hollyver07
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sabato 9 novembre 2013
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teso, crudele, forse... amorale
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Ciao. Tratto da una storia vera, il film narra gli eventi connessi ad un atto di pirateria avvenuto anni orsono al largo della costa Somala, in Oceano Indiano. Protagonisti del fatto furono: - la PC Maersk Alabama ed il suo equipaggio, sotto il comando del Cpt. Phillips (un Tom Hanks ben calato nel ruolo) - un gruppo di banditi somali ai quali il concetto di pirateria si applica solo perchè le loro banditesche azioni avvengono sul mare (pirati...! sarebbe più onesto definirli con aggettivi tipo... derelitti...!) - le omnipresenti, protettive, poderose, efficenti, "sentimentali", ciniche, bellicose, determinate ecc. ecc. forze militari statunitensi, in questo caso Navy e Navy Seal.
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Ciao. Tratto da una storia vera, il film narra gli eventi connessi ad un atto di pirateria avvenuto anni orsono al largo della costa Somala, in Oceano Indiano. Protagonisti del fatto furono: - la PC Maersk Alabama ed il suo equipaggio, sotto il comando del Cpt. Phillips (un Tom Hanks ben calato nel ruolo) - un gruppo di banditi somali ai quali il concetto di pirateria si applica solo perchè le loro banditesche azioni avvengono sul mare (pirati...! sarebbe più onesto definirli con aggettivi tipo... derelitti...!) - le omnipresenti, protettive, poderose, efficenti, "sentimentali", ciniche, bellicose, determinate ecc. ecc. forze militari statunitensi, in questo caso Navy e Navy Seal. Essendo una storia nota è inutile riassumerne la trama. Gli aspetti interessanti del film sono legati alla serrata tensione che il regista (Greengrass) riesce a sviluppare durante la narrazione ed all'involontaria, quasi grottesca, incongruenza che appare nella definizione dei ruoli tra buoni e cattivi. In sostanza, il film presenta una progressiva e ben gestita crescita della tensione emotiva alla quale, non so quanto deliberatamente, si contrappongono le realtà dei personaggi coinvolti e l'incipit di sibillini slogan (chiamiamoli così...) che manco a dirlo sono: il sogno americano (guardacaso di un pirata) e "get the guy back to home(land)" si potrà dire così? Visivamente è sicuramente appagante ed un bel film d'avventura (più che d'azione) e se uno si sofferma solo su questo... l'intrattenimento è certamente garantito. Invece, se proprio si vuole provare, facendo le pulci alla storia in ambito morale... può darsi che un pò d'amaro in bocca si faccia sentire ed il tutto si riduca ad un Law and order enforcement. Ad ogni buon conto... è interessante da vedere quindi... buona visione e saluti a tutti
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pensierocivile
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domenica 1 dicembre 2013
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senza frizioni
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Affidare una sceneggiatura ben scritta basata su una storia realmente accaduta a Paul Greengrass è un po’ come stiparla in un caveau, una assicurazione sul film che ne verrà fuori. Del resto la sua filmografia parla chiaro e Bloody Sunday (sulla domenica di sangue del 1972 in Irlanda del Nord) così come United 93 (sul volo United Airlines 93 dirottato l’11 settembre 2001 e schiantatosi al suolo dopo la ribellione dei passeggeri) ne sono la conferma. A differenza invece delle pellicole di finzione (i due Bourne) nelle quali la bravura di Greengrass, manipolatore di trepidazione e attesa, accentua le incertezze di un racconto che per sua natura si “alimenta” anche di forzature. Captain Phillips mostra tutte le qualità del suo regista: solidità nel racconto (di Billy Ray), rispetto per la storia, tensione incessante.
