davidalcor
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domenica 15 dicembre 2013
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bello senz'anima
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Lo Hobbit - La desolazione di Smaug è un film tecnicamente perfetto, con alcune sequenze scenograficamente fantastiche, e un 3d in hfr che non ha rivali proprio perché a differenza del normale 3d a 24 fotogrammi al secondo, riproduce le immagini e i movimenti in modo molto più realistico e fluido permettendo un maggiore coinvolgimento visivo. Ma Peter Jackson, ahimè, ha perduto l'ispirazione, manca l'atmosfera fantastica e epica che si respirava nella trilogia del Signore degli Anelli e la sceneggiatura è debole, forse anche perché il libro ha troppi punti deboli, ci sono troppi nani sulla scena e sono difficili da caratterizzare. Quindi a mio parere, siamo sempre al livello di "Un viaggio inaspettato" ma con anche un ulteriore punto debole: la colonna sonora, che non lascia il segno a differenza dei brani stupendi a cui il signore degli Anelli ci aveva abituato e che, rispetto al film precedente, manca anche dell'unico pezzo suggestivo che era "Misty Mountain" a cui ci stavamo affezionando.
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Lo Hobbit - La desolazione di Smaug è un film tecnicamente perfetto, con alcune sequenze scenograficamente fantastiche, e un 3d in hfr che non ha rivali proprio perché a differenza del normale 3d a 24 fotogrammi al secondo, riproduce le immagini e i movimenti in modo molto più realistico e fluido permettendo un maggiore coinvolgimento visivo. Ma Peter Jackson, ahimè, ha perduto l'ispirazione, manca l'atmosfera fantastica e epica che si respirava nella trilogia del Signore degli Anelli e la sceneggiatura è debole, forse anche perché il libro ha troppi punti deboli, ci sono troppi nani sulla scena e sono difficili da caratterizzare. Quindi a mio parere, siamo sempre al livello di "Un viaggio inaspettato" ma con anche un ulteriore punto debole: la colonna sonora, che non lascia il segno a differenza dei brani stupendi a cui il signore degli Anelli ci aveva abituato e che, rispetto al film precedente, manca anche dell'unico pezzo suggestivo che era "Misty Mountain" a cui ci stavamo affezionando. L'introduzione di Legolas e Tauriel non modificano il risultato: i personaggi di questo film non entrano nel cuore come quelli del signore degli anelli. In definitiva Lo Hobbit - La desolazione di Smaug è un'opera più che discreta, se paragonata alla media dei film in circolazione, con anche punte di eccellenza, ma non si può, neanche sforzandosi, non fare i paragoni con la trilogia precedente e rimanere delusi, perché siamo molto lontani dal capolavoro che è stato il Signore degli anelli.
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caciotta11
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sabato 14 dicembre 2013
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sicuri di aver letto il libro?
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Il film sarebbe stato banale e stupido se fosse stato più fedele al libro??????
Invece la storiella romantica tra il nano e "l'elfo femmina" Tauriel (inventata) è brillante?
Oppure Beorn (chiuso fuori dalla propria casa in malo modo?) che dice che i suoi simili sono stati catturati dagli orchi PER SPORT?????
Bilbo che parla tranquillamente a due passi dal drago Smaug facendosi vedere senza problemi come fossero vecchi amici?
Quanto alle differenze col libro non si possono elencare perchè 3500 battute non basterebbero!
Altro che il "lancia frecce" utilizzato nel film...fossero tutti lì i problemi...
Si prega di asserire di aver letto e riletto il libro solo se è VERO, grazie!
Ch
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Il film sarebbe stato banale e stupido se fosse stato più fedele al libro??????
Invece la storiella romantica tra il nano e "l'elfo femmina" Tauriel (inventata) è brillante?
Oppure Beorn (chiuso fuori dalla propria casa in malo modo?) che dice che i suoi simili sono stati catturati dagli orchi PER SPORT?????
