Pete e Shell appartengono l’uno all’altra. Sono padre e figlia 17enne, la madre andò via quando la piccola aveva 4 anni. Pete aveva costruito per lei quel posto, un distributore di benzina con annessa abitazione e officina di riparazioni, sperduti nelle Highlands scozzesi, “a volte non vediamo auto per una settimana, ma non importa”.
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Pete e Shell appartengono l’uno all’altra. Sono padre e figlia 17enne, la madre andò via quando la piccola aveva 4 anni. Pete aveva costruito per lei quel posto, un distributore di benzina con annessa abitazione e officina di riparazioni, sperduti nelle Highlands scozzesi, “a volte non vediamo auto per una settimana, ma non importa”. Shell basta a papà e gli è necessaria perché soffre di attacchi epilettici. Chiede spesso al padre “Mi ami?”, parrebbe che i due siano legati da un rapporto incestuoso, ma ha bisogno di qualcosa che in quell’isolamento non ha. Lì c’è troppo silenzio e solo un paio di abituali visitatori che si riforniscono di benzina, entrambi attratti dalla ragazza: Hugh, uomo solo e separato con due figli che vede raramente e Adam, giovane la cui madre è “la miglior cliente del pub” dove il ragazzo lavora. Ci sono poi i clienti occasionali, una coppia viene soccorsa da Pete dopo aver investito un cervo, la donna lascia in dono a Shell un libro che la incuriosiva, “Il cuore è un cacciatore solitario” di Carson McCullers (storia di diversi, marginali, sconfitti che ancora sognano e reclamano la loro parte di comprensione e tenerezza). Anche una mamma con la sua bambina in un’occasione sostano nell’area di servizio, la bambina sembra “sciogliere” con uno sguardo l’apparente durezza di Pete che solitamente, geloso della figlia, sembra non voler avere mai persone tra i piedi. Shell è attratta dai radi viaggiatori che arrivano e ripartono, ne è curiosa, fa domande, a 17 anni per lei il mondo è altrove. Le sue poche “evasioni” sono il suo primo rapporto con Adam, in auto, una canzone dei Dire Straits alla radio, “Walk of life”, al cui suono balla sola e libera in cucina, una corsa per strada a inseguire un’auto per riconsegnare alla bambina la bambola che aveva dimenticato, i jeans che si guarda addosso, regalo dell’ammiratore Hugh. Ma da quel posto non riuscirebbe mai a separarsi, ne è prigioniera per il bene che vuole al padre. “Credevo mi avessi lasciato. Ho bisogno che rimani” le dice Pete una volta che lei si è assentata per qualche ora. I grossi camion che transitano di lì fanno vibrare l’abitazione, ma nessuno mai s’è fermato; se ne è fermato solo uno, quello da cui Pete s’è fatto travolgere. Premonitrice era stata l'immagine di un cervo che si aggirava pericolosamente una sera in mezzo alla via. L'avrà fatto, Pete, perché voleva evitare di cadere nell’incesto con la figlia? Oppure perché da quella vita muta e abbandonato dalla moglie non riusciva a uscire? Oppure ancora per dare la libertà a Shell, che si stava schiudendo come una “conchiglia”? Actually (nei fatti) un altro camion che trasportava grossi tronchi si fermerà, e con quello Shell è partita. Il film – opera prima del regista - lascia sensazioni delicate e drammatiche assieme, è ben girato e, come avviene coi buoni film, fa trascorrere un’ora e mezza davvero in quella famiglia sperduta nelle colline della Scozia, si vivono come di prima mano le stesse emozioni dei protagonisti. Fu presentato la prima volta a Rotterdam e nei titoli di coda vengono dati “special thanks” a Fabio Grassadonia, il nostro sceneggiatore e recentemente co-autore con Antonio Piazza del bellissimo “Salvo”.
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[+] shell che corre dietro all'auto ... (di angelo umana)[ - ] shell che corre dietro all'auto ...
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Padre e figlia vivono in una stazione di servizio isolata nel mezzo del nulla delle fredde Highlands. La vita è monotona e la solitudine porta i due protagonisti a sfiorare la relazione incestuosa, inframmezzata da pochi visitatori che di tanto in tanto vengono a fare benzina e a scambiare chiacchiere forzate laddove l'incominicabilità è di casa. Fra questi un uomo di mezza età estremamente solo e un ragazzo che lavora in un locale e che, accusato di furto, viene a chiedere lavoro e l'amore della ragazza. Una splendida fotografia e i tanti silenzi riescono a raccontare con efficacia un film quasi dumontiano nella descrizione del vuoto interiore che si interfaccia con quello dell'ambiente esterno.