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Affidare una sceneggiatura ben scritta basata su una storia realmente accaduta a Paul Greengrass è un po’ come stiparla in un caveau, una assicurazione sul film che ne verrà fuori. Del resto la sua filmografia parla chiaro e Bloody Sunday (sulla domenica di sangue del 1972 in Irlanda del Nord) così come United 93 (sul volo United Airlines 93 dirottato l’11 settembre 2001 e schiantatosi al suolo dopo la ribellione dei passeggeri) ne sono la conferma. A differenza invece delle pellicole di finzione (i due Bourne) nelle quali la bravura di Greengrass, manipolatore di trepidazione e attesa, accentua le incertezze di un racconto che per sua natura si “alimenta” anche di forzature. Captain Phillips mostra tutte le qualità del suo regista: solidità nel racconto (di Billy Ray), rispetto per la storia, tensione incessante. Tutto il cast lo spalleggia alla grande, e se per Tom Hanks la prova eccellente non è una novità, sorprendenti davvero sono le interpretazioni del commando di terroristi: credibili, esaltati, condannati dalla vita a non poter tornare indietro, a non poter esitare, stretti in una morsa fra prigioni americane e capi clan somali. Il loro assalto alla nave è un equilibrio perfetto fra tensione e spettacolarità. Nella realtà le cose non andarono proprio come il film le racconta: il terrorista catturato dall’equipaggio fu abbandonato dai suoi compagni che si lanciarono in mare con la scialuppa (l’episodio più debole della sceneggiatura è proprio questo, con l’equipaggio che libera l’ostaggio, la fuga in mare e il ritorno sulla nave con i negoziatori, nonostante tutta la diffidenza e i sospetti mostrati nel corso della vicenda) inoltre vengono ignorate le frizioni tra il Naval Special Warfare Command e il F.B.I., in favore dell’arrivo della “cavalleria” e della sicurezza dei negoziatori; ma in fondo queste spruzzatine di blockbuster non disturbano.
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andrea fratini
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sabato 23 novembre 2013
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un'altra storia di cronaca raccontata con maestria
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Dopo BLOODY SUNDAY e UNITED 93, Greengrass torna a pescare nel passato recente, descrivendo con passione ed energia la storia thriller e avventurosa vissuta dal capitano Phillips nelle acque del Corno d'Africa alle prese con i pirati somali. La regia non sbaglia un colpo nell'analizzare dettagliatamente gli avvenimenti e nel ricostruirli con il corretto pahos, coinvolgendo dall'inizio alla fine in oltre 2 ore di pellicola. Tom Hanks è perfetto nei panni del comandante della nave, ma non sono da meno gli attori africani, la cui interpretazione è strepitosa: gli occhi della fame di belve che non hanno nulla da perdere si confrontano con l'organizzazione e il coraggio degli americani, che, a loro volta, nel loro sguardo, hanno perduto l'ottimismo dell'azione dopo l'11 settembre, ma sembrano aver imparato la lezione e con saggezza vedono e provvedono di fronte al pericolo.
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Dopo BLOODY SUNDAY e UNITED 93, Greengrass torna a pescare nel passato recente, descrivendo con passione ed energia la storia thriller e avventurosa vissuta dal capitano Phillips nelle acque del Corno d'Africa alle prese con i pirati somali. La regia non sbaglia un colpo nell'analizzare dettagliatamente gli avvenimenti e nel ricostruirli con il corretto pahos, coinvolgendo dall'inizio alla fine in oltre 2 ore di pellicola. Tom Hanks è perfetto nei panni del comandante della nave, ma non sono da meno gli attori africani, la cui interpretazione è strepitosa: gli occhi della fame di belve che non hanno nulla da perdere si confrontano con l'organizzazione e il coraggio degli americani, che, a loro volta, nel loro sguardo, hanno perduto l'ottimismo dell'azione dopo l'11 settembre, ma sembrano aver imparato la lezione e con saggezza vedono e provvedono di fronte al pericolo. Mai un sorriso da parte loro (persino nei momenti di sollievo) di fronte a un nemico che non è Al Qaida, come viene sottolineato nel film, ma quello costituito da miseri banditi nelle mani di clan indigeni. Di conseguenza, l'opera, nel complesso, evita di apparire l'ennesimo inno all'efficienza americana e il nazionalismo, appena accarezzato, è venato di triste eroismo senza scendere mai nel patetico o nel tracotante. Fa male, ahimè, la battuta di due membri dell'equipaggio che, poco prma dell'arrivo dei pirati, reclamano i loro diritti da contratto sindacale, che non contempla la battaglia...ma è, e soprattutto sarà così...la metafora del domani, dove gli squali aumenteranno e non si può più sperare, con i tempi che corrono, che qualcuno protegga le spalle dai rischi della crisi mondiale e di un futuro di globalizzazione poco rassicurante.
