no_data
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domenica 18 novembre 2018
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pessimo film di un regista che non ha nessun messaggio in testa
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Film pessimo di un pessimo regista che non ha idee ne obiettivi, inutile autocelebrazione criptica. Il solito film americano che ruba dal cinema italiano anni 70, senza restituire nulla di nuovo se non la visione pessimistica della vita. Il regista, coerentemente con i film precedenti, ci invita a partecipare al suo amplesso mentale di famiglia, con le solite intenzioni distruttive. La pop art è stata capita dopo, i suoi film non si capiranno mai.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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un atto d'amore
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La rocker Heidi lavora come DJ per un'emittente radio locale e forma il Big H Radio insieme a Whitey e Munster Herman. Un giorno arriva in sede un misterioso disco in vinile spedito dai "Lord". La ragazza pensa si tratti di una nuova rock band in cerca di visibilità, ma appena trasmette il disco tutte le donne in ascolto ne vengono influenzate rimanendo immobili.
Difficile raccontare la trama di un film totalmente anarchico.
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La rocker Heidi lavora come DJ per un'emittente radio locale e forma il Big H Radio insieme a Whitey e Munster Herman. Un giorno arriva in sede un misterioso disco in vinile spedito dai "Lord". La ragazza pensa si tratti di una nuova rock band in cerca di visibilità, ma appena trasmette il disco tutte le donne in ascolto ne vengono influenzate rimanendo immobili.
Difficile raccontare la trama di un film totalmente anarchico. Rob Zombie recupera una sua vecchia sceneggiatura per realizzare una pellicola che si rifà, come sempre nei suoi film, all'estetica del cinema horror anni '70, ma senza una struttura narrativa rigida. I pochi spunti di trama, che il regista ci concede nei primi minuti, vengono via via abbandonati per lasciare spazio ad una narrazione sempre in bilico tra sogno, realtà ed allucinazione, dove la tensione stringe sempre di più il cappio intorno al collo della protagonista e, di conseguenza, anche allo spettatore, il quale non ha più certezze. Le tematiche affrontate sono tante, come la satira verso il genere metal, che poi si trasforma in omaggio quando scopriamo che il concerto finale si terrà in un teatro lirico; oppure i continui riferimenti blasfemi alla religione, dove trova spazio anche un prete maniaco. Tutto questo sfocia in una sequenza psichedelica dove simboli satanici e cristiani si mescolano fino a trasformare la protagonista in una vergine Maria dal velo rosso, posta sopra un cumulo di cadaveri. Questa sequenza inizia con un'inquadratura che ho personalmente trovato geniale: il faccione di Gesù ripreso in primo piano contornato da colori fluo; l'inquadratura si allarga lentamente mostrando che in realtà l'icona cristiana fa parte di una lampada kitsch realmente in commercio. In questa immagine il regista sembra voler ironizzare sull'ipocrisia della chiesa e sui sui adepti, che "crocifiggono" chiunque si prenda gioco dei loro simboli, quando in realtà sono loro i primi ad averli svenduti e ridicolizzati.
A tutti coloro che, dopo aver letto questa piccola recensione pensino "non è il mio genere", si ricredano. The Lords of Salem è un'opera unica e irripetibile che merita di essere vista e rivista.
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no_data
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domenica 8 novembre 2015
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film senza capo nè coda
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troppo lento. di una noia mortale.
sembrava promettere bene.
vecchie pazze che invocano Satana per tre quarti del film e alla fine ottengono un neonato-blatta.
Musica del vinile oscena e ripetitiva. Rumore del vinile.
Unica scena che mi ha turbato: Madonna inversa.
Fastidioso, ma non pruriginoso.
Effetti speciali squallidi, scene senza un senso logico.
droghe a caso senza un perchè.
