enzo70
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sabato 16 marzo 2013
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bel film ma troppo politicamente corretto
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Promised land è un film molto politicamente corretto, anzi tanto politicamente corretto da diventare per certi profili banali. La consueta storia dei cattivi, le multinazionali, dei buoni, il professore di lettere del Paese e del passaggio dal male al bene del protagonista; il solito, ottimo, Matt Demon. Insomma da Gus Van Sant, regista di film come Milk e Will Hunting, genio ribelle, ci si poteva aspettare qualcosa in più. Ma attenzione, non è una stroncatura, si tratta di un film che sicuramente vale la pena di andare a vedere. Ma della delusione rispetto ad un’aspettativa che è stata, comunque, tradita.
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Promised land è un film molto politicamente corretto, anzi tanto politicamente corretto da diventare per certi profili banali. La consueta storia dei cattivi, le multinazionali, dei buoni, il professore di lettere del Paese e del passaggio dal male al bene del protagonista; il solito, ottimo, Matt Demon. Insomma da Gus Van Sant, regista di film come Milk e Will Hunting, genio ribelle, ci si poteva aspettare qualcosa in più. Ma attenzione, non è una stroncatura, si tratta di un film che sicuramente vale la pena di andare a vedere. Ma della delusione rispetto ad un’aspettativa che è stata, comunque, tradita. Infatti il film è diretto con grande diligenza e si muove su una sceneggiatura sempre in grado di attirare l’attenzione dello spettatore. Molto buona anche l’ambientazione in una cittadina americana di provincia alle prese con la crisi della deindustrializzazione. Inoltre non mancano colpi di scena per un film che, in alcune fasi, diventa una specie di thriller. Quello che manca è la capacità di rompere con alcuni schemi su temi complessi come quello del rapporto tra sviluppo ed ambiente che ci si sarebbe aspettati da un film di questo genere.
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federico agnellini
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mercoledì 27 febbraio 2013
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un film di denuncia sociale.
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La coppia Gus Van Sant e Matt Dammon tornano insieme ancora una volta , con un film di denuncia sociale, per raccontare le dinamiche che si celano dietro alle pericolose lobbies americane in campo energetico. Il film è incentrato tutto sulle vicende del protagonista Steve Butler, venditore di una delle più grandi compagnie energetiche del paese (Global).
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La coppia Gus Van Sant e Matt Dammon tornano insieme ancora una volta , con un film di denuncia sociale, per raccontare le dinamiche che si celano dietro alle pericolose lobbies americane in campo energetico. Il film è incentrato tutto sulle vicende del protagonista Steve Butler, venditore di una delle più grandi compagnie energetiche del paese (Global). Con l l'incarico di recarsi in una delle molteplici cittadine rurali degli Stati Uniti per convincere i cittadini sulla necessità dell'introduzione del gas naturale nella loro terra, il protagonista si imbatte in una serie di avversità sia con alcuni locali avversi a questa introduzione, sia con un presunto ambientalista arrivato giusto in tempo per mettere i bastoni nelle ruote alla grande multinazionale. Il film, però, porta con se una trama piatta e un finale scontato che fa sì che lo telespettatore non riesca a entrare a stretto contatto con le vicende narrate. Inoltre conoscendo il genio di Van Sant si potrebbe pensare che i personaggi siano curati con molta profondità ( es. Will Hunting ), ma in realtà essi risultano privi di incisività e spessore . La tematica però molto forte e contemporanea fa si che comunque il film rimanga apprezzabile e permette allo spettatore molte riflessioni sulla storia economica contemporanea statunitense.
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flyanto
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lunedì 25 febbraio 2013
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fino a che punto arriva la speculazione da parte d
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Film in cui si narra dell'operazione da parte di una società dell' acquisto di alcuni terreni ritenuti fruibili e vantaggiosi dal punto di vista economico. L'intera transazione viene condotta da un loro agente dipendente (Matt Damon) che ritorna in questi luoghi rurali, e per lui natii, pieno di buona volontà e tanta speranza. Dovrà però nel corso dell'operazione scoprire amaramente e fronteggiare tutti le varie speculazioni e raggiri per lui del tutto inaccettabili ed affatto condivisibili. Nel suo complesso il film risulta ben diretto e con uno stile lucido e rigoroso, come del resto tutte le opere precedenti di Gus Van Sant, ma a mio parere esso è meno incisivo ed originale dei suoi precedenti (si pensi , per esempio, ai più riusciti "Elephant! o "Paranoid Park").
