doc steve
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domenica 5 maggio 2013
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estetica e noia dalle streghe
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Questo e' uno di quei film che fa uscire la gente dalla sala e infatti durante la proiezione c'e' stata un lento svuotamento, personalmente sono rimasto perche' speravo in una svolta della trama ma nulla.
Visivamente si vede che e' ricercato e pieno di cura, anche con citazioni molto interessanti ma la trama, la regia, la musica e i personaggi sono del tutto scadenti; La protagonista poteva essere potenzialmente un personaggio accattivante ma cade nel nulla.
Praticamente (Spoiler) ci sono delle streghe (che in quel momento mi son sembrate solo delle povere disadattate) che vengono uccise da un inqusitore e centinaia di anni dopo si vendicano sulla discendenza dei cittadini.
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Questo e' uno di quei film che fa uscire la gente dalla sala e infatti durante la proiezione c'e' stata un lento svuotamento, personalmente sono rimasto perche' speravo in una svolta della trama ma nulla.
Visivamente si vede che e' ricercato e pieno di cura, anche con citazioni molto interessanti ma la trama, la regia, la musica e i personaggi sono del tutto scadenti; La protagonista poteva essere potenzialmente un personaggio accattivante ma cade nel nulla.
Praticamente (Spoiler) ci sono delle streghe (che in quel momento mi son sembrate solo delle povere disadattate) che vengono uccise da un inqusitore e centinaia di anni dopo si vendicano sulla discendenza dei cittadini...il resto e' in insieme di musica pressante e scene random per suscitare ribrezzo (se pur curate e tutto il resto) ma il tutto e' gestito malissimo, senza ritmo, lento, personaggi anonimi e quel che e' peggio non fa paura... non spaventa, lo spettatore passa da dalla noia alla sensazione d'oppressione per gl'ambienti chiusi e la musica pressante.
Non lo consiglio a nessuno tanto meno agl'amanti di horror.
Finito il film io e i miei amici abbiam deciso che quella sera non e' avvenuta e ne parlo adesso solo per evitare che altri cadano nell'errore
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gianleo67
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domenica 5 maggio 2013
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il satanismo rock di rob zombi
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Speaker radiofonica di Salem ed ex tossicodipendente , Heidi riceve in dono una misteriosa scatola lignea contenente il vinile del misconosciuto gruppo rock dei 'Lords' che annuncia a breve un concerto in città. Strane e inquietanti visioni, indotte dall'ascolto del disco, sconvolgono la vita di Heidi e sembrano preludere all'avvento del maligno attraverso l'antica maledizione delle streghe che perirono per mano dei vecchi coloni della cittadina.
Rock horror low budget che si sviluppa lungo il solco di una tradizione classica e abusata, il film di Rob Zombi cerca di riproporre le contaminazioni stilistiche ed espressive che ne hanno decretato il discreto successo di pubblico (e di critica) e rielaborando i clichè del genere quali elementi strutturali di un collaudato meccanismo della rappresentazione scenica in grado di generare le prevedibili aspettative per un finale visionario e cruento (apparizioni fantasmatiche, piani sequenza lungo corridoi in penombra, lampari che oscillano misteriosamente, oscuri richiami subliminali di una presenza oscura e minacciosa).
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Speaker radiofonica di Salem ed ex tossicodipendente , Heidi riceve in dono una misteriosa scatola lignea contenente il vinile del misconosciuto gruppo rock dei 'Lords' che annuncia a breve un concerto in città. Strane e inquietanti visioni, indotte dall'ascolto del disco, sconvolgono la vita di Heidi e sembrano preludere all'avvento del maligno attraverso l'antica maledizione delle streghe che perirono per mano dei vecchi coloni della cittadina.
Rock horror low budget che si sviluppa lungo il solco di una tradizione classica e abusata, il film di Rob Zombi cerca di riproporre le contaminazioni stilistiche ed espressive che ne hanno decretato il discreto successo di pubblico (e di critica) e rielaborando i clichè del genere quali elementi strutturali di un collaudato meccanismo della rappresentazione scenica in grado di generare le prevedibili aspettative per un finale visionario e cruento (apparizioni fantasmatiche, piani sequenza lungo corridoi in penombra, lampari che oscillano misteriosamente, oscuri richiami subliminali di una presenza oscura e minacciosa). Ne risulta film che si avviluppa su se stesso confondendo il piano di una realtà lisergica e allucinata con quello di una dimensione magica e positivista quale oscuro retaggio di un livore antico che cova sotto le ceneri del più tradizionale e famigerato degli 'Auto da fè' in terra d'America. Lo script è come d'uso terreno di coltura per l'esibizione di una cultura cinematografica che pesca a piene mani nei classici del genere (da 'Rosmary's baby' a 'L'Esorcista' a 'Shining') manipolando la struttura dell'horror verso gli esiti di un involontario surrealismo espressivo ma arricchito di citazioni 'en passant' venate da una sottile e macabra ironia cinefila (le immagini di vecchi film che passano sul piccolo schermo rielaborate dalla fantasia malata della protagonista nelle figure travisate di una minaccia incombente ed il poster di 'Le voyage dans la Lune' di Georges Méliès che campeggia sul capezzale del letto come dotto riferimento all'imprescindibile lezione dello 'specifico cinematografico').
