ultimoboyscout
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giovedì 23 maggio 2013
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la lunga notte della casa bianca.
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Mike Banning, ex agente dei servizi segreti, è l'ultima speranza degli Stati Uniti d'America: spietati terroristi nordcoreani hanno preso in ostaggio nientepopodimenoche il Presidente in persona e tutto il suo staff e si sono asserragliati all'interno dell'impenetrabile bunker della Casa Bianca, minacciando di uccidere i prigionieri e di far esplodere a terra tutte le testate nucleari statunitensi. Film decisamente attuale, che esce proprio nel momento in cui monta la tensione tra le due Coree e gli Stati Uniti sullo sfondo, un thriller d'azione a venature politiche ma anche un film di riscatto, di rinascita e sulle seconde occasioni. Cast notevolissimo diretto da uno che ci sa fare come Fuqua: la storia non è originale e tutti sappiamo appena inizia come andrà a finire il film, ma il regista è bravissimo nel non far perdere tensione, nel non concedere cali di ritmo pigiando sempre sull'acceleratore e nell'offrire dell'ottimo e sano intrattenimento.
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Mike Banning, ex agente dei servizi segreti, è l'ultima speranza degli Stati Uniti d'America: spietati terroristi nordcoreani hanno preso in ostaggio nientepopodimenoche il Presidente in persona e tutto il suo staff e si sono asserragliati all'interno dell'impenetrabile bunker della Casa Bianca, minacciando di uccidere i prigionieri e di far esplodere a terra tutte le testate nucleari statunitensi. Film decisamente attuale, che esce proprio nel momento in cui monta la tensione tra le due Coree e gli Stati Uniti sullo sfondo, un thriller d'azione a venature politiche ma anche un film di riscatto, di rinascita e sulle seconde occasioni. Cast notevolissimo diretto da uno che ci sa fare come Fuqua: la storia non è originale e tutti sappiamo appena inizia come andrà a finire il film, ma il regista è bravissimo nel non far perdere tensione, nel non concedere cali di ritmo pigiando sempre sull'acceleratore e nell'offrire dell'ottimo e sano intrattenimento. Fuqua conduce con mano più veloce che raffinata per batture sul tempo il quasi identico "White House down" del catastrofista Emmerich mentre Butler, dopo qualche flop, ha tutto per essere il perfetto "one man army", una sorta di "Die hard alla Casa Bianca", l'uomo che oltre ai terroristi deve uccidere i demoni che lo tormentano. La violenza non manca, anzi eccede, è il classico action all'americana che rappresenta la fragilità delle istituzioni. Ma il film è robusto e non va sottovalutato.
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savmax
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giovedì 23 maggio 2013
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film da vedere.
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francescacesca
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mercoledì 22 maggio 2013
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che americanata....
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Questo film è decisamente un'americanata, un'esageratissima americanata!
Proiettili che volano da tutte le parti, bombe e...solo 2 sopravvissuti!!!!! (Va beh...4 considerando i 2 che escono a metà film!)
DECISAMENTE UN'AMERICANATA!!!
...Ma che americanata!!! :D
Bellissimo film! Solitamente io non amo il genere, ma questo film è strepitoso! Mi ha tenuto incollata alla poltroncina!!!!
Lo rivedrò sicuramente e lo consiglio a tutti!!!!!!!!!!!!!
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sarah87
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giovedì 16 maggio 2013
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la violenza per distrarre dalla trama banale
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Il film è molto irreale, un uomo da solo rimane vivo dopo un attacco terroristico mentre altre migliaia di soldati vengono uccisi. Proprio lui riesce ad entrare alla casa bianca e a sterminare i terroristi, cosa che tutti gli altri non erano riusciti a fare. Nonostante questo il film si segue bene, peccato per tutte quelle scene violente di spari e torture che si potevano benissimo evitare.
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mrmettiu
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domenica 12 maggio 2013
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eccezionale... nel suo genere!
