altair74
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sabato 22 febbraio 2014
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effetti collaterali
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ho trovato Monuments Men molto interessante e nel complesso un ottimo film. considerando il genere ed il periodo storico è un film di guerra atipico, visto che raramente ci si trova nel cuore dell'azione, ma nonostante questo riesce a ricreare nello spettatore la sensazione di trovarsi in una zona di guerra. certo la narrazione è molto frastagliata e tenere bene a mente la situazione del gruppo di protagonisti è molto difficile. vuoi perchè il gruppo si divide quasi subito e vuoi perchè si muovono in luoghi molto distanti e in un tempo piuttosto diluito. tutto ciò rende difficile comprendere verso dove i protagonisti si muovono, ma forse questo fa immedesimare maggiormente lo spettatore nelle vesti di questi improvvisati soldati che realmente non sanno verso dove devono andare.
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ho trovato Monuments Men molto interessante e nel complesso un ottimo film. considerando il genere ed il periodo storico è un film di guerra atipico, visto che raramente ci si trova nel cuore dell'azione, ma nonostante questo riesce a ricreare nello spettatore la sensazione di trovarsi in una zona di guerra. certo la narrazione è molto frastagliata e tenere bene a mente la situazione del gruppo di protagonisti è molto difficile. vuoi perchè il gruppo si divide quasi subito e vuoi perchè si muovono in luoghi molto distanti e in un tempo piuttosto diluito. tutto ciò rende difficile comprendere verso dove i protagonisti si muovono, ma forse questo fa immedesimare maggiormente lo spettatore nelle vesti di questi improvvisati soldati che realmente non sanno verso dove devono andare. al di là però di tutte queste problematiche della trama, però il messaggio del film è molto forte e fa capire che la guerra oltre alle vite che si porta via, ha anche altre perdite che spesso non vengono considerate. E la cultura è una di quelle vittime di guerra che spesso viene dimenticata.
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hollyver07
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sabato 1 marzo 2014
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estetica bella ma storicamente infedele e distorto
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Ciao. Film che appaga solo il senso estetico, grazie a delle impeccabili ricostruzioni del tempo che fu...! Discretamente recitato da un cast importante ed appariscente al quale corrispondono recitazioni chiaramente commisurate per ognuno degli attori - a causa del mio elevato gradimento personale metto sempre in prima fila Cate Blanchett la quale, a causa della trama "tirata per le orecchie" mi è apparsa sprecata nel ruolo ma è sempre un piacere apprezzarne la sua fascinosa presenza scenica -. Sceneggiatura e regìa... alla Clooney....! Sta diventando un "quasi" marchio di fabbrica, l'attore/regista s'è abbonato alla piacioneria liberal ed i suoi films ne risentono parecchio.
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Ciao. Film che appaga solo il senso estetico, grazie a delle impeccabili ricostruzioni del tempo che fu...! Discretamente recitato da un cast importante ed appariscente al quale corrispondono recitazioni chiaramente commisurate per ognuno degli attori - a causa del mio elevato gradimento personale metto sempre in prima fila Cate Blanchett la quale, a causa della trama "tirata per le orecchie" mi è apparsa sprecata nel ruolo ma è sempre un piacere apprezzarne la sua fascinosa presenza scenica -. Sceneggiatura e regìa... alla Clooney....! Sta diventando un "quasi" marchio di fabbrica, l'attore/regista s'è abbonato alla piacioneria liberal ed i suoi films ne risentono parecchio. Mancano guizzi di vero genio e la struttura del film appare sfrontatamente patinata ed avulsa dall'idea di truce rabbiosità di un contesto che racconti un qualsiasi aspetto della seconda guerra mondiale. Il difetto più grave del film è a livello di contestualizzzazione e ricostruzione storica. Dal racconto sono emendate le reali motivazioni che spinsero gli americani e soci ad inseguire i tesori d'arte depredati per i quali la figura da associare ai "ricercatori" non è solo quella dei cavalieri paladini... ma anche quella dei ben più ambigui e meno meritori crociati. In tale ottica... non andrebbe dimenticato che al consistente saccheggio d'Europa si unirono anche i liberatori che a loro volta misero le mani su inestimabili tesori, documenti e testimonianze storiche, diciamo... semplici souvenir, i quali, dopo molti decenni di oblìo, sono