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Film in cui si narra dell'operazione da parte di una società dell' acquisto di alcuni terreni ritenuti fruibili e vantaggiosi dal punto di vista economico. L'intera transazione viene condotta da un loro agente dipendente (Matt Damon) che ritorna in questi luoghi rurali, e per lui natii, pieno di buona volontà e tanta speranza. Dovrà però nel corso dell'operazione scoprire amaramente e fronteggiare tutti le varie speculazioni e raggiri per lui del tutto inaccettabili ed affatto condivisibili. Nel suo complesso il film risulta ben diretto e con uno stile lucido e rigoroso, come del resto tutte le opere precedenti di Gus Van Sant, ma a mio parere esso è meno incisivo ed originale dei suoi precedenti (si pensi , per esempio, ai più riusciti "Elephant! o "Paranoid Park"). Pertanto la pellicola risulta solo come una pura e semplice rappresentazione di una complessa transazione commerciale con le svariate speculazioni annesse e connesse e nulla di più. Forse, tutto ciò è solo semplicemente spiegabile col fatto che il regista Van Sant, pare, abbia sostituito all'ultimo momento l'intento di Matt Damon di dirigere in prima persona quest'opera.
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federico agnellini
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domenica 24 febbraio 2013
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un film di impegno sociale.
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La coppia Gus Van Sant e Matt Dammon tornano insieme ancora una volta , con un film di denuncia sociale, per raccontare le dinamiche che si celano dietro alle pericolose lobbies americane in campo energetico. Il film è incentrato tutto sulle vicende del protagonista Steve Butler, venditore di una delle più grandi compagnie energetiche del paese (Global).
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La coppia Gus Van Sant e Matt Dammon tornano insieme ancora una volta , con un film di denuncia sociale, per raccontare le dinamiche che si celano dietro alle pericolose lobbies americane in campo energetico. Il film è incentrato tutto sulle vicende del protagonista Steve Butler, venditore di una delle più grandi compagnie energetiche del paese (Global). Con l l'incarico di recarsi in una delle molteplici cittadine rurali degli Stati Uniti per convincere i cittadini sulla necessità dell'introduzione del gas naturale nella loro terra, il protogaonista si imbatte in una serie di avversità sia con alcuni locali avversi a questa introduzione, sia con un presunto ambientalista arrivato giusto in tempo per mettere i bastoni nelle ruote alla grande multinazionale. Il film, però, porta con se una trama piatta e un finale scontato che fa sì che lo telespettatore non riesca a entrare a stretto contatto con le vicende narrate. Inoltre conoscendo il genio di Van Sant si potrebbe pensare che i personaggi siano curati con molta profondità ( es. Will Hunting ), ma in realtà essi risultano privi di incisività e spessore . La tematica però molto forte e contemporanea fa si che comunque il film rimanga apprezzabile e permette allo spettatore molte riflessioni sulla storia economica contemporanea statunitense.
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rescart
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sabato 23 febbraio 2013
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demone da matto
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Questo film indaga la psicologia, o demonologia, umana. Indaga cioè sui vari dèmoni, spiriti e umori dell’animo umano. Quello del protagonista di questo film, significativamente interpretato da Matt Demon, è un demone da matto che rinuncia alla carica di vicepresidente della Global, a una nomina già intascata, pur di cogliere al volo l’occasione di salvare capra e cavoli, riconquistando così la donna amata e la dignità perduta. Il costo di questa rinuncia non è poi così alto, se si pensa che anche dall’alto della sua nuova posizione in giacca e cravatta, il neo vicepresidente avrebbe comunque continuato a rincorrere lo scalino successivo di classe sociale. Quella del presidente realizzato in famiglia oltre che nel lavoro, dove può permettersi di ritardare all’incontro di congratulazioni con il suo nuovo collaboratore diretto perché è il compleanno della figlia tredicenne.