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jacopo b98
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martedì 15 aprile 2014
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un thriller da oscar!
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2009. Il capitano Richard Phillips (Hanks) è in mezzo al mare, su una grande nave porta-container. Il viaggio, dall’Oman a Mombasa, passa per il mare di fronte al corno d’Africa. Lì la nave viene attaccata dai pirati somali. Inizia una lunga battaglia senza esclusione di colpi. Alla fine Phillips ne uscirà vivo, i pirati tutti morti se si fa eccezione per il loro capo, Muse (Abdi), che adesso sconta una condanna a 33 anni nell’Indiana. Scritto da Billy Ray, è il sesto lungometraggio dell’ex documentarista Greengrass, che ci aveva già regalato un autentico capolavoro come United 93. Qui tenta (e ci va pure vicino) di ripetere l’operazione con questa cronaca del primo dirottamento di una nave commerciale americana in 200 anni di storia.
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2009. Il capitano Richard Phillips (Hanks) è in mezzo al mare, su una grande nave porta-container. Il viaggio, dall’Oman a Mombasa, passa per il mare di fronte al corno d’Africa. Lì la nave viene attaccata dai pirati somali. Inizia una lunga battaglia senza esclusione di colpi. Alla fine Phillips ne uscirà vivo, i pirati tutti morti se si fa eccezione per il loro capo, Muse (Abdi), che adesso sconta una condanna a 33 anni nell’Indiana. Scritto da Billy Ray, è il sesto lungometraggio dell’ex documentarista Greengrass, che ci aveva già regalato un autentico capolavoro come United 93. Qui tenta (e ci va pure vicino) di ripetere l’operazione con questa cronaca del primo dirottamento di una nave commerciale americana in 200 anni di storia. È tutto vero infatti: nomi, luoghi, personaggi, avvenimenti. Lo stesso Phillips ha partecipato al progetto ed è autore del romanzo da cui il film è tratto. Di per sé il film è semplice: pochi luoghi, pochi avvenimenti significativi, ecc. ma come sempre è qui che Greengrass si gioca le sue carte migliori: con la sua regia, qui più potente che mai, fatta di memorabili carrellate aeree e moltissima camera a spalla (non tutti reggono i suoi asfissianti primi piani). Il risultato è un film di tensione impressionante, ricco di sequenze indimenticabili (il finale è da antologia), che può contare su un Tom Hanks straordinario e su un Barkhad Abdi, scoperta del film, capace di reggere il confronto. Il tutto è orchestrato dal serratissimo montaggio di Christopher Rouse e scandito dalle musiche di Henry Jackman. Tra i produttori esecutivi figura anche Kevin Spacey. Non manca neanche una commovente riflessione sulla vera natura della pirateria somala, originata dalla povertà estrema: la pirateria è un ripiego all’impossibilità di trovare un lavoro migliore. Sette nomination agli Oscar (ma non Hanks e Greengrass: che peccato!) e neanche una statuetta. BAFTA a Barkhad Abdi come attore non protagonista.
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luigi chierico
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mercoledì 11 marzo 2015
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i pirati del xxi secolo
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Il film tratta un argomento scottante che per lungo tempo ha interessato l’opinione mondiale. Un fatto di cronaca vero accaduto nel recente 2009: un atto di pirateria da parte della Somalia ad un mercantile americano. La trama è presto narrata, è tutta qui.