Bilbo che parla tranquillamente a due passi dal drago Smaug facendosi vedere senza problemi come fossero vecchi amici?
Quanto alle differenze col libro non si possono elencare perchè 3500 battute non basterebbero!
Altro che il "lancia frecce" utilizzato nel film...fossero tutti lì i problemi...
Si prega di asserire di aver letto e riletto il libro solo se è VERO, grazie!
Chi è PJ per stravolgere un libro adorato da milioni di fan del professor Tolkien?
Si scriva un suo libro e si faccia il film di quello la prossima volta!
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 14 dicembre 2013
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spettacolare ma poca profondità dei personaggi
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Quando vi piace così tanto un film-capolavoro cosa vorreste fare? Rivederlo, certo, ma il problema è che conoscete già la trama e quasi tutti i personaggi. Conoscete le scene e dopo averlo rivisto qualche volta lo accantonate, mentre sarebbe davvero bello poterlo rivedere ma con qualcosa di diverso.
Ecco questo deve aver pensato Peter Jackson quando ha deciso di realizzare la trilogia de “Lo Hobbit” trasformando un racconto di sole 300 pagine in una vera e propria epopea che ricalca la trilogia del Signore degli anelli scritta però 20 anni dopo.
La cosa era già evidente nel primo capitolo, “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” e lo è ancora di più in questo secondo capitolo dove vediamo personaggi che evidentemente nell’opera originale non c’erano come Legolas che poi ritroviamo nel Signore degli anelli, ma anche personaggi inventati come Tauriel l’elfo femmina uscito dalla penna della sceneggiatrice Philippa Boyens e magistralmente interpretata dal Evangeline Lilly (Real Steel, The Hurt Locker) che dà un tocco frizzante alla storia che altrimenti sarebbe stata solo battaglia e paesaggi incantati.
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Quando vi piace così tanto un film-capolavoro cosa vorreste fare? Rivederlo, certo, ma il problema è che conoscete già la trama e quasi tutti i personaggi. Conoscete le scene e dopo averlo rivisto qualche volta lo accantonate, mentre sarebbe davvero bello poterlo rivedere ma con qualcosa di diverso.
Ecco questo deve aver pensato Peter Jackson quando ha deciso di realizzare la trilogia de “Lo Hobbit” trasformando un racconto di sole 300 pagine in una vera e propria epopea che ricalca la trilogia del Signore degli anelli scritta però 20 anni dopo.
La cosa era già evidente nel primo capitolo, “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” e lo è ancora di più in questo secondo capitolo dove vediamo personaggi che evidentemente nell’opera originale non c’erano come Legolas che poi ritroviamo nel Signore degli anelli, ma anche personaggi inventati come Tauriel l’elfo femmina uscito dalla penna della sceneggiatrice Philippa Boyens e magistralmente interpretata dal Evangeline Lilly (Real Steel, The Hurt Locker) che dà un tocco frizzante alla storia che altrimenti sarebbe stata solo battaglia e paesaggi incantati.
Il film non delude e prosegue nel racconto avventuroso di Thorin Scudodiquecia, Bilbo Beggins e Gandalf.
La storia è sicuramente appassionante e fila via liscia, il film è sicuramente bello e gli scenari sono semplicemente fantastici. Il 3D dà un tocco di perfezione e gli attori sono tutti molto bravi.
E’ l’epopea di Tolkien resa ancor più maestosa da Jackson, e se il drago parla come un umano, non fateci caso, nel Signore degli anelli erano gli alberi a parlare.
Il parallelo con la prima trilogia però ci sta tutto e per certi versi è come rivedere la prima trilogia ma con personaggi in parte diversi.
Forse i personaggi del Signore degli anelli avevano più spessore, nel senso che lì Jackson indugiava anche sulla personalità degli stessi e lo spettatori poteva capire, anche se a grandi linee la personalità e i problemi dei singoli personaggi.
