renato volpone
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domenica 7 aprile 2013
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sapersi donare agli altri
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"La scuola è un inutile intervallo tra entrata e uscita": esordisce così questo film e dalle prime battute sembra troppo adolescenziale per essere sopportabile ad un pubblico adulto, ma questo intervallo serve allo spettatore, gli spezza un po' il cuore e lo fa crescere dentro. Forse aspettarsi tanto è un po' troppo, ma sicuramente è un racconto che fa riflettere. Un bravo attore romano che già l'avevamo apprezzato in "Scialla"; altri ragazzi che sembrano molto milanesi; una città, Torino, più luminosa di quanto lo sia effettivamente e una ragazza ammalata che necessita di un trapianto di midollo osseo. Una storia d'amore, di un amore "grande" quello di sapersi donare agli altri, e qui chiniamo il capo perché l'ignoranza è grande, la mia per prima: paure ataviche, non giustificate, fanno fare marcia indietro quando ci vorrebbe solo un guizzo di coraggio.
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"La scuola è un inutile intervallo tra entrata e uscita": esordisce così questo film e dalle prime battute sembra troppo adolescenziale per essere sopportabile ad un pubblico adulto, ma questo intervallo serve allo spettatore, gli spezza un po' il cuore e lo fa crescere dentro. Forse aspettarsi tanto è un po' troppo, ma sicuramente è un racconto che fa riflettere. Un bravo attore romano che già l'avevamo apprezzato in "Scialla"; altri ragazzi che sembrano molto milanesi; una città, Torino, più luminosa di quanto lo sia effettivamente e una ragazza ammalata che necessita di un trapianto di midollo osseo. Una storia d'amore, di un amore "grande" quello di sapersi donare agli altri, e qui chiniamo il capo perché l'ignoranza è grande, la mia per prima: paure ataviche, non giustificate, fanno fare marcia indietro quando ci vorrebbe solo un guizzo di coraggio. "Il vero coraggio è ammettere di avere dei sogni" e i sogni li hanno anche le persone che per un male incurabile cominciano ad avere "nostalgia di Dio" e non basta un "Dio che ascolta". Beatrice è ammalata, fa le chemio, attende un trapianto o la morte e "se credi di morire non hai più paura, ma la speranza è terribile". Un film che sulle note dei Modà ci porta indietro agli anni giovani, questo vale almeno per me, e ci fa capire quanta energia c'è nell'universo, dentro di noi, e dobbiamo solo saperla usare per permettere a tutti di vedere la "bellezza" racchiusa in ogni persona e in ogni cosa: questo film è un invito a farlo. Un grande messaggio sociale, un buon film che tutti dovrebbero vedere, perché la malattia non guarda in faccia, non vede l'età, la condizione sociale o la bellezza e si può sedere anche nella stanza accanto alla tua.
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enricoroma
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domenica 7 aprile 2013
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i pensieri di d'avenia prendono vita..
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Film davvero bello, rivisto più volte al cinema. La forza del film è nell'essere non troppo simile al libro ma avere una sua anima. Come quando un cantante fa una cover di un pezzo storico, in questo caso il libro, ma comunque ci mette del suo. I questo caso i pensieri di D'Avenia prendono vita. Film da vedere assolutamente se già si è letto il libro
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valeciao
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domenica 7 aprile 2013
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delusa
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Quando ho letto il libro speravo non arrivasse mai l'ultima pagina! Mi ha trasmesso davvero delle emozioni forti, quando ho saputo dell'uscita del film ero entusiasta! Mi aspettavo qualcosa di emozionante visto la qualità del libro! Invece è un banalissimo film per "adolescenti" mal presi!!
Oltretutto ho 17 anni e i film "leggeri" mi piaciucchiano, ma la delusione è tanta! Per la mia età mi posso definire una coetanea dei ragazzi rappresentati attraverso questo film (come in tanti altri)
Fatevelo dire da noi una volta per tutte : NOI NON SIAMO COSÌ!
Quando la smetterete di rappresentarci come un branco di idioti forse i registi italiani potranno sperare di creare un bel film per adolescenti!
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federicocx1
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domenica 7 aprile 2013
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la morte è parte naturle della vita
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Quando improvvismanete succede l'inasoettato, quando credi in te stesso e sei felice. Ti capita nella vita qualcosa che te la sconvolge, sei costretto a maturare all'improvviso. Questo succede a Leonardo il protagonista di quest'opera, giubbino colorato, scarpe converse, tanta voglia di vivere e sopratutto innamorato, innamorato di un amore rosso, come la passione positivà di ogni giovine.
La sua vita felice "perfetta" viene sconvolta da quello che la vita davvero è, e puó presentarsi durante questo cammino, la malattia ed infine la morte.
L'amore diventa quindi una forza che ti fa affrontare il dolore, e questo concerne in lui, costringendolo ad affrontare la vita.
Il libro di Alessandro D''Avenia "Bianca come il latte, rossa come il sangue" ci insegna che la vita è una bilancia, e che dobbiamo avere fiducia dinanzi ad essa ed avere il sorriso anche quando il mondo ci crolla addosso.
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Quando improvvismanete succede l'inasoettato, quando credi in te stesso e sei felice. Ti capita nella vita qualcosa che te la sconvolge, sei costretto a maturare all'improvviso. Questo succede a Leonardo il protagonista di quest'opera, giubbino colorato, scarpe converse, tanta voglia di vivere e sopratutto innamorato, innamorato di un amore rosso, come la passione positivà di ogni giovine.
