspiegabilmente i ragazzini decidono di conservare e nascondere questo particolare portadenari ma da lì avrà inizio la loro (dis)avventura da piccoli Aladin. Corse, salti, insiguimenti ai limiti del assurdo tra i vicoli delle baraccopoli, le strade, le carceri per finire da dove tutto iniziò..nella discarica di monezza, e da lì di nuovo nelle strade, questa volta verso un futuro un po' più sereno.
Peccato che quell'impeccabile forma estetica, fatta di una fotografia, location e scenografia dannatamente realistica, studiata nei minimi particolari da farti apprezzare visivamente le montagne di trash nelle quali vivono e lavorano questi ragazzini, non sia compensato dai contenuti della fiaba.P
Una fiaba che dal punto di vista della sceneggiatura fà acqua da tutte le parti, ricalcando momenti di azione veramente improbabili, alternandoli con dei veri buchi (o vuoti) di narazzione che lasciano perlomeno perplessi gli spettatori su parecchi aspetti della storia. Ad esempio [spoiler] : Che fine farà lo zio incarcerato di Angel? Cosa succede ad Olivia dopo essere stata imprigionata? Perchè padre Julliard non cerca i tre ragazzi durante la loro lunga assenza ? Come fà la polizia a individuare sempre in modo esatto tre ragazzini che scappano tra le affollatissime e sovrapopolate favelas di una metropoli dove perdersi è più facile che trovarsi? Ma forse la domanda che più infastidisce, perchè in aperto contrasto con la realtà crudele che quei ragazzi affrontano nella vita reale, è : Davvero tre bambini nelle loro condizioni prenderebbero così sul serio il ritrovamento di un portafogli, arrivando persino a rompere ed interpretare dei messaggi in codice? Arrivando a sfidare i poteri divoratori della corruzione e della violenza ai livelli più alti dello Stato?
Chi, come me, aspettava questo film con grande ansia si troverà purtroppo deluso nel vedere come una storia potenzialmente dinamica, che si adatta ad essere interpretata in più livelli di lettura, risulta una avventura irrealistica e sempliciotta che premia i buoni sentimenti e si conclude con un finale sin troppo sdolcinato e vezzoso.
Ultima, sgradita, sorpresa: I nomi di Sheen e Mara che figurano in primo piano sulla locandina sono un trucchetto commerciale ben orchestrato: Gli attori in questione, non solo hanno dei ruoli estremamente marginali ma occupano gli schermi per -circa- soli 10 minuti dei 114 totali.
Deliziosi invece i tre piccoli brasiliani che rubano a ragion dovuta la scena per tutta la durata del film. Impossibile non simpatizzarli e tifare per loro, nonostante il trionfo finale sia fin troppo scontato.
In conclusione direi che il film spreca tutto il suo potenziale per ridursi ad un mero film per famiglie. Un'avventura intrepida ma dai nobili scopi e risultati che si appresta ad essere presa come una fiaba moderna, seppur nata dalle favelas più povere e disagiate.
Consigliato soltanto alle famiglie e ai ragazzi in età scolastica per via degli spunti positivi e speranzosi che trasmette.
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matteopellegrino
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lunedì 15 dicembre 2014
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pungente
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Il film è totalmente godibile dal primo all'ultimo minuto. La trama è poco verosimile, è vero, ma proprio grazie a questo espediente Curtis riesce a condannare in modo "leggero" la corruzione che esiste nel mondo di oggi. Nella pellicola si contrappongono proprio le due facce opposte del Brasile, la ricchezza e la povertà. Se la prima è rappresentata dal corpo di polizia, la seconda è "difesa" dai tre ragazzini che vivono nelle favelas. L'incredibile differenza di qualità di vita viene sottolineata più volte durante il film. Questo scempio dovrà finire prima o poi e Curtis forse ha voluto dare un segnale a tutti noi.
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asti72
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martedì 9 dicembre 2014
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deludente
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Mi aspettavo una sorta di film-documentario, siccome il tema riguardava, apparentemente, la vita nelle favelas brasiliane e mi sono ritrovato a vedere un film per ragazzi, stile "Goonies", dove un gruppetto di adolescenti svegli e coraggiosi cerca di salvare il mondo, che il questo caso è la loro bidonville ai margini di Rio.
Il fatto che il regista non sia brasiliano la dice lunga su questa che considero un'operazione commerciale sfruttando la pelle altrui.
Occorrerebbe immaginarsi che si tratti completamente di frutto di fantasia tutto quello che vediamo, compresa la vita reale di migliaia di persone per poter godere dello stile del film, che ha un ritmo incalzante e che trattiene lo spettatore incollato allo schermo.
