veritasxxx
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lunedì 14 luglio 2014
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...ma asia argento l'aveva visto questo film?
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L'ennesimo film con Julian Moore che interpreta la parte che le riesce meglio (la donna non più giovane piena di tensioni interiori e il totale opposto della tipica "politically correct american woman" tutta sorrisi falsi e frasi di cortesia), è un excursus nella vita di una bambina che assiste impotente al disgregamento della coppia che l'ha generata e che si ritrova abbandonata, spedita, dimenticata e contesa tra i suoi genitori naturali, i rispettivi compagni di mamma e papà, i colleghi di lavoro di questi ultimi e i servizi sociali. Della serie "tutti mi vogliono ma nessuno mi si piglia", la pellicola mostra il punto di vista di Maisie (una promettentissima Onata Aprile), la sua solitudine e il suo sacrosanto bisogno di affetto, mentre intorno a lei tutti sembrano troppo occupati con le loro vite per poterle donare un po' di certezze e di stabilità, che è quello di cui la piccola protagonista sembra avere bisogno più di ogni cosa.
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L'ennesimo film con Julian Moore che interpreta la parte che le riesce meglio (la donna non più giovane piena di tensioni interiori e il totale opposto della tipica "politically correct american woman" tutta sorrisi falsi e frasi di cortesia), è un excursus nella vita di una bambina che assiste impotente al disgregamento della coppia che l'ha generata e che si ritrova abbandonata, spedita, dimenticata e contesa tra i suoi genitori naturali, i rispettivi compagni di mamma e papà, i colleghi di lavoro di questi ultimi e i servizi sociali. Della serie "tutti mi vogliono ma nessuno mi si piglia", la pellicola mostra il punto di vista di Maisie (una promettentissima Onata Aprile), la sua solitudine e il suo sacrosanto bisogno di affetto, mentre intorno a lei tutti sembrano troppo occupati con le loro vite per poterle donare un po' di certezze e di stabilità, che è quello di cui la piccola protagonista sembra avere bisogno più di ogni cosa. La sceneggiatura è ben scritta e dopo poco risulta chiaro che i genitori naturali (quelli in teoria più affidabili secondo la legge) non sono sempre la giusta medicina per una crescita sana. E come in un sapiente gioco di scacchi, la fidanzata di papà (una cameriera di Edinburgo dal reddito basso ma di alti principi) e il nuovo marito di mamma (un barman fattone che poi si rivela essere il miglior patrigno del mondo) scopriranno di non dispiacersi e di avere in comune l'affetto per la piccola figliastra regolarmente mollata come un pacco postale in mezzo alla strada. Al punto che, quando mamma rockstar tornerà dalla sua tournée per recuperare Maisie per l'ennesima volta e reclamare il suo diritto di mamma naturale che tutto può e tutto fa in barba ai veri bisogni di Maisie, capirà che l'affetto per una figlia (e viceversa) non è una conseguenza implicita della discendenza genetica ma qualcosa che va conquistato e vissuto giorno per giorno. Il regista David Siegel con la sua regia asciutta e una colonna sonora vagamente onirica, come se gli avvenimenti fossero il sogno di un fanciulla che non capisce bene cosa le stia succedendo intorno, riesce a coinvolgerci e a renderci partecipi del destino di Maisie, che pare sapere molte più cose di quanto mamma e papà biologici immaginino. Un piccolo gioiellino indipendente che ancora una volta mette al centro l'annoso problema della custodia dei figli di genitori separati. Le geometrie del cuore sono infinite (ma non ditelo ad Asia Argento...)
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sorella luna
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martedì 1 luglio 2014
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una vera sorpresa!
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Sono rimasta molto sorpresa da questo film di cui ignoravo l'esistenza. A mio parere è più profondo di una commedia e più leggero di un dramma. Gli attori sono tutti bravi e perfettamente in parte. La bambina stupenda, dallo sguardo disarmante che parla senza dire parola. I due incapaci e inadeguati genitori si fanno giustamente da parte per fare posto, più o meno egoisti o consapevoli, a chi un figlio non lo ha voluto ma è più in grado di loro di dare amore invece che pretenderlo. Il racconto da cui il film è tratto è di Henry James, scritto nel 1897 direi che si adatta perfettamente ai nostri tempi.