Interessante comunque il climax di un film che si accresce sul cupo livore di un atmosfera malsana e sulla claustrofobica teatralità scenografica entro il perimetro circoscritto di una location posticcia (una ghost city deserta e plumbea da cui sembra bandita la presenza di ogni attività umana) e dal ritmo lento e ipnotico scandito da una colonna sonora che spazia programmaticamente dalle litanie originali di un tema rock satanico e maledetto alla solennità ieratica e potente del Requiem di Mozart. Decisamente più riuscito il simbolismo magico tra l'elaborazione di un occultismo in chiave pop rock e la folgorante blasfemia di alcune soluzioni figurative (i simboli esoterici che imbasticono il rituale anti-messianico, l'immagine deforme e repellente del maligno, le sordide manifestazioni di una sessualità esibita ) nella rappresentazione di una sacrilega e beffarda parodia cristologica ove alla immacolata concezione di una vergine prescelta si sostituisce la immonda concezione di una impura gestante dell'Anticristo (la tatuata e irriverente compagna del regista Sheri Moon Zombie) accudita dalle tre laide e infingarde balie di Satana; l'inarrestabile escalation di una visionarietà anarchica e libertaria . Il film tuttavia abbandona intenzionalmente una sua coerenza narrativa verso il finale che culmina in una allucinata sequenza orgiastica e nella fredda e sgomenta radiocronaca di un massacro annunciato, senza concessioni alla virulenza sanguinaria delle altre opere del regista ma con qualche ingenuità di troppo nel precipitare degli eventi verso un epilogo irrisolto e che sembra girare a vuoto nel piano sequenza circolare di un senso unico (one way). Soggetto meritevole di una ri-scrittura cinematografica più attenta e competente.
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pie79
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sabato 4 maggio 2013
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film da vedere, che non piacerà a molti.
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Quattro stelle perché questo film va visto sicuramente, ma non piacerà a molti. Lo trovo davvero interessante, pieno di idee, cose strane, accostamenti cromatici, visioni suggestive, brani musicali e colonne sonore molto particolari e ben fatte. Che cos'è un film horror però in fondo? Ammetto di essere andato al cinema col proposito, stavolta, di "lasciarmi spaventare". E l'ho voluto veramente fare a cuore aperto, io che solitamente non guardo quasi mai questo genere di film. Un horror serve a spaventare no? Beh ecco allora in sintesi: il film mi ha colpito, stuzzicato, stimolato con brani, suoni, immagini, colori, visioni, deliri che hanno saputo portarmi a tensione, ansia, aspettativa...ma alla fine, sul più bello, non hanno saputo farmi sobbalzare dalla sedia, come volevo e come ero mentalmente predisposto a lasciarmi fare.
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Quattro stelle perché questo film va visto sicuramente, ma non piacerà a molti. Lo trovo davvero interessante, pieno di idee, cose strane, accostamenti cromatici, visioni suggestive, brani musicali e colonne sonore molto particolari e ben fatte. Che cos'è un film horror però in fondo? Ammetto di essere andato al cinema col proposito, stavolta, di "lasciarmi spaventare". E l'ho voluto veramente fare a cuore aperto, io che solitamente non guardo quasi mai questo genere di film. Un horror serve a spaventare no? Beh ecco allora in sintesi: il film mi ha colpito, stuzzicato, stimolato con brani, suoni, immagini, colori, visioni, deliri che hanno saputo portarmi a tensione, ansia, aspettativa...ma alla fine, sul più bello, non hanno saputo farmi sobbalzare dalla sedia, come volevo e come ero mentalmente predisposto a lasciarmi fare.