Un fatto di cronaca dunque narrato e portato sullo schermo con un verismo eccezionale, sembrano riprese dal vivo non soltanto le azioni che si susseguono ma tutto: lo svolgersi dei fatti, lo sviluppo dell’atti di pirateria, il sequestro e l’aggressione.La partecipazione è viva, profondamente sentita e vissuta da tutti i protagonisti, meno, come sempre, dai soccorritori che non vivono il dramma. Su tutti emerge la partecipazione del bravissimo Tom Hanks nella parte del capitano Phillips e dei pirati somali.
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Il film tratta un argomento scottante che per lungo tempo ha interessato l’opinione mondiale. Un fatto di cronaca vero accaduto nel recente 2009: un atto di pirateria da parte della Somalia ad un mercantile americano. La trama è presto narrata, è tutta qui.
Un fatto di cronaca dunque narrato e portato sullo schermo con un verismo eccezionale, sembrano riprese dal vivo non soltanto le azioni che si susseguono ma tutto: lo svolgersi dei fatti, lo sviluppo dell’atti di pirateria, il sequestro e l’aggressione.La partecipazione è viva, profondamente sentita e vissuta da tutti i protagonisti, meno, come sempre, dai soccorritori che non vivono il dramma. Su tutti emerge la partecipazione del bravissimo Tom Hanks nella parte del capitano Phillips e dei pirati somali. Ancora una volta l’attore americano ha dato prova del suo grande talento, il suo volto ha una diversa fisionomia che gli si addice per il personaggio che deve interpretare. Ne ha fatta di strada, sarebbe il caso di dire, dal notissimo Forrest Gump del 1994, in 20 anni trascorsi fornendoci sempre grandi prove.
La sua presenza in un film è una garanzia. Veramente eccezionale la sua prova in un film concentrato esclusivamente su di lui.
La trama non conta, conta lo svolgersi tumultuoso dei fatti in pieno oceano, alla mercé di pirati senza scrupoli, senza poter far uso di armi.
Così navigare non è più farsi accompagnare da bianchi gabbiani, da Jonathan Livingston, poter incontrare la balena bianca Moby Dick, seguiti da acrobati delfini, no ora si è inseguiti da motobarche, barconi e gommoni della morte. Tutti a caccia di uomini, denaro ed armi. La morte viaggia sul mare che bagna la Sicilia, Lampedusa accoglie o meglio raccoglie vivi e morti immigrati in fuga,la stessa Lampedusa che accolse gli Alleati oltre mezzo secolo fa durante la seconda Guerra Mondiale.
In mare si può tornare ad incontrare pirati e corsari, quello Nero o quello Rosso o il “Pirata Barbanera”.
L’intera vicenda offre spunti e momenti di vera e profonda emozione da lasciare col fiato sospeso, chi non si perde d’animo è invece il Capitano Philllips. Questa volta non “arrivano i nostri” in limine die o “All’ultimo minuto” come nel noto programma televisivo ed in tanti film. Contro il moscerino arrivano quindi grandi navi da guerra, elicotteri, sommozzatori, aerei ed elicotteri all’ ordine “Salvate il soldato Ryan”, no voglio dire “Portate a casa vivo il Capitano Phillips”.