Qui no: Jackson punta soprattutto sulla storia, sugli avvenimenti più concitati lasciando perdere dettagli sulla personalità dei protagonisti che qui, a differenza del primo, è molto sfumata e non si compre quale sia.
Quindi più azione, più effetti speciali, più spettacolarità, ma meno profondità e conoscenza della personalità dei personaggi. E’ una scelta del regista, va accettata.
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byakuran91
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sabato 14 dicembre 2013
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visivamente potentissimo
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Eccoci di nuovo nella Terra di Mezzo. Dopo un primo film che seriva da antipasto, presentando di fatto i personaggi e il come e il perchè della vicenda, finalmente si arriva al piatto forte. Jackson non si risparmia: l'azione è frenetica, il ritmo è sempre alto, senza tempi morti, il pathos è sempre un crescendo. Ottima la trasposizione del reame boscoso , una gioia per gli occhi Pontelagolungo. Gli innesti portati rispetto al libro funzionano egregiamente, lasciano presagire tutto ciò che avverà ne Il Signore degli Anelli, e arrichiscono il film senza appesantirlo. Memorabili poi alcune sequenze, come la lotta contro i ragli e la fuga nei barili.
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Eccoci di nuovo nella Terra di Mezzo. Dopo un primo film che seriva da antipasto, presentando di fatto i personaggi e il come e il perchè della vicenda, finalmente si arriva al piatto forte. Jackson non si risparmia: l'azione è frenetica, il ritmo è sempre alto, senza tempi morti, il pathos è sempre un crescendo. Ottima la trasposizione del reame boscoso , una gioia per gli occhi Pontelagolungo. Gli innesti portati rispetto al libro funzionano egregiamente, lasciano presagire tutto ciò che avverà ne Il Signore degli Anelli, e arrichiscono il film senza appesantirlo. Memorabili poi alcune sequenze, come la lotta contro i ragli e la fuga nei barili. Menzione a parte merita il drago Smaug, villain superbo e che da solo vale il prezzo del biglietto. Insomma, non sarà un opera dal respiro ampio come la trilogia che l'ha preceduta, ovviamente toni e intenzioni sono diversi (è pur sempre tratto da un libro per bambini), ma resta pur sempre un film fantasy di altissimo livello, che intrattiene e coinvolge alla grande. Personalmente consiglio di vederlo in HFR 3D, formato del quale ormai sono innamorato. Ora aspetto con ansia luscita della versione estesa.
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cobrateschio
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sabato 14 dicembre 2013
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bel secondo capitolo
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Io premetto che sono un fan di Tolkien, ho letto molte sue opere e rilette....non vedo perchè bisogna criticare il fatto che il film non abbia seguito pari passo ogni singola frase del libro...se ciò fosse accaduto..il film stesso avrebbe perso tutto risultato banale e stupido. Faccio un esempio..ho letto di certi che si son lamentati adirittura del fatto delle torrette-archi che lanciano le nere frecce...e che di sicuro anche Bard usera una di quelle e non un semplice arco e freccia per uccider il drago nel prox capito..ma scusate vi immaginate la stupidità con una semplice freccetta senza senza e minuscala l effetto che farebbe sullo schermo...?? Sinceramente trovo giusto dover cambiare.
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Io premetto che sono un fan di Tolkien, ho letto molte sue opere e rilette....non vedo perchè bisogna criticare il fatto che il film non abbia seguito pari passo ogni singola frase del libro...se ciò fosse accaduto..il film stesso avrebbe perso tutto risultato banale e stupido. Faccio un esempio..ho letto di certi che si son lamentati adirittura del fatto delle torrette-archi che lanciano le nere frecce...e che di sicuro anche Bard usera una di quelle e non un semplice arco e freccia per uccider il drago nel prox capito..ma scusate vi immaginate la stupidità con una semplice freccetta senza senza e minuscala l effetto che farebbe sullo schermo...?? Sinceramente trovo giusto dover cambiare. L'unica cosa che non ha senso...è la storia d'amore con Tauriel( personaggio totalmente inventato) e senza senso...stona e parecchio..per fortuna non ha accupato più scene nel film come temevo..ma per il resto credo sia uno dei più bei film degli ultimi anni..se potete gustatevolo al cinema in 3d. ..buona visione a tutti.