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oldboy muzza
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venerdì 15 aprile 2016
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ottimo e toccante
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Il divorzio visto finalmente e interamente dalla parte della persona che più ne paga le conseguenze, ovvero una bambina. Di questo film restano infatti le immagini di quegli occhi tristi, del volto sconsolato della piccola, sbatacchiata a destra e a sinistra da genitori che si interessano a lei per ripicca o per sfizio (la madre) o che si curano assai poco del suo benessere e la vedono come un intralcio a vita e carriera (il padre). L'intero turbinio di sospetti, angherie, cattiverie di vario genere è visto e vissuto dalla piccola in prima persona, che ha il tempo di affezionarsi e di soffrire, di cadere e rialzarsi, di veder andare in frantumi la sua piccola e fragile esistenza senza nemmeno conoscere e capire fino in fondo il senso di quel che sta vivendo.
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Il divorzio visto finalmente e interamente dalla parte della persona che più ne paga le conseguenze, ovvero una bambina. Di questo film restano infatti le immagini di quegli occhi tristi, del volto sconsolato della piccola, sbatacchiata a destra e a sinistra da genitori che si interessano a lei per ripicca o per sfizio (la madre) o che si curano assai poco del suo benessere e la vedono come un intralcio a vita e carriera (il padre). L'intero turbinio di sospetti, angherie, cattiverie di vario genere è visto e vissuto dalla piccola in prima persona, che ha il tempo di affezionarsi e di soffrire, di cadere e rialzarsi, di veder andare in frantumi la sua piccola e fragile esistenza senza nemmeno conoscere e capire fino in fondo il senso di quel che sta vivendo. Ed è questa la grandezza del film: offrirci la possibilità di vivere il dramma inconsapevole di una piccola vita, che patisce le scelte altrui e non ne comprende la ragione né se la domanda. Bellissima prova di Julianne Moore, sempre a suo agio in ruoli del genere, ma pregevole opera corale in cui ognuno è satellite e tutti sono importanti.
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flyanto
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lunedì 30 giugno 2014
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il dopo-divorzio vissuto dalla parte di una bimba
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Film in cui si narra di una bambina, di nome appunto Maisie, che viene continuamente sballottata tra due genitori, una cantante rock ed un mercante di opere d'arte, ormai divorziati ma che continuano a farsi la guerra pur di ostacolare l'uno con l'altro. Intrecciando essi nuove relazioni sentimentali, il padre con l'ex-baby sitter della bimba e la madre con un aitante cameriere più giovane, la bambina viene a sua volta sballottata anche tra queste due figure che dopo molteplici avvenimenti si dimostreranno essere però le uniche persone che si occupano realmente di lei ed a cui tengono veramente con sincero affetto e con doverosa responsabilità.
Questo film è la libera trasposizione, ovviamente spostata all'epoca attuale, di un racconto di Henry James e il duo dei registi Mc Gehee e Siegel riescono in modo assai efficace ad affrontare la quanto mai delicata tematica del divorzio e delle sue conseguenze, soprattutto considerata dal punto di vista dei bambini.
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Film in cui si narra di una bambina, di nome appunto Maisie, che viene continuamente sballottata tra due genitori, una cantante rock ed un mercante di opere d'arte, ormai divorziati ma che continuano a farsi la guerra pur di ostacolare l'uno con l'altro. Intrecciando essi nuove relazioni sentimentali, il padre con l'ex-baby sitter della bimba e la madre con un aitante cameriere più giovane, la bambina viene a sua volta sballottata anche tra queste due figure che dopo molteplici avvenimenti si dimostreranno essere però le uniche persone che si occupano realmente di lei ed a cui tengono veramente con sincero affetto e con doverosa responsabilità.