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Mi aspettavo una sorta di film-documentario, siccome il tema riguardava, apparentemente, la vita nelle favelas brasiliane e mi sono ritrovato a vedere un film per ragazzi, stile "Goonies", dove un gruppetto di adolescenti svegli e coraggiosi cerca di salvare il mondo, che il questo caso è la loro bidonville ai margini di Rio.
Il fatto che il regista non sia brasiliano la dice lunga su questa che considero un'operazione commerciale sfruttando la pelle altrui.
Occorrerebbe immaginarsi che si tratti completamente di frutto di fantasia tutto quello che vediamo, compresa la vita reale di migliaia di persone per poter godere dello stile del film, che ha un ritmo incalzante e che trattiene lo spettatore incollato allo schermo. Occorrerebbe chiudere un occhio e lasciarsi andare pensando che tutto ciò non esista. Ma io non ce l'ho fatta
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filippo catani
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martedì 9 dicembre 2014
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decisamente irreale
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Un gruppetto di piccoli ragazzini brasiliani, mentre scandagliano una discarica in cerca di qualcosa da riutilizzare o rivendere, entra in possesso di un portafoglio che contiene importanti segreti. I giovani entreranno allora nelle mire della corrotta polizia brasiliana.
Dunque mettiamo tutte le cose al loro posto. L'ambientazione e i personaggi sono senza dubbio i punti forti di Trash. Questo perchè sono ragazzini assolutamente non professionisti ma soprattutto perchè l'ambientazione tra discariche e fogne ci mostra l'altra metà del Brasile lontana anni luce dalle spiagge di Copacabana o dai Mondiali di calcio. Lo stesso presidio di missionari e laici ci mostra quanto debbano fare queste persone per cercare di fare avere un futuro migliore a questi ragazzi.
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Un gruppetto di piccoli ragazzini brasiliani, mentre scandagliano una discarica in cerca di qualcosa da riutilizzare o rivendere, entra in possesso di un portafoglio che contiene importanti segreti. I giovani entreranno allora nelle mire della corrotta polizia brasiliana.
Dunque mettiamo tutte le cose al loro posto. L'ambientazione e i personaggi sono senza dubbio i punti forti di Trash. Questo perchè sono ragazzini assolutamente non professionisti ma soprattutto perchè l'ambientazione tra discariche e fogne ci mostra l'altra metà del Brasile lontana anni luce dalle spiagge di Copacabana o dai Mondiali di calcio. Lo stesso presidio di missionari e laici ci mostra quanto debbano fare queste persone per cercare di fare avere un futuro migliore a questi ragazzi. Quello che proprio non va è la verosomiglianza della storia e allora o si fa una favola o un cartone animato se non se si vogliono dare i crismi della veridicità è un prodotto che non possiamo accettare. Insomma senza bisogno di dover scomodare la visione di Tropa de elite, ecco basta una minima conoscenza della realtà per dire che è decisamente impossibile che una sgangherata banda di ragazzini metta nel sacco un intero corpo di polizia. Alla fine poi questo inno alla discesa in piazza contro le ingiustizie appare quasi fuori luogo e anche un po' "marpione". Peccato perchè se condotto in altri termini poteva dare migliori frutti. Questa volta Daldry autore di pellicole di ottima qualità non ci convince.
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acm22kk
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martedì 2 dicembre 2014
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la giustizia fai-da-te che vince.
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"Trash" è un film che mi ha colpito per la sua immediatezza, profondità, intelligenza. Una storia interessante, dinamica, bella. Come i tre protagonisti, ragazzini che dai disagi delle favelas brasiliane, si travestono da piccoli eroi e dopo innumerevoli avventure, riescono a svelare i segreti illegittimi di un politico locale. Mi è parso pacato e molto azzeccato il modo in cui viene descritta la degradata e difficile realtà dei baraccamenti delle periferie brasiliane, solo da sottofondo al susseguirsi degli eventi, ricchi di suspance e colpi di scena. Due ore volano via senza accorgersene. Molto belli anche i temi e la morale della pellicola: la vera amicizia, la scarsa importanza del denaro, il puro senso della giustizia, che muove l'azione e la voglia dei tre piccoli eroi.
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barone di firenze
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lunedì 1 dicembre 2014
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fa pensare
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Anche se la critica osserva che le favelas e le discariche sono viste da occhi benestanti, ciò non toglie che gli squadroni della morte sono esistiti in Brasile e più che avventura lo catalogherei questo film anche se l'azione è portata all'eccesso, nella categoria film-verità, i piccoli attori sono stupendi, la storia regge il Brasile di Capo Cabana e quello delle Bidon Ville era cosi! Non so se nonostante una certa democratizzazione e un allineamento finanziario di questa grande nazione il popolo delle favelas non abbia a rimanere così per molto tempo ancora. D'altro canto,uno legge le storie a seconda del suo sentire e la dove si lotta per la libertà io ci sono.