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Questo film indaga la psicologia, o demonologia, umana. Indaga cioè sui vari dèmoni, spiriti e umori dell’animo umano. Quello del protagonista di questo film, significativamente interpretato da Matt Demon, è un demone da matto che rinuncia alla carica di vicepresidente della Global, a una nomina già intascata, pur di cogliere al volo l’occasione di salvare capra e cavoli, riconquistando così la donna amata e la dignità perduta. Il costo di questa rinuncia non è poi così alto, se si pensa che anche dall’alto della sua nuova posizione in giacca e cravatta, il neo vicepresidente avrebbe comunque continuato a rincorrere lo scalino successivo di classe sociale. Quella del presidente realizzato in famiglia oltre che nel lavoro, dove può permettersi di ritardare all’incontro di congratulazioni con il suo nuovo collaboratore diretto perché è il compleanno della figlia tredicenne. Quello che rimane del vecchio demone (ovvero del vecchio Demon) è la mille volte fantasticata scena della realizzazione sociale, rivissuta oniricamente all’inizio del film. Sembra di vedere Snoopy sdraiato sul tetto della sua cuccia: dalle stelle alle stalle, con un sorriso di soddisfazione un po’ disincantato sulle labbra ma senza rimpianti.
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eugenio
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venerdì 22 febbraio 2013
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scorci di america rurale
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Forte come la verità. Nel 2000 la precaria Julia Roberts madre di tre figli e segretaria di uno studio legale intraprendeva una lotta solitaria contro una multinazionale che aveva contaminato le falde di una cittadina californiana arrecando gravi danni ai cittadini. Riuscì a vincere la battaglia legale ottenendo un ingente indennizzo.
Dodici anni dopo Van Sant che tutti noi abbiamo conosciuto e apprezzato per pellicole dall’elevata introspezione psicologica (la cosiddetta trilogia dell’esistenzialismo: Gerry-Last Days-Elephant è riconosciuta tra i suoi capolavori insieme al riuscito Paranoid Park) affronta un tema, lo sfruttamento di terreni da parte delle multinazionali a danni degli abitanti, scottante e attuale.
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Forte come la verità. Nel 2000 la precaria Julia Roberts madre di tre figli e segretaria di uno studio legale intraprendeva una lotta solitaria contro una multinazionale che aveva contaminato le falde di una cittadina californiana arrecando gravi danni ai cittadini. Riuscì a vincere la battaglia legale ottenendo un ingente indennizzo.
Dodici anni dopo Van Sant che tutti noi abbiamo conosciuto e apprezzato per pellicole dall’elevata introspezione psicologica (la cosiddetta trilogia dell’esistenzialismo: Gerry-Last Days-Elephant è riconosciuta tra i suoi capolavori insieme al riuscito Paranoid Park) affronta un tema, lo sfruttamento di terreni da parte delle multinazionali a danni degli abitanti, scottante e attuale.
Steve Butler (Matt Damon) è il protagonista di Promised Land, un giovane e apparentemente ambizioso agente di commercio di una grossa compagnia di estrazione di gas naturale- la Global- inviato in un’area agricola di non precisata locazione geografica al fine di persuadere gli abitanti a concedere i loro terreni per permettere le trivellazioni della compagnia. Accompagnato dalla segaligna collega (che di carriera ne ha fatta fin troppa) Mc Kinley (Frances Mc Dormand ex poliziotta di Fargo), il giovane rampante dovrà scontrarsi con fermi oppositori al progetto: l’ingegnere Yates in pensione e ora insegnante della locale scuola e un misterioso ambientalista, Noble che adducendo prove contro la multinazionale come le fotografie di bovini uccisi dal gas in alcune zone del paese “segnate” dalla Global, tenterà di boicottare le azioni dei due agenti della compagnia. Niente però è come sembra e tra comizi, discussioni col sindaco della cittadina e malcelati tentativi di approccio alla maestra del luogo, Butler comprenderà di essere solo una pedina nelle mani di un abile scacchista dalle sconosciute capacità e, soprattutto, dai potenti mezzi di comunicazione.
Sodenbergh avrebbe sogghignato leggendo lo script realizzato dallo stesso Damon che doveva esserne anche il regista per poi abbandonare e lasciare “il pesante fardello” al conosciuto Van Sant ma Promised land è un film ahimè troppo “stilizzato”, rigido nei ruoli e privo di una piena caratterizzazione dei personaggi che risultano troppo convenzionali e abbozzati. La denuncia dello strapotere delle multinazionali pronte a tutto pur di conquistare un terreno per un incremento economico nascosto sotto la voce di “progresso” (viene da pensare al caso italiano della TAV) viene affrontato con abilità civile sottolineando come la globalità delle azioni e delle scelte sia la scelta più sensata per il bene della comunità (e poco importa che a rimetterci ci siano alcune comunità) ma senza quella attenzione e dovizia che avrebbero potuto rendere la qualità della pellicola decisamente dignitosa. La divisione in “bianchi” e “neri” si tramuta in lotta tra le due fazioni e la conseguente contaminazione ideologica dei due opposti schieramenti diviene sempre più enfatizzata nello sviluppo della pellicola che scade nella quotidiana applicazione del colpo di scena e nella sentimentale storia tra agente, tra l’altro dalle reminescenze bucoliche, e la maestra.