misteriosamente rispuntati all'interno di facoltose collezioni private; un esempio a caso...: i documenti originali sulle leggi razziali di Norimberga, "conservati" dal generale George S(uperman) Patton fin quasi alla morte (poi donati ad un museo o biblioteca americano) e magari altra "robetta" sparsa qui e la. Inoltre, nonostante i nazzisti non si distinguessero per l'innata delicatezza i modi civili e la mancanza di fanatismo, non fecero assolutamente "terra bruciata" delle opere d'arte distruggendole pur di non vederle sfuggire di mano. Magari solo per scaltrezza, sarebbe stato un'atto inutile e chiaramente controproducente, visto che intendevano sfruttare quell'immenso tesoro per fuggire, oppure rifinanziare una potenziale rinascita del Reich, mantenere in vita lo status da privilegiati dopo la guerra o semplicemente comprarsi l'impunità/libertà. Piuttosto... a ben vedere il concetto di presunta distruzione dei beni avrebbe giovato a tanti... esclusi i legittimi proprietari! Storia vera o contorta che sia a parte... un film che non mi ha affatto entusiasmato. Prevedibile nella forma, scontato nella regìa e tremendamente impreciso nei contenuti, mi è garbato solo in termini tecnici e nelle interpretazioni di Goodman e Blanchett. Da vedere per puro sfizio e rapidamente dimenticare. Saluti a tutti
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melvin ii
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lunedì 24 marzo 2014
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la battaglia dell'arte
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“The Monuments Men” è un film del 2014 scritto, diretto, prodotto ed interpretato da George Clooney.
Oltre a Clooney del cast fanno parte Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Hugh Bonneville e Cate Blanchett.
La pellicola è la trasposizione cinematografica del libro omonimo Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia scritto da Robert M. Edsel nel 2009.
Un plotone dell'esercito americano, composto da critici ed esperti d'arte, direttori di musei guidato dal Tenente George Stou(Clooney)t sul finire della seconda guerra mondiale ha il compito di cercare e recuperare ogni opera d'arte rubata dai nazisti per poterle riconsegnarle ai legittimi proprietari e salvarle dalla volontà di distruggerle di Adolf Hitler, nonostante lo scetticismo e diffidenza degli Alleati
Il film sebbene presentato come genere drammatico, a mio avviso, può essere considerato come uno bello ed efficace spot dell’eroismo e patriottismo americano.
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“The Monuments Men” è un film del 2014 scritto, diretto, prodotto ed interpretato da George Clooney.
Oltre a Clooney del cast fanno parte Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Hugh Bonneville e Cate Blanchett.
La pellicola è la trasposizione cinematografica del libro omonimo Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia scritto da Robert M. Edsel nel 2009.
Un plotone dell'esercito americano, composto da critici ed esperti d'arte, direttori di musei guidato dal Tenente George Stou(Clooney)t sul finire della seconda guerra mondiale ha il compito di cercare e recuperare ogni opera d'arte rubata dai nazisti per poterle riconsegnarle ai legittimi proprietari e salvarle dalla volontà di distruggerle di Adolf Hitler, nonostante lo scetticismo e diffidenza degli Alleati
Il film sebbene presentato come genere drammatico, a mio avviso, può essere considerato come uno bello ed efficace spot dell’eroismo e patriottismo americano.
Gli americani, oltre ad essere i difensori della Libertà e della Democrazia, sfidarono il nazismo anche nella cultura.
Il film sarebbe andato bene in un epoca pre caduta del Muro di Berlino. Visto oggi, appare retrò e poco coinvolgente soprattutto per il pubblico più giovane
La parata di stelle, tutte all’altezza della situazione, rendono digeribile una storia, seppure vera, altrimenti scontata e prevedibile.
Il film non brilla per ritmo ed intensità, nonostante alcuni momenti tragici.
Lo spettatore segue la storia, ma non si appassiona.
I tedeschi e i Russi sono raffigurati secondo stereopiti.
La regia di Clooney è semplice, ferma, matura.
Cate Blanchett, si conferma in un momento di grazia artistica. Il suo personaggio( impiegata francese di museo) è ben fatto, trasmette emozione e drammaticità.
Intensa e raffinata la scena della cena tra Blanchett e Matt Damon.
Il finale,anche se da “bacio perugina”, piace, perché se si ha un ideale alto e nobile, si può mettere in gioco anche la vita, senza mai pentirsene
“The Monument men” ha il merito di raccontare un aspetto della seconda guerra mondiale che per molti sarebbe stata sconosciuta..
