flaw54
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martedì 30 agosto 2016
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buon cinema
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Dopo un primo tempo che mi ha lasciato piuttosto perplesso il film migliora e diventa godibile per la tensione che riesce a creare nello spettatore. Debole l' interpretaxione di " Peeta" che non si accorge di niente e sembra non sapere niente di Escobar. Ottimo come sempre Benicio del toro che mescola con abilità dolcezza negli affetti familiari e violenza spietata.
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elpiezo
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martedì 30 agosto 2016
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un ritratto intelligente!!!
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Il cupo ed enigmatico Benicio Del Toro è l'interprete perfetto di Pablo Escobar, il celebre narcotrafficante colombiano, il cui esordiente regista italiano Andrea Di Stefano, ne narra le gesta con una giudiziosa visione storico cinematografica.
Un film drammatico e violento le cui sequenze si diramano tra le soleggiate strade di una Colombia povera e spietata; il cinico ritratto di un personaggio amato e condannato, l'effige di un popolo infelice che nelle atroci gesta di un ricco criminale politicante, scorge con fanatico misticismo un barlume di infondata speranza.
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fabriziog
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martedì 30 agosto 2016
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la bravura nel descrivere la ferocia
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“Escobar” è il bel film di Andrea di Stefano che consiglio di vedere a quasi tutti (ad esclusione dei più sensibili). La pellicola ripercorre le ignominie poste in essere dal uno dei più famosi e potenti trafficanti di cocaina, il colombiano patron dei cartelli di Medellin Pablo Emilio Escobar Gaviria (1949-1993).
Benicio del Toro non solo interpreta magistralmente il ruolo di Escobar, ma accosta la sua corporeità ed espressività mimica a quella del “capo dei capi” della droga sudamericana.
Fra imbarazzante, inspiegabile ed arrogante religiosità, vicinanza sinallagmatica alla Chiesa Cattolica, alto senso della famiglia e belluina ferocia che non risparmia donne e infanti, torture ed brutali eliminazioni fisiche, la narrazione filmica procede con ritmica placidità avvinghiando lo spettatore alla sedia.
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“Escobar” è il bel film di Andrea di Stefano che consiglio di vedere a quasi tutti (ad esclusione dei più sensibili). La pellicola ripercorre le ignominie poste in essere dal uno dei più famosi e potenti trafficanti di cocaina, il colombiano patron dei cartelli di Medellin Pablo Emilio Escobar Gaviria (1949-1993).
Benicio del Toro non solo interpreta magistralmente il ruolo di Escobar, ma accosta la sua corporeità ed espressività mimica a quella del “capo dei capi” della droga sudamericana.
Fra imbarazzante, inspiegabile ed arrogante religiosità, vicinanza sinallagmatica alla Chiesa Cattolica, alto senso della famiglia e belluina ferocia che non risparmia donne e infanti, torture ed brutali eliminazioni fisiche, la narrazione filmica procede con ritmica placidità avvinghiando lo spettatore alla sedia.
Abile Di Stefano a fare intuire l’orrore, accennandolo appena senza entrare mai nei dettagli, evitando pervicacemente di mostrare al pubblico “le frattaglie”. La bravura di un regista, seguendo gli insegnamenti della tragedia greca, consiste proprio nel far sentire il disgusto e il raccapriccio senza far vedere nulla o, al più, lambendo la rappresentazione della truculenza di certe immagini. Non v’è capacità nello sbattere in faccia l’uccisione di un bimbo di pochi mesi, ma nel farla capire con l’angosciante sonorità di un pianto frignante non più percepita attraverso la cornetta di un telefono.
Fabrizio Giulimondi
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gustibus
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lunedì 29 agosto 2016
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lascia perplesso lo svolgimento
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Se non fosse stato per Benicio .. IL FILM MERITA 1STELLA!...SEMBRA INCOMPLETO... MA E'UNA MIA IMPRESSIONE...NEGLI USA 106MILA DOLLARI!!! NEL 2015...NO UN FILM PER..LA TV!...SI SALVA UN PO'LA NIPOTE...MA LUI IL FIDANZATO???UN ESPRESSIONE FISSA DA ANGURIA...VABBE'SUCCEDE DI SBAGLIARE.
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flyanto
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lunedì 29 agosto 2016
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il terribile ritratto di un uomo spietato
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Personaggi criminali e comunque spietati nelle loro azioni sono stati rappresentati molteplici volte al cinema ed è così che ora esce nelle sale di proiezioni la terribile figura di Pablo Escobar interpretata da Benicio Del Toro.
