alice30980
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martedì 16 ottobre 2012
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tutti i santi giorni, sentimenti e divertimento
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Il film scorre bene, ha dei momenti veramente divertenti, tratta un tema attuale senza cadere nel banale o deprimente, ma anzi ne trae spunto per scene ironiche .
La vita della coppia viene vissuta nella quotidianità con tutti i pro ed i contro, senza cadere nel banale o nel melenso.
Gli attori sono veramente bravi e la protagonista una vera scoperta.
Colonna sonora deliziosa
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zozner
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martedì 16 ottobre 2012
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tutti i santi giorni leggo e faccio l'amore
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Tutti i santi giorni
Ho visto ieri sera il film di Paolo Virzì. E’ un film che si presenta con così poche pretese e volutamente povero di contenuti pensati ostentando una essenzialità fotografica che si toglie da solo dalla competizione: bello, non bello, piace, non piace. E’ la storia di due ragazzi, Guido laureato, serio, fedele, amante di letteratura antica italiana e straniera, vincitore di una cattedra universitaria in America che rinuncia a partire per fare il portiere di notte. Motivo, lui dice: ho più tempo per studiare. Forse è vero ma, è vero anche che ha conosciuto Antonia la quale è un po’ più instabile di lui sia sul piano professionale che emotivamente.
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Tutti i santi giorni
Ho visto ieri sera il film di Paolo Virzì. E’ un film che si presenta con così poche pretese e volutamente povero di contenuti pensati ostentando una essenzialità fotografica che si toglie da solo dalla competizione: bello, non bello, piace, non piace. E’ la storia di due ragazzi, Guido laureato, serio, fedele, amante di letteratura antica italiana e straniera, vincitore di una cattedra universitaria in America che rinuncia a partire per fare il portiere di notte. Motivo, lui dice: ho più tempo per studiare. Forse è vero ma, è vero anche che ha conosciuto Antonia la quale è un po’ più instabile di lui sia sul piano professionale che emotivamente. Guido si ritrova folgorato dall’amore per Antonia e ci racconta che non aveva avuto alcuna altra ragazza prima, mentre lei ha un passato che definiremo borderline. Lo loro vita di coppia resiste da anni anche se forse è un è un po’ monotona. Lui lavora e legge tutta la notte e poi tutti i santi giorni, quando torna al mattino, sveglia Antonia informandola sul santo del giorno e facendo l’amore. Passa il tempo e, come nei più scontati cliscé di coppia, al settimo anno, col pretesto di una mancata gravidanza, la coppia scoppia per colpa di lei che fa emergere tutto il suo nucleo nevrotico. Piange, scappa, tradisce Guido il quale come una roccia imperturbabile non si scompone e usa tutte le sue forze per recuperare il rapporto. Non è un santo, fa i conti anche lui con la sua aggressività ma ciò che emerge è la saggezza. Antonio è un saggio. Non vi racconto il finale, anche perché penso valga la pena di andare a vedere. Vorrei solo fare una considerazione che non so se era voluta dal regista. Ci si potrebbe chiedere ma cosa ha permesso ad Antonio di raggiungere un livello così alto di conoscenza interna? Il Film propone almeno due ipotesi, una raccontata e l’altra forse un po’ più nascosta. Quella raccontata nel film: la famiglia di lui è una famiglia positiva. Padre, madre, fratelli, tutti si sono realizzati, solidi. Ma forse, il vero motivo, un po’ più nascosto e a mio avviso più vero: lui si ciba quotidianamente della saggezza degli antichi. Trovo l’idea molto Junghiana. Noi non facciamo solo riferimento al nostro vissuto personale, un po’ come fa la ragazza, provandone in fondo un peso difficilmente superabile ma sprofondando, alimentandoci di quello che possiamo a ragione chiamare Inconscio collettivo.
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gabriele marolda
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martedì 16 ottobre 2012
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l'amore per virzì
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Lui, Giorgio, è un giovane toscano timido e colto, di famiglia di medio-alta borghesia, appassionato di letteratura antica, che per vivere lavora come portiere di notte in un grande albergo romano. Lei, Antonia detta Thony, è una siciliana di famiglia assai modesta anche se agiata, di scarsa cultura ma dotata di buona capacità musicale, che coltiva cantando la sera in locali pubblici al termine del suo turno di lavoro in un'agenzia di autonoleggio.
Vivono more uxorio da sei anni in un piccolo appartamento della periferia romana quasi felici, nonostante abbiano dovuto entrambi accontentarsi di un ripiego lavorativo rispetto alle loro potenzialità.
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Lui, Giorgio, è un giovane toscano timido e colto, di famiglia di medio-alta borghesia, appassionato di letteratura antica, che per vivere lavora come portiere di notte in un grande albergo romano. Lei, Antonia detta Thony, è una siciliana di famiglia assai modesta anche se agiata, di scarsa cultura ma dotata di buona capacità musicale, che coltiva cantando la sera in locali pubblici al termine del suo turno di lavoro in un'agenzia di autonoleggio.