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samanta
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venerdì 24 febbraio 2017
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alla ricerca del tesoro
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Il film è tratto da una storia vera avvenuta durante la seconda guerra mondiale (periodo 1944-1945) e cioè la ricerca dei tesori d'arte trafugati dai nazisti. I nomi dei protagonisti sono cambiati e così ci sono varie situazioni inventate. Premetto che una trama di questo genere può dare luogo ad un film molto avvincente il che però non è avvenuto.
Innanzitutto è un film interamente addebitabile a Geoge Clooney che oltre ad essere interprete è regista, co-sceneggiatore e co-produttore. Vediamo sinteticamente la trama: Frank Stokes (George Clooney) esperto riconosciutio d'arte convince il Presidente Roosvelt a creare una task force per cercare le opere d'arte trafugate dai nazisti in tutta Europa e nel caso specie in Francia , Belgio e Olanda, si saccheggi riguardano sia le collezzioni private specie degli ebrei che i musei e le gallerie pubblici.
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Il film è tratto da una storia vera avvenuta durante la seconda guerra mondiale (periodo 1944-1945) e cioè la ricerca dei tesori d'arte trafugati dai nazisti. I nomi dei protagonisti sono cambiati e così ci sono varie situazioni inventate. Premetto che una trama di questo genere può dare luogo ad un film molto avvincente il che però non è avvenuto.
Innanzitutto è un film interamente addebitabile a Geoge Clooney che oltre ad essere interprete è regista, co-sceneggiatore e co-produttore. Vediamo sinteticamente la trama: Frank Stokes (George Clooney) esperto riconosciutio d'arte convince il Presidente Roosvelt a creare una task force per cercare le opere d'arte trafugate dai nazisti in tutta Europa e nel caso specie in Francia , Belgio e Olanda, si saccheggi riguardano sia le collezzioni private specie degli ebrei che i musei e le gallerie pubblici. Organizza così un gruppo con altri sei esperti americani, inglesi, e un francese, tra gli interpreti ci sono anche anche il padre di George Clooney Nick e Matt Damon (che interpreta James Rorimer). Ovviamente vi sono notevoli difficoltà: oggettive date dalla guerra in corso e soggettive perchè i nazisti hanno occultato bene i rifugi di molte di queste opere.ed è difficile trovare persono disposte a collaborare, una di queste è Clair Simòne (interpretata da Cate Blanchett) impiegata in una galleria d'arte di Parigi. In particolare i membri del gruppo cercano una spendida Pala d'Altare di Gand e una statua raffigurante una Madonna col Bambino di Michelangelo che si trovava a Bruges. Per cercare di strappare la statua ai nazisti uno del gruppo Donald Jeffries (interpretato da Hugh Bonneville) viene ucciso. Le ricerche diventano affannose anche perché il gruppo viene a conoscere che Hitler ha ordinato la distruzione delle opere trafugate. Finalmente i nostri cercatori riescono a scoprire la mappa delle miniere dove erano state accatastate moltissime opere, dopo varie disavventure (muore un altro membro del Gruppo) riescano a trovare e a recuperare moltissime opere anche la Pala d'Altare e la Madonna con il Bambino, riuscendo per un soffio a precedere le truppe sovietiche anch'esse alla ricerca delle opere d'arte.
Non si può dare al film un giudizio positivo: due stelle solo per le buone intenzioni altrimenti ne basterebbe una. I dfetti sono nella regia prolissa, impacciata che riesce a rendere noiosa un'avventura che potrebbe essere appassionante, una trama appesantita da episodi marginali ininfluenti ad esempio: l'incontro nel bosco tra due del gruppo e un soldato tedesco disperso che prima si guardano da nemici, poi dopo un pò di discussioni ognuno se ne va per la sua parte. Anche l'interpretazione è assai carente pur in presenza di un cast ragguardevole: Geoge Cloney sembra un impiegato di banca, Matt Damon che in genere fa interpretazioni corpose qui è una figura assai sbiadita, così come Cate Blanchet per non parlare degli altri protagonisti che nella migliore delle ipotesi fanno interpetazioni di maniera. Anche la scena del salvataggio delle opere dalle truppe sovietiche che avrebbe potuto essere emozionante è priva di tensione e di suspence. Ritengo che al botteghino il film è andato abbastanza bene proprio per la presenza di un cast di attori così importante, ma il risultato è deludente. Caro Clooney purtroppo non sei Clint Eastwood, forse ti conviene lasciare la regia e mettere un po più di nerbo nell'interpretazione.