Il regista è anche musicista, e si sente. La colonna sonora delle Streghe di Salem è stupenda, semplice, va dritta al punto. Poche note, pochi cromatismi, per delineare il motivo principale di tutto il film: la musica "satanica" che Heidi riceve su vinile e che verrà riproposta lungo tutto lo svolgimento della storia. Ipnotiche queste poche note che si ripetono in loop, in successione, scandite da una botta di basso ogni volta che ricomincia il giro. Ricordano un disco che salta, che riproduce sempre quel ritornello (non a caso un altro brano della colonna sonora, mentre Heidi è in casa, sola e allucinata, è un riff di note che si ripete, intervallato da un rumore di "scratch" che imita proprio la testina di un vinile che gratta sul disco). Il suono tipo "boom"..."boom"..."boom" alla fine di ogni ripetizione di note, mi ricorda quel suono che hanno inserito gli sviluppatori della Parsec nel gioco "Slender: the eight pages", non appena viene raccolta la prima pagina e Slender Man inizia ad inseguirti...
E' un suono semplice, puro, basale, che mette paura e tensione. Ricorda il battito del cuore, ma anche il rumore pesante dei passi di qualcuno che ti sta seguendo e vuole prenderti, come il brano satanico che vuole "prendere possesso" della testa di Heidi. Altro effetto ottimo che ricorre qua e là nel film è un suono tipo ronzio, grave e cupo, che smorza ogni altro rumore di fondo e fa rivivere allo spettatore quella sensazione di "orecchie piene" e senti il pulsare del sangue nella testa, come quando sei stordito...o hai paura.
Ottima quindi la colonna sonora, ma molto buona anche la parte visiva, che segue lo stile della musica in molte scene: minimale ed essenziale. Pochi elementi (come quando Heidi entra nell'appartamento numero 5 e dentro vi trova solamente una croce rossa appesa alla parete), pochi colori (come le strisce bianche e nere del suo maglione) e poco trucco (bellissimo il volto di Heidi nella scena principale, come nella locandina al cinema: bianco e solcato da profonde occhiaie nere).
La parte che non funziona del film è purtroppo il colpo di scena. Il regista, Rob, riesce a costruire tensione, ma alla fine, quando si arriva al dunque non riesce a spaventare. Al limite riesce un po' a "disgustare", ecco. Le scene in cui sarei dovuto sobbalzare dalla sedia, in realtà erano, mi dispiace dirlo banali e infantili. Un pò grottesche.
La cosa che più di tutti non dovrebbe fare un film horror...è far ridere. Ricordo, durante la scena in cui Heidi è a letto e arriva accanto a lei quel piccolo nano deforme e putrido, che qualcuno in sala ha detto: "E' arrivato il ministro Brunetta!". E tutti giù a ridere...
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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zombie non soddisfa, ma sicuramente incuriosce
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Heidi (Moon Zombie) fa la speaker in un emittente radiofonica, quando le viene regalato un disco evidentemente malefico, comincia ad avere delle visioni disturbanti legate al rogo, nel Seicento, di circa venticinque donne accusate di stregoneria (storia vera). Ormai delirante, Heidi verrà scelta dalle vicine di casa, discendenti delle streghe, per partorire il figlio di Satana. Strano, notevolissimo, film, il sesto di Zombie, girato a basso costo, con protagonista la moglie e musa ispiratrice del suo autore. È un horror (?) estremamente curioso e difficile da decifrare. È un opera che lascia perplessi per vari motivi: innanzitutto il gran numero di colte citazioni, da Kubrik a Polanski a Lynch, fino a Mélies; la messa in scena raffinata e claustrofobica del regista, che ambienta la storia negli stretti e bassi corridoi del palazzo di Heidi, e per il finale, ai limiti dell’incomprensibile, onirico come pochi altri.
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Heidi (Moon Zombie) fa la speaker in un emittente radiofonica, quando le viene regalato un disco evidentemente malefico, comincia ad avere delle visioni disturbanti legate al rogo, nel Seicento, di circa venticinque donne accusate di stregoneria (storia vera). Ormai delirante, Heidi verrà scelta dalle vicine di casa, discendenti delle streghe, per partorire il figlio di Satana. Strano, notevolissimo, film, il sesto di Zombie, girato a basso costo, con protagonista la moglie e musa ispiratrice del suo autore. È un horror (?) estremamente curioso e difficile da decifrare. È un opera che lascia perplessi per vari motivi: innanzitutto il gran numero di colte citazioni, da Kubrik a Polanski a Lynch, fino a Mélies; la messa in scena raffinata e claustrofobica del regista, che ambienta la storia negli stretti e bassi corridoi del palazzo di Heidi, e per il finale, ai limiti dell’incomprensibile, onirico come pochi altri. È un film di psicologia, sul potere delle sette e sul raggiungimento della follia tramite il fanatismo di gruppo. Quello che fa paura, saggiamente, Zombie non lo fa mai vedere e si limita ad elencare una serie di stranezze che sfociano nell’onirico nel finale, dove il regista invece sfoggia scenografie imponenti e grandiose, accompagnate da musica di Mozart. Critico nei confronti della Chiesa, un poco blasfemo, è comunque un film quasi ai confini del grottesco. La conclusione è grande cinema? Se no, poco ci manca. Zombie ha talento e è da rispettare come autore di grande raffinatezza, a partire dalla scelta delle musiche, raffinate e in parte composte da lui.
