Le streghe di Salem |
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Un film di Rob Zombie.
Con Sheri Moon Zombie, Bruce Davison, Jeff Daniel Phillips, Ken Foree, Dee Wallace.
continua»
Titolo originale The Lords of Salem.
Horror,
Ratings: Kids+16,
durata 101 min.
- USA 2012.
- Notorious Pictures
uscita mercoledì 24 aprile 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
Le streghe di Salem ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un bel "rimacinato"
di Ginger JanFeedback: |
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mercoledì 1 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Massachussetts, Salem, a due passi da Boston: patria dell’immaginario gotico americano e teatro nel 1692 di una delle più cruenti cacce alle streghe della storia: quando, a seguito di accuse e maldicenze popolari a carico di un gruppo di donne dal comportamento non “normale”, fu istituito un tribunale di reverendi che condannò al rogo 20 persone. Da qui, muove le fila il regista/heavy metal Rob Zombie, che confeziona un horror pregevole, visionario, allucinato, a tratti blasfemo, che forse ha un solo difetto: essere eccessivamente descrittivo. La protagonista, Heidi, una rasta alternativa, conduttrice di un programma di musica rock alla radio locale, si trova coinvolta, suo malgrado, in una sorta di maleficio che la porterà a conoscere da vicino (fino ad impersonarle) le forze del male. L’ambientazione cupa, i colori tetri della pellicola (il buio autunno del New England) fanno da contorno all’indole schiva, emotiva e ritrosa di Heidi: una personalità complessa e sfuggente, che il regista non sottrae alla dipendenza dalla droga. E di “visioni” si nutre il film che incede, a capitoli da lunedì a venerdì (debitore in questo allo Shining di Kubrick: cui –forse- concede un altro paio di citazioni: il corridoio della stanza numero 5 e i muri che trasudano sangue). E nonostante un repertorio onirico abbastanza “rimacinato” nel genere horror (il caprone come simbolo del male, tetre chiese inondate di candele e candelabri, ratti che deambulano minacciosi nel corridoi, sepolcri con tanto di croce rossa e clown dal sorriso infingardo), complice una messa in scena a tratti realistica e una macchina da presa dai movimenti disinvolti, il film riesce nell’intento di creare quella progressiva giusta suspence, che lo fa funzionare. Non è un cinema di colpi di scena, non vi si trovano impennate di paura e terrore, come forse ci si aspetterebbe: è invece un cinema corposo, di sostanza, attento più alla velocità media, che alla velocità massima potenziale, dove il climax è quasi sempre raggiunto marcia dopo marcia. Un cinema che si concede l’”alto” e il “basso”: alla messa in scena sofisticata dell’ascesa alla conoscenza del male da parte di Heidi, all’interno della sala tardo rinascimentale, sulle note del requiem di Mozart, si contrappone l’atmosfera rock, yuppie, vagamente alternativa della radio e dei suoi sodali, contrappuntata dalla splendida Venus in Furs dei Velvet Underground.
Non sfuggirà, poi, il sistema dei vari personaggi che rappresentano, in nuce, i diversi atteggiamenti nei confronti del metafisico e dell’aldilà: la figura professorale del Dottor Matthias (“la stregoneria e' una condizione psicotica derivante da un delirante stato della mente”) che personifica il lume della ragione (una ragione, a ben vedere, sconfitta),si contrappone alle due figure degli amici di Heidi che rappresentano forse l’occhio della modernità, una gioventù leggera, a volte priva di sostanza e profondità e assolutamente avulsa da “letture verticali” (l’amico di Heidi, non riuscirà mai a capire veramente i turbamenti di Heidi, di cui, pure è innamorato); e infine, il vasto repertorio di streghe attuali (la padrona di casa di Heidi e le sue amiche) che leggono le mani, parlano di fato e destino, confabulano con malignità, compiono efferati omicidi e sguazzano nel loro mondo di orrore che contribuiscono a rinverdire con nuovo odio. In ultima analisi, un horror complesso e autoriale, che, a parte qualche eccesso di descrittività (goffa l’apparizione per ben due volte del Male, personificato da una sorta di Budda, nano, dalle lunghe mani…), riesce nell’intento di dare corpo ad un film di genere robusto e ben interpretato. Di questi tempi...
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