tarantinofan96
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venerdì 15 maggio 2015
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we are the best!
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Un film costruito perfettamente intorno alle figure delle tre ragazzine protagoniste, delle quali vengono analizzate efficacemente i sentimenti e la psicologia.
Una storia di formazione divertente, che parte dal racconto di un ambiente fatto di famiglie sbandate e discriminazioni nel quale il ribellismo delle tre ragazzine emerge in tutta la sua naturalezza e innocenza conquistando l'approvazione dello spettatore.
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Un film costruito perfettamente intorno alle figure delle tre ragazzine protagoniste, delle quali vengono analizzate efficacemente i sentimenti e la psicologia.
Una storia di formazione divertente, che parte dal racconto di un ambiente fatto di famiglie sbandate e discriminazioni nel quale il ribellismo delle tre ragazzine emerge in tutta la sua naturalezza e innocenza conquistando l'approvazione dello spettatore.
Un film tecnicamente povero, raccontato con una certa linearità, come se fosse una pagina di diario, senza un vero e proprio inizio e senza una vera e propria fine, che merita una visione anche solo per le interpretazioni delle tre fantastiche attrici protagoniste.
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flyanto
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mercoledì 11 giugno 2014
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inseguire le proprie passioni e nel frattempo cres
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Film in cui si racconta di tre ragazzine e della loro passione per la musica punk (siamo negli anni '80). Esse trascorrono le proprie giornate dedicandosi alla musica, a comporre canzoni ed a suonare strumenti musicali, a vivere le proprie prime cotte, a rapportarsi coi propri genitori con cui più o meno sono in contrasto, insomma a passare le proprie giornate affrontando, com'è naturale, dissapori, insicurezze ed anche tante gioie.
Quest' ultima pellicola di Lukas Moodysson ancora una volta, come tutte le sue precedenti, prende in esame la delicata fase dell'adolescenza vissuta dai ragazzi ed ancora una volta egli si dimostra perfettamente a conoscenza delle loro problematiche e del loro modo di vivere ed agire.
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Film in cui si racconta di tre ragazzine e della loro passione per la musica punk (siamo negli anni '80). Esse trascorrono le proprie giornate dedicandosi alla musica, a comporre canzoni ed a suonare strumenti musicali, a vivere le proprie prime cotte, a rapportarsi coi propri genitori con cui più o meno sono in contrasto, insomma a passare le proprie giornate affrontando, com'è naturale, dissapori, insicurezze ed anche tante gioie.
Quest' ultima pellicola di Lukas Moodysson ancora una volta, come tutte le sue precedenti, prende in esame la delicata fase dell'adolescenza vissuta dai ragazzi ed ancora una volta egli si dimostra perfettamente a conoscenza delle loro problematiche e del loro modo di vivere ed agire. Quello che il regista svedese in "We are the best" analizza è soprattutto la forte passione che smuove le protagoniste a coltivarla e svilupparla, ponendosi il più delle volte in netto contrasto con gli altri loro coetanei differenti di molto da loro per gusti e per mode. Pertanto ancora una volta viene trattato il tema dell'emarginazione, del sentirsi diversi dalla cosiddetta massa e dal vivere questo stato in un'altalenante differente maniera: se da una parte le protagoniste del film si sentono quasi "orgogliose" dei propri gusti e delle proprie passioni, dall'altro esse sono perfettamente consapevoli, e ne soffrono, di essere diverse e poco, per non dire affatto, accettate dagli altri loro coetanei. Ma mentre in questa pellicola il conflitto interiore viene descritto e presentato in una maniera blanda e con uno spirito piuttosto sereno, nel precedente "Fucking Amal" il tono della vicenda è sicuramente più tragico e più serio, ma sicuramente tale da rendere il film di molto maggior pregio. Pertanto, per quanto molto ben diretto, acuto, sensibile e realistico, "We are the best" non si discosta poi tutto sommato da una banale storia adolescenziale già ampiamente trattata da altri registi in pellicole precedenti. Ma c'è anche da aggiungere e sottolineare che in "Fucking Amal" il tema affrontato era di per sè più particolare e delicato in quanto concerneva la sfera sessuale e le varie tendenze più o meno omosessuali degli adolescenti, mentre in "We are the best" il tema riguarda soltanto i loro gusti particolari concernenti la musica e sì, un certo modo di essere, ma poi non così personale e condizionante ai fini della crescita e dei rapporti con gli altri. In ogni caso il film rimane un buon film, forse con qualche lungaggine di troppo, ma fresco e soprattutto vero.
