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lief3
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sabato 2 agosto 2014
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finalmente è tornato il pianeta delle scimmie!
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Dopo le molte delusioni di questa saga, partendo da "L'altra faccia del pianeta delle scimmie" fino a "L'alba del pianeta delle scimmie" (forse salvando appena "1999 - Conquista della Terra") andando al cinema ho visto un film degno di essere l'erede dello storico "Pianeta delle scimmie".
Su tutti i fronti migliore del suo capitolo precedente, questo film rievoca il profondo pensiero che c'è dietro al mondo fantascimmiesco, ovvero un profondo ragionamento sulla natura dell'essere umano.
La trama del film è ottima: momenti nostalgici al momento giusto, scene piene d'azione mai troppo stiracchiate. Ma il vero motivo per cui questo film è un ottimo film è che mai banalizza la contrapossizione essere umano-scimmia, ma anzi la rende molto interessante non definendo (e quindi non semplificando) la dicotomia buono-cattivo.
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Dopo le molte delusioni di questa saga, partendo da "L'altra faccia del pianeta delle scimmie" fino a "L'alba del pianeta delle scimmie" (forse salvando appena "1999 - Conquista della Terra") andando al cinema ho visto un film degno di essere l'erede dello storico "Pianeta delle scimmie".
Su tutti i fronti migliore del suo capitolo precedente, questo film rievoca il profondo pensiero che c'è dietro al mondo fantascimmiesco, ovvero un profondo ragionamento sulla natura dell'essere umano.
La trama del film è ottima: momenti nostalgici al momento giusto, scene piene d'azione mai troppo stiracchiate. Ma il vero motivo per cui questo film è un ottimo film è che mai banalizza la contrapossizione essere umano-scimmia, ma anzi la rende molto interessante non definendo (e quindi non semplificando) la dicotomia buono-cattivo.
Questo reboot partito nel 2011 sembrava intraprendere la strada della banalizzazione del pianeta delle scimmie come film di solo spettacolo, alla pari dei film della Marvel, per intederci, ma questo nuovo capitolo non solo ha smentito ciò, ma oltretutto oserei dire che si è molto avvicinato come qualità al primo e inimitabile film facendo capire che coloro che hanno realizzato questa pellicola son riusciti a cogliere la vera bellezza di questo universo che non si ferma alle scimmie che cavalcano i cavalli, ma che pone le basi su pilastri ben più solidi e profondi.
In conclusione se chiunque mi chiedesse se questo film vale la pena di vederlo o no gli risponderei senza alcun dubbio che sì vale la pena di vederlo anche se non si è visto il primo film.
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markwillis
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venerdì 1 agosto 2014
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la scimmia che emoziona
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Film che altalena tra alti e bassi: da un lato splendide animazioni in grado di emozionare lo spettatore in più di una situazione, dall'altro una sceneggiatura scarna e scontata. Nel complesso Matt Reeves ci regala un film decisamente all'altezza di quello precedente dove il vero punto di forza, specialmente a livello emotivo, è il rapporto padre/figlio, ovvero Cesare e Occhi Blu. Da fan di Cesare, quattro stelle.
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krant
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giovedì 31 luglio 2014
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scimmie & noia: quel tandem che non ti aspetti
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E dire che gli scimpanzè, come moltissimi altri simili, sono fra gli animali più affascinanti ed intriganti che si possano studiare. Matt Reeves, accompagnato da un cast più che mediocre e da sceneggiatori altrettanto limitati, ci regala invece una sprangata in fronte di due ore e dieci minuti di banalità e noia assolute. Nulla di nuovo all'orizzonte: la solita predica pseudo-animalista e antirazzista che vuole ricordare come le disuguaglianze fra uomo-uomo e uomo-animale siano effettivamente poche. Il tutto trattato in maniera scontata e a sprazzi stucchevole. Un copione insomma visto e rivisto in decine di pellicole (fra le più famose e migliori "Gli ammutinati del Bounty", "Balla coi lupi", persino "Pocahontas" della Disney.
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E dire che gli scimpanzè, come moltissimi altri simili, sono fra gli animali più affascinanti ed intriganti che si possano studiare. Matt Reeves, accompagnato da un cast più che mediocre e da sceneggiatori altrettanto limitati, ci regala invece una sprangata in fronte di due ore e dieci minuti di banalità e noia assolute. Nulla di nuovo all'orizzonte: la solita predica pseudo-animalista e antirazzista che vuole ricordare come le disuguaglianze fra uomo-uomo e uomo-animale siano effettivamente poche. Il tutto trattato in maniera scontata e a sprazzi stucchevole. Un copione insomma visto e rivisto in decine di pellicole (fra le più famose e migliori "Gli ammutinati del Bounty", "Balla coi lupi", persino "Pocahontas" della Disney...) che ripercorrono, in questo caso immaginariamente, il contatto fra civilità più e meno evolute. Agli albori del 2015, mi spiace dirlo, ma un montaggio grafico ben realizzato ed assemblato a computer non può essere più sufficiente per salvare "in corner" film così scadenti.
