mauridal
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lunedì 17 febbraio 2014
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quando la figlia se ne va.
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Verdone Carlo, attore e regista cinematografico di commedie italiane, in fase di evoluzione e affrancamento dal genere , dopo la buona prova di attore drammatico nel film "la grande bellezza" sotto la direzione di Paolo Sorrentino, decide per conto suo, di approfondire e affrontare il tema del sociale , di per sè drammatico in questa realtà italiana contemporanea. Quando si toccano temi che riguardano le crisi economiche , di legami familiari, di rapporti affettivi ,si creano allora, interazioni e intrecci anche involontari con storie e fatti che appartengono all'universo del reale o dell' immaginazione artistica.
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Verdone Carlo, attore e regista cinematografico di commedie italiane, in fase di evoluzione e affrancamento dal genere , dopo la buona prova di attore drammatico nel film "la grande bellezza" sotto la direzione di Paolo Sorrentino, decide per conto suo, di approfondire e affrontare il tema del sociale , di per sè drammatico in questa realtà italiana contemporanea. Quando si toccano temi che riguardano le crisi economiche , di legami familiari, di rapporti affettivi ,si creano allora, interazioni e intrecci anche involontari con storie e fatti che appartengono all'universo del reale o dell' immaginazione artistica. I l film "sotto una buona stella " ritaglia la crisi di una famiglia benestante, all'interno di un crollo economico del capofamiglia che perde tutti i benefici economici del suo lavoro.Ma la parte del film , che ritengo interessante è l'attenzione al rapporto padre figli, tema che Verdone focalizza anche sul rapporto fratello- sorella, che così come in altre opere sia in letteratura che nel cinema registra una profonda delegittimazione della figura del padre e della residua autorità paterna . La svolta di questo rapporto tra genitori e figli e tra gli stessi fratelli è la partenza ,fuga da una realtà difficile se non ostile per i giovani , partenza avviata dalla giovane figlia traduttrice precaria , subito seguita dal fratello musicista, totalmente sbandato, dopo un addio al ritrovato affetto del padre. Una buona prova del regista attore Verdone , che a sua volta ritrova una vena drammatica, sconosciuta che potrà approfondire senza inutili ammiccamenti al pubblico smaliziato della commedia.
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flyanto
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giovedì 20 febbraio 2014
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come cambia la vita con due figli a carico ed il l
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Film in cui si racconta di un uomo, ormai non più troppo giovane, il quale vivendo sinora una vita agiata grazie ad una buona posizione lavorativa, rimane improvvisamente disoccupato, dovendo in aggiunta anche occuparsi dei due figli giovani (con una bimba annessa) avuti dall'ex moglie prematuramente deceduta. Ne seguiranno svariati avvenimenti ma soprattutto l'impatto con una realtà per lui del tutto nuova e non troppo confortevole rispetto alla situazione precedente. Anche la conoscenza di una nuova vicina di casa gli porterà molteplici cambiamenti nella propria vita, a volte piacevoli a volte meno, ma soprattutto contribuiranno a metterlo in discussione sia come uomo che come padre.
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Film in cui si racconta di un uomo, ormai non più troppo giovane, il quale vivendo sinora una vita agiata grazie ad una buona posizione lavorativa, rimane improvvisamente disoccupato, dovendo in aggiunta anche occuparsi dei due figli giovani (con una bimba annessa) avuti dall'ex moglie prematuramente deceduta. Ne seguiranno svariati avvenimenti ma soprattutto l'impatto con una realtà per lui del tutto nuova e non troppo confortevole rispetto alla situazione precedente. Anche la conoscenza di una nuova vicina di casa gli porterà molteplici cambiamenti nella propria vita, a volte piacevoli a volte meno, ma soprattutto contribuiranno a metterlo in discussione sia come uomo che come padre.