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shagrath
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martedì 12 maggio 2015
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film coraggioso ma non abbastanza
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"Bellezza o monnezza?" è questa la domanda che viene posta nel film. Una questione che sembra adattarsi perfettamente a tutta la pellicola, non solo al disco delle streghe di Salem. Chi si approccia a questo film non può non farsi tale domanda, che probabilmente non ha risposta. Di certo un lavoro sopra le righe quello di Rob Zombie, atipico, concentrato sul rendere raffinata la dissacrazione, colta la tamarraggine, inquietante ciò che è mostrato esplicitamente. Zombie ha sempre infarcito la sua arte di una certa ostentazione di "ricercatezza-pop-fumettistica-d'autore", un vero maestro in questo, infatti la parte meglio riuscita del film è quella in cui questo tratto si è chiaramente sfogato: gli arredi delle location stranianti, la musica angosciante, le scene oniriche deliranti e malate.
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"Bellezza o monnezza?" è questa la domanda che viene posta nel film. Una questione che sembra adattarsi perfettamente a tutta la pellicola, non solo al disco delle streghe di Salem. Chi si approccia a questo film non può non farsi tale domanda, che probabilmente non ha risposta. Di certo un lavoro sopra le righe quello di Rob Zombie, atipico, concentrato sul rendere raffinata la dissacrazione, colta la tamarraggine, inquietante ciò che è mostrato esplicitamente. Zombie ha sempre infarcito la sua arte di una certa ostentazione di "ricercatezza-pop-fumettistica-d'autore", un vero maestro in questo, infatti la parte meglio riuscita del film è quella in cui questo tratto si è chiaramente sfogato: gli arredi delle location stranianti, la musica angosciante, le scene oniriche deliranti e malate. Purtroppo sembra che tolto questo non rimanga granché, dialoghi sciapi, una trama banale e una caratterizzazione dei personaggi quasi comica. Le streghe sono rappresentate in maniera infantile, inutilmente ridondanti nelle loro dichiarazioni di malvagità prive di movente. Ci mancava solo che si mettessero a svolazzare sulle scope e avrebbero uguagliato in cattiveria il Dottor Male di Austin Powers. Figure ridicolmente stereotipate, senza spessore che non si riesce a prendere sul serio. A me fanno ridere. Discorso analogo vale per la figura stessa del maligno, che dovrebbe essere un antagonista carismatico quanto inquietante in questo film, invece viene rappresentato prima come un uomo-scimmione visto di profilo che sembra Chewbecca, poi come un nano deforme sorridente che sembra un altro politico che non dico. Il figlio di satana fa scompisciare dalle risate da quanto è pacchianamente brutto, sembra uscito dal libro degli esorcismi di Vanna Marchi destinato a spaventare le casalinghe di Voghera. Boh. Sembra che da un lato Zombie abbia osato, osato anche molto e travalicato importanti linee di confine, dall'altro sia rimasto fermamente fisso sull'idea di "streghe" e di "diavolo" più conformista e tradizionale, idea che francamente non spavanta nessuno nel terzo millennio, neppure i bambini al catechismo. Questo è il motivo per cui il film, di fatto, non decolla. Il paragone corre a film come Shining, a cui Zombie sembra volersi ispirare nella tecnica registica con richiami insistenti alla camera 237 e a scena di orrore oniriche; eppure quel film è inquietante perché al di là del sangue che inonda i corridoi il male vi abitava in maniera concreta, fisica, nella persona del padre psicopatico armato di ascia. Nel film di Zombi tolte le croci al neon e i caproni cosa rimane invece, delle vecchiette armate di padelle e con le pocce all'aria. No, non convince fino in fondo. Anche se c'è molto di buono ed è un film da vedere.
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zero99
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domenica 21 dicembre 2014
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brutto.
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No, questo film non mi è proprio piaciuto. L'ho visto più di una volta per capirlo meglio, e per non perdermi nessun passaggio, o dettaglio, ma posso confermare l'idea che ho avuto dalla prima visione, questo film non mi piace. A parte che, prima di vedermelo la prima volta, me lo aspettavo diverso come film, ma poi anche con la visione alla "Robe Zombie" non mi piace. Sembra che il regista abbia preso un allucinogeno, cioè tutte quelle scene senza senso, blasfeme, inserite a caso. Le streghe del 1700 non mi sono piaciute, più che streghe sembravano delle psicotiche, quelle moderne sembravano le tre pettegole del quartiere, poi manca l'elemento horror, cioè non c'è inquietudine, non c'è paura.