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filmslove
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sabato 14 dicembre 2013
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*-* wow *-*
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Davvero, WOW!!! Non mi aspettavo niente del genere, questo film è davvero fantastico e merita di essere visto e rivisto mille, duemila, tremila volte!!! Lo aspettavo da un anno e finalmente lo vedo...WOW! Inutile dire che è uno dei film migliori dell'anno, ha la giusta dose di adrenalina, stupore e magia.
In questo film Bilbo, Gandalf e i 13 nani finalmente arrivano ad Erebor, ma dentro, che sorveglia il tesoro, c'è ancora il drago Smaug che non ha intenzione di andarsene se non per andare a distruggere Pontelagolungo. Conclusione: ANDATE A VEDERLO!!!! *-*
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iroh10
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sabato 14 dicembre 2013
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io sono fuoco, io sono ... morte
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Il secondo capitolo della Trilogia inizia da dove eravamo rimasti con la Compagnia dei 13 nani, Bilbo e Gandalf in fuga dagli orchi. Faremo la conoscenza di nuovi personaggi come Beorn( un uomo mutapelle), Bard e l’elfa Tauriel, inoltre rincontreremo Legolas e Thranduil( già incontrato, anche se brevemente, nel primo capitolo).
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Il secondo capitolo della Trilogia inizia da dove eravamo rimasti con la Compagnia dei 13 nani, Bilbo e Gandalf in fuga dagli orchi. Faremo la conoscenza di nuovi personaggi come Beorn( un uomo mutapelle), Bard e l’elfa Tauriel, inoltre rincontreremo Legolas e Thranduil( già incontrato, anche se brevemente, nel primo capitolo). Il film scorre velocissimo e non sembra durare affatto 2 ore e 40, il ritmo rallenta un po’ appena entrati nella città degli elfi silvani all’interno di Bosco Atro, ma subito dopo ci sarà la scena dei barili e quindi ci dimenticheremo subito il momentaneo stop. Fin da subito si nota come l’atmosfera di questo nuovo capitolo sia più dark e più buia, il paesaggio comincia infatti ad oscurarsi e ad avvelenarsi a causa del male che si sta formando( ” cosa oscure strisciano nell’ombra”). Questo è infatti il film in cui si metterà in dubbio anche l’amiciaizia e la fiducia della Compagnia costruita direttamente nel primo capitolo. Bilbo si troverà a fare in conti anche con il potere oscuro dell’Unico Anello, rendendo una scelta difficile anche il diventare invisibile di fronte ad un possente ed antico drago come Smaug. Anche Thorin Scudodiquercia comincia a diventare ombroso e a farsi corrompere dall’avidità che aveva portato alla rovina anche suo nonno e tutto questo a causa della bramosia di potere e del “potere oscuro” dell’Arkengemma. Anche Gandalf si troverà a dover affrontare il fantomatico necromante nelle antiche rovine di Dol-Guldur, in quello che sembrerà, anche se per pochi minuti, un film horror grazie a riprese claustrofobiche e spezzate.