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sebastian13
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giovedì 31 luglio 2014
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l'uomo scimmia del nostro scontento
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L'ultimo della serie (contandoli tutti questo è l'ottavo) è uno dei migliori e sicuramente quello più intimista. Pur rimanendo nella logica del Blockbuster a carattere spettacolare, nel film risultano maggiormente approfonditi i temi incentrati sull'incontro scontro tra l'uomo e la scimmia, da cui scaturiscono inevitabilmente le contraddizioni del vivere umano allargate naturalmente ai primati umani in quanto suoi simili. Nel film di Matt Reeves si cerca sempre di comprendere le ragioni degli altri, al fine di raggiungere l'impossibile traguardo del vivere in pace tra diversi; da qui la forza dei dialoghi tra Cesare e Malcom per trovare accordi e giusti compromessi per il bene comune, partendo dal rispetto della parità dei diritti.
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L'ultimo della serie (contandoli tutti questo è l'ottavo) è uno dei migliori e sicuramente quello più intimista. Pur rimanendo nella logica del Blockbuster a carattere spettacolare, nel film risultano maggiormente approfonditi i temi incentrati sull'incontro scontro tra l'uomo e la scimmia, da cui scaturiscono inevitabilmente le contraddizioni del vivere umano allargate naturalmente ai primati umani in quanto suoi simili. Nel film di Matt Reeves si cerca sempre di comprendere le ragioni degli altri, al fine di raggiungere l'impossibile traguardo del vivere in pace tra diversi; da qui la forza dei dialoghi tra Cesare e Malcom per trovare accordi e giusti compromessi per il bene comune, partendo dal rispetto della parità dei diritti. Forte impatto civile quindi, tale da far passare in secondo piano i personaggi destabilizzanti destinati si ad averla vinta sul campo in quanto facili fomentatori di folle ignare, ma non fino al punto di impoverire e svilire la giustizia. Come di prassi il mitico Andy Serkis - Cesare veste i panni del diverso con autentica partecipazione e attenzione ai particolari. Gli altri comprimari non brillano eccessivamente tali da farci rimpiangere il padre putativo di Cesare - James Franco del film precedente. Chiusura piena di rimpianti per ciò che sarebbe potuto essere e ciò che non potrà mai essere; l'impossibile intesa tra simili, intrappolati oramai nella eterna spirale del nostro scontento. Quanta attualità in questo finale pensando a Gaza e a Israele, ad Abramo e a Ismaele ed infine alla stupidità umana come suprema sintesi della violenza.
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sileo
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giovedì 31 luglio 2014
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rivoluzione o guerra civile?
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Le scimmie non si uccidono tra loro: con questo pesante principio viene solcata la linea di demarcazione tra scimmie e uomini. Per tutto il resto sono poco differenti: un po' più grezze e pelose, ma provano emozioni, amano, odiano, hanno paura, difendono la famiglia. E' proprio questa revisione dei piani che rende questo film davvero diverso rispetto ai suoi predecessori, in particolare l'ultimo. I mezzi tecnologici sono stupefacenti e utilizzati in modo sapiente, con sequenze rese toccanti e comunicative anche grazie ad un attento uso delle luci, insieme a scene d'azione al cardiopalma. Ma più che alla realizzazione tecnica del film, il mio apprezzamento va alla sceneggiatura e alla costruzione dei personaggi.