Siamo in Colombia negli anni '90 dove su una spiaggia da sogno giungono dal Canada due fratelli con l'intento di stabilirvisi per parecchio tempo, uno aprendo un chiosco di bibite, l'altro dando lezioni di surf. Quest'ultimo qui conosce una bella ragazza locale di cui si innamora immediatamente e, ricambiato, inizia così con lei una relazione sentimentale. Ma la giovane è la nipote del boss locale Pablo Escobar che, dispensando aiuti economici e vari favori ai bisognosi del posto, di fatto è a capo di un grosso e fiorente traffico di droga.
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Personaggi criminali e comunque spietati nelle loro azioni sono stati rappresentati molteplici volte al cinema ed è così che ora esce nelle sale di proiezioni la terribile figura di Pablo Escobar interpretata da Benicio Del Toro.
Siamo in Colombia negli anni '90 dove su una spiaggia da sogno giungono dal Canada due fratelli con l'intento di stabilirvisi per parecchio tempo, uno aprendo un chiosco di bibite, l'altro dando lezioni di surf. Quest'ultimo qui conosce una bella ragazza locale di cui si innamora immediatamente e, ricambiato, inizia così con lei una relazione sentimentale. Ma la giovane è la nipote del boss locale Pablo Escobar che, dispensando aiuti economici e vari favori ai bisognosi del posto, di fatto è a capo di un grosso e fiorente traffico di droga. All'inizio egli sembra accettare, ma solo per amore della nipote, la presenza nella sua famiglia del ragazzo canadese che peraltro introduce nelle mansioni lavorative insieme ai suoi dipendenti, una volta nel corso del tempo, che però scopre che i due innamorati vogliono abbandonare la Colombia e, dunque, affrancarsi dalla sua ingerenza di criminale, Escobar inizia, prima di farsi rinchiudere in una prigione di Stato con una sorta di programma di protezione della Polizia, a sterminare tutti coloro che egli reputa ormai suoi nemici e pertanto anche i due giovani stessi. Ne scaturirà una vera e propria carneficina quanto mai sanguinosa e spietata.
"Escobar", ripeto, è una delle numerose pellicole che raccontano l'esistenza e le azioni di un temibile personaggio a capo di un potente traffico di droga, raggiungendo livelli di ricchezza e potenza tali da venire addirittura considerato come un "benefattore" dalla povera gente del suo paese che egli tiene però soggiogata attraverso qualche "regalia" economica, e pertanto non si discosta di molto dalle svariate altre precedenti che trattano la figura di simili criminali. Ma quello che rende di pregio questo film è soprattutto l'interpretazione magnifica e perfetta di Benicio Del Toro che, sfatto nel fisico e nella morale, ben impersona il personaggio. Alternando gesti di magnanimità e di violenza inaudita non appena qualcuno osa andargli contro, Del Toro riesce a rendere la figura di Escobar quanto mai reale e conforme a tutti i "cattivi" che dal nulla si sono costruiti una posizione economica e di potere temuta da tutti, e principalmente dalla popolazione ignorante e soprattutto quanto mai bisognosa a cui poco interessa l'iter più meno onesto della scalata dell'uomo in questione.
Insomma, un film avvincente seppure non originale che fa ancora una volta riflettere lo spettatore sulla condizione e sull'andamento di alcuni paesi, soprattutto del centro e sud-America.
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erre
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lunedì 29 agosto 2016
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colombia mon amour
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Nick e Dylan sono due giovani fratelli canadesi in cerca di avventura, libertà e un po' di onde per il surf. Tutto questo sembrano trovarlo su una bellissima spiaggia di una piccola città della selvaggia Colombia. Nick, nel nuovo paese, trova anche l' amore di nome Maria, una bellissima ragazza impegnata nel sociale. Ben presto si scopre, però, che Maria è la nipote di, un ancor semisconosciuto alle cronache mondiali, Pablo Escobar il "Re della cocaina" futuro super criminale tra i più ricchi di sempre se non il più ricco. A poco a poco Nick detto Nicko, tramite Maria, inizia ad addentrarsi sempre più nella vita, nelle vicende e negli affari di Escobar quasi sempre contro la sua volontà ma spinto dall' amore per la ragazza e dalla paura di perderla.