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dexxter
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giovedì 2 maggio 2013
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una noia mortale
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[+] sigh
(di sturmtruppen)
[ - ] sigh
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ghibli68
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giovedì 2 maggio 2013
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wow!
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Decisamente da non vedere.. uno scopiazzamento dei peggiori Horror anni settanta per cui il regista non ha nemmeno perso tempo a documentarsi sugli accadimenti di Salem..banale..mediocre e senza senso..
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marco8
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mercoledì 1 maggio 2013
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....fate altro!!!!
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Dico solo questo: la cosa migliore di questo film è il cane della protagonista!!!Non perdete tempo a guardarlo!!!!
[+] non solo
(di superkilobaid)
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[+] agonia infinita
(di dexxter)
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[+] vero
(di sturmtruppen)
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leo76
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mercoledì 1 maggio 2013
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non e un film
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POSSO TRANQUILLAMENTE CONFERMARE CHE LA DELUSIONE PER LA VISIONE DI QUESTO FILM ERA CONDIVISA DA TUTTI I PRESENTI IN SALA.LA STORIA E LA TRAMA SONO MOLTO SEMPLICI E BANALI.DA SALVARE LA REALISTICA RAPPRESENTAZIONE DEL MONDO DELLA STREGONERIA E DEL SATANISMO.
SI HA L'IDEA CHE PER TUTTO IL FILM AL REGISTA NON CONTI NULLA LA STORIA DEL FILM MA LA PRESENTAZIONE MOLTO FORTE E BLASFEMA DEL MONDO DEL
MALIGNO ATTRAVERSO FOTOGRAFIE E SITUAZIONI RACCAPRICIANTI.
PER CHI VUOLE VEDERE UN FILM,LASCI PERDERE.
PER CHI VUOLE ENTRARE IN UNA GALLERIA DI QUADRI DELL'ORRIDO,DELL'ONIRICO.DEL SATANICO E DEL MALIGNO E' IL BENVENUTO.
[+] non esageriamo
(di sturmtruppen)
[ - ] non esageriamo
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ginger jan
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mercoledì 1 maggio 2013
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un bel "rimacinato"
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Massachussetts, Salem, a due passi da Boston: patria dell’immaginario gotico americano e teatro nel 1692 di una delle più cruenti cacce alle streghe della storia: quando, a seguito di accuse e maldicenze popolari a carico di un gruppo di donne dal comportamento non “normale”, fu istituito un tribunale di reverendi che condannò al rogo 20 persone. Da qui, muove le fila il regista/heavy metal Rob Zombie, che confeziona un horror pregevole, visionario, allucinato, a tratti blasfemo, che forse ha un solo difetto: essere eccessivamente descrittivo.