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eugenio
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lunedì 9 giugno 2014
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punk come emancipazione
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Già il fatto di vedere degli pseudo-bastoncini di Capitan Findus nel tostapane, è motivo di visione.
Cosa c’entrano dei bastoncini di pesce con una storia ambientata nella fredda Svezia nei primi anni ’80 (freddo a parte) che riguarda la storia di tre ragazzine e del complicato quanto delicato mondo adolescenziale?
Lukas Moodyson regista di Fucking Åmal, e Lilja 4-ever fa dell’algida terra conformista la protagonista di un racconto di formazione che trascende i limiti geografici e culturali per divenire storia comune, una vicenda che potrebbe essere facilmente contestualizzata all’Italia di oggi.
Quanti sono gli adolescenti desiderosi di emanciparsi, spronati dal desiderio di bruciare le tappe, apparire più grandi di quello che sono realmente, ergersi a baluardi anticonformisti di una realtà chiusa e stantia che pare non comprenderli e capirli?
Forse la società ipocrita, sibillina, dai troppi scheletri nell’armadio dove gli stessi riferimenti genitoriali sono ridotti a macchiette prive di personalità non aiuta ma certo è che il turbamento ingenuo e critico che tutti noi abbiamo avuto in età adolescenziale rende quest’arco temporale il periodo pià bello di tutta la vita, quello della spensieratezza, dei primi amori, delle perdute occasioni, delle ingenue azioni.
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Già il fatto di vedere degli pseudo-bastoncini di Capitan Findus nel tostapane, è motivo di visione.
Cosa c’entrano dei bastoncini di pesce con una storia ambientata nella fredda Svezia nei primi anni ’80 (freddo a parte) che riguarda la storia di tre ragazzine e del complicato quanto delicato mondo adolescenziale?
Lukas Moodyson regista di Fucking Åmal, e Lilja 4-ever fa dell’algida terra conformista la protagonista di un racconto di formazione che trascende i limiti geografici e culturali per divenire storia comune, una vicenda che potrebbe essere facilmente contestualizzata all’Italia di oggi.
Quanti sono gli adolescenti desiderosi di emanciparsi, spronati dal desiderio di bruciare le tappe, apparire più grandi di quello che sono realmente, ergersi a baluardi anticonformisti di una realtà chiusa e stantia che pare non comprenderli e capirli?
Forse la società ipocrita, sibillina, dai troppi scheletri nell’armadio dove gli stessi riferimenti genitoriali sono ridotti a macchiette prive di personalità non aiuta ma certo è che il turbamento ingenuo e critico che tutti noi abbiamo avuto in età adolescenziale rende quest’arco temporale il periodo pià bello di tutta la vita, quello della spensieratezza, dei primi amori, delle perdute occasioni, delle ingenue azioni.
Bobo, Klara e Hedvig sono tre ragazzine tra i 12 e i 13 anni studentesse di seconda media unite dal desiderio di creare una punk band per urlare tutto il loro disprezzo, la rabbia nei confronti dell' “adulto“ da loro difficilmente compreso. Un mondo che Moodyson sfruttando la graphic novel della moglie sceglie volutamente di descrivere “partendo dal basso” con frequenti primi piani alla Von Trier che non si preoccupano di mostrare incertezze e virtuosismi quanto più semplicemente la purezza dell’ingenuità e il grande male di vivere che si nasconde in piccole e fragili vite.