Promised Land tratteggia con maestria una società rurale in piena crisi economica, incerta e disagiata dove anche la dignità -pare- può essere mercificata e piegata all’offerta del Dio Denaro. Van Sant come già Sodenbergh non affronta un tema nuovo e originale ma a distanza di alcuni anni dal già citato Erin Brokovich ci si aspettava un’ossatura decisamente più completa ed esaustiva che non rimanesse vincolata nel clichè della lotta alle lobby. In questo senso anche gli attori non brillano per bravura: lo scrupoloso Butler, la rampante McKinley, il “simpatico” Noble, sono stereotipati e privi di entusiasmo. Nel complesso la sensazione finale è quello di un film lento, a tratti intenso con alcune scene azzeccate specie nelle istantanee fotografiche dell’America rurale pur se convenzionale.
Nell’universo del limbo dei film dimenticati una volta usciti di sala, Promised Land vincerebbe la palma d’oro. Mezza stella in più dato il “pesante nome registico”.
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doc steve
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mercoledì 20 febbraio 2013
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ne' male ne' bene
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Questo film parla essenzialmente del tentativo di acquisto dei terreni di una cittadina da parte di una compagnia per l'acquisizione di gas naturale e del suo (ingenuo) emissario.
Non e' un film che mi sento di elogiare o disprezzare, il film scorre bene, e' un film sul buonismo americano che pero' non si lascia andare eccessivamente a questo.
l'ingenuita' del protagonista e' poco credibile, vista la sua posizione e i suoi successi; e i personaggi meglio caratterizzati rimangono praticamente a far da contorno ....ma potevano far peggio...il film e' abbastanza scontato di per se' e quando si avvia alla conclusione, continui a pensare che in realta' si stia preparando un finale imprevisto ma invece finisce proprio come immagini, c'e' solo un piccolo colpo di scena che a ben vedere, se si seguono i dettagli, e' abbastanza intuibile.
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Questo film parla essenzialmente del tentativo di acquisto dei terreni di una cittadina da parte di una compagnia per l'acquisizione di gas naturale e del suo (ingenuo) emissario.
Non e' un film che mi sento di elogiare o disprezzare, il film scorre bene, e' un film sul buonismo americano che pero' non si lascia andare eccessivamente a questo.
l'ingenuita' del protagonista e' poco credibile, vista la sua posizione e i suoi successi; e i personaggi meglio caratterizzati rimangono praticamente a far da contorno ....ma potevano far peggio...il film e' abbastanza scontato di per se' e quando si avvia alla conclusione, continui a pensare che in realta' si stia preparando un finale imprevisto ma invece finisce proprio come immagini, c'e' solo un piccolo colpo di scena che a ben vedere, se si seguono i dettagli, e' abbastanza intuibile.
Parla del potere delle lobbies senza dargli l'enfasi tipica ma dal punto di vista di chi ne e' emissario e chi ne subisce le conseguenze.
Non lo consiglio come film da cinema ma piu' da home video, un film carino ma non di piu'.
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vervain
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mercoledì 20 febbraio 2013
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grande film, molto realista
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Come si fa a dire che il film è " parzialmente privo di incisività"? E' il film più significativo, coinvolgente, emozionante e INCISIVO che ho visto in questi ultimi mesi! Decisamente consigliato, andate a vederlo per capire da vicino come funziona questo stramaledetto sistema basato solo sul denaro e la ricchezza materiale... e per uscire un po' più convinti che, alla fine, il gasolio non si mangia e nemmeno si beve!!! P.S. Andate subito, il film è un po' "scomodo", infatti nella mia città lo danno in un cinema soltanto...
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wwiwa
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mercoledì 20 febbraio 2013
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film di denuncia
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E' un film che ti prende dall'inizio alla fine e ti fa riflettere sui limiti che bisogna porre al dio denaro.