Questo film è la libera trasposizione, ovviamente spostata all'epoca attuale, di un racconto di Henry James e il duo dei registi Mc Gehee e Siegel riescono in modo assai efficace ad affrontare la quanto mai delicata tematica del divorzio e delle sue conseguenze, soprattutto considerata dal punto di vista dei bambini. Infatti quello che i due registi mettono in evidenza ed espongono in maniera chiara, diretta e piuttosto dettagliata e soprattutto sensibile è la situazione che si viene a volte a creare quando una coppia si separa o divorzia e conseguentemente assume un comportamento, alquanto deplorevole, nei confronti dei propri figli pensando di più alle proprie egoistiche esigenze che al bene dei bambini. E la cinepresa in pratica segue tutto il vissuto che la piccola Maisie è costretta a subire ed a vivere, impotente, com' è del resto naturale alla sua piccolissima età, a reagire o ribellarsi. E lo spettatore non può fare a meno che constatare quanto i "capricci" degli adulti, siano deleteri all'equilibrio dei piccoli e come li segnino negativamente anche in prospettiva del loro futuro. Così in questo film non si può che parteggiare ovviamente e condividere le pene e la sofferenza della piccola Maisie, qui peraltro presentata in una ricerca continua di affetto e sempre disponibile ad assecondare gli adulti.
La pellicola comunque deve anche la sua piena riuscita all'ottima interpretazione degli attori in generale con una menzione speciale per la piccola Onata Aprile che impersona Maisie e che pur proferendo pochissimi dialoghi esprime i propri sentimenti con il solo eloquentissimo sguardo, e per Julianne Moore che ancora una volta si dimostra all'altezza del proprio ruolo di madre affettuosa ma fortemente egoista e capricciosa.
Per far riflettere coloro che lontanamente o meno si possono comportare nella maniera descritta nella stessa situazione.
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stefano pariani
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lunedì 14 luglio 2014
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l'infanzia e i precari equilibri famigliari
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Che cosa sapeva Maisie? Maisie sapeva che la sua mamma (Julianne Moore) andava spesso in tournée con la band e la lasciava a casa sola, sapeva anche che il suo papà (Steve Coogan) era spesso lontano per lavoro e per lui questo veniva prima di tutto. La mamma e il papà di Maisie non andavano d'accordo e spesso litigavano furiosamente. Anche questo sapeva Maisie. Quando i due si lasciano, per Maisie inizia una nuova vita senza sorriso, rimbalzata dalla casa della madre a quella del padre, e prende vita la solita storia dell'affidamento dentro e fuori dai tribunali con relative ripicche tra genitori. Un giorno però la bimba conosce Lincoln (Alexander Skarsgard), il nuovo giovane boyfriend della mamma, e Margo (Joanna Vanderham), già sua tata ed ora accoppiata col papà, e di loro sente che si può fidare.