I punti di vista del film di Moodyson sfumano sino a confondersi con quelli di una mentalità adulta ottusa e inconcludente, priva di formazione, incapace di accettare il disagio di giovani donne sull’orlo di un naufragio nel mare della maturità. Visioni bigotte intrise di finto moralismo (la madre di Hedvig), dalla patina perbenista sotto una scorza di cinismo (il tradimento della madre di Bobo) e di tragressività (il fratello di Klara), scandiscono come immagini montate le fasi di passaggio più importanti e formative del trio sull’orlo del “grande salto” : dalla nascita del gruppo punk, alle prime incomprensioni, alla sbronza alla gelosia.
L’amore ai tempi dell’adolescenza è fuoco fatuo di passione e di illusoria sensualità. I sentimenti sono ancora confusi, gli approcci lineari, diretti, bambineschi eppure non per questo infantili o alienanti.
La vera forza di We are the best sta proprio nel connubio di una narrazione in grado di parlare apertamente con un linguaggio semplice e ad altezza di ragazza, col cuore di donna, in piena trasformazione impiegando la potenza universale della musica, quella punk come mezzo elegibile di emancipazione.
Non c’e’ spazio per l’amore, le ragazze ne intuiscono lontanamente la natura ma non sanno cogliere l’accezione più intima del sentimento. C’e’ il gusto della novità,del fare qualcosa “contro la scuola e le regole” (bere alcolici,utilizzare pettinature particolarmente strane a ardite, farsi notare dai ragazzini più grandi ed emergenti), del desiderio di essere amati e sentiti, protetti da parte di famiglie troppo lontane o istituzioni conservatrici.
Ed è proprio la tenerezza a vincere alla fine in un film che consacra l’abilità di tre giovani attrici dalla maschera ribelle, pronta in una frazione di secondo a infrangersi in uno sfogo incondizionato di dolcezza e “triste allegria”
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captainpicard
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lunedì 9 giugno 2014
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un piccolo gioiello
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Ho visto questo film un po' per caso (ero arrivato in ritardo al cinema), un po' per volontà di vedere qualcosa di di diverso dai soliti blockbuster... ed è stato una piccola scoperta.
Il film è la storia di tre ragazzine prese al passaggio della pubertà, le loro compagne le considerano diverse e per questo si trovano isolate.. poteva essere una storia minimalista, ma il tono è diverso, le ragazze si mettono in testa di formare un gruppo punk, perchè il "Punk non è morto" e cercano fino in fondo di realizzare il loro sogno. Di contorno ci sono i primi anni '80 e la musica che non è diversa da quella che ascoltavamo noi allora, al ritorno del film sono andato a ricercare i Joy Division ed i Sex Pistols.
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Ho visto questo film un po' per caso (ero arrivato in ritardo al cinema), un po' per volontà di vedere qualcosa di di diverso dai soliti blockbuster... ed è stato una piccola scoperta.
Il film è la storia di tre ragazzine prese al passaggio della pubertà, le loro compagne le considerano diverse e per questo si trovano isolate.. poteva essere una storia minimalista, ma il tono è diverso, le ragazze si mettono in testa di formare un gruppo punk, perchè il "Punk non è morto" e cercano fino in fondo di realizzare il loro sogno. Di contorno ci sono i primi anni '80 e la musica che non è diversa da quella che ascoltavamo noi allora, al ritorno del film sono andato a ricercare i Joy Division ed i Sex Pistols.
E' evidente che oltre la finzione ci sono elementi autobiografici... se andate a cercare delle foto della disegnatrice del fumetto da ragazzina ve ne renderete subito conto...
Da tutto questo ne viene fuori uno splendido apologo dell'amicizia e della diversità...
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wagny
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domenica 8 giugno 2014
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semplice, dolce
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A me è piaciuto. Ovviamente "giovanilistico nordico", ma godibile per chi ama la cinematografia di questo regista... Non è "Fucking Amal" ma merita la visione.
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