Tralasciando lo scontro con i ragni( reso in maniera ottima dalla regia con tagli dell’inquadratura da film horror) e la “cavalcata dei barili”, la scena del dialogo tra Bilbo e Smaug farà dimenticare tutti i piccoli errori precedenti. Il dialogo tra Bilbo( Martin Freeman) e Smaug( interpretato con il motion capture da Benedict Cumberbatch e doppiato in italiano da un ottimo Luca Ward) è, infatti, la punta di diamante di questo film. Il drago è realizzato ottimamente, si muove in maniera perfettamente integrata con l’ambiente che lo circonda e la scelta registica di farcelo vedere inizialmente solo a “pezzi” tramite blocchi di monete d’oro che si spostano e tesori che si muovono è a dir poco geniale. Smaug è, sicuramente, il miglior drago mai visto su pellicola tanto che per alcuni attimi il pubblico vorrebbe tifare per lui, ma poi Bilbo e Thorin ci riportano alla realtà ricordandoci che è” la prima tra le calamità”.
L’aggiunta del personaggio femminile dell’elfa Tauriel potrebbe far storcere il naso ai puristi di Tolkien, ma le persone in sala sapranno di lei che è un personaggio inventato da Jackson solo dalle riviste poichè è un personaggio ben scritto ed inserito ottimamente nella trama del film, anche la pseudo-infatuazione per il nano Fìli non rovinerà niente del film. Altra grande new entry dell’universo Tolkeniano è Bard, mercante e sostenitore del popolo di PonteLagoLungo. Anche per lui Jackson scrive un ruolo differente da quello Tolkeniano, per cui era solo “quello che sparava la freccia a Smaug”, dando profondità ad un personaggio della cui storia vedremo meglio gli sviluppi nel prossimo capitolo.
Quindi di de “Lo Hobbit: la desolazione di Smaug” sono sicuro che è un film divertente, che è girato benissimo, che gli effetti speciali e la fotografia sono mozzafiato, che gli attori sono ottimi e che Smaug sia il drago più bello della storia del cinema oltre che uno degli antagonisti migliori del cinema degli ultimi anni per la sua psicologia e per la realizzazione, ma non ero sicuro di trovarmi di fronte ad un film dell’universo di LOTR, cioè mi sembravano lontani la prima, epica, trilogia e il primo lo Hobbit. Ma poi ho pensato e sono giunto ad una conclusione e voglio fare un discorso che potrebbe sembrare strano. Questo secondo capitolo è meglio del primo Lo Hobbit, ma non paragonabile a LOTR. “Un viaggio inaspettato” era infatti più simile alla vecchia trilogia e ci si avvicinava per toni e atmosfere, mentre questo, per quanto le atmosfere siano cupe e dark richiamando un po’ Le due Torri, è un film nuovo ed è per questo che spiazza. Jackson è, infatti, un grande regista anche per questo: perchè è riuscito a riproporre qualcosa dell’universo di LOTR in modo diverso dalla prima trilogia e dal primo capitolo de Lo Hobbit. Ha creato un qualcosa di legato alla terra di Mezzo, ma senza copiare ed é per questo che La Desolazione di Smaug appare inferiore e “strano” agli occhi dei più. Ma questo solo perchè stanno guardando un film nuovo diretto da un regista che è maturato e che ha dato dimostrazione che un adattamento cinematografico di un libro non è una semplice copia-incolla dal cartaceo allo schermo, ma è una trasformazione, un cambiamento di linguaggio e Jacskon si è dimostrato un grande ed ottimo regista.
SPOILER:
La scena finale in cui Smaug “esce” dalla montagna, liberandosi dell’oro che cola sullo spettatore, sancisce la piena maturità di Jackson come regista.
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giulioct
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venerdì 13 dicembre 2013
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dos: vola e spazza via ogni cosa
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L'avventura della compagnia di Thorin Scudodiquercia prosegue per un lungo tratto in questo secondo episodio della saga cinematografica di "Lo Hobbit". Da casa di Beorn, alla tana dei ragni giganti, fino a cospetto di re Thranduil, alla magnificenza di Pontelagolungo e a quella di Erebor.