Vivono more uxorio da sei anni in un piccolo appartamento della periferia romana quasi felici, nonostante abbiano dovuto entrambi accontentarsi di un ripiego lavorativo rispetto alle loro potenzialità.
Si incontrano solo la mattina per via degli orari diversi del lavoro, ma sono momenti di grande trasporto, e tutti i santi giorni non mancano di consumare l'atto sublime dell'amore, senza precauzione alcuna, poichè da tempo desiderano un bambino, che però non arriva.
Affrontano così la lunga e mortificante trafila dei mezzi offerti dalla medicina e in particolare dalle tecniche di procreazione assistita per coronare il sogno di generare una nuova vita.
Il film qui richiamato è una commedia che ha come protagonista vero l'amore senza aggettivi, che i due principali interpreti, Luca Marinelli e Federica Caiozzo (in arte Thony) rendono con assoluta spontaneità e simpatia, in cui le difficoltà e i ritmi frenetici della vita di persone di modeste risorse in una moderna metropoli non riescono ad avere la meglio sulla freschezza dei sentimenti di due giovani, tanto diversi ma tanto simili per la forza del loro autentico rapporto.
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elycosty
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martedì 16 ottobre 2012
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quando virzì si ferma lì...
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Andare al cinema nutrendo tante aspettative dal nuovo film di Virzì, e restare piuttosto indifferenti all'uscita dalla sala. Dire delusi sarebbe troppo, vorrebbe dire non aver colto l'anima dell'ultima opera del regista dai toni intimi, ma mai scontati, o sdolcinati. Eppure, dopo quel capolavoro dell'italianità più vera e genuina che per me è stato La prima cosa bella, questa pellicola è decisamente sottotono. La storia potrebbe essere quella di una qualunque coppia giovane alle prese con una quotidianità fatta di amore e dedizione l'uno per l'altro, ma anche di difficile scontro con la triste realtà di un lavoro precario e alienante; l'elemento aggiunto è invece rappresentato dal problema dell'infertilità.
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Andare al cinema nutrendo tante aspettative dal nuovo film di Virzì, e restare piuttosto indifferenti all'uscita dalla sala. Dire delusi sarebbe troppo, vorrebbe dire non aver colto l'anima dell'ultima opera del regista dai toni intimi, ma mai scontati, o sdolcinati. Eppure, dopo quel capolavoro dell'italianità più vera e genuina che per me è stato La prima cosa bella, questa pellicola è decisamente sottotono. La storia potrebbe essere quella di una qualunque coppia giovane alle prese con una quotidianità fatta di amore e dedizione l'uno per l'altro, ma anche di difficile scontro con la triste realtà di un lavoro precario e alienante; l'elemento aggiunto è invece rappresentato dal problema dell'infertilità. Vediamo come tale argomento non sia finalmente più un tabù, bensì una prassi ormai comune entrata anche nell'immaginario italiano, tanto che Virzì ne ripercorre le tappe nella maniera più semplice e banale; tuttavia non mancano gli scivoloni, come la scena in cui i due aspettano la notizia dell'avvenuto attecchimento degli embrioni dopo il transfer, e Guido sogna l'utero psichedelico della compagna con tre neonati già in carne e ossa. Notevole è invece il personaggio maschile, questo simpatico nerd vecchio stampo, fedele alle buone maniere come un uomo d'altri tempi, e con in bocca solo latismi e arcaismi, alternati al racconto di eventi significativi della storia antica e paleocristiana. Antonia, la sua compagna, è una figura femminile attraversata da un'insicurezza che le deriva dagli eccessi della sua vita passata, e che la porta a fuggire per non sentirsi inadeguata, incapace di sopportare il dolore di non poter avere figli; si tratta della classsica visione della donna fragile e indifesa che ha bisogno di essere salvata dal suo eroe per ritrovare se stessa. Per quanto riguarda il finale, direi non prevedibilissimo, ma scontato. In sostanza, posso comunque definire il film globalmente piacevole, di sicuro specchio della realtà nostrana, ma che non conosce voli pindarici.
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(di zonker@60)
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pressa catozzo
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lunedì 15 ottobre 2012
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tutte le strade portano a roma
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Il mio voto è tra il tre e il quattro. Virzì riesce sapientemente a coinvolgerci in una vicenda di passione amore e problematiche. Devo riconoscere il pieno merito a questa divertente opera anche se non è il mio genere. Ottima fotografia colonna sonora eccellente e un buon montaggio. A..rivederci Virzì.
