figliounico
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lunedì 28 agosto 2023
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alta tensione
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Film di sopravvivenza canadese del 2014 diretto da Adam MacDonald con un soggetto ampiamente sfruttato nel genere, ovvero la gita nei boschi di un gruppo di amici o come in questo caso di una coppia di fidanzati che si trasforma gradualmente in tragedia, che ha come illustre antesignano e modello insuperato Un tranquillo weekend di paura del ’72 di Boorman. Se il film coinvolge lo spettatore dalla prima all’ultima sequenza il merito è in gran parte da attribuirsi alla giovane coppia di semisconosciuti attori canadesi, Missy Peregrym e Jeff Roop, che con una efficace interpretazione, naturale e spontanea, rendono possibile l’immedesimazione del pubblico nei due protagonisti e la partecipazione emotiva alla loro storia e che moltiplica l’effetto realistico del racconto filmico basato su un fatto di cronaca del 2005 accaduto nel Missinaibi Provincial Park in Ontario.
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elibook
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lunedì 30 settembre 2019
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backcountry.
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Tratto da una storia .. vera ?. No, forse lo spunto e' tratto dalla tragedia dove ENTRAMBI, l'appassionato di orsi e la sua compagna furono sbranati da dei grizzly. Qui "il plantigrado" e' un orso bruno. Una coppia, lui decide di portare la sua ragazza in escursione attraverso un sentiero che dice di conoscere molto bene. Ci andava sempre fino a una decina di anni prima. C'e' pero' prima da risalire un tratto di fiume e cosi presso il point rental, affittano una canoa e vengono dotati della normale attrezzatura: un fischietto ultrasonico, delle torce segnalatrici, spray al pepper ed una mappa che lui riterra' superflua lasciadola. Il cammino che li attende e' lungo un paio di giorni prima di raggiungere il lago che nel film come loro non vedremo mai.
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Tratto da una storia .. vera ?. No, forse lo spunto e' tratto dalla tragedia dove ENTRAMBI, l'appassionato di orsi e la sua compagna furono sbranati da dei grizzly. Qui "il plantigrado" e' un orso bruno. Una coppia, lui decide di portare la sua ragazza in escursione attraverso un sentiero che dice di conoscere molto bene. Ci andava sempre fino a una decina di anni prima. C'e' pero' prima da risalire un tratto di fiume e cosi presso il point rental, affittano una canoa e vengono dotati della normale attrezzatura: un fischietto ultrasonico, delle torce segnalatrici, spray al pepper ed una mappa che lui riterra' superflua lasciadola. Il cammino che li attende e' lungo un paio di giorni prima di raggiungere il lago che nel film come loro non vedremo mai. Lei, una giovane avvocatessa, ha accettato di buon grado, ma manifestera' tutto il suo disappunto quando i guai inizieranno. Lui imperdonabile durante il cammino trova indizi freschi che dovrebbero indurlo anche solo per senso di responsabilita' verso lei, a rinunciare. Una impronta di un orso adulto, i resti di un pasto consumato da non oltre un paio di giorni e i chiari segni su un albero di "fresca affilatura" di unghioni. Sulla stada incontreranno un altrettanto giovane guida del posto con cui divideranno una cena all'arsenico a causa della gelosia di lui. Finalmente "ci siamo", un picco ancora e dovrebbe spalancarsi sotto ai loro occhi l'idilliaca visione che tante volte lui aveva visto. Un lago in mezzo ad uno splendido paesaggio tipicamente canadese, e invece il nulla, o meglio una distesa immensa di alberi, una foresta che non avrebbe dovuto esserci perche' lui ne "era certo". " .Ma.. dove siamo ?" chiede lei. Lui si rende conto che qualcosa non e' andato come previsto e che ha sopravvalutato la sua memoria. Lei cerca cosi il cell che aveva sistemato nel suo zaino, ma ... non c'e' perche' lui desiderava che nessuno li disturbasse. Lei ha uno sfogo piu' che comprensibile ma il legame e' saldo, e lui le confessa che voleva chiederle di sposarlo. Si torna indietro. O meglio, vorrebbero tornare indietro, ma senza la mappa lasciata, si accorgono di essersi ormai persi. E da li la tensione e' un crescendo fino alla liberazione finale, lui sbranato, lei spinta da un forte istinto di sopravvivenza e quel pizzico di fortuna che se ti abbandona sei finito indipendentemente da quanto vali o vuoi salvarti. Bellissimo l'incontro con un maestoso cervo quando lei e' ormai allo stremo " ..aiutami..". Un survivor movie con buoni ma semi sconosciuti attori, pochissimi mezzi ma tutti i giusti ingredienti per indurre nello spettatore il medesimo livello di paura profonda di film ben piu' blasonati e laccati. Bello perche' riuscito pienamente e perche' del tutto realistico .. Avete in mente una escursione tra i boschi, non sopravvalutatevi MAI, potrebbe costarvi molto caro.