Quest' ultima commedia di Carlo Verdone risulta essere esilarante e dunque molto piacevole ma soprattutto, rispetto alle sue ultime opere, egli sembra avere trovato la verve tipica dei suoi films precedenti. Grazie anche all'attrice Paola Cortellesi che gli fa da spalla, la vicenda si snoda in maniera del tutto naturale e leggera ma intrisa di una comicità che, non sfociando fortunatamente mai nel volgare, riesce nel suo intento a divertire lo spettatore in modo del tutto naturale e spontaneo.
Verdone, interpreta come sempre il suo personaggio buono ma un pò imbranato e soprattutto per nulla preparato e disinvolto di fronte ai grossi cambiamenti che gli stanno capitando nella vicenda del film. Paola Cortellesi rivela di essere sempre una delle attrici ormai da considerare tra le "fuori classe" del cinema italiano contemporaneo, incarnando qui una donna simpatica, socievole ma anche un pò nevrotica e con dei grossi sensi di colpa. Insomma un personaggio per lei nuovo e che si distacca dai molti altri suoi precedenti e completamente diversi (basti pensare al ruolo di moglie "perfettina", antipatica e snob che interpretava in "Un boss in salotto" con Rocco Papaleo oda a quello della donna costretta a prostituirsi in "Nessuno mi può giudicare") e pertanto la sua versatilità è quanto mai qui dimostrata e confermata, direi, ormai a pienissimi voti.
Pertanto, seppure "Sotto una buona stella" non presenti un tema originale, bensì una situazione assai comune a molti padri che hanno a che fare con dei figli che sono praticamente degli sconosciuti per loro e per di più totalmente, economicamente parlando, ancora dipendenti da loro, la pellicola è ben costruita e, ripeto, molto divertente e dunque adatta al fine di trascorrere un paio d'ore di puro svago.
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homer52
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mercoledì 2 aprile 2014
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senza la stella polare
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Certo che per ridere ci si deve impegnare un poco! Verdone e la Cortellesi paiono un pò troppo ingessati e poco spontanei, proprio loro che della comicità spontanea hanno fatto il loro cavallo di battaglia. La storia è carina e accattivante e si snoda attraverso varie vicissitudini dalle tinte tragico-comiche per arrivare ad un finale più che scontato ed altresì vanamente atteso per tutto il tempo della proiezione.Le tematiche affronatate sono quelle tipiche delle famiglie d'oggi(il difficile rapporto con i figli, le separazioni, i problemi del lavoro ...)e vengono trattate in modo superficiale come fossero utilizzate con l'unico scopo di tentare di dare uno spessore psicosociale ad una trama altrimenti povera di spunti interessanti e coinvolgenti.
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Certo che per ridere ci si deve impegnare un poco! Verdone e la Cortellesi paiono un pò troppo ingessati e poco spontanei, proprio loro che della comicità spontanea hanno fatto il loro cavallo di battaglia. La storia è carina e accattivante e si snoda attraverso varie vicissitudini dalle tinte tragico-comiche per arrivare ad un finale più che scontato ed altresì vanamente atteso per tutto il tempo della proiezione.Le tematiche affronatate sono quelle tipiche delle famiglie d'oggi(il difficile rapporto con i figli, le separazioni, i problemi del lavoro ...)e vengono trattate in modo superficiale come fossero utilizzate con l'unico scopo di tentare di dare uno spessore psicosociale ad una trama altrimenti povera di spunti interessanti e coinvolgenti.In sintesi Verdone, in questo film, sembra aver perso la stella polare della buona ispirazione.
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no_data
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mercoledì 8 aprile 2015
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un film a dir poco deludente
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Probabilmente il peggior film mai girato e interpretato da un maestro della comicità come Carlo Verdone. Sotto una Buona Stella è la storia di un uomo Carlo Verdone) che si ritrova senza soldi, disoccupato e con due figli e una nipote a casa, dopo che la sua ex moglie è morta. La sua compagna lo lascia a causa del conflitto con i figliastri. La conoscenza con la nuova vicina (Paola Cortellesi) dà a Federico Picchioni la forza pian piano di rialzarsi e di ricreare un'atmosfera armonica in casa.