L’impresa è difficile, ma facilmente immaginabile. Chi perderà la pelle “Il Capitano Hornblower” o “Morgan il pirata”? chibar22@libero.it
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alberto pezzi
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domenica 25 ottobre 2015
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assolutamente straordinario
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CREDO CHE QUESTO FILM SIA STRAORDINARIO. LA TENSIONE, L’ ADRENALINA, LA SUSPENCE, MA ANCHE LA DRAMMATICITA’. QUESTO FILM RACCONTA VERAMENTE TANTE COSE. UNICO. IL DRAMMA DEL RAPIMENTO MESSO DI FRONTE AL DRAMMA DELLA PIRATERIA, SEMPRE PIU’ CRIMINE ORGANIZZATO CHE UTILIZZA POVERI UOMINI ALLO SCOPO DI ARRICCHIRE CAPI E STATI SPARSI IN TUTTO IL MONDO. UN FILM INTENSO, IL CORAGGIO DI UN UOMO CHE PENSA PRIMA AD EQUIPAGGIO ED IMBARCAZIONE E SOLO IN UN SECONDO MOMENTO A SE STESSO. DALL’ ALTRA PARTE IL CORAGGIO DI QUATTRO UOMINI DISPOSTI A TUTTO PER QUESTA NAVE, DISPOSTI A TUTTO PER PORTARE A TERMINE LA PROPRIA MISSIONE E TORNARE IN PATRIA DA EROI. SONO DUE ORE MAGNIFICHE, DI GRANDE CINEMA.
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CREDO CHE QUESTO FILM SIA STRAORDINARIO. LA TENSIONE, L’ ADRENALINA, LA SUSPENCE, MA ANCHE LA DRAMMATICITA’. QUESTO FILM RACCONTA VERAMENTE TANTE COSE. UNICO. IL DRAMMA DEL RAPIMENTO MESSO DI FRONTE AL DRAMMA DELLA PIRATERIA, SEMPRE PIU’ CRIMINE ORGANIZZATO CHE UTILIZZA POVERI UOMINI ALLO SCOPO DI ARRICCHIRE CAPI E STATI SPARSI IN TUTTO IL MONDO. UN FILM INTENSO, IL CORAGGIO DI UN UOMO CHE PENSA PRIMA AD EQUIPAGGIO ED IMBARCAZIONE E SOLO IN UN SECONDO MOMENTO A SE STESSO. DALL’ ALTRA PARTE IL CORAGGIO DI QUATTRO UOMINI DISPOSTI A TUTTO PER QUESTA NAVE, DISPOSTI A TUTTO PER PORTARE A TERMINE LA PROPRIA MISSIONE E TORNARE IN PATRIA DA EROI. SONO DUE ORE MAGNIFICHE, DI GRANDE CINEMA. REGISTA E CAST SONO PERFETTI. TOM HANKS E’ COME AL SOLITO MAGNIFICO, I GIOVANI ATTORI RIGOROSAMENTE SOMALI UNA SORPRESA INASPETTATA. L’ HO VISTO DUE VOLTE IN DUE GIORNI E DEVO DIRE CHE AL SECONDO IMPATTO CI SI RENDE ANCORA PIU’ CONSAPEVOLI DELLA PORTATA DELLA PELLICOLA. PER ME, UN FILM DA METTERE AL SICURO IN VIDEOTECA. NON PERDETELO.
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biso 93
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mercoledì 25 gennaio 2017
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alto intrattenimento
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Captain phillips, e' un film del 2013 diretto da Paul Greengrass. Candidato a 6 premi oscar, questo film e' un ottima rappresentazione di come dovrebbe essere un buon film di intrattenimento. La sceneggiatura e' davvero notevole, non tanto dal punti di vista dei dialoghi ma dello sviluppo narrativo, in quanto Captain Phillips riesce a cambiar marcia con una notevole fluidita'. La regia del film e' di buona fattura, soprattutto nello spazio claustrofobico della scialuppa, messa sempre a confronto con le immenso navi americane. Ottima interpretazione di Tom Hanks. Internal e capace di incastrare a meraviglia diverse contesti narrativi e scenici, Captain Phillips e' un film di qualita' un po' privo forse di una qualche profondita che vada oltre il confronto tra Tom Hanks ed il capitano somalo.