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Le scimmie non si uccidono tra loro: con questo pesante principio viene solcata la linea di demarcazione tra scimmie e uomini. Per tutto il resto sono poco differenti: un po' più grezze e pelose, ma provano emozioni, amano, odiano, hanno paura, difendono la famiglia. E' proprio questa revisione dei piani che rende questo film davvero diverso rispetto ai suoi predecessori, in particolare l'ultimo. I mezzi tecnologici sono stupefacenti e utilizzati in modo sapiente, con sequenze rese toccanti e comunicative anche grazie ad un attento uso delle luci, insieme a scene d'azione al cardiopalma. Ma più che alla realizzazione tecnica del film, il mio apprezzamento va alla sceneggiatura e alla costruzione dei personaggi. La sceneggiatura è articolata e intelligente: all'inizio linee diverse (uomini e scimmie) con storie che procedono parallele, e salti dell'occhio cinematografico da città degli uomini a città delle scimmie, poi, come se ci si rendesse conto che non è questa la reale distinzione, le due linee si fondono, separando invece le azioni dei buoni da quelle dei cattivi (che non coincidono più con uomini e scimmie), ed è qui che si potrà capire a pieno il reale senso della parola "revolution". I personaggi. Gli uomini hanno perso tutto, chi non è morto per il virus è morto nei successivi scontri, e sopravvivono ora tentando di ricostruire, attaccati a quel poco che hanno con un sentimento misto di paura e voglia di vendetta; le scimmie non hanno mai avuto niente, e sono disposte a tutto per difendere quella nuova vita che hanno costruito nella foresta delle sequoie. Malcolm, principale personaggio umano, la sua famiglia e i suoi compagni riusciamo a capirli facilmente, sono persone davvero semplici, chi nella bontà, chi nel risentimento. La saggezza e la profondità del pensiero di Cesare, costretto ora a scelte difficili ora a scendere a compromessi, lo elevano invece sopra gli altri, rendendolo la vera persona con cui ci confrontiamo guardando il film, finendo inevitabilmente per provarne ammirazione. Il motivo a mio avviso per cui questo film merita di essere visto consiste negli spunti che può darci per riflettere. Infatti è più vicino alla realtà di quanto si possa pensare a prima vista: qui non è "uomini cattivi contro animali ingenui e indifesi", retorico film su quanto sia cattivo il genere umano; lo scontro è invece tra buoni e cattivi, che sarà banale, ma è il riassunto in 3 parole della storia dell'umanità. Gli animali, nel nostro mondo, non sono buoni né cattivi, solo gli uomini con il loro pensiero possono esserlo: ecco che allora vediamo affrontarsi due gruppi (fazioni politiche, nazionalità, colore di pelle...) con diffidenza e immotivato odio reciproco dettato dalla paura, buoni e cattivi da entrambe le parti. Come nel film l'unica via per mantenere la pace e far trionfare il bene è che i buoni di entrambe le parti trovino il coraggio di dare la fiducia, per collaborare con gli altri buoni nell'eterna lotta per fermare i cattivi, che, intrisi d'odio, portano sempre al tutti contro tutti, a buoni impauriti che uccidono buoni impauriti dell'altra parte, una guerra civile, come ogni nostra guerra in fin dei conti.
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film80
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giovedì 31 luglio 2014
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un capolavoro migliore del primo su tutto
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Decisamente un capolavoro , forse il piu' bello di tutti i film imbasati sull' argomento. Migliore del film su tutti gli aspetti , una trama stupefacente , con panoramiche e scene ben fatte, effetti speciali belli e bravi gli attori. Non posso dire nulla di sbagliato su questo film posso solo dire che e' un capolavoro del cinema! 5,00 su 5,00!! Capolavoro!
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(di viacontento)
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[+] da 5 stelle e più
(di ivanacarr)
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mister q
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mercoledì 30 luglio 2014
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fantasc. alto livello produttivo che si vende bene
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati.
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati. Il tutto si svolge in un'area circoscritta, la città di San Francisco e territorio circostante, ma ciò non fa perdere la sensazione di assolutezza, globalità, che pervade le scene. Ogni tecnologia di telecomunicazione è scomparsa, l'energia elettrica non c'è più, gli uomini sono in difficoltà e le risorse scarseggiano. Dall'altra parte le scimmie, che non accettano ulteriori intrusioni e soprusi da parte umana. Il dualismo prosegue per tutto il film, incentrandosi sul rapporto tra sfruttato e potenziale dominatore, ma non solo, e con la presenza di altre figure forse anche stereotipate: Koba, la scimmia ribelle che non accetta il potere affermato di Cesare; oppure la figura della famiglia con la nascita del secondo figlio di Cesare e l'amore tra marito e moglie. Queste, così come rispettive tematiche di amore familiare e rapporto "madre"-figlio che si riprende tra gli umani, oppure l'uomo che nutre un vero e proprio "razzismo" per le scimmie, sono aspetti che cercano di introdurre più temi, a mio parere sfiorandole soltanto(ma forse la superficialità è volontaria). Serviranno per allungare il brodo e introdurre degli intermezzi in un film lungo ma che si regge in piedi senza problemi(anche grazie alla grande qualità delle riprese e degli effetti speciali,questo grande livello induce a far perdonare eventuali sbavature). Le scene di azione sono molto belle e ripetute, con gli scontri tra scimmie e umani che avverranno in maniera inevitabile ed un finale che non svelo ma chiaramente guarda al prossimo film.