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marcocremona
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lunedì 15 ottobre 2012
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rivolta, tornatene a casa
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Non so se esiste l'espressione drammedy (i.e. un film che frulla dramma e commedia amalgamando i due generi così bene da non riuscire più a distinguerli) ma credo che Virzì la rappresenti a pieno. Sarà pure l'ennesimo film provinciale che descrive un microcosmo tutto italiano fatto di luoghi comuni, spiccati accenti dialettali e con tanta voglia di scappare via ma la storia scorre via liscia senza annoiare e lasciando parecchi spunti di riflessione. Il film cala un pò di tono nella parte centrale quando la protagonista prende in mano la chitarra e sembra non voler più smettere (OK, abbiamo capito che è molto brava e sta per uscire un suo disco, però si esagera).
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Non so se esiste l'espressione drammedy (i.e. un film che frulla dramma e commedia amalgamando i due generi così bene da non riuscire più a distinguerli) ma credo che Virzì la rappresenti a pieno. Sarà pure l'ennesimo film provinciale che descrive un microcosmo tutto italiano fatto di luoghi comuni, spiccati accenti dialettali e con tanta voglia di scappare via ma la storia scorre via liscia senza annoiare e lasciando parecchi spunti di riflessione. Il film cala un pò di tono nella parte centrale quando la protagonista prende in mano la chitarra e sembra non voler più smettere (OK, abbiamo capito che è molto brava e sta per uscire un suo disco, però si esagera). Molto bravi gli attori in cui spicca un Marinelli in un periodo di grazia. Chi non vorrebbe un uomo che:
ti sveglia tutte le mattine con la colazione e l'almanacco,
ha una famiglia eccezzionale ma che fà sembrare anche la tua altrettanto eccezionale (e non lo è affatto),
non è geloso e se gli confessi un tradimento se ne dispiace ma poi ti abbraccia e, infine,
se per un colpo di testa scappi e te ne vai, lui ti cerca in capo al mondo e ti viene a riprenderti per portarti a casa? Che dire... "Rivolta, tornatene a casa."
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il poeta marylory
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lunedì 15 ottobre 2012
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mi spiace dire che è un non film...
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TUTTI I SANTI GIORNI
Mi spiace dire che è un non film, da pensare che anche il libro non è consigliabile...
D'accordo che mette a fuoco in maniera verosimilmente il desiderio di aver un "figlio".
Ma la caduta di questa coppia paradossalmente improvvisata è solo miseria umana, senza dignità e non "resurrezione"...
Il regista doveva finire il film con l'inquadratura dei due attori (bravi) e il cane che li raggiunge sull'autobus e si mette in mezzo...
Film sconsigliatissimo per la promozione all'infelicità!
Lorenzo Pontiggia
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flyanto
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domenica 14 ottobre 2012
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una commedia più intimistica per virzì incentrata
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Film sugli innumerevoli tentativi fatti da una coppia al fine di concepire un bambino. Attraverso le infinite vicissitudini dei protagonisti Paolo Virzì, come sempre, è l' attento osservatore dei costumi della società riuscendone a coglier in maniera dolcemente comica tutti i profondi aspetti. Così la pellicola diventa piacevole a vedersi e nello stesso tempo motivo di riflessione di certi costumi ed aspetti che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Ottima la rappresentazione da parte di Virzì dei vari personaggi appartenenti alle più disparate categorie sociali. Anche il finale, dolce-amaro come in tutti i films del regista, risulta quanto mai appropriato e realistico.
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Film sugli innumerevoli tentativi fatti da una coppia al fine di concepire un bambino. Attraverso le infinite vicissitudini dei protagonisti Paolo Virzì, come sempre, è l' attento osservatore dei costumi della società riuscendone a coglier in maniera dolcemente comica tutti i profondi aspetti. Così la pellicola diventa piacevole a vedersi e nello stesso tempo motivo di riflessione di certi costumi ed aspetti che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Ottima la rappresentazione da parte di Virzì dei vari personaggi appartenenti alle più disparate categorie sociali. Anche il finale, dolce-amaro come in tutti i films del regista, risulta quanto mai appropriato e realistico. Da vedere.
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mar-adentro
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domenica 14 ottobre 2012
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il buon cinema italiano esiste ancora.
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Una storia realistica e allo stesso tempo fiabesca, vestita di tanta tenerezza ed ironia: un bell'esempio di come il cinema italiano contemporaneo sia stato ben in grado di ereditare l'arte invidiata della classica commedia italiana.
I due interpreti, straordinari, trasmettono tutta la poeticità, la grazia e l'ironia necessaria a rendere questo film davvero speciale.
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joeblack62
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domenica 14 ottobre 2012
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ne è valsa la spesa
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Il film mi è piaciuto molto, sono stati trattati temi molto importanti per la vita di coppia, mah! con una sana ironia è stata una pellicola che mi ha fatto stare bene. Lo consiglio!
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