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Captain phillips, e' un film del 2013 diretto da Paul Greengrass. Candidato a 6 premi oscar, questo film e' un ottima rappresentazione di come dovrebbe essere un buon film di intrattenimento. La sceneggiatura e' davvero notevole, non tanto dal punti di vista dei dialoghi ma dello sviluppo narrativo, in quanto Captain Phillips riesce a cambiar marcia con una notevole fluidita'. La regia del film e' di buona fattura, soprattutto nello spazio claustrofobico della scialuppa, messa sempre a confronto con le immenso navi americane. Ottima interpretazione di Tom Hanks. Internal e capace di incastrare a meraviglia diverse contesti narrativi e scenici, Captain Phillips e' un film di qualita' un po' privo forse di una qualche profondita che vada oltre il confronto tra Tom Hanks ed il capitano somalo. Vivamente consigliato.
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ilaria pasqua
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domenica 2 marzo 2014
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alta tensione
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Nel 2009 il capitano Richard Phillips lascia la sua famiglia per guidare una nave container degli Stati Uniti. Ma mentre sono in viaggio vengono attaccati da quattro pirati somali che riescono a salire a bordo. Il piano non andrà però come ci si aspetta, grazie al sangue freddo di tutto l'equilpaggio, e i quattro saranno costretti a fuggire portando con loro il capitano, in cerca di un riscatto.
Tratto da una storia vera, questo film funziona molto bene, nonostante alcuni momenti in cui la narrazione rallenta, il ritmo resta serrato e la tensione alta per tutto lo svolgimento delle vicende. Quello che doveva essere una semplice imboscata, si trasforma in qualcosa di molto più complicato.
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Nel 2009 il capitano Richard Phillips lascia la sua famiglia per guidare una nave container degli Stati Uniti. Ma mentre sono in viaggio vengono attaccati da quattro pirati somali che riescono a salire a bordo. Il piano non andrà però come ci si aspetta, grazie al sangue freddo di tutto l'equilpaggio, e i quattro saranno costretti a fuggire portando con loro il capitano, in cerca di un riscatto.
Tratto da una storia vera, questo film funziona molto bene, nonostante alcuni momenti in cui la narrazione rallenta, il ritmo resta serrato e la tensione alta per tutto lo svolgimento delle vicende. Quello che doveva essere una semplice imboscata, si trasforma in qualcosa di molto più complicato. Phillips dovrà ricorrere all'astuzia per poter riuscire a tornare a casa, ma sembra anche sapere bene che corde toccare.
Ciò che ho molto apprezzato di Captain Phillips è il testa a testa tra i due capitani, il capitan Phillips, un intenso ma minimalista Tom Hanks, ribattezzato dai somali "irish", e il somalo Muse, interpretato invece da Barkhad Abdi. Il rapporto che si instaura è fatto di opposti e trovo che regga in piedi il film e gli dia quello spessore che si spera sempre di vedere. Un crescendo che attraversa la rabbia, il controllo, la paura e infine l'impotenza.
Il secondo capitano è spinto ad andare avanti per realizzare il suo sogno di avere i soldi per partire una volta per tutte, vuole andare proprio negli Stati Uniti, alla ricerca di una vita migliore. In fondo questi ragazzi somali sembrano vittime di un'altro padrone a cui devono rispondere. Non possono tornare a mani vuote. E questo li spinge al rapimento. È attraverso i loro occhi che si vive il profondo disagio di questa storia che dice davvero molto, anche se lo nasconde bene, dei conflitti fra nazioni potenti e povere. Conflitti economici, culturali e sociali.
La regia predilige i primi piani alternati a movimenti frenetici, soprattutto nella seconda parte del film, quando è più necessario. È questo un gran pregio perchè fa apparire il film molto verosimile. Parte eccellente è infatti tutta quella girata nello spazio ridottissimo della minuscola scialuppa di salvataggio.
La tensione è creata sicuramente dall'opposizione tra i quattro somali e gli americani che schiereranno la Marina e i Navy Seals, ribaltando del tutto la situazione: i quattro sembrano spacciati e quella missione cambia di prospettiva, appare più una missione suicida, una situazione in cui si sono andati a infilare con ingenuità, stupidità, forse solo perché non si poteva ormai tornare indietro. E questo risvolto della vicenda mette molta apprensione, osservare quella scialuppa microscopica in balia delle onde e delle navi americane che la sovrastano senza pietà, riesce a metterci nei panni di quei quattro ragazzi. Ci si chiede: e ora cosa faranno? Come se ne tireranno fuori?