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Il fantomatico mandato del Presidente Asher (Aaron Eckhart) non è sicuramente uno dei più tranquilli della storia degli USA. Diciotto mesi dopo la morte della bellissima First Lady (Ashley Judd), in occasione della visita del Presidente della Corea del Sud, la White House, fortezza del potere americano, cade in balia di un gruppo di terroristi nordcoreani. La situazione è critica: l'Olimpo (nome in codice della Casa Bianca) è crollato, il Presidente e le più alte cariche degli Stati Uniti sono tenuti in ostaggio dal misterioso Kang (Rick Yune) nell'impenetrabile bunker, la catastrofe nucleare sembra alle porte e Washington D.C. è in ammollo in un bagno di sangue.
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Il fantomatico mandato del Presidente Asher (Aaron Eckhart) non è sicuramente uno dei più tranquilli della storia degli USA. Diciotto mesi dopo la morte della bellissima First Lady (Ashley Judd), in occasione della visita del Presidente della Corea del Sud, la White House, fortezza del potere americano, cade in balia di un gruppo di terroristi nordcoreani. La situazione è critica: l'Olimpo (nome in codice della Casa Bianca) è crollato, il Presidente e le più alte cariche degli Stati Uniti sono tenuti in ostaggio dal misterioso Kang (Rick Yune) nell'impenetrabile bunker, la catastrofe nucleare sembra alle porte e Washington D.C. è in ammollo in un bagno di sangue. Ma il Commando d'emergenza del Pentagono, capitanato dall'Acting President (Morgan Freeman), ha un inaspettato asso nella manica. Mike Banning (Gerard Butler) incarna tutti i valori dell'eroe americano: leale verso gli amici e verso la Patria fino alla morte, coraggioso, prudente ma intraprendente, irriverente verso le autorità, fisicamente prestante. Ed è all'interno della Casa Bianca.
Attacco al Potere vanta inquadrature sensazionali, scenografie splendide e anche un'ottima recitazione. Fra tutti spiccano Butler, Freeman e Melissa Leo (nei panni del Segretario della Difesa), che si riconferma una delle migliori attrici non protagoniste sulla piazza. Il film è davvero lodevole per quanto riguarda gli effetti speciali (sia visivi che sonori), che gli conferiscono un ritmo del tutto particolare: pur nella situazione di stallo, le pulsazioni cardiache dello spettatore accelerano sensibilmente. Come molti altri film di Fuqua la trama è prevedibile, ma la visione risulta molto gradevole.
Nel complesso buon film, che porta con sé i soliti pregi e difetti dei film americani.
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francesco monteleone
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mercoledì 8 maggio 2013
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il meglio del peggio americano
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AL POTERE (Olympus Has Fallen), Regia di Antoine Fuqua, USA, 2013
Se non volete mettere i piedi sui carboni accesi non confessate ai critici cinematografici meglio pagati d’Italia che vi siete divertiti, guardando questo ultimo attacco alla Casa Bianca, realizzato ottimamente in digitale dall’industria immaginifica di Hollywood. La storia è sempre la stessa: gli americani spendono troppi soldi per creare un finto consenso intorno alla propria bandiera. Volendo aumentare i propri meriti nazionalistici i registi di regime a stelle e strisce fanno film tutti uguali. Nel primo tempo i misteriosi nemici (islamici o comunisti) innalzano i trofei della vittoria. Dopo l’intervallo un eroe di origine anglosassone profondamente umano, bello, colto, coraggioso e galante scatena la sua impressionante forza fisica e i cattivi finiscono nella penombra della morte.
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AL POTERE (Olympus Has Fallen), Regia di Antoine Fuqua, USA, 2013
Se non volete mettere i piedi sui carboni accesi non confessate ai critici cinematografici meglio pagati d’Italia che vi siete divertiti, guardando questo ultimo attacco alla Casa Bianca, realizzato ottimamente in digitale dall’industria immaginifica di Hollywood. La storia è sempre la stessa: gli americani spendono troppi soldi per creare un finto consenso intorno alla propria bandiera. Volendo aumentare i propri meriti nazionalistici i registi di regime a stelle e strisce fanno film tutti uguali. Nel primo tempo i misteriosi nemici (islamici o comunisti) innalzano i trofei della vittoria. Dopo l’intervallo un eroe di origine anglosassone profondamente umano, bello, colto, coraggioso e galante scatena la sua impressionante forza fisica e i cattivi finiscono nella penombra della morte.
