veritasxxx
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martedì 7 ottobre 2014
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i veri mostri sono gli umani
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Chi sono i Boxtrolls, misteriosi folletti che saccheggiano le strade quando fa buio, sequestrando ogni oggetto lasciato incustodito come i tanti zingari con i carrelli della spesa che frugano nei nostri cassonetti riciclando ogni ben di dio scartato dalla consumistica società odierna che preferisce ricomprare le cose invece di aggiustarle? Si dice che i trolls rapiscano i bambini per mangiarli e rosicchino le loro guance paffute fino ad usarne le ossa come stuzzicadenti, ma neanche i comunisti erano arrivati a tanto, a dire dello stesso Berlusconi. Eppure ogni notte cala il coprifuoco e tutti gli abitanti della ridente cittadina di Montecacio, dove solo ai ricchi è permesso degustare laute cene a base di formaggi di ogni tipo, si rifugiano nelle loro case per proteggersi dai pericolosi mostriciattoli.
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Chi sono i Boxtrolls, misteriosi folletti che saccheggiano le strade quando fa buio, sequestrando ogni oggetto lasciato incustodito come i tanti zingari con i carrelli della spesa che frugano nei nostri cassonetti riciclando ogni ben di dio scartato dalla consumistica società odierna che preferisce ricomprare le cose invece di aggiustarle? Si dice che i trolls rapiscano i bambini per mangiarli e rosicchino le loro guance paffute fino ad usarne le ossa come stuzzicadenti, ma neanche i comunisti erano arrivati a tanto, a dire dello stesso Berlusconi. Eppure ogni notte cala il coprifuoco e tutti gli abitanti della ridente cittadina di Montecacio, dove solo ai ricchi è permesso degustare laute cene a base di formaggi di ogni tipo, si rifugiano nelle loro case per proteggersi dai pericolosi mostriciattoli.
Il piccolo Uovo, cucciolo di uomo adottato dalla comunità di trolls che è solita indossare scatole da imballaggio a mo' di abiti e ne adotta il contenuto come nome di battesimo, cresce sereno con i suoi patrigni chiamati 'pesce' e 'scarpa' e ne apprende le abitudini, pur non avendo la capacità di nascondersi in una scatola come i suoi compagni. Fino a quando il malvagio Archibald Penelope Arraffa, disposto a tutto pur di indossare una delle tube bianche, segno distintivo della classe aristocratica del luogo, comincia la razzia dei trolls: quando avrà liberato completamente la città dai piccoli esseri disgustosi avrà anche lui il privilegio di sedere nelle stanze del potere, assaggiando prodotti caseari con gli altri nobili. Ma Archibald è allergico al formaggio e c'è da chiedersi chi glielo faccia fare di sbattersi tanto per avere il privilegio di assaporare delle delizie a lui indigeste. "È la mia natura" risponderà alla fine, quando tutti hanno capito che la brutta fama dei trolls è dovuta solo ad una sua perfida macchinazione.
Il film, prodotto dalla Laika, già realizzatrice di Coraline e Paranorman, è un divertente e strampalato viaggio nel mondo dei diversi perseguitati e degli umani non tanto caritatevoli che infatti si chiedono in più occasioni “Non sembrerà che siamo noi i cattivi?”. Non si capisce chi vogliano rappresentare i trolls, ma il messaggio è chiaro: mai giudicare chi è diverso da noi in base ai pregiudizi, perchè potrebbe essere semplicemente vittima di una cattiva propaganda.
Nella versione originale il malvagio Arraffa ha la voce di Ben Kingsley, mentre in italiano è il bravo Massimo Lopez a dare a l'eroe tragico del film la giusta intonazione, specie quando interpreta "en travesti" la sensuale FruFru, l'attrice preferita e musa di Lord Gorgonzol, capo della città.
Le trovate sono tante e la dettagliata rappresentazione dei vicoli di Montecacio, delle disgustose abitudini alimentari dei trolls e delle reazioni allergiche di Archibald si rivelano assolutamente irresistibili, avvolte come sono in un dark humor che ricorda molto quello della burtoniana Sposa cadavere. L'animazione in stop-motion dei personaggi combinata con degli sfondi di eccellente fattura, in uno stile che poco ha a che vedere con il più tradizionale tratto grafico della Pixar o della Dreamworks, rende l'opera dei registi Graham Annable e Anthony Stacchi un piccolo gioiellino di cartone che trova il suo piccolo posto al sole in mezzo a tante produzioni animate indirizzate quasi esclusivamente ad un pubblico preadolescenziale.
Grottesco, affascinante, unico: benvenuti nel mondo dei Boxtrolls.
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matteo manganelli
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mercoledì 17 dicembre 2014
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quando i pupazzi diventano cinema
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Siamo a Monte Cacio, un'elegante cittadina dell'epoca Vittoriana.
Sotto le sue suggestive stradine dimorano i Boxtrolls, degli immondi mostriciattoli che di notte strisciano fuori dalle fogne per rubare ciò che gli abitanti hanno di più caro: i loro figli ed i loro formaggi.
O almeno, questa è la leggenda a cui hanno sempre creduto.
In realtà, i Boxtrolls sono una comunità sotterranea di eccentrici, stravaganti ed adorabili creature che indossano scatole di cartone riciclato come se fossero gusci di tartaruga.
Terzo lungometraggio della Laika che si conferma la nuova fabbrica di "sogni di qualità".
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Siamo a Monte Cacio, un'elegante cittadina dell'epoca Vittoriana.
Sotto le sue suggestive stradine dimorano i Boxtrolls, degli immondi mostriciattoli che di notte strisciano fuori dalle fogne per rubare ciò che gli abitanti hanno di più caro: i loro figli ed i loro formaggi.
O almeno, questa è la leggenda a cui hanno sempre creduto.
In realtà, i Boxtrolls sono una comunità sotterranea di eccentrici, stravaganti ed adorabili creature che indossano scatole di cartone riciclato come se fossero gusci di tartaruga.
Terzo lungometraggio della Laika che si conferma la nuova fabbrica di "sogni di qualità".
Senza nulla togliere alla Disney, alla Pixar o alla DreamWorks, questa nuova casa di produzione che si presentò per la prima volta con "Coraline e la porta magica" (e scusate se è poco) sta davvero percorrendo la strada giusta, raccogliendo l'eredità lasciata da Burton dopo "The Nightmare Before Christmas" e "La sposa cadavere".
E c'è davvero poco da dire e tanto da vedere a proposito di un film così.
Partendo dalla certezza che chiunque si mette a girare un film in stop motion, spendendo 3 anni della propria vita a muovere dei pupazzetti, non sbaglierà mai la premessa morale di un film; chi ama così tanto il lavoro manuale, l'anima artigianale che vive dentro un film sarà sempre dalla parte dei reietti, sarà sempre dalla parte di chi crea, di chi inventa, anche a costo di vivere nell'immondizia.
E infatti il film, pur rimanendo ben digeribile anche dai bambini, è un invito all'insurrezione della classe operaia, qui costretta a nascondersi dentro una scatola per non essere annientata, una condanna all'alta borghesia ossessionata dal prestigio della propria classe e dal denaro (qui in forma allegorica sono rispettivamente rappresentare come tube bianche e formaggio), e soprattutto un trattato sull'identità dell'individuo che, purtroppo o per fortuna, non può mai fuggire dalla propria natura.
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