Una cittadina rurale con una bellissima natura circostante può essere distrutta dalle trivellazioni di una multinazionale che fa credere agli abitanti che diventeranno ricchi.
Per fortuna c'è chi si oppone come Frank Yates che ha le competenze per capire la contropartita dei soldi promessi: la distruzione della terra, delle fattorie
ereditate dai padri.
Senza rivelare come andrà a finire per chi non l'ha visto mi è piaciuta molto la riflessione sull'importanza del prendersi cura di qualcosa.
Matt Damon e tutti gli altri attori bravissimi
Consigliatissimo a chi vuole riflettere su un tema impor
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E' un film che ti prende dall'inizio alla fine e ti fa riflettere sui limiti che bisogna porre al dio denaro.
Una cittadina rurale con una bellissima natura circostante può essere distrutta dalle trivellazioni di una multinazionale che fa credere agli abitanti che diventeranno ricchi.
Per fortuna c'è chi si oppone come Frank Yates che ha le competenze per capire la contropartita dei soldi promessi: la distruzione della terra, delle fattorie
ereditate dai padri.
Senza rivelare come andrà a finire per chi non l'ha visto mi è piaciuta molto la riflessione sull'importanza del prendersi cura di qualcosa.
Matt Damon e tutti gli altri attori bravissimi
Consigliatissimo a chi vuole riflettere su un tema importante e attuale
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fabiofeli
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martedì 19 febbraio 2013
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la cura delle proprie cose
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Promised landdi Gus Van Sant
Ci si diverte con poco nei paesi rurali, che siano nello Iowa o nel Kentucky, in Usa o in Europa : bastano e avanzano una sfida su bevute infernali, un karaoke, un flirt di una sera. Si vive modestamente e semplicemente, ai confini della povertà , con mentalità sparagnina, senza grandi attese per il futuro.. Quando arriva in paese Steve (Matt Damon), abile compratore della multinazionale Global ed esperto venditore di sogni, a promettere l’evasione dalla povertà - addirittura la ricchezza! - attraverso lo sfruttamento del gas naturale racchiuso nei terreni agricoli, molti si elettrizzano, ma qualcuno dubita che ciò sia un bene.
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Promised landdi Gus Van Sant
Ci si diverte con poco nei paesi rurali, che siano nello Iowa o nel Kentucky, in Usa o in Europa : bastano e avanzano una sfida su bevute infernali, un karaoke, un flirt di una sera. Si vive modestamente e semplicemente, ai confini della povertà , con mentalità sparagnina, senza grandi attese per il futuro.. Quando arriva in paese Steve (Matt Damon), abile compratore della multinazionale Global ed esperto venditore di sogni, a promettere l’evasione dalla povertà - addirittura la ricchezza! - attraverso lo sfruttamento del gas naturale racchiuso nei terreni agricoli, molti si elettrizzano, ma qualcuno dubita che ciò sia un bene. La comparsa di Dustin (John Krasinski), un ambientalista che illustra il rischio che il metodo di estrazione inquini e desertifichi il territorio, complica il quadro: due schieramenti si fronteggiano e si dovrà decidere con un voto. Una duplice sorpresa, da non svelare neanche sotto tortura, risolve la contesa.
Lo yankee Damon, scarpe grosse da contadino ai piedi, è convincente; con la recitazione, liberato dal compito di manichino belloccio, se la cava meglio che in altre prove, un gradino sopra a quella fornita in Invictus di Eastwood; ma lì la bravura di Morgan Freeman, nella parte di Mandela, soverchiava tutti gli altri.
Lo dirige bene Gus Van Sant, autore a suo tempo dello splendido Elephant man, di Scoprendo Forrester e di Milk. In questo film il regista abbandona le allucinate atmosfere cittadine di Paranoid park. Pone l’accento sull’ambiente, fondamentale nel ben rappresentato contesto rurale. Van Sant afferma il valore della ‘cura delle proprie cose’ e della natura, che è di tutti, e la ragionevolezza di uno sviluppo che sia lento per essere sostenibile.
A un personaggio di secondo piano, lo scienziato Frank Yates dubbioso sui metodi della Global, presta i suoi occhi di giaccio Hal HolbrooK.
Un film non eccezionale, ma buono.
Valutazione ***
FabioFeli
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