"La desolazione di Smaug" risente di un drastico cambio di rotta rispetto al primo film. "La desolazione di Smaug" di Peter Jackson non si può dire sia un bel vedere per i puristi che vanno al cinema con libro e appunti alla mano. Il lunatico Jackson ha decisamente reimpostato il tono fiabesco del libricino che ha ispirato queste pellicole, nel tentativo di riadattare la trilogia come un vero e proprio prequel al Signore degli Anelli.
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L'avventura della compagnia di Thorin Scudodiquercia prosegue per un lungo tratto in questo secondo episodio della saga cinematografica di "Lo Hobbit". Da casa di Beorn, alla tana dei ragni giganti, fino a cospetto di re Thranduil, alla magnificenza di Pontelagolungo e a quella di Erebor.
"La desolazione di Smaug" risente di un drastico cambio di rotta rispetto al primo film. "La desolazione di Smaug" di Peter Jackson non si può dire sia un bel vedere per i puristi che vanno al cinema con libro e appunti alla mano. Il lunatico Jackson ha decisamente reimpostato il tono fiabesco del libricino che ha ispirato queste pellicole, nel tentativo di riadattare la trilogia come un vero e proprio prequel al Signore degli Anelli. Alla fine si ritorna sempre al punto di partenza, anche in questo "Lo Hobbit" il tema principale è legato all'anello del male e al suo potere. Tutto ruota attorno ad esso, comprese le due trilogia Jacksoniane. Questo ha portato a degli inevitabili cambi rispetto al romanzo, che era costruito come una favola per bambini, rendendo più cupo il racconto rispetto ad "Un Viaggio inaspettato". L'avventura prosegue con una splendida evoluzione dei personaggi, a cominciare da Thorin, fino al raggiungimento di Erebor. Ciò che succede nel frattempo non presenta gravi lesioni nella forma narrativa del film. La presenza del personaggio Tauriel può essere contestata o meno, e anche se in linea con la poetica Tolkieniana, forse a volte inciampa su delle forzature evitabili, mentre è interessante l'interpretazione che Orlando Bloom ha dato a questo Legolas, totalmente diverso da quello che abbiamo conosciuto nella prima trilogia. Molti particolari i personaggi di Pontelagolungo, che funzionano alla grande e davvero mastodontiche le sequenze che vedono Gandalf nella fortezza di Dol Guldur. Giungiamo quindi ad un dei punti che più aspettavamo da questo film e che non ha affatto tradito le aspettative: il drago Smaug. Bellissimo. Grazie all'eccellente voce di Luca Ward che ha fatto un enorme lavoro nel doppiare la magnifica voce di Cumberbatch, il drago Smaug appare una creatura sicura di sé, un sadico assassino che non uccide le vittime, le rincorre,le fa soffrire,lascia loro la speranza della sopravvivenza. Ci sono moltissime differenze con il romanzo, ma grazie ad esse possiamo essere trasportati nelle meravigliose stanze di Erebor, in una esplorazione che ci fa ammirare la mastodontica città dei nani e il suo oro. Sul finale, Jackson non vuole assolutamente non citare l'espressione Tolkieniana <>, e gira una scena così affascinante e maestosa che il finale televisivo con un cliffhanger crudele quanto il drago, lascia un po' di amaro in bocca e allo stesso tempo tiene alta la tensione per l'anno prossimo. In sostanza Lo Hobbit-La desolazione di Smaug, è un ottimo film. Il suo ritmo è incalzante, la narrazione vola via che è una bellezza. Presenta scene evitabili che fortunatamente vengono ampiamente recuperate da altre meravigliose. E' una gioia per gli occhi e deve essere visto assolutamente al cinema (meglio se in HFR3D) se si vuole godere di tutto lo spettacolo. Rimaniamo ancora lontani anni luce dalla magnificenza del Signore degli Anelli, che probabilmente rimarrà per sempre un caposaldo del cinema fantasy inarrivabile, ma lo Hobbit-La Desolazione di Smaug si destreggia molto bene e si fa spazio lasciando una bella impronta, magari non enorme come quella di un drago, nel genere cinematografico fantasy.