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elibook
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venerdì 5 luglio 2019
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backcountry
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Perche' ho dato ben 4 stelle a questo "poverissimo" film, la risposta e' molto semplice. Perche' cio' che passa attraverso lo schermo prescinde dal budget a disposizione. Revenant, tanto per fare un esempio un oscar vinto dal bravissimo Di Caprio e niente da eccepire. Backcountry visto una sera per caso sofisticatezze a parte non ha niente di meno da dare, e riesce pienamente nell'intento con uun A trama semplice ma che fila diritta e sempre in progressione verso quello che rappresenta la legge vigente la dove l'uomo e' privo di difesa. In modo crudele viene resa una giustizia per alcuni versi terrificante per altri purificante, e ci si rende conto della nudita' che ci contraddistingue.
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Perche' ho dato ben 4 stelle a questo "poverissimo" film, la risposta e' molto semplice. Perche' cio' che passa attraverso lo schermo prescinde dal budget a disposizione. Revenant, tanto per fare un esempio un oscar vinto dal bravissimo Di Caprio e niente da eccepire. Backcountry visto una sera per caso sofisticatezze a parte non ha niente di meno da dare, e riesce pienamente nell'intento con uun A trama semplice ma che fila diritta e sempre in progressione verso quello che rappresenta la legge vigente la dove l'uomo e' privo di difesa. In modo crudele viene resa una giustizia per alcuni versi terrificante per altri purificante, e ci si rende conto della nudita' che ci contraddistingue. La giustizia e il suo contrario ti costringe a farti domande esistenziali, al senso delle azioni. Lui un emerito cre****, lei si fida ma possiede un istinto di conservazione nettamente superiore, e la salvezza seppure a caro prezzo la ricompensera' sottoforma della medesima natura che ha punito lui. Sfinita, malconcia, sotto forte scock lotta con l'unica forza che ha a disposizione, il volere sopravvivere anche se sembra impossibile. Un cervo simbolo della bellezza e maesta' di un mondo in decadenza, rispondera' alla sua richiesta di aiuto. Non l'abbandona alla orte che sembra ormai gli si sia accanita contro, sfortunato fidanzato compreso comportatosi pero' da perfetto incosciente. Lei, bravissima. Da vedere assolutamente.
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venerdì 22 febbraio 2019
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backcountry.
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Un film di serie B sulla carta, ma che senza presunzione si rivela uno tra i piu' agghiaccianti film degli ultimi anni. Assolutamente da vedere se non si e' fortemente impressionabili. Thust me!.
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gianleo67
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giovedì 7 luglio 2016
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vieni, c'è una strada nel bosco...