Il film fa acqua da tutte le parti. L'intento di rappresentare la realtà tragicomica di tutti i giorni, con quella nota amara che fa eco a Posti in Piedi in Paradiso, viene inibito da una storia noiosa e poco frizzante, senza colpi di scena e priva di spunti comici che meritino una risata.
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Probabilmente il peggior film mai girato e interpretato da un maestro della comicità come Carlo Verdone. Sotto una Buona Stella è la storia di un uomo Carlo Verdone) che si ritrova senza soldi, disoccupato e con due figli e una nipote a casa, dopo che la sua ex moglie è morta. La sua compagna lo lascia a causa del conflitto con i figliastri. La conoscenza con la nuova vicina (Paola Cortellesi) dà a Federico Picchioni la forza pian piano di rialzarsi e di ricreare un'atmosfera armonica in casa.
Il film fa acqua da tutte le parti. L'intento di rappresentare la realtà tragicomica di tutti i giorni, con quella nota amara che fa eco a Posti in Piedi in Paradiso, viene inibito da una storia noiosa e poco frizzante, senza colpi di scena e priva di spunti comici che meritino una risata. I personaggi, salvo Federico (interpretato da Verdone), non sono assolutamente credibili e compiono azioni che la trama non giustifica. Un esempio è la fuga di tre giorni di Lia (la figlia di Federico, che ha una figlia senza padre) con un ragazzo incontrato poco tempo prima, dimenticandosi completamente della figlia e senza fare mai una chiamata alla famiglia, per chissà quale strana ragione. Succedono cose assurde, tutto è portato all'estremo e quasi al surreale, ma il tentativo di satireggiare sui tipi umani del nostro tempo si può considerare completamente fallito, troppa incoerenza e superficialità nel trattare i personaggi e troppi nuclei tematici aperti e buttati via, come per voler toccare troppi punti senza approfondirne nessuno. Una scena simbolo credo possa essere quella in cui Federico vorrebbe vedere l'audizione del figlio ma si sente rispondere dalla responsabile che “non si potrebbe” ma neanche finito di chiedere di assistere per la seconda volta che la signora acconsente subito senza esitare. Ecco il film è cosi: si crea un problema, ma non si fa in tempo a riflettere un attimo che il problema è risolto e la storia ha preso gia un'altra direzione. I due attori principali si sono come al solito comportati bene e dimostrano come sempre il loro talento recitativo, anche se non riescono mai a risultare in piena sintonia e le performance appaiono, forse a causa del contesto in cui sono inserite, più fioche del solito. Ma non c'è fine al peggio: la parte peggiore del film è quella tecnica. La regia è veramente scadente, una misera serie di inquadrature fisse che tramite un cavalletto si spostano di quel poco che basta per non escludere mai dalla scena Carlo Verdone. Sicuramente la peggior performance registica di Verdone che non ci aveva abituato a virtuosismi ma che aveva comunque sempre portato a casa pellicole ben fatte. La fotografia è stata affidata a un grande del cinema italiano, Ennio Guarnieri, ma che, a mio avviso, ha dato il peggio di se in questo film. Immagini sempre sovraesposte con visi troppo illuminati e per di più con luci diegeticamente non giustificate. I volti in secondo piano spesso figurano come macchie bianche. Sembra una fotografia più adatta a un film in bianco e nero che ad un film del 2014, e gli 84 anni del maestro Guarnieri ne sono la prova lampante. Il montaggio è anch'esso scadente, poco fluido, anche se a livello visivo è forse la parte più riuscita del film. Un cenno va fatto alla produzione Filmauro dei fratelli De Laurentis che, senza smentirsi mai, riescono a far confezionare un prodotto molto sotto la suffucienza anche ad un regista e attore esperto come Carlo Verdone.