Questa volta un gruppo di cattivi coreani guidati da un super-terrorista riescono a impadronirsi dell’Olimpo (nome in codice della residenza presidenziale), ma sono tanti rincoglioniti che, poco dopo, si fanno sterminare da una guardia del corpo, licenziata per un tamponamento automobilistico finito male… Purtroppo gli americani vogliono ammirazione, e forse non ne ricevono molta. Anche questa propaganda di regime cinematografica è impastata di luoghi comuni, non diversamente dalla stupidissima pubblicità del caffé griffata da George Cloney. Orbene, superiamo rudemente la soglia della stanza degli esperti e all’aria aperta proviamo a dire che Antoine Fuqua ci ha consegnato un film divertente, pieno di energia, con la prevedibile penitenza iniziale che muta in gioia finale. Gli odiosi ribelli previsti dal copione sono attori di seconda scelta travestiti da animali feroci, ma con la faccia dei fessi. Invece i nostri eroi sono quegli attori allenati e pagati bene per farci battere le mani, all’uscita. E hanno un nome memorabile: si chiamano Gerard Butler, Morgan Freeman, Dylan McDermott, Aaron Eckhart. Insomma, questo film è un furto di spiccioli o la nostra attenzione si lascia dominare da esso? Noi rispondiamo così: Vedere un regime imperialista che cade sotto il peso della sconfitta (temporanea) è stato piacevole. I colpi mancini dei cattivi, seduta in una sala buia, sono risultati avvincenti. La simulazione della sparatorie tanto realistiche ci ha procurato qualche milligrammo di adrenalina. Sappiamo che questa implacabile congiura è una cretinata per far soldi, ma ci siamo divertiti perché speriamo che qualche volta possa veramente realizzarsi. Per due ore, seguendo questo fumettone in movimento, abbiamo vinto una battaglia contro la noia. Può bastare per giudicare bene un film del genere catastrofista, prodotto nello Stato che forse ha il più alto numero di presidenti morti ammazzati per davvero.
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goliadkin
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sabato 4 maggio 2013
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ennesimo action-movie stereotipato ma godibile
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Tipico film d'azione USA che mette insieme un po' di stereotipi del genere, se non si sta a riflettere troppo su ciò che si sta vedendo, il risultato è una trama con un ritmo discreto (il cui esito è certo scontato, ma in un film del genere questo lo si capisce prima di entrare in sala) con un sufficiente equilibrio tra scene d'azione e parti funzionali a creare un contesto (qui calato nell'attualità con super cattivi Nord-coreani), il protagonista è in parte nel ruolo di super soldato e Gerald Butler è sufficientemente bravo da conferire un certo carattere entro i limiti ristretti di un personaggio piuttosto scontato, le scene d'azione (pilastro di un film del genere) sono efficaci (dall'attacco da cielo e da terra dei cattivi alla Casa Bianca ai combattimenti corpo a corpo ben coreografati).
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Tipico film d'azione USA che mette insieme un po' di stereotipi del genere, se non si sta a riflettere troppo su ciò che si sta vedendo, il risultato è una trama con un ritmo discreto (il cui esito è certo scontato, ma in un film del genere questo lo si capisce prima di entrare in sala) con un sufficiente equilibrio tra scene d'azione e parti funzionali a creare un contesto (qui calato nell'attualità con super cattivi Nord-coreani), il protagonista è in parte nel ruolo di super soldato e Gerald Butler è sufficientemente bravo da conferire un certo carattere entro i limiti ristretti di un personaggio piuttosto scontato, le scene d'azione (pilastro di un film del genere) sono efficaci (dall'attacco da cielo e da terra dei cattivi alla Casa Bianca ai combattimenti corpo a corpo ben coreografati).
Certo come già detto stereotipi e cadute di stile non mancano:
Semi distruzione della Casa Bianca simbolo del potere (davvero a difesa del suo ingresso ci sono solo una ventina di uomini dalla pessima mira armati di pistole?) e catarsi finale con i super terroristi sgominati.
Presidente USA integerrimo, nobile, tenace, generoso, magnanimo e dal fascino hollywoodiano.
Cattivi subdoli, perversi, dal ghigno beffardo, crudeli, e stavolta pure Nord-coreani.