Ciò che va un po' meno forse è la parte iniziale, molto lenta, ma importante perché punta a contestualizzare bene le vicende, e lo fa con grande attenzione. Punto di forza decisamente la capacità del regista di mantenere alta la tensione in quei pochi spazi utilizzati, l'ambientazione infatti è ridottissima, e la scelta di una regia che segua i movimenti e le azioni con cura. Quando sono sulla scialuppa, noi siamo sulla scialuppa, ed è quasi da sentirsi male, gli spazi ci si stringono intorno costringendoci a trattenere quasi il respiro. Infine la bravura di questo esordio, Barkhad Abdi è intensissimo, uno sguardo che ti mette a nudo.
In conclusione un film diretto, secco, senza alcun abellimento. Essenziale eppure molto potente.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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ultimoboyscout
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mercoledì 19 febbraio 2014
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quelli dei caraibi erano più simpatici...
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Storia vera del 2009: il mercantile americano MV Maersk Alabama viene assaltato e dirottato da pirati somali. Il Capitano Phillips viene preso in ostaggio per chiedere un riscatto agli Stati Uniti. Verrà liberato alcuni giorni dopo dalla Marina americana. Greengrass si cimenta ancora una volta con un fatto realmente accaduto, un avvenimento clamoroso, visto che una nave USA non veniva sequestrata da circa due secoli. Film bello, teso, con un regista pluripremiato, un attore con due Oscar e una vicenda emozionantissima in cui un uomo normale e disperato si trova a dover lottare in situazioni più che estreme. Ma il senso del film sta tutto in una scena: portaerei e navi da guerra con a bordo addestratissimi Navy Seals contro quattro ragazzotti magri, cenciosi e a piedi nudi in una scialuppa di plastica.
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Storia vera del 2009: il mercantile americano MV Maersk Alabama viene assaltato e dirottato da pirati somali. Il Capitano Phillips viene preso in ostaggio per chiedere un riscatto agli Stati Uniti. Verrà liberato alcuni giorni dopo dalla Marina americana. Greengrass si cimenta ancora una volta con un fatto realmente accaduto, un avvenimento clamoroso, visto che una nave USA non veniva sequestrata da circa due secoli. Film bello, teso, con un regista pluripremiato, un attore con due Oscar e una vicenda emozionantissima in cui un uomo normale e disperato si trova a dover lottare in situazioni più che estreme. Ma il senso del film sta tutto in una scena: portaerei e navi da guerra con a bordo addestratissimi Navy Seals contro quattro ragazzotti magri, cenciosi e a piedi nudi in una scialuppa di plastica. Ovvero primo e terzo mondo, chi ha tutto e chi niente. Che però non vuol dire che chi non ha sia giustificato a togliere con le armi a chi invece ha e che i pirati sono una conseguenza di tutto ciò, come detto dal regista. Storia di pirateria moderna girata con mano fermissima a metà tra il thriller e il reportage, è soprattutto un lamento contro la globalizzazione, una versione attuale del cinema di denuncia degli anni '70. Il film si regge sul suo incredibile realismo epidermico, sulla calcolata caoticità del montaggio e sulle interpretazioni di Hanks e di Abdi. Il primo è eccezionale nelle vesti dell'antieroe, il secondo è la sua perfetta nemesi. Tratto dall'autobiografia del vero Capitano Phillips, l'adattamento del romanzo è di Billy Ray mentre il tocco del produttore lungimirante Scott Rudin è un'ulteriore garanzia in più. Certo che un pizzico di puzzetta sotto il naso in meno e di giustificazione nei confronti dei pirati (che sono e restano comunque dei criminali) avrebbe giovato.
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