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Padre e figlia vivono in una stazione di servizio isolata nel mezzo del nulla delle fredde Highlands. La vita è monotona e la solitudine porta i due protagonisti a sfiorare la relazione incestuosa, inframmezzata da pochi visitatori che di tanto in tanto vengono a fare benzina e a scambiare chiacchiere forzate laddove l'incominicabilità è di casa. Fra questi un uomo di mezza età estremamente solo e un ragazzo che lavora in un locale e che, accusato di furto, viene a chiedere lavoro e l'amore della ragazza. Una splendida fotografia e i tanti silenzi riescono a raccontare con efficacia un film quasi dumontiano nella descrizione del vuoto interiore che si interfaccia con quello dell'ambiente esterno. Il film è una forte critica all'idealizzazione che si fa spesso dei luoghi selvaggi, naturalisticamente stupendi, ma dove non si incontra anima viva e si è costretti costantemente a fare i conti con se stessi. Non a caso nessuno vorrà proseguire a trascinarsi in condizioni del genere, fra chi si arrende e chi fugge, verso l'ignoto, che non può che essere migliore del passato. "Walk of life" dei Dire Straits accompagna uno dei pochi momenti di sogno e di svago della ragazza, che dentro di se cova per tutto il tempo della pellicola la voglia di evadere. Ogni tipo di amore, in un luogo ormai morto per il capolinea a cui è giunto il rapporto con il padre, là non ha da essere, nemmeno per un futuro insieme a un ombroso seppur volitivo coetaneo. Da brividi la scena con i turisti che hanno investito il cervo. "Cosa facevate da queste parti?" Chiede il padre intervenuto a prestare soccorso. "Volevamo visitare le Highlands"...rispondono. "Beh, ora le avete viste".
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La 17 enne Shell vive e lavora con il padre epilettico in una isolata stazione di servizio lungo una strada che attraversa la fredda brughiera delle Highlands scozzesi. Abandonati dalla madre ed obbligati a fare affidamento solo sulla reciproca assistenza, padre e figlia sono uniti da un profondo legame che sembra escludere il mondo esterno e che rischia di precludere alla ragazza la speranza di una vita sociale libera e soddisfacente. Quando nella loro vita entra il giovane Adam le cose sembrano cambiare.
Sviluppando il soggetto di un suo precedente corto del 2007, il giovane Scott Graham esordisce nel lungo con una storia di solitudini che si staglia nel raggelato paesaggio della brughiera scozzese come il remoto avamposto di una condanna sociale in cui la scelta dell'uomo e l'obbligo dei sentimenti sembrano costituire la gabbia di una auto-reclusione da cui non si riesce a vedere scampo, ma anche il rifugio da una minaccia che incombe da sempre sull'unità della famiglia e la salvaguardia degli affetti.
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La 17 enne Shell vive e lavora con il padre epilettico in una isolata stazione di servizio lungo una strada che attraversa la fredda brughiera delle Highlands scozzesi. Abandonati dalla madre ed obbligati a fare affidamento solo sulla reciproca assistenza, padre e figlia sono uniti da un profondo legame che sembra escludere il mondo esterno e che rischia di precludere alla ragazza la speranza di una vita sociale libera e soddisfacente. Quando nella loro vita entra il giovane Adam le cose sembrano cambiare.
Sviluppando il soggetto di un suo precedente corto del 2007, il giovane Scott Graham esordisce nel lungo con una storia di solitudini che si staglia nel raggelato paesaggio della brughiera scozzese come il remoto avamposto di una condanna sociale in cui la scelta dell'uomo e l'obbligo dei sentimenti sembrano costituire la gabbia di una auto-reclusione da cui non si riesce a vedere scampo, ma anche il rifugio da una minaccia che incombe da sempre sull'unità della famiglia e la salvaguardia degli affetti. Prigionieri nel limbo di una stazione di rifornimento quale luogo di transito di una umanità che sembra destinata al viaggio verso una civiltà distante e sconosciuta, l'espiazione di questa condanna a due è il perenne luogo d'attesa di un deserto dei Tartari in cui le relazioni sociali sono costrette nella morbosa vicinanza filiale e dove la naturale ricerca dell'affettività e della consolazione rischiano di sconfinare nella relazione incestuosa di un complesso di Elettra che ne costuituisce la tacita ragione drammaturgica, conducendo la storia dei protagonisti verso le estreme conseguenze di un finale che apre, nel dolore e nello strazio, gli sconfinati scenari di un generoso e crudele atto d'amore. Ricercando il rigore di un cinema che predilige le descrizioni d'ambiente alla esemplarità del racconto e confinado i personaggi nel perimetro limitato del campo medio, Graham ci parla di una quodianità familiare vissuta come