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No, questo film non mi è proprio piaciuto. L'ho visto più di una volta per capirlo meglio, e per non perdermi nessun passaggio, o dettaglio, ma posso confermare l'idea che ho avuto dalla prima visione, questo film non mi piace. A parte che, prima di vedermelo la prima volta, me lo aspettavo diverso come film, ma poi anche con la visione alla "Robe Zombie" non mi piace. Sembra che il regista abbia preso un allucinogeno, cioè tutte quelle scene senza senso, blasfeme, inserite a caso. Le streghe del 1700 non mi sono piaciute, più che streghe sembravano delle psicotiche, quelle moderne sembravano le tre pettegole del quartiere, poi manca l'elemento horror, cioè non c'è inquietudine, non c'è paura...... sì un minimo di atmosfera c'è ma poi il nulla più totale. E poi ne vogliamo parlare della specie di Yeti che si vede in quella stanza numero 5? ma chi era? Satana? No, non mi è proprio piaciuto. Poi la protagonista (sempre la moglie di Zombie, mai che cambia attrice), con quei capelli alla rasta che non mi è piaciuta per nulla. L'unica cosa decente era la musica di quel disco. Non lo consiglio.
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marypaul
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sabato 2 agosto 2014
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naaaaaaaaaaaaa
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praticamente per usare u eufemismo era una grossa boiata questo film......
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marypaul
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sabato 2 agosto 2014
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inguardabile!!!!!!!
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FILM SENZA NE CAPO NE CODA ,SUPERFICIALE NELLA TRAMA E PER NIENTE HORROR . PRIVO DI SUSPANCE SCONSIGLIABILE A CHIUNQUE IN ALTRI TERMINI.....ABBIAMO ATTESO UN EPILOGO MAI ARRIVATO UNA NOIA MORTALE SCUSANDO LA VOLGARITà UNA CAG.... CIAO
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contrammiraglio
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venerdì 16 maggio 2014
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visualizzate il link sotto riportato
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Barlumi d'idee, folgorazioni musicali, oceano di noia; riassumendo: WWW.youtube.com/watch?v=F2kewzMeC6I
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noia1
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martedì 13 maggio 2014
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le vie di zombie
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Una ragazza ascolta un vinile che le è stato inviato da un gruppo musicale sconosciuto, da quel momento visioni angoscianti la perseguiteranno ed accompagneranno il suo degrado fisico e psicologico in un delirio incomprensibile.
Rob Zombie come sempre enigmatico, non si capisce se i suoi prodotti siano prodigi di un modo di esprimersi innovativo o incommensurabili ciofeche da buttare nel cesso. Posso solo dare un giudizio personalissimo e sicuramente discutibile.
Fin dall’inizio l’atmosfera inquietante che attornia la protagonista si fa sentire ed è ampliata dai rilassatissimi momenti che passa con i suoi amici e, inevitabilmente, nel passaggio tra questi ultimi e il ritorno ai momenti più paurosi i secondi sono resi ancora di più.
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Una ragazza ascolta un vinile che le è stato inviato da un gruppo musicale sconosciuto, da quel momento visioni angoscianti la perseguiteranno ed accompagneranno il suo degrado fisico e psicologico in un delirio incomprensibile.
Rob Zombie come sempre enigmatico, non si capisce se i suoi prodotti siano prodigi di un modo di esprimersi innovativo o incommensurabili ciofeche da buttare nel cesso. Posso solo dare un giudizio personalissimo e sicuramente discutibile.