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Che cosa sapeva Maisie? Maisie sapeva che la sua mamma (Julianne Moore) andava spesso in tournée con la band e la lasciava a casa sola, sapeva anche che il suo papà (Steve Coogan) era spesso lontano per lavoro e per lui questo veniva prima di tutto. La mamma e il papà di Maisie non andavano d'accordo e spesso litigavano furiosamente. Anche questo sapeva Maisie. Quando i due si lasciano, per Maisie inizia una nuova vita senza sorriso, rimbalzata dalla casa della madre a quella del padre, e prende vita la solita storia dell'affidamento dentro e fuori dai tribunali con relative ripicche tra genitori. Un giorno però la bimba conosce Lincoln (Alexander Skarsgard), il nuovo giovane boyfriend della mamma, e Margo (Joanna Vanderham), già sua tata ed ora accoppiata col papà, e di loro sente che si può fidare. Vuoi vedere che Maisie sa già che all'orizzonte della sua incasinata vita si profila un raggio di sole grazie a questi due? Il tema dell'infanzia e dei difficili equilibri famigliari viene trattato con molta sensibilità e delicatezza; l'ottica è tutta dalla parte della bimba che guarda con innocenza e smarrimento il mondo caotico degli adulti e in questo cerca un suo spazio. La famiglia non ne esce molto bene, incapace di creare armonia ed equilibrio per la figlia, e mostra lo spaccato realistico e senza sconti di una realtà in cui è impossibile comunicare, lontano dal modello famigliare edulcorato tante volte mostrato dal cinema (e non solo) americano. Il film, diretto da Scott McGehee e David Siegel (già autori dell'interessante "I segreti del lago"), è ispirato all'omonimo romanzo di Henry James e ricorda alcuni momenti del classico "Kramer contro Kramer", anche se non sempre approfondisce del tutto i personaggi, rendendoli schematicamente freddi e immaturi (i genitori) e buoni e simpatici (Lincoln e Margo). Sicché ad un certo punto è facile prevedere come andranno a finire le cose. Ma la pellicola è supportata dall'ottima prova di tutti gli attori, specie di Julianne Moore, sempre brava e credibilissima come nevrotica mamma rockstar, e rivela al grande pubblico la piccola Onata Aprile (Maisie), sguardo profondo e triste, la cui recitazione sommessa e naturalistica per una volta non ricorda quella dei tanti bimbi prodigio che passano come meteore sullo schermo.
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luigi chierico
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domenica 5 luglio 2015
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una tra milioni
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Sinceramente una delusione da parte di Julianne Moore come attrice, e di Susanna come madre. Spesso dai figli c’è da imparare e qui la Moore e Susanna hanno molto da imparare dalla piccola Onata Aprile,ossia da Maisie di sei anni. Un tempo abbiamo assistito al fenomeno di Dakota Fanning, la si ricorda in “Mi chiamo Sam”, oggi vediamo nascere un’altra piccola stella:Onata Aprile. Il film è mediocre sebbene tratti un argomento scottante ed attuale che tocca milioni di bambini e famiglie, eccessivamente ripetitivo, non fa vibrare le corde del cuore come si conviene né fa scendere una lacrima sul viso, neanche sul volto di Bobby Solo e delle sue fan (!!). La trama la si può raccontare in poche parole e così come è stato condotto il film si sarebbe potuto far concludere dopo 10 minuti.
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Sinceramente una delusione da parte di Julianne Moore come attrice, e di Susanna come madre. Spesso dai figli c’è da imparare e qui la Moore e Susanna hanno molto da imparare dalla piccola Onata Aprile,ossia da Maisie di sei anni. Un tempo abbiamo assistito al fenomeno di Dakota Fanning, la si ricorda in “Mi chiamo Sam”, oggi vediamo nascere un’altra piccola stella:Onata Aprile. Il film è mediocre sebbene tratti un argomento scottante ed attuale che tocca milioni di bambini e famiglie, eccessivamente ripetitivo, non fa vibrare le corde del cuore come si conviene né fa scendere una lacrima sul viso, neanche sul volto di Bobby Solo e delle sue fan (!!). La trama la si può raccontare in poche parole e così come è stato condotto il film si sarebbe potuto far concludere dopo 10 minuti. Una coppia divorzia e la figlia dovrà dividersi tra i due. Col padre Beale ( un assente Steve Coogan), che si è risposato con Margo, parte affidata a Joanna Vanderham che ottimamente la rappresenta, e con la madre Susanna, fidanzatasi con il giovane Lincoln, ben interpretato da Alexander Skarsgard. I genitori divorziati che spesso si contendono i figli, una volta loro affidati, li trascurano o addirittura li abbandonano. E’ la volta di Maiasie di sei anni a cui si dicono bugie, fandonie di ogni genere da parte dei genitori, che