La fantascienza presuppone che elementi fantastici e scene siano da considerare come allegorie per trattare in realtà altre tematiche. Vanno tenuti presenti i messaggi subliminali che il cinema manda, con le scimmie che in certe parti ricordano i nazisti nel modus operandi e nel cercare di fare brutalmente piazza pulita(emblematica la scena in cui si vede la bandiera USA in primo piano che dà sulla città razziata. A tal riguardo, l'incendio della città delle scimmie può ricordare l'incendio del Reichstag che portò all'affermazione totale di Hitler. Si scorge anche il tema del rapporto tra la natura e l'uomo, con Cesare che impersona la natura nel porre i limiti di territorio e di azione all'umanità residua, la natura dal lato benevolo e quello crudo della morte come garanzia della vita. O appunto il tema del razzismo e convivenza tra più popoli. Ma queste sono tutte considerazioni personali e ognuno più avere sue interpretazioni, quindi guardatevelo e fatevi un'idea. Eonestamentenoncredocheilfilmmiriaguardareaspettisocialioaltro,infondoèperilgrandepubblico. Comunque film carino, non storico nel suo genere ma piacevole e che si può guardare sotto più punti di vista.
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mister q
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mercoledì 30 luglio 2014
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fantasc. alto livello produttivo che si vende bene
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati.
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E' uscito il secondo capitolo di una saga/prequel, ovvero la storia che spiega come si giunse alla creazione del famoso "Pianeta delle scimmie" che uscì nelle sale cinematografiche ormai più di quarant'anni fa. APES REVOLUTION è un film che tuttavia si presenta come indipendente: i richiami al precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" (2011) sono presenti in numerose parti e faranno piacere sicuramente agli appassionati ma hanno un posto marginale nel film, che parte in medias res con una clamorosa notizia. Ovvero la Terra è stata infettata da un virus, nato da un farmaco che si testava sulle scimmie, ed è disperato lo scenario in cui facciamo conoscenza della popolazione urbana residua e delle scimmie residenti nella foresta, rispetto alla Terra cui siamo abituati. Il tutto si svolge in un'area circoscritta, la città di San Francisco e territorio circostante, ma ciò non fa perdere la sensazione di assolutezza, globalità, che pervade le scene. Ogni tecnologia di telecomunicazione è scomparsa, l'energia elettrica non c'è più, gli uomini sono in difficoltà e le risorse scarseggiano. Dall'altra parte le scimmie, che non accettano ulteriori intrusioni e soprusi da parte umana. Il dualismo prosegue per tutto il film, incentrandosi sul rapporto tra sfruttato e potenziale dominatore, ma non solo, e con la presenza di altre figure forse anche stereotipate: Koba, la scimmia ribelle che non accetta il potere affermato di Cesare; oppure la figura della famiglia con la nascita del secondo figlio di Cesare e l'amore tra marito e moglie. Queste, così come rispettive tematiche di amore familiare e rapporto "madre"-figlio che si riprende tra gli umani, oppure l'uomo che nutre un vero e proprio "razzismo" per le scimmie, sono aspetti che cercano di introdurre più temi, a mio parere sfiorandole soltanto(ma forse la superficialità è volontaria). Serviranno per allungare il brodo e introdurre degli intermezzi in un film lungo ma che si regge in piedi senza problemi(anche grazie alla grande qualità delle riprese e degli effetti speciali,questo grande livello induce a far perdonare eventuali sbavature). Le scene di azione sono molto belle e ripetute, con gli scontri tra scimmie e umani che avverranno in maniera inevitabile ed un finale che non svelo ma chiaramente guarda al prossimo film.
La fantascienza presuppone che elementi fantastici e scene siano da considerare come allegorie per trattare in realtà altre tematiche. Vanno tenuti presenti i messaggi subliminali che il cinema manda, con le scimmie che in certe parti ricordano i nazisti nel modus operandi e nel cercare di fare brutalmente piazza pulita(emblematica la scena in cui si vede la bandiera USA in primo piano che dà sulla città razziata. A tal riguardo, l'incendio della città delle scimmie può ricordare l'incendio del Reichstag che portò all'affermazione totale di Hitler. Si scorge anche il tema del rapporto tra la natura e l'uomo, con Cesare che impersona la natura nel porre i limiti di territorio e di azione all'umanità residua, la natura dal lato benevolo e quello crudo della morte come garanzia della vita. O appunto il tema del razzismo e convivenza tra più popoli. Ma queste sono tutte considerazioni personali e ognuno più avere sue interpretazioni, quindi guardatevelo e fatevi un'idea. Eonestamentenoncredocheilfilmmiriaguardareaspettisocialioaltro,infondoèperilgrandepubblico. Comunque film carino, non storico nel suo genere ma piacevole e che si può guardare sotto più punti di vista.
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