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aldeb4ran
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mercoledì 12 marzo 2014
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mi aspettavo di meglio
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Scherzosamente si potrebbe riassumere il film così: da una parte gli americani, i cowboy buoni, che cercano di recuperare le opere d'arte d dai tedeschi cattivi che invece cercano di sfuggirgli per distruggerli impunemente. A complicare la situazione ci sono i sovietici, che da est fanno asso piglia tutto...
Scherzi a parte, mi aspettavo di più da questo film. La vicenda è interessante, ma manca un approfondimento sulle motivazioni storiche, politiche e ideologiche su i comportamenti delle parti in causa, accennate solo con qualche battuta. Tutto quindi si riduce al binomio buono e cattivo, rispettivamente assegnato ad americani e tedeschi, con i sovietici sullo sfondo nel ruolo di futuri antagonisti.
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Scherzosamente si potrebbe riassumere il film così: da una parte gli americani, i cowboy buoni, che cercano di recuperare le opere d'arte d dai tedeschi cattivi che invece cercano di sfuggirgli per distruggerli impunemente. A complicare la situazione ci sono i sovietici, che da est fanno asso piglia tutto...
Scherzi a parte, mi aspettavo di più da questo film. La vicenda è interessante, ma manca un approfondimento sulle motivazioni storiche, politiche e ideologiche su i comportamenti delle parti in causa, accennate solo con qualche battuta. Tutto quindi si riduce al binomio buono e cattivo, rispettivamente assegnato ad americani e tedeschi, con i sovietici sullo sfondo nel ruolo di futuri antagonisti. Ricorda in questo i vecchi film di guerra, uni spot pro Usa. Memorabile il pezzo finale in questo senso.
Sarebbero 2 stelle e mezzo, ma non potendole scegliere ho messo 3.
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no_data
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martedì 29 luglio 2014
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l'arte di essere americani
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L'idea di fondo non è male: l'arte come patrimonio, come radice della nostra identità, del nostro essere; la cultura come punto di partanza per ricordarci che siamo umani e, da lì, per ricostruire un continente distrutto dalla guerra. Questa idea merita rispetto e bisogna riconoscere come sia effettivamente vera. Tuttavia, il film in alcuni punti sembra perdere di vista questa linea: purtroppo spesso sembra più impegnato a dimostrare quanto sono stati bravi e meticolosi gli Americani e quanto di buono abbiano fatto in Europa. La realtà è, come spesso accade, molto più complessa! Gli episodi in cui le forze alleate hanno distrutto opere d'arte di grande valore durante il secondo conflitto mondiale sono noti e il film forse avrebbe dovuto fare un pò di autocritica in più.
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L'idea di fondo non è male: l'arte come patrimonio, come radice della nostra identità, del nostro essere; la cultura come punto di partanza per ricordarci che siamo umani e, da lì, per ricostruire un continente distrutto dalla guerra. Questa idea merita rispetto e bisogna riconoscere come sia effettivamente vera. Tuttavia, il film in alcuni punti sembra perdere di vista questa linea: purtroppo spesso sembra più impegnato a dimostrare quanto sono stati bravi e meticolosi gli Americani e quanto di buono abbiano fatto in Europa. La realtà è, come spesso accade, molto più complessa! Gli episodi in cui le forze alleate hanno distrutto opere d'arte di grande valore durante il secondo conflitto mondiale sono noti e il film forse avrebbe dovuto fare un pò di autocritica in più. il film, inoltre, vede sulla scena un cast importante sotto la direzione di un M. Clooney che sembra aver abbandonato i toni critici di "Good night and good luck" e de "le idi di marzo" per assumere una posizione più morbida anche verso gli Stati Uniti. Oltre gli indubbi difetti, è però un film che fa riflettere e che può aiutare a far capire l'importanza dell'arte e della cultura, che rappresentano a tutti gli effetti una parte del nostro essere.
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fabal
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martedì 12 agosto 2014
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ocean's men
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Presentato a Roosevelt il problema delle opere d'arte rubate dai nazisti, Frank Stokes viene autorizzato a formare un corpo speciale per il recupero dei manufatti. Esperti d'arte ma un po' attempati, i compagni devono inoltrarsi nel cuore della Germania a guerra quasi ultimata. Prima che tutte le opere trafugate, riunite chissà dove, vengano distrutte per ordine di Hitler.