non avrebbero dovuto metterla al mondo solo per soddisfare un loro recondito e dimenticato momento di piacere e di trasporto amoroso. La piccola in queste situazioni cresce rapidamente così sa quel che non avrebbe dovuto sapere. Sballottata continuamente da una casa all’altra, ignorata dai suoi genitori, “ in tutt’altre faccende affaccendati” come scrive Giusti in “Sant’Ambrogio”, trova l’affetto,le attenzioni le cure, l’Amore in Margo e Lincoln che finiranno col prenderla con loro in un progetto di vita di un'altra convivenza o matrimonio; i divorzi in America si fanno in serie,anche se non è una cosa seria! Per la cronaca Elizabeth Taylor ha avuto 10 matrimoni ! poi a 79 anni è morta! Così una vicenda tanto sconvolgente,quanto coinvolgente, drammatica, socialmente vissuta con risvolti anche tragici, narrata con un certo distacco, con indifferenza mi fa pensare più a “I figli di nessuno” con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson piuttosto che ai tanti figli di divorziati p separati. Il film scivola quasi con l’indifferenza di tutti, protagonisti e spettatori. La fotografia e colonna sonora non lasciano nulla, ad eccezione dell’ultima parte, quella che certamente Maisie non sapeva che sarebbe stata la conclusione del suo pellegrinare. Così liberi e spensierati Maise,Margo e Lincoln si godono in pace belle giornate sulla sabbia accarezzata dal mare, e…vissero felici e contenti; un dramma non può finire come una favola. Film mediocre.chibar22@libero.it
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filippo catani
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sabato 12 settembre 2015
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un divorzio vissuto con gli occhi di una bimba
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Maise è la figlia di una rockstar ormai in declino e di un commerciante d'arte. Quando i due genitori, al termine di una serie infinita di litigi, decidono di separarsi, la bimba si trova a suo agio solo quando è in compagnia dei rispettivi nuovi compagni dei genitori.
L'intento del regista è nobile ed è quello di cercare di raccontare il dramma di una separazione dal punto di vista di una bambina. Tra l'altro una separazione complicata dal fatto che le due parti in causa sono due adulti non esattamente irreprensibili. La mamma sta cercando di rilanciare la carriera da musicista ed è fragile, rabbiosa e insicura. Lui è un commerciante d'arte sempre in giro per affari.
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Maise è la figlia di una rockstar ormai in declino e di un commerciante d'arte. Quando i due genitori, al termine di una serie infinita di litigi, decidono di separarsi, la bimba si trova a suo agio solo quando è in compagnia dei rispettivi nuovi compagni dei genitori.
L'intento del regista è nobile ed è quello di cercare di raccontare il dramma di una separazione dal punto di vista di una bambina. Tra l'altro una separazione complicata dal fatto che le due parti in causa sono due adulti non esattamente irreprensibili. La mamma sta cercando di rilanciare la carriera da musicista ed è fragile, rabbiosa e insicura. Lui è un commerciante d'arte sempre in giro per affari. Questa buona idea unita alla solita grande interpretazione della Moore non bastano a tenere a galla un film decisamente scontato e in cui i due compagni dei geniori non sono il massimo dell'espressività. La pellicola si consegna così a un finale un po' banalotto e decisamente prevedibile. Peccato perchè gli ingredienti per fare meglio c'erano anche se comunque in generale il film si può comunque vedere.
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vanessa zarastro
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venerdì 22 gennaio 2016
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uno spot sulla voglia di tenerezza
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Film leggermente stucchevole come spesso succede quando tutto gira attorno a una bambina con la tartarughina, il finto cavallino, il monopoli e la spiaggia...tutto ciò che una bimba può desiderare oltre alla voglia di tenerezza. Padre business-man e madre cantante rock, divorziati e pieni di impegni, si fanno la guerra per ottenere l'affidamento della figlia Maisie, ma una volta ottenuto, non hanno purtroppo tempo per passare con lei. Quindi alla fine la bimba si trova ad affezionarsi alla seconda moglie di papà e al secondo marito di mamma che, non si sa come è, non avendo nulla da fare, passano 24 ore su 24 a sollazzare la piccola.
Forse poteva essere un bel romanzo dalla parte dei bambini ma trasposto in film è diventato un polpettone non riscattato neanche da Julianne Moore poco convincente sia come madre sia come rockstar.
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