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[+] concordo! lo hobbit n. 2 ridona dignità alla saga
(di antonio montefalcone)
[ - ] concordo! lo hobbit n. 2 ridona dignità alla saga
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lonsk
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venerdì 13 dicembre 2013
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non ci siamo!
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Mi spiace, ho sempre difeso le trasposizioni cinematografiche di PJ, ma stavolta non posso proprio fare a meno di dire che sono uscito dal cinema delusissimo!
Sarà anche un bel film, ma io sono fan di Tolkien, non del business che ha portato la produzione e PJ di estrapolare ben tre film da un libro di poche centinaia di pagine, costringendoli ad inventarsi di sana pianta eventi ed avvenimenti assolutamente inesistenti nel libro originale. La storia romantica fra un nano ed un elfo fa ridere per non piangere!
Mi chiedo se qualcuno dei produttori o il regista stesso abbiano letto il libro, completamente stravolto, abbruttito ed appesantito!
Il tutto in nome del "dio" soldo?
Una delusione!
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tommyf14
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venerdì 13 dicembre 2013
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peter jackson: un'apoteosi scenografica
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Stavolta Peter Jackson ha decisamente esagerato.
Se molti erano rimasti un po’ delusi dal primo capitolo del prequel (“Un viaggio inaspettato”), dai toni molto più fiabeschi rispetto ai tre capitoli de “Il Signore degli anelli”, qui ci si trova subito immersi in un’atmosfera totalmente diversa.
Il film è un continuo scontro tra orchi, mannari e ragni giganti, senza quasi un attimo di tregua, per arrivare alla “Montagna solitaria”, dove il grande e potente Smaug dorme ricoperto da monete d’oro appartenenti ai nani di Erebor.
Peter Jackson porta sul grande schermo una storia originale rispetto all’opera di Tolkien, non solo arricchendo i particolari ma anzi aggiungendo intere nuove situazioni, per poter creare un collegamento diretto con la successiva storia de “Il Signore degli anelli”; e mostra così ad ogni spettatore cosa voglia dire immaginare prima e raccontare poi una storia dai connotati epici!
La perfezione dell’immagine, talmente vicina al reale che sembra di essere sul set ad osservare la scena mentre viene girata, le immense scenografie, la nuova impronta oscura che il regista ha voluto conferire all’ambientazione complessiva, in aggiunta alla perfezione degli effetti speciali e delle interpretazioni, rendono quest’opera un gioiello autentico.
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Stavolta Peter Jackson ha decisamente esagerato.
Se molti erano rimasti un po’ delusi dal primo capitolo del prequel (“Un viaggio inaspettato”), dai toni molto più fiabeschi rispetto ai tre capitoli de “Il Signore degli anelli”, qui ci si trova subito immersi in un’atmosfera totalmente diversa.
Il film è un continuo scontro tra orchi, mannari e ragni giganti, senza quasi un attimo di tregua, per arrivare alla “Montagna solitaria”, dove il grande e potente Smaug dorme ricoperto da monete d’oro appartenenti ai nani di Erebor.
Peter Jackson porta sul grande schermo una storia originale rispetto all’opera di Tolkien, non solo arricchendo i particolari ma anzi aggiungendo intere nuove situazioni, per poter creare un collegamento diretto con la successiva storia de “Il Signore degli anelli”; e mostra così ad ogni spettatore cosa voglia dire immaginare prima e raccontare poi una storia dai connotati epici!
La perfezione dell’immagine, talmente vicina al reale che sembra di essere sul set ad osservare la scena mentre viene girata, le immense scenografie, la nuova impronta oscura che il regista ha voluto conferire all’ambientazione complessiva, in aggiunta alla perfezione degli effetti speciali e delle interpretazioni, rendono quest’opera un gioiello autentico.
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