Congegno di distruzione planetaria progettato perché sia impossibile fermarlo (tipo "arma fine di mondo" del Dott. Stranamore).
Entourage del presidente incapace di gestire la crisi in quanto formato da idioti, salvo uno che riconosce la supremazia totale del protagonista affidandogli il destino del mondo.
Stoico sacrificio patriottico degli ostaggi di fronte al sadismo compiaciuto dei sequestratori.
Insomma gli elementi sono ricorrenti (e ancora lo saranno in futuro) e probabilmente potevano essere gestiti meglio, ma prendendo lo spettacolo alla leggera l'ho trovato tutto sommato godibile.
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opidum
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giovedì 2 maggio 2013
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americanata al cubo
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se vi è piaciuto the rock, daylight, die hard e tutta la filmografia di michael bay e di roland emmerich questo è il film che fa per voi!!!!!!!!!!
a me sti film piacciono ancora anche se con gli anni inizio a non sopportare più.
1) il discorso politically correctly del presidente usa.
2) il gruppo di pirla che per tutto il film sta nella sala di comando senza fare assolutamente nulla e , inspiegablimente , si abbraccia e applaude.
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stefaniaferrari
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lunedì 29 aprile 2013
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film carino che non annoia
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Sono andata a vedere il film due giorni fa e sinceramente mi è piaciuto.
é chiaro, è la solita americanata con un livello di patriottismo che sale fino alle stelle, però sono andata al cinema con la consapevolezza che fosse cosi!
Con la classica "comicità" di Gerard Butler questo film si presenta divertente in alcune battute e avvincente in altre.
In conclusione è un film piacevole da vedere.
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lorenzo80
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lunedì 29 aprile 2013
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imbarazzante
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Quando vai a vedere un film dove in copertina si vedono la bandiera americana, Morgan Freeman e la Casa Bianca in fiamme sai già cosa ti attende: l'americanata dell'anno. E' con questo spirito che, comunque, sono andato a vederlo, consapevole che avrei visto un film di genere. Ma quando è troppo è troppo. Negli anni 80 il nemico era il russo, ora è il turno del nord coreano, che parte con l'improbabile attacco di un misterioso bombardiere che arriva passeggiando indisturbato fino alla casa bianca e viene abbattuto con non poche difficoltà e non prima di aver schiacciato come mosche i due caccia americani, con tanto di stucchevole e scontato riferimento al crollo delle torri gemelle! Poi comincia un attacco a terra che sarebbe stato fermato anche dalla nostra Polizia Municipale e che si conclude con un'altra carneficina e con l'immancabile e immarcescibile presidente americano che viene fatto ostaggio (altro clichè, ma almeno questo non sale su un caccia per sparare agli alieni!) insieme ai suoi collaboratori.
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Quando vai a vedere un film dove in copertina si vedono la bandiera americana, Morgan Freeman e la Casa Bianca in fiamme sai già cosa ti attende: l'americanata dell'anno. E' con questo spirito che, comunque, sono andato a vederlo, consapevole che avrei visto un film di genere. Ma quando è troppo è troppo. Negli anni 80 il nemico era il russo, ora è il turno del nord coreano, che parte con l'improbabile attacco di un misterioso bombardiere che arriva passeggiando indisturbato fino alla casa bianca e viene abbattuto con non poche difficoltà e non prima di aver schiacciato come mosche i due caccia americani, con tanto di stucchevole e scontato riferimento al crollo delle torri gemelle! Poi comincia un attacco a terra che sarebbe stato fermato anche dalla nostra Polizia Municipale e che si conclude con un'altra carneficina e con l'immancabile e immarcescibile presidente americano che viene fatto ostaggio (altro clichè, ma almeno questo non sale su un caccia per sparare agli alieni!) insieme ai suoi collaboratori. Poi il più classico dei classici: l'eroe caduto che da solo sconfigge un esercito, smaschera il traditore e lo fa persino redimere. E, per concludere, l'immancabile conto alla rovescia finale prima del disastro nucleare. Insomma, un campionario scontato, prevedibile e a tratti imbarazzante di stereotipi triti e ritriti fino all'inverosimile, sembra quasi che ci sia un manuale. Gli metto due stelle solo per il realismo con cui viene mitragliata la Casa Bianca.
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