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epidemic
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domenica 30 novembre 2014
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favola sociale in favelas world
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L'idea di fondo penso sia stata quella di fotografare la condizione delle favelas, il degrado e l'evidente corruzione degli organi di polizia e politici. Lo si è fatto con un film leggero, si è evitato consapevolmente di approfondire la drammaticità di quei luoghi. Si calvalcano quindi piste ed enigmi per giungere alla conclusione del rebus...gli escamotage di sceneggiatura in questo percorso sono assai labili, come assai labile diventa il piano-storia nel secondo tempo.
La si deve prendere come una favola sociale condita d'avventura. I tre ragazzini sono bravi, Rato su tutti (ps MYMOVIES da correggere nel cast la corrispondenza di nomi e foto), il film digeribile e l'accostamento con Millionaire di Boyle è inevitabile.
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L'idea di fondo penso sia stata quella di fotografare la condizione delle favelas, il degrado e l'evidente corruzione degli organi di polizia e politici. Lo si è fatto con un film leggero, si è evitato consapevolmente di approfondire la drammaticità di quei luoghi. Si calvalcano quindi piste ed enigmi per giungere alla conclusione del rebus...gli escamotage di sceneggiatura in questo percorso sono assai labili, come assai labile diventa il piano-storia nel secondo tempo.
La si deve prendere come una favola sociale condita d'avventura. I tre ragazzini sono bravi, Rato su tutti (ps MYMOVIES da correggere nel cast la corrispondenza di nomi e foto), il film digeribile e l'accostamento con Millionaire di Boyle è inevitabile. Voto 6/7
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giannaccio
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sabato 29 novembre 2014
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5
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Ottimo.Forse la bimba nel cimitero poteva essere evitata!
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m.barenghi
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sabato 29 novembre 2014
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la sceneggiatura: un'offesa all'intelligenza
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Storia del ritrovamento di un portafoglio nell'immondizia della capiIale carioca da parte di tre adolescenti delle favelas, che da quel momento sono a rischio di sopravvivenza, come dichiarato in uno dei numerosi video-selfies di cui la pellicola è cosparsa. Il film è anche godibile, ben girato, interpretato da questi tre ragazzini fantastici e molto bravi. Peccato che si regga su una storia il cui impianto diegetico fa acqua da tutte le parti: nel finale poi in modo così grottescamente improbabile che quando si scopre che il padrone del portafoglio aveva abbandonato la figlia al cimitero -in cui è stata sepolto il di lei cenotafio- dicendole di aspettarlo lì, l'adrenalina mossa dall'attesa della sorte dei ragazzi e dell'esito di tutta l'impresa se ne va completamente a vacche, naufragata in un mare di scempiaggini e stupidità della sceneggiatura.
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Storia del ritrovamento di un portafoglio nell'immondizia della capiIale carioca da parte di tre adolescenti delle favelas, che da quel momento sono a rischio di sopravvivenza, come dichiarato in uno dei numerosi video-selfies di cui la pellicola è cosparsa. Il film è anche godibile, ben girato, interpretato da questi tre ragazzini fantastici e molto bravi. Peccato che si regga su una storia il cui impianto diegetico fa acqua da tutte le parti: nel finale poi in modo così grottescamente improbabile che quando si scopre che il padrone del portafoglio aveva abbandonato la figlia al cimitero -in cui è stata sepolto il di lei cenotafio- dicendole di aspettarlo lì, l'adrenalina mossa dall'attesa della sorte dei ragazzi e dell'esito di tutta l'impresa se ne va completamente a vacche, naufragata in un mare di scempiaggini e stupidità della sceneggiatura. A partire dalla complicatissima serie di labirinti enigmistici messi in piedi per sostenere la storia cinematografica di una ricerca ma in realtà funzionale solo a ricordare un numero di telefono!!! Chi l'ha paragonato a "Slumdog millionaire" ha preso una delle più colossali cantonate possibili, proprio perchè la partecipazione emotiva dello spettatore "che-si-mette-dalla-parte-del-ragazzo" è fondata imprescindibilmente sulla credibilità della storia che viene raccontata. E qui di credibile non c'è praticamente nulla, se non la cattiveria e il cinismo dei potenti.
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[+] equilibriamo i voti però
(di epidemic)
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[+] eccesso di critica
(di il15agosto70)
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andrea19
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sabato 29 novembre 2014
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avvincente
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Film molto gradevole, documentario del degrado che affligge le favelas brasiliane. Il regista, talvolta esasperando le scene, raggiunge l'obiettivo prefissatosi di descrivere una società che cerca il suo riscatto, ma basata su valori di onestà e giustizia, a fronte di un'altra società che, con la connivenza dello stato, si mostra corrotta e violenta. Pellicola avvincente, che lascia sicuramente soddisfatto lo spettatore.
[+] ottimo
(di barone di firenze)
[ - ] ottimo
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