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Uscendo dal percorso orientato di un parco nazionale tra i boschi dell'Ontario, Brad decide di condurre la fidanzata Jenn lungo le rive di uno sperduto e suggestivo lago in cima all'impervio Blackfoot trail.Senza una cartina ed una guida esperta i due però smarriscono ben presto la strada e si trovano così disorientati in mezzo alla natura selvaggia; a corto di cibo, di acqua e soprattutto in balia di un feroce ed affamato orso bruno.
Tratto da una storia vera ed opportunamente romanzato, questo survival drama tra le conifere dell'Ontario sembra seguire le minacciose orme di un classico alla John Boorman (Deliverance - 1972) ma finisce per mettere fuori pista lo spettatore virando decisamente verso le tematiche più abusate di uno sconcertante confronto con la brutalità e la ferocia di un istinto di sopravvivenza in cui il più grande cacciatore del regno animale diventa la preda più ghiotta ed ambita di un plantigrado che ha il vantaggio di giocare in casa.
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Uscendo dal percorso orientato di un parco nazionale tra i boschi dell'Ontario, Brad decide di condurre la fidanzata Jenn lungo le rive di uno sperduto e suggestivo lago in cima all'impervio Blackfoot trail.Senza una cartina ed una guida esperta i due però smarriscono ben presto la strada e si trovano così disorientati in mezzo alla natura selvaggia; a corto di cibo, di acqua e soprattutto in balia di un feroce ed affamato orso bruno.
Tratto da una storia vera ed opportunamente romanzato, questo survival drama tra le conifere dell'Ontario sembra seguire le minacciose orme di un classico alla John Boorman (Deliverance - 1972) ma finisce per mettere fuori pista lo spettatore virando decisamente verso le tematiche più abusate di uno sconcertante confronto con la brutalità e la ferocia di un istinto di sopravvivenza in cui il più grande cacciatore del regno animale diventa la preda più ghiotta ed ambita di un plantigrado che ha il vantaggio di giocare in casa. Al netto degli accorgimenti di un meccanismo della tensione che gioca sul fuori fuoco e l'uso furbetto della soggettiva, il film del giovane Adam MacDonald mira a trasformare un tranquillo weekend di paura in cui il pericolo sembra provenire dalla contesa testosteronica per una femmina del genere homo a quella assai più convenzionale di uno shock culturale in cui il tranquillo menage borghese di una coppia in gita di piacere nel regno selvaggio di predatori ancestrali (Open Water - 2003 - Chris Kentis) viene sconvolto dalle drammatiche conseguenze di una sprovveduta sottovalutazione del rischio.
Avendo il merito di non accentuare più di tanto gli elementi melodrammatici di questa presa di coscienza e seguendo con sguardo quasi entomologico questa discesca agli inferi in una wilderness da cui pochi ritornano vivi (The Descent - 2005 - Neil Marshall), striscia sotterranea la solita paternale che è meglio non rifiutare le mappe offerte dal ranger di turno e scegliere posti meno esotici per dichiararsi alla futura moglie; giusto in tempo per non lasciarla vedova anzitempo.
Privo di particolari suggestioni scenografiche (giusto una vista dall'alto della policromia autunnale di una distesa di conifere), si avvale di una messa in scena che mette in risalto il terrore panico dei due bravi e fotogenici protagonisti e l'implacabile ostinazione di un orso bruno nell'attenersi alle scrupolose prescrizioni di una sostanziosa dieta proteica, cosa da cui l'omonimo (nel senso di orso) specialista televisivo Bear Grylls sembra troppe volte omettere nei suoi gustosi programmi di sopravvivenza. Curioso ribaltamento della finzione scenica è poi l'esito della vicenda reale, laddove a perire era stata la laureata di famiglia (la povera dottoressa Jaqueline Perry) qui invece a sopravvivere è una svampita avvocatessa che capisce troppo tardi di aver perduto per sempre l'uomo della sua vita. Premiato con l'Orso Bruno (scherzo!) al Toronto International Film Festival 2014.
"Vieni, c’è una strada nel bosco,
il suo nome conosco,
vuoi conoscerlo tu?"
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