la necessaria prigione di una reciproca dipendenza e dove gli slanci di un desiderio adolescenziale finiscono per accarezzare con indolente struggimento il confine di un orizzonte limitato dal profilo distante delle montagne e dall'orlo minaccioso delle nubi, perso lungo la linea di mezzeria di una strada che conduce verso un altrove sconosciuto e agognato insieme. Prossimo alla disperazione antropologica ed alla scabrezza del racconto sociale di un Lisandro Alonso il cui personaggio vagheggiava la meta remota e solo sfiorata di una Liverpool da souvenir (Liverpool - 2008) od alle suggestioni ambientali ed i richiami del simbolismo eremitico e predicatorio di Alain Tanner (Gli anni luce - 1981), il film di Graham ci parla della ambivalenza dei legami familiari e della necessità di una loro frattura come condizione indispensabile per la libertà e la crescita individuale. Senza eccedere nel patetismo della parabola morale e mantenedo una sorprendente credibilità nella caratterizzazione dei personaggi e dello specifico geografico (splendida la fotografia di Yoliswa Gärtig), l'autore ci presenta la favola triste di una perla meravigliosa e splendente racchiusa nel guscio (Shell, appunto) di una conchiglia perduta in fondo al mare e che riemerge, con dolorosa necessità, alla vita ed alla conoscenza del mondo. Bravissimi i due protagonisti, tra il padre epilettico e schivo di un misurato Joseph Mawle e l'aggraziata eleganza dell'esordiente Chloe Pirrie, quale incantevole e seducente Nereide d'Albione che danza al ritmo trascinate della Walk of Life dei Dire Straits. Presentato al Torino Film Festival 2012 dove si aggiudica ben tre premi (Fipresci e Gran Premio città di Torino come miglior film e Premio Holden alla sceneggiatura) ed al British Independent Film Awards 2013 che premia Chloe Pirrie come migliore promessa esordiente.
...E tu che intanto sogni ancora sogni sempre sogni di fuggire via
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Scott Graham, che già nel 2007 aveva girato un corto sul medesimo tema, si ritrova tra le mani un condensato di drammaticità che riesce a rappresentare senza innescare meccanismi di voyerismo o di filosofie sulla solitudine.
Shell, una ragazza diciassettenne oramai diventata donna, vive in estremo isolamento col padre Pete in una sperduta casa, con annesso distributore di benzina e officina sfasciacarrozze, immersa in un paesaggio tanto bello tanto quanto spettrale e devastante delle Highlands scozzesi.
Pete, che soffre di attacchi epilettici, lasciato tanto tempo prima dalla moglie, vive un rapporto ambiguo con la figlia di cui non può fare a meno ma che nella ricerca di affetto e calore umano lo imbarazza e lo spinge verso l’incesto; la solitudine è il campo da gioco di Satana diceva Vladimir Nabokov.
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Scott Graham, che già nel 2007 aveva girato un corto sul medesimo tema, si ritrova tra le mani un condensato di drammaticità che riesce a rappresentare senza innescare meccanismi di voyerismo o di filosofie sulla solitudine.
Shell, una ragazza diciassettenne oramai diventata donna, vive in estremo isolamento col padre Pete in una sperduta casa, con annesso distributore di benzina e officina sfasciacarrozze, immersa in un paesaggio tanto bello tanto quanto spettrale e devastante delle Highlands scozzesi.
Pete, che soffre di attacchi epilettici, lasciato tanto tempo prima dalla moglie, vive un rapporto ambiguo con la figlia di cui non può fare a meno ma che nella ricerca di affetto e calore umano lo imbarazza e lo spinge verso l’incesto; la solitudine è il campo da gioco di Satana diceva Vladimir Nabokov. Ed è per sfuggire a questo perverso meccanismo che Pete si suicida lasciando totalmente sola Shell che tenta di dare un senso alla sua vita nei contatti sporadici e occasionali con i rari clienti del distributore, ma che alla fine fugge da quest’angoscioso isolamento alla ricerca di un futuro meno soffocante.
Il regista preferisce affidarsi ai gesti e ai dialoghi più che agli avvenimenti per darci il senso del film che sta nel contenuto di un libro che una donna occasionalmente incontrata lascia a Shell: "Il cuore è un cacciatore solitario" di Carson McCullers, che dà anch’esso voce agli ultimi a chi ha vissuto nell’emarginazione.
Due buoni attori, un luogo forse unico che permette al regista inquadrature quasi lunari che danno al massimo il senso del dramma e del disfacimento morale a cui i personaggi sembrano andare incontro, un budget penso contenuto ed il capolavoro è fatto. La pellicola dell’esordiente Scott Graham, che ha saputo con grande maestria dare ascolto ai luoghi ed ai personaggi rappresentati, ha vinto come miglior film in concorso, il 30° Film Festival di Torino. [-]
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