Monuments Men parte con il meritevole intento di unire il resoconto storico ad un sottile umorismo: la goffaggine, sempre entro le righe, del cast stellare è solo l'aspetto meno audace di un Clooney impegnato a ironizzare anche sul cinema congenere. Lo sbarco su una Omaha Beach ormai deserta è un dissacrante ma garbato riferimento alle antologie belliche di Salvate il soldato Ryan o Il giorno più lungo, da cui Monuments prende le distanze con l'esplicita volontà di aggirare il lato brutale della guerra.
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Presentato a Roosevelt il problema delle opere d'arte rubate dai nazisti, Frank Stokes viene autorizzato a formare un corpo speciale per il recupero dei manufatti. Esperti d'arte ma un po' attempati, i compagni devono inoltrarsi nel cuore della Germania a guerra quasi ultimata. Prima che tutte le opere trafugate, riunite chissà dove, vengano distrutte per ordine di Hitler.
Monuments Men parte con il meritevole intento di unire il resoconto storico ad un sottile umorismo: la goffaggine, sempre entro le righe, del cast stellare è solo l'aspetto meno audace di un Clooney impegnato a ironizzare anche sul cinema congenere. Lo sbarco su una Omaha Beach ormai deserta è un dissacrante ma garbato riferimento alle antologie belliche di Salvate il soldato Ryan o Il giorno più lungo, da cui Monuments prende le distanze con l'esplicita volontà di aggirare il lato brutale della guerra. In favore di una narrazione parallela, alleggerita dal fardello di sangue e fuochi d'artiglieria. Questo taglio "easy" funziona finché i Monuments Men non devono inevitabilmente incrociare le mitragliatrici tedesche, quando, per paura di ripiombare nel classico cinema di guerra, o almeno di spy story, il film inventa soluzioni di scarsa credibilità se non al limite del paradosso. La fila di soldati tedeschi, appostati nel bosco a due passi, che riescono a farsi scappare una jeep guidata da quell'omone di John Goodman è una rappresentazione del nemico quasi cartoonesca, che fa sembrare meno ingenua persino la prima e più filoamericana cinematografia di guerra.
Monuments Men passa così dall'ironia alla caricatura, almeno in alcuni personaggi come il colonnello Wegner, interpretato da Holger Handtke: poco noto al grande schermo, ma cattivo per antonomasia in alcuni sceneggiati tedeschi come l'Ispettore Derrick.
La narrazione procede tra il tono farsesco e quello drammatico, con numerosi tempi morti in cui Clooney sembra prendere tempo per passare da un registro all'altro, come a voler sottolineare che gli omaggi ad Unglorious Bastards sono ora vincolati a fatti realmente accaduti, ansiosi di recuperare la credibilità storica.
Non possono che uscire due volti: molto sfaccettato e ambizioso, vagamente satirico, Monuments Men è un film che da un lato stupisce che l'ampiezza di citazioni, dall'altro risulta poco verosimile e spesso retorico. Nei panni di Frank Stokes, Clooney vuole far maturare il suo Ocean truffaldino in un uomo colto e di nobili intenti, ma i suoi sermoni sull'importanza del passato sono boriosi e spesso fuori luogo. Il cast si salva e si muove in discreta libertà, sebbene sia lecito domandarsi perché scomodare calibri così grossi per ruoli da comprimari, di cui soffre soprattutto Goodman. Damon è sempre un bravo ragazzo pacato, ma forse la spunta quella vecchia volpe di Murray, ironico ad ogni sguardo, forse anche per lo spaesamento di cui è consapevole.
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mickey97
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martedì 25 febbraio 2014
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buone le intenzioni ma tutto il resto è noia
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Buone le intenzioni ma tutto il resto è noia e solo noia, George Clooney si rivela nuovamente incapace di fare il regista ma solo l'attore, visto che non fa altro che mostrare in maniera più che palese ottime premesse per poi farle dissolvere nel nulla con la creazione di un prodotto inverosilmente noioso che infrange e di conseguenza distrugge le aspettative venutesi a creare dopo aver definitivamente percepito l'idea da cui il film andrà a svilupparsi, ma di questa appunto si perdono le tracce ed il risultato di questa gravissima perdita è senz'altro la pessima relizzazione di un film che appare agli occhi dello spettatore, senza ombra di dubbio mediocre ed estremamente noioso.