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lucascialo
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venerdì 30 novembre 2018
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la cortellesi mette pepe ad una commedia sottotono
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Dopo l'ottimo Posti in piedi in Paradiso, Verdone torna alla commedia soft, che guarda all'attualità con qualche momento di ilarità e felice intuizione. Su tutti, la scena del reading di poesie tra personaggi "sui generis" a casa di Federico che finisce in rissa o la simulazione del sesso da parte dei due protagonisti per ingelosire l'altra parte. A dare un pò di brio al film è comunque la presenza di Paola Cortellesi, il cui personaggio porta un pò di armonia anche nella casa del protagonista: Federico Picchioni. Interpretato da Carlo Verdone, padre snaturato che, dopo la morte della ex moglie, ha ripreso in casa i suoi due figli. La convivenza tra i 3 è però molto difficile, tanto che la sua nuova compagna, Gemma, fa presto le valigie.
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Dopo l'ottimo Posti in piedi in Paradiso, Verdone torna alla commedia soft, che guarda all'attualità con qualche momento di ilarità e felice intuizione. Su tutti, la scena del reading di poesie tra personaggi "sui generis" a casa di Federico che finisce in rissa o la simulazione del sesso da parte dei due protagonisti per ingelosire l'altra parte. A dare un pò di brio al film è comunque la presenza di Paola Cortellesi, il cui personaggio porta un pò di armonia anche nella casa del protagonista: Federico Picchioni. Interpretato da Carlo Verdone, padre snaturato che, dopo la morte della ex moglie, ha ripreso in casa i suoi due figli. La convivenza tra i 3 è però molto difficile, tanto che la sua nuova compagna, Gemma, fa presto le valigie. Sarà proprio la vicina Luisa, "tagliatrice di teste" e single, a ricucire i fili spezzati tra Federico e i suoi due figli. Sebbene alcune loro scelte saranno inevitabili. Così come sarà sempre il personaggio di Luisa a sbrogliare la matassa di una trama che troppo spesso si ingarbuglia.
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warmachine1983
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giovedì 6 marzo 2014
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la classica commedia italiana
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un modo come un altro di trascorrere un oretta. Nulla di entusiasmante, classica sceneggiatura del Padre che riconquista l'amore di due figli, è conquista l'amore della vicina della porta a canto. Una paola Cortellesi, che rivesti i soliti panni visti nelle sue ultime comparse cinematografiche degli ultimi anni.
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alexandros_87
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venerdì 7 marzo 2014
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un buon film, un verdone diverso dal solito...
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Sono sicuro che tanti fan di Verdone si aspettino che lui ripercorra ogni volta i suoi pezzi migliori, come i primi film ma non è così.
Sotto una buona stella è un film che parla della realtà, di una famiglia ridotta in condizioni gravi ma che piano piano grazie ad una grande Paola Cortellesi riprende un po' di splendore, si ride non come per esempio Posti in piedi in paradiso, ma si ride comunque...ripeto è un buon film, forse l'unica pecca è la scelta degli attori, i suoi figli che non hanno recitato molto bene, si vedeva che ripetevano un copione senza un minimo di inventiva personale cosa che a Verdone piace tantissimo.
Comunque grande Verdone, grande Paola Cortellesi, ripartiamo anche dal cinema italiano.
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Sono sicuro che tanti fan di Verdone si aspettino che lui ripercorra ogni volta i suoi pezzi migliori, come i primi film ma non è così.
Sotto una buona stella è un film che parla della realtà, di una famiglia ridotta in condizioni gravi ma che piano piano grazie ad una grande Paola Cortellesi riprende un po' di splendore, si ride non come per esempio Posti in piedi in paradiso, ma si ride comunque...ripeto è un buon film, forse l'unica pecca è la scelta degli attori, i suoi figli che non hanno recitato molto bene, si vedeva che ripetevano un copione senza un minimo di inventiva personale cosa che a Verdone piace tantissimo.