La sua vita felice "perfetta" viene sconvolta da quello che la vita davvero è, e puó presentarsi durante questo cammino, la malattia ed infine la morte.
L'amore diventa quindi una forza che ti fa affrontare il dolore, e questo concerne in lui, costringendolo ad affrontare la vita.
Il libro di Alessandro D''Avenia "Bianca come il latte, rossa come il sangue" ci insegna che la vita è una bilancia, e che dobbiamo avere fiducia dinanzi ad essa ed avere il sorriso anche quando il mondo ci crolla addosso.
Il regista plasma la pellicola com il Rock romantico dei Modà, e con una Torino colorata stile giovanile, dove la morte davvero diventa solo un passaggio, e la malattia un evento naturale da accettare normalmente con felicità, perchè se c'è quella tutto è più semplice. Gran bel film.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 6 aprile 2013
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commovente fino all'inverosimile, ottimi attori
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Non ho letto il libro ma se l’equazione libro=meglio del film forse è possibile tirare un sospiro di sollievo perché se ho pianto (e non mi vergogno a scriverlo) nel vedere alcune scene di “Bianca come il latte, rossa come il sangue” non oso immaginare cosa sarebbe successo nel leggere il libro.
Il film, infatti, è molto commovente, a tratti straziante, ma assolutamente da vedere.
E i motivi sono molteplici. Innanzi tutto la trama: appassionante, commovente, realistica che tratta diversi temi. Chi pensa di andare a vedere un film per adolescenti sbaglia: qui si parla della vita, quella vera, quella di tutti i giorni, dove i problemi amorosi dei ragazzi di oggi (ma anche di quelli di ieri e di chi scrive) sono soltanto un “contorno” da quello che è il problema reale e di fondo di ogni essere vivente: vivere.
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Non ho letto il libro ma se l’equazione libro=meglio del film forse è possibile tirare un sospiro di sollievo perché se ho pianto (e non mi vergogno a scriverlo) nel vedere alcune scene di “Bianca come il latte, rossa come il sangue” non oso immaginare cosa sarebbe successo nel leggere il libro.
Il film, infatti, è molto commovente, a tratti straziante, ma assolutamente da vedere.
E i motivi sono molteplici. Innanzi tutto la trama: appassionante, commovente, realistica che tratta diversi temi. Chi pensa di andare a vedere un film per adolescenti sbaglia: qui si parla della vita, quella vera, quella di tutti i giorni, dove i problemi amorosi dei ragazzi di oggi (ma anche di quelli di ieri e di chi scrive) sono soltanto un “contorno” da quello che è il problema reale e di fondo di ogni essere vivente: vivere. E farlo bene, nel miglior modo possibile, perché la malattia, quella grave, quella che può ucciderti, è dietro l’angolo e ti colpisce quando meno te lo aspetti.
Ecco allora che i problemi sentimentali degli adolescenti diventano la “scusa” per raccontare la vita di oggi e il grande problema della leucemia e delle donazioni di midollo osseo che possono salvare vite umane.
Il regista, Giacomo Campiotti, non è certo tra i più famosi nel jet set internazionale, ma stavolta, credo abbia realizzato un’opera davvero ottima. E, trama a parte, molto si deve alla scelta degli attori principali, tutti all’altezza del personaggio che sono chiamati a recitare, a partire da Gaia Weiss, 21 anni, franco polacca, nata a Parigi e vive a Londra, ex modella, ora attrice e scelta dal regista per interpretare la parte forse più difficile e scelta dopo un provino a Parigi fatto in francese.
Gaia ha recitato il film in italiano, una lingua che non conosce alla perfezione e la sua intesa con il 19enne Filippo Scicchitano (Scialla e Un giorno speciale) stenta perché lui non pala inglese, ma nel film sembra perfetta ed è per questo motivo che va sottolineata l’ottima performance dell’attrice francese perfetta nel ruolo della malata di leucemia.
Malgrado la giovane età Gaia Weiss ha dimostrato di essere anche una professionista: per entrare meglio nella parte, infatti, ha letto un diario di una ragazza malata di leucemia.
Una menzione particolare merita la recitazione Aurora Ruffino, l’attrice torinese di 23 anni con un look completamente diverso da come siamo stati abituati vederla in “Questo nostro amore” o nel.la “Solitudine dei numeri” primi, più acqua e sapone e decisamente migliore di come apparsa nelle fiction o nei film.
Chiudiamo la recensione con quella che è stato uno dei personaggi più riusciti del film quello del professore – sognatore interpretata da Luca Argentero: impeccabile recitazione.
Ottima la colonna sonora dei Modà e curiosa la scelta di girare il film a Torino, non ricordo molti film girati sotto la Mole.
Un consiglio, quando andate a vedere il film portatevi una scorta di fazzoletti di carta: li userete senz’altro.
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[+] boh...
(di epidemic)
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ralfy
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mercoledì 27 marzo 2013
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capolavoro!
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Incredibilmente è piaciuto all'anteprima con i giornalisti, i quali erano inizialmente scettici.
Assolutamente da vedere al Cinema, le scene del trailer, già anticipate nel video della canzone dei Modà ("Se si potesse non morire"), fanno pensare a un gran film da godersi su maxi-schermo.
Perfetto per passare una serata di quelle che si ricordano!
Inoltre il 4 aprile al cinema, in diverse sale di tutta Italia, sarà trasmesso il mini-concerto dei Modà che precederà la prima proiezione pubblica a Roma. Informatevi...
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