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Buone le intenzioni ma tutto il resto è noia e solo noia, George Clooney si rivela nuovamente incapace di fare il regista ma solo l'attore, visto che non fa altro che mostrare in maniera più che palese ottime premesse per poi farle dissolvere nel nulla con la creazione di un prodotto inverosilmente noioso che infrange e di conseguenza distrugge le aspettative venutesi a creare dopo aver definitivamente percepito l'idea da cui il film andrà a svilupparsi, ma di questa appunto si perdono le tracce ed il risultato di questa gravissima perdita è senz'altro la pessima relizzazione di un film che appare agli occhi dello spettatore, senza ombra di dubbio mediocre ed estremamente noioso. Clooney si pone a capo dei Monuments Men, una squadra avente il compito di salvare le opere d'arte ma è proprio arrivati a questo punto che appare lecito domandarsi se vale realmente la pena morire per l'arte, quindi è veramente necessario sacrificarsi per quest'ultima?. Per Clooney sembra proprio di sì e tende a mostrare degli ideali, facendo così in modo che trovi la nostra apparizione quando in realtà lo spettatore cataloga il suo film come il peggiore inerente all'arte, dal momento che è come se venisse offesa data la mancata considerazione nei confronti dell'idea di partenza. Infatti Monuments Men, perde totalmente di vista quello che dovrebbe essere il suo obbiettivo sfociando di conseguenze in situazione per nulla richieste ed è proprio da queste che si genera l'inverosimile noia, è stato veramente un'occasione sprecata così come sono stati sprecati Blanchett e Damon, definitivamente messi in secondo piano per dario spazio ad altri, Clooney se ne concede fin troppo ma almeno si mostra capace di fare l'attore. Monuments Men è un film che alimenta delle speranze per poi renderle evanescenti ovvero del tutto inesistenti e poi esce completamente fuori dal binario senza sapere dove andare a parare, un film realmente mediocre e noioso che senza ombra di dubbio lascia l'amaro in bocca.
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stefano bruzzone
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domenica 4 gennaio 2015
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gradevole ma senza sussulti
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La storia di un manipolo di soldati/esperti d'arte incaricati dal governo americano di salvare il maggior numero di opere d'arte sparse per l'europa e oggetto di razzia da parte dei nazisti durante la loro ritirata. E' un buon film con un cast importante, belle musiche e un'ottima fotografia, attori navigati e supercollaudati che non deludono le aspettative. Non è un'opera da conservare gelosamente, ma si lascia guardare volentieri.
Voto: 6.5
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enzo70
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lunedì 9 giugno 2014
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un meritorio ricordo della storia
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Clooney dirige, bene, un film di rivisitazione della storia. Verso la fine della seconda guerra mondiale, in coincidenza con lo sbarco in Normandia, Roosvelt dà mandato ad uno storico dell’arte, George Stout, di mettere su un piccolo esercito di improbabili soldati, ma eccellenti esperti e studiosi di arte, per evitare che i nazisti commettano l’ennesimo delitto, distruggendo le opere d’arte. La storia la fa da padrona e l’eccezionale cast scelto da Clooney diventa di contorno rispetto ai fatti. Per assurdo prevale la funzione documentarista ed il messaggio del regista, la fondamentale funzione dell’arte come dna della civiltà moderna, rispetto al resto.
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Clooney dirige, bene, un film di rivisitazione della storia. Verso la fine della seconda guerra mondiale, in coincidenza con lo sbarco in Normandia, Roosvelt dà mandato ad uno storico dell’arte, George Stout, di mettere su un piccolo esercito di improbabili soldati, ma eccellenti esperti e studiosi di arte, per evitare che i nazisti commettano l’ennesimo delitto, distruggendo le opere d’arte. La storia la fa da padrona e l’eccezionale cast scelto da Clooney diventa di contorno rispetto ai fatti. Per assurdo prevale la funzione documentarista ed il messaggio del regista, la fondamentale funzione dell’arte come dna della civiltà moderna, rispetto al resto. Certo avere a disposizione, tra gli altri, gente come Matt Demon, Bill Murray, John Goodman e lo stesso Clooney è di per se un evento. Ma pensare che opere fondamentali della creazione dell’uomo siano state salvate dalla passione di uomini che hanno rischiato la vita per l’arte è un valore che va oltre il significato di un film. E di questo a Clooney va dato merito.
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