Comunque grande Verdone, grande Paola Cortellesi, ripartiamo anche dal cinema italiano...
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francesca romana cerri
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sabato 15 marzo 2014
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la semplicità è un pregio
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Questa volte Verdone non sbaglia. Non mira in alto, mira al semplice e firma un film senza pretese ma che diverte dall'inzio alla fine.
La trama non è debole, è vera, è semplice, una famiglia dove tutti sono in crisi con il mondo del lavoro, un rapporto tra generazioni, un incontro con una vicina di casa. Sembra quasi un atto unico teatrale , tutto o quasi circostritto all'ambiente della casa, ma proprio per questo intimo, vicino allo spettatore e si chiude con un lieto fine coerente allo stile con cui è partito.
Certo siamo lontani dal Verdone di una volta, il Verdone più maturo ormai si è dato già da tempo al cinema commerciale.
Prima , lo sappiamo nella sua commercialità sventagliava un talento e un inventiva incredibile, oltrechè un cast di tutto rispetto.
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Questa volte Verdone non sbaglia. Non mira in alto, mira al semplice e firma un film senza pretese ma che diverte dall'inzio alla fine.
La trama non è debole, è vera, è semplice, una famiglia dove tutti sono in crisi con il mondo del lavoro, un rapporto tra generazioni, un incontro con una vicina di casa. Sembra quasi un atto unico teatrale , tutto o quasi circostritto all'ambiente della casa, ma proprio per questo intimo, vicino allo spettatore e si chiude con un lieto fine coerente allo stile con cui è partito.
Certo siamo lontani dal Verdone di una volta, il Verdone più maturo ormai si è dato già da tempo al cinema commerciale.
Prima , lo sappiamo nella sua commercialità sventagliava un talento e un inventiva incredibile, oltrechè un cast di tutto rispetto..
Eppure questa volte , diversamente dalle ultime prove, moraleggianti, invase da attori uomini volgarotti e compiaciuti di se stessi, azzecca una combinazione con la donna ( Cortellesi Paola) che risulta simpatica.
E' proprio nella semplicità il pregio del film e alla fine proprio nel momento in cui finalmente decide di non dare il messaggio consolatorio a lui sempre molto caro ( vedi Posti in Paradiso)riesce a trasmettere un Italietta dove non c'è spazio per nessuno, dove l'ignoranza la fà da padrone ( ottimo Stefano Ambrogi, nella parte del provinatori di musicisti)e dove ciò che resta di vero è l'affetto, e i sentimenti.
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il gabbiano
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sabato 18 aprile 2015
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verdone tocca il fondo.
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Verdone decide di aggiungere un'altra musa alla sua collezione cinematografica, affidandosi alla comicità gradevole di Paola Cortellesi. La scelta dell'attrice protagonista è stata abbastanza azzeccata, dato che è l'unica fioca luce nel buio sconsolabile di una pellicola senz'anima, senza personalità e di bassissima qualità a livello di sceneggiatura, recitazione generale e comicità. La storia di base ,seppur soffermandosi su tematiche costanti e arcinote del cinema verdoniano post-duemila, quali la disoccupazione, il disagio sociale e i problemi della famiglia moderna, offriva potenzialmente gli spunti per un buon prodotto, ma il regista romano riesce a sbagliare quasi tutto il possibile.