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Nick e Dylan sono due giovani fratelli canadesi in cerca di avventura, libertà e un po' di onde per il surf. Tutto questo sembrano trovarlo su una bellissima spiaggia di una piccola città della selvaggia Colombia. Nick, nel nuovo paese, trova anche l' amore di nome Maria, una bellissima ragazza impegnata nel sociale. Ben presto si scopre, però, che Maria è la nipote di, un ancor semisconosciuto alle cronache mondiali, Pablo Escobar il "Re della cocaina" futuro super criminale tra i più ricchi di sempre se non il più ricco. A poco a poco Nick detto Nicko, tramite Maria, inizia ad addentrarsi sempre più nella vita, nelle vicende e negli affari di Escobar quasi sempre contro la sua volontà ma spinto dall' amore per la ragazza e dalla paura di perderla. Nick segue Escobar per molti anni fino allo storico declino. Decide, allora, di scappare in gran segreto con Maria ma quando tutto sembra ormai risolto ecco l' ennesima chiamata di Don Pablo, l' ultima chiamata di Don Pablo.
La storia di uno dei più potenti criminali di sempre discretamente raccontata e usata come sfondo per un intensa storia d' amore.
Benicio Del Toro è magistrale e il resto del cast all' altezza, il film ha un buon ritmo ed è fedele alla storicità degli eventi, l' unico difetto è qualche salto temporale di troppo nella storia tra l' altro quasi mai contestualizzato. Il vero rammarico però è, forse, l' occasione sfumata di poter raccontare nei minimi dettagli, senza intrusi, quasi a documentario, la vera storia di Pablo Escobar.
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pier delmonte
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lunedì 29 agosto 2016
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sbagliato
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Il film e’ fatto anche bene ma la storia di Escobar versione family non mi ha convinto, tale biopic (si dice cosi’?) l’avrei preferito sugli intrecci politica-popolo-polizia-mafia e non su uno sbarbatello canadese che si innamora della donna sbagliata! Morale della favola la storia non mi ha preso e su Benicio Del Toro non mi pronuncio in quanto il personaggio da lui interpretato non presenta un grado di difficolta’ cosi’ elevato.
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enzo70
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domenica 28 agosto 2016
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un grandissimo benicio racconta escobar
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E così Benicio del Toro passa dall’interpretazione del mito positivo per eccellenza, il Che, a quello negativo per definizione, Pablo Escobar. E bisogna anche segnalare un esordio alla regia, quello dell’italiano Andrea Di Stefano, che si trova subito con un film importante ed un cast di primo piano. Non è il romanzo della vita di Escobar, né del narcotraffico, anzi il tutto parte con un racconto laterale, due fratelli canadesi che si trasferiscono in Colombia per aprire una scuola di surf. Ma, e specialmente in quegli anni, la Colombia era l’impero di un uomo, Pablo Escobar, che si presenta come una sorta di dio pagano, tutto dedito alla famiglia ed alle buone azioni per declinare lentamente le caratteristiche di uno dei maggiori criminali del secolo scorso.
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E così Benicio del Toro passa dall’interpretazione del mito positivo per eccellenza, il Che, a quello negativo per definizione, Pablo Escobar. E bisogna anche segnalare un esordio alla regia, quello dell’italiano Andrea Di Stefano, che si trova subito con un film importante ed un cast di primo piano. Non è il romanzo della vita di Escobar, né del narcotraffico, anzi il tutto parte con un racconto laterale, due fratelli canadesi che si trasferiscono in Colombia per aprire una scuola di surf. Ma, e specialmente in quegli anni, la Colombia era l’impero di un uomo, Pablo Escobar, che si presenta come una sorta di dio pagano, tutto dedito alla famiglia ed alle buone azioni per declinare lentamente le caratteristiche di uno dei maggiori criminali del secolo scorso. Perfettamente a suo agio Benicio Del Toro, interpreta perfettamente le turbe di un personaggio complesso e contradditorio. Molto al di sotto Josh Hutcherson anche se la differenza di ruoli può essere una parziale giustificazione. In realtà questo film si trasforma verso la fine in un thriller che appassiona lo spettatore, ma ho l’impressione che con un personaggio come Pablo Escobar e con un attore straordinario come Del Toro, Di Stefano poteva fare meglio; ma, comunque, un buon esordio.