Fin dall’inizio l’atmosfera inquietante che attornia la protagonista si fa sentire ed è ampliata dai rilassatissimi momenti che passa con i suoi amici e, inevitabilmente, nel passaggio tra questi ultimi e il ritorno ai momenti più paurosi i secondi sono resi ancora di più. Inquietudine e cupezza delineano la prima parte del film calandosi sempre di più in un mondo estraneo sia a noi che alla povera Heidi, in tutta la seconda parte invece delirio ed estraniamento fanno da padroni, forse diventa meno horror perdendo scene di paura come nella prima parte e lasciando spazio più che altro ad un senso macabro trasmesso con sequenze che tendono a rendere lo spaesamento che dalla ragazza si tende anche a trasmettere a chi sta guardando.
La vera chicca del film però è l’importanza che si dà alle immagini e ai suoni, non si prosegue mediante dialoghi che servono solamente a rendere le situazioni più credibili o a specificare cose che comunque si capiscono già, i risvolti della vicenda proseguono per immagini oniriche e folli che forse non centrano in pieno lo scopo della paura ma che comunque trasmettono un delirio esagerato e straniante. Le musiche poi sono perfette, cupe, folli, strane a seconda che la situazione lo richieda, sempre e comunque efficaci e mai banali.
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dandy
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mercoledì 2 aprile 2014
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le streghe di rob.
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Alla sua sesta opera cinematografica(coincidenza?),Zombie(che firma anche la sceneggiatura)riprende la componente onirica solo accennata in "Halloween 2".E la libera,la scatena,prendendo le distanze da qualsiasi regola o convenzione di questo genere di film.Ma anche dell'horror in generale:non c'è nessun interesse a raccontare una vicenda precisa,tantomeno a soddisfare qualsivoglia esigenza del pubblico(compreso chi è già iniziato al regista).Partendo dai pochi elementi narrativi concreti,Zombie elabora un flusso vertiginoso di visioni statiche,caotiche,allucinanti e provocatoriamente blasfeme in certi casi,nonostante il gore sia limitato.Lasciando sempre aleggiare un velo di inquietudine in cui è perennemente avvolta la protagonista(una bravissima Sheri Moon,compagna del regista),che attraversa il film come una novella Rosemary,sempre più distaccata,arrancante,svuotata.
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Alla sua sesta opera cinematografica(coincidenza?),Zombie(che firma anche la sceneggiatura)riprende la componente onirica solo accennata in "Halloween 2".E la libera,la scatena,prendendo le distanze da qualsiasi regola o convenzione di questo genere di film.Ma anche dell'horror in generale:non c'è nessun interesse a raccontare una vicenda precisa,tantomeno a soddisfare qualsivoglia esigenza del pubblico(compreso chi è già iniziato al regista).Partendo dai pochi elementi narrativi concreti,Zombie elabora un flusso vertiginoso di visioni statiche,caotiche,allucinanti e provocatoriamente blasfeme in certi casi,nonostante il gore sia limitato.Lasciando sempre aleggiare un velo di inquietudine in cui è perennemente avvolta la protagonista(una bravissima Sheri Moon,compagna del regista),che attraversa il film come una novella Rosemary,sempre più distaccata,arrancante,svuotata.Per poi ribadire una(possibile)spiegazione razionale nel finale.Il cast come sempre è zeppo di vecchie glorie horror e non,ma alle citazioni "classiche"(George Romero,John Carpenter,David Lynch,Mario Bava,Lucio Fulci,Roman Polanski)se ne aggiungono altre più insolite e ammirevoli(Stanley Kubrick,Ken Russell,Kenneth Anger,Alejandro Jodorowsky),quindi mirate a chi realmente ama e conosce il cinema.Per ora è indubbiamente il miglior film di Zombie,nel bene e (in tutti i sensi)nel male.Ambizioso e autocompiaciuto,perfetto per scontentare chiunque.Ma indubbiamente riuscito,suggestivo e coraggioso.Diverso da tutto ciò che è stato girato da parecchi anni a questa parte.Musiche del chitarrista della band di Zombie John 5,cui si uniscono i "Velvet Underground",il "Requiem" di Mozart e "Sei gergubet,Jesu guting" di Bach.
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