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Verdone decide di aggiungere un'altra musa alla sua collezione cinematografica, affidandosi alla comicità gradevole di Paola Cortellesi. La scelta dell'attrice protagonista è stata abbastanza azzeccata, dato che è l'unica fioca luce nel buio sconsolabile di una pellicola senz'anima, senza personalità e di bassissima qualità a livello di sceneggiatura, recitazione generale e comicità. La storia di base ,seppur soffermandosi su tematiche costanti e arcinote del cinema verdoniano post-duemila, quali la disoccupazione, il disagio sociale e i problemi della famiglia moderna, offriva potenzialmente gli spunti per un buon prodotto, ma il regista romano riesce a sbagliare quasi tutto il possibile. Dai dialoghi oltremodo banali e per nulla accattivanti alla interpretazione scialba dello stesso Verdone accompagnata dalle performance fastidiosamente inguardabili di Tea Falco e Lorenzo Richelmy, nei panni dei due sciatti ed irriverenti figli ultraventenni del protagonista. Da che con "Posti in piedi in Paradiso" Verdone sembrava aver guadagnato punti in questo suo scarno quindicennio cinematografico, adesso potrebbe aver davvero raggiunto il minimo storico di gradevolezza.
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domenico rizzi
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venerdì 21 febbraio 2014
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fantastico, inesauribile carlo!
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Dopo un periodo di "appannamento", Verdone ha un grande ritorno e si conferma il fantastico regista e interprete di sempre. Superato ormai sia il periodo "giovanile" che quello dell'età di mezzo, riesce non solo a rimanere galla perfettamente, ma ad essere ancora protagonista nella parte del sessantenne frustrato e disorientato in una società incalzante e spietata come quella attuale. Divorziato, con una nuova compagna futile e viziata e due figli grandi sul gobbo - pressochè nullafacenti, la ragazza con una figlia avuta incidentalmente, il maschio con una testa piena di sogni: entrambi inconcludenti - si adegua ai nuovi ritmi della famiglia allargata, mostrandosi suo malgrado all'altezza di un compito difficile.
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Dopo un periodo di "appannamento", Verdone ha un grande ritorno e si conferma il fantastico regista e interprete di sempre. Superato ormai sia il periodo "giovanile" che quello dell'età di mezzo, riesce non solo a rimanere galla perfettamente, ma ad essere ancora protagonista nella parte del sessantenne frustrato e disorientato in una società incalzante e spietata come quella attuale. Divorziato, con una nuova compagna futile e viziata e due figli grandi sul gobbo - pressochè nullafacenti, la ragazza con una figlia avuta incidentalmente, il maschio con una testa piena di sogni: entrambi inconcludenti - si adegua ai nuovi ritmi della famiglia allargata, mostrandosi suo malgrado all'altezza di un compito difficile. Fra grane giudiziarie, conto in banca prosciugato da un collega disonesto e casa messa a soqquadro dai figli, ai quali non è più in grado di pagare l'affito, Federico Picchioni (Verdone) mantiene la rotta della nave scongiurandone l'affondamento che si prospettava inevitabile. Luisa (la bravissima Paola Cortellesi) gli è costantemente accanto, aspettando un gesto che l'uomo, scottato dai suoi fallimenti precedenti, tarda a manifestare...Alla fine, avviene il miracolo e la donna - che di fallimenti ne ha pure collezionato qualcuno, almeno nella professione - riesce a sfondare la sua apparentemente impenetrabile sfera. A ben vedere, il finale richiama qualcosa del film "Acqua e sapone" del 1983, ma questa volta non si tratta di un'avventura senza seguito, come quella del falso prete precettore della fotomodella. Nel tempo, gli approcci del timido Verdone con ragazze a volte un po' particolari - Ornella Muti, Asia Argento, Eleonora Giorgi o Margherita Buy - sono cresciuti fino a trasformarsi in successo, che confermano la sua visione ottimistica della vita anche quando è mascherata dalla rassegnazione. L'ultimo film possiede un ritmo incalzante e piacevole ed una comicità forse superiore a quella di tutti gli altri suoi lavori precedenti: segno che invecchiando si migliora e che l'esperienza non è proprio acqua fresca. Nel mare semi prosciugato in cui naviga il cinema italiano (tranne poche fortunate eccezioni) l'operadi Carlo Verdone non può essere che una stimolante sferzata.
Domenico Rizzi, scrittore.
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