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lomax
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domenica 28 agosto 2016
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un grande del toro
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L'interpretazione di un grande Benicio Del Toro nobilita un film appena discreto, ma con qualche pausa di troppo e soprattutto penalizzato dall'interpretazione del protagonista Hutcherson assolutamente inadeguato e non all'altezza del ruolo. Le vicende e la parabola del narcotrafficante Escobar fanno da contorno e fagocitano le vicende del giovane protagonista sbarcato in Colombia insieme al fratello in cerca di un paradiso ove poter vivere. Concludendo ritengo il film è al di sotto delle aspettative
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jaylee
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venerdì 26 agosto 2016
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morte di un sogno (mai avvenuto)
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Opera Prima dell’italiano Andrea Di Stefano, fino ad ora attore, Escobar racconta del picco e del declino del più grande magnate della cocaina di tutti i tempi, ovvero Pablo Escobar, colombiano, dagli anni ’80 fino al 1991, anno del suo arresto (o meglio in in un esilio dorato, evidentemente tutto il mondo è paese.
Ci viene raccontato attraverso gli occhi di Nick, fidanzato canadese della nipote di Escobar, Maria, inizialmente surfista/turista giunto in Colombia col fratello per aprire una scuola di surf, poi assunto dallo stesso Escobar nella sua hacienda. Inizialmente all’oscuro di tutto, o meglio, avvisatocon nonchalance dalla stessa fidanzata come la sua immenza ricchezza sia basato sull’esportazione della cocaina, vista come un mero commercio di prodotti locali… vero anche che Escobar utilizzò parte del patrimonio per aiutare la popolazione locale e fu pure eletto al senato, grazie all’enorme influenza che otteneva grazie alle sue elargizioni.
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Opera Prima dell’italiano Andrea Di Stefano, fino ad ora attore, Escobar racconta del picco e del declino del più grande magnate della cocaina di tutti i tempi, ovvero Pablo Escobar, colombiano, dagli anni ’80 fino al 1991, anno del suo arresto (o meglio in in un esilio dorato, evidentemente tutto il mondo è paese.
Ci viene raccontato attraverso gli occhi di Nick, fidanzato canadese della nipote di Escobar, Maria, inizialmente surfista/turista giunto in Colombia col fratello per aprire una scuola di surf, poi assunto dallo stesso Escobar nella sua hacienda. Inizialmente all’oscuro di tutto, o meglio, avvisatocon nonchalance dalla stessa fidanzata come la sua immenza ricchezza sia basato sull’esportazione della cocaina, vista come un mero commercio di prodotti locali… vero anche che Escobar utilizzò parte del patrimonio per aiutare la popolazione locale e fu pure eletto al senato, grazie all’enorme influenza che otteneva grazie alle sue elargizioni.
Tutto andrà bene fino a che Escobar, incaricherà Nick di un primo ed ultimo trasporto, e di un primo omicidio.
Film che ricorda molto il miglior Soderbergh come stilemi e non incidentalmente, Escobar è interpretato da Benicio Del Toro, che qui sfodera il suo miglior sguardo metallico e il suo miglior sorriso tagliente ed enigmatico. Bella la caratterizzazione del megalomane che ormai quando sente la parola “Dio” si sente chiamato in causa. L’altro protagonista è Josh Hutcherson della fama di Hunger Games: tutto sommato la parte del gringo (non USA, ma canadese, come tiene a far sapere più volte nel film) ben gli si addice, ma la verità è che non sembra un mostro di espressività (ne qui né in altre parti).
Oltre a Benicio, vero polo nord magnetico del film, la parte del leone viene da una trama violenta e tesa come da miglior tradizione di mala sudamericana, forse un po’ televisiva (da Miami Vice a Narco, il passaggio è breve), e quello che rimane impresso tutto sommato è la commistione tra normalità e criminalità in quei Paesi, tanto che il buon Nick avrebbe dovuto mangiare la foglia quando la fidanzata lo striglia un po’ (“voi stranieri pensate che qui sia un Paradiso, ma non lo è qui”), riferimento anche al titolo originale Paradise Lost. Soprattutto sembra una caduta verso gli Inferi, o forse il Paradiso era solo davvero apparente
Per il resto, detto delle ambientazioni, belle le musiche e bella la scena finale, malinconica ma sincera. Davvero un ottimo esordio per il regista italiano. C’è speranza oltre a Muccino, per gli italiani a Hollywood. (www.versionekowalski.it)
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