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Massachussetts, Salem, a due passi da Boston: patria dell’immaginario gotico americano e teatro nel 1692 di una delle più cruenti cacce alle streghe della storia: quando, a seguito di accuse e maldicenze popolari a carico di un gruppo di donne dal comportamento non “normale”, fu istituito un tribunale di reverendi che condannò al rogo 20 persone. Da qui, muove le fila il regista/heavy metal Rob Zombie, che confeziona un horror pregevole, visionario, allucinato, a tratti blasfemo, che forse ha un solo difetto: essere eccessivamente descrittivo. La protagonista, Heidi, una rasta alternativa, conduttrice di un programma di musica rock alla radio locale, si trova coinvolta, suo malgrado, in una sorta di maleficio che la porterà a conoscere da vicino (fino ad impersonarle) le forze del male. L’ambientazione cupa, i colori tetri della pellicola (il buio autunno del New England) fanno da contorno all’indole schiva, emotiva e ritrosa di Heidi: una personalità complessa e sfuggente, che il regista non sottrae alla dipendenza dalla droga. E di “visioni” si nutre il film che incede, a capitoli da lunedì a venerdì (debitore in questo allo Shining di Kubrick: cui –forse- concede un altro paio di citazioni: il corridoio della stanza numero 5 e i muri che trasudano sangue). E nonostante un repertorio onirico abbastanza “rimacinato” nel genere horror (il caprone come simbolo del male, tetre chiese inondate di candele e candelabri, ratti che deambulano minacciosi nel corridoi, sepolcri con tanto di croce rossa e clown dal sorriso infingardo), complice una messa in scena a tratti realistica e una macchina da presa dai movimenti disinvolti, il film riesce nell’intento di creare quella progressiva giusta suspence, che lo fa funzionare. Non è un cinema di colpi di scena, non vi si trovano impennate di paura e terrore, come forse ci si aspetterebbe: è invece un cinema corposo, di sostanza, attento più alla velocità media, che alla velocità massima potenziale, dove il climax è quasi sempre raggiunto marcia dopo marcia. Un cinema che si concede l’”alto” e il “basso”: alla messa in scena sofisticata dell’ascesa alla conoscenza del male da parte di Heidi, all’interno della sala tardo rinascimentale, sulle note del requiem di Mozart, si contrappone l’atmosfera rock, yuppie, vagamente alternativa della radio e dei suoi sodali, contrappuntata dalla splendida Venus in Furs dei Velvet Underground.
Non sfuggirà, poi, il sistema dei vari personaggi che rappresentano, in nuce, i diversi atteggiamenti nei confronti del metafisico e dell’aldilà: la figura professorale del Dottor Matthias (“la stregoneria e' una condizione psicotica derivante da un delirante stato della mente”) che personifica il lume della ragione (una ragione, a ben vedere, sconfitta),si contrappone alle due figure degli amici di Heidi che rappresentano forse l’occhio della modernità, una gioventù leggera, a volte priva di sostanza e profondità e assolutamente avulsa da “letture verticali” (l’amico di Heidi, non riuscirà mai a capire veramente i turbamenti di Heidi, di cui, pure è innamorato); e infine, il vasto repertorio di streghe attuali (la padrona di casa di Heidi e le sue amiche) che leggono le mani, parlano di fato e destino, confabulano con malignità, compiono efferati omicidi e sguazzano nel loro mondo di orrore che contribuiscono a rinverdire con nuovo odio. In ultima analisi, un horror complesso e autoriale, che, a parte qualche eccesso di descrittività (goffa l’apparizione per ben due volte del Male, personificato da una sorta di Budda, nano, dalle lunghe mani…), riesce nell’intento di dare corpo ad un film di genere robusto e ben interpretato. Di questi tempi...
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i love horror
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martedì 30 aprile 2013
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ottimo ma non troppo
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Si vede che Rob Zombi ha molta esperienza nel campo per dirigere in un film così delirante e maledettamente insinuante. Alcuni hanno detto che le sequenze di paura sono sconnesse tra loro; invece non è vero! Sono collegate, ma potevano essere più sviluppate. Sheri è brava a recitare, persino di più che negli altri film, e non delude il resto del cast. La sceneggiatura è discreta, mentre la regia un po' meno. Infatti Rob poteva spiegare meglio cosa succedeva e alcuni punti sono un po' deboli ed innervosiscono lo spettatore più critico. Comunque sia, bisogna avere fegato per vedere un film così duro e crudo, e il limite ai 14 mi sembra un po' basso sinceramente. Insomma, quest'horror ci lascia perplessi, ma chi ne è attirato non ne rimarrà deluso.
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Si vede che Rob Zombi ha molta esperienza nel campo per dirigere in un film così delirante e maledettamente insinuante. Alcuni hanno detto che le sequenze di paura sono sconnesse tra loro; invece non è vero! Sono collegate, ma potevano essere più sviluppate. Sheri è brava a recitare, persino di più che negli altri film, e non delude il resto del cast. La sceneggiatura è discreta, mentre la regia un po' meno. Infatti Rob poteva spiegare meglio cosa succedeva e alcuni punti sono un po' deboli ed innervosiscono lo spettatore più critico. Comunque sia, bisogna avere fegato per vedere un film così duro e crudo, e il limite ai 14 mi sembra un po' basso sinceramente. Insomma, quest'horror ci lascia perplessi, ma chi ne è attirato non ne rimarrà deluso. Se non vi piace non siete costretti a vederlo! Così non commentate male il film!
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[+] se non vi piace non siete costretti a vederlo!...
(di the adrenalin addict)
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(di brian77)
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