germano f.
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sabato 21 settembre 2013
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potevo anche evitare...
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Diamine, potevo anche evitare di andare a vedere un film del genere ! ... una serata sprecata per me e un'occasione persa per tutta la produzione. Il film ha una sceneggiatura lacunosa e un'interpretazione sterile da parte di tutto il cast. Peccato, perchè l'idea in sè poteva anche essere accattivante : una famiglia agiata rinchiusa in una casa isolata che dà sfogo alle proprie frustazioni borghesi e alle cattiverie acide tipiche di questa generazione. Il tutto poteva rimandare vagamente (ma molto vagamente) al Festen di Vinterberg e, in maggior misura, al Funny Games di Haneke. Ma dopo dieci secondi di visione ti accorgi che ci troviamo in un'altra galassia cinematografica e i paragoni precedentemente immaginati risultano addirittura offensivi.
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Diamine, potevo anche evitare di andare a vedere un film del genere ! ... una serata sprecata per me e un'occasione persa per tutta la produzione. Il film ha una sceneggiatura lacunosa e un'interpretazione sterile da parte di tutto il cast. Peccato, perchè l'idea in sè poteva anche essere accattivante : una famiglia agiata rinchiusa in una casa isolata che dà sfogo alle proprie frustazioni borghesi e alle cattiverie acide tipiche di questa generazione. Il tutto poteva rimandare vagamente (ma molto vagamente) al Festen di Vinterberg e, in maggior misura, al Funny Games di Haneke. Ma dopo dieci secondi di visione ti accorgi che ci troviamo in un'altra galassia cinematografica e i paragoni precedentemente immaginati risultano addirittura offensivi. La trama è praticamente nulla : la famiglia si riunisce, piccolo litigio tra fratelli e poi morti ammazzati uno dietro l'altro. Le reazioni dei vari personaggi al susseguirsi degli omicidi è per lo più assurdo, incomprensibile, quasi comico. Il regista non riesce mai a dare il giusto ritmo, la corretta tensione, l'adrenalina viscerale necessari a far si che un film del genere ti faccia sussultare sulla sedia o per lo meno non sbadigliare. L'eroina che combatte a colpi di batticarne i tre assassini passa da reazioni e riflessi alla Rambo al non sospettare minimamente dall'essere circondata da un gruppo di persone ambigue colluse strettamente con gli assedianti. Poi tanto sangue, dialoghi grotteschi, ancora sangue e qualche scena al limite dell'offesa allo spettatore (come quando l'assassino che insegue la sua vittima viene attratto in una cantina dove il susseguirsi di un flash fotografico lo distrae fatalmente). Lo spettatore si ritrova dopo un po' a sorridere stupidamente alla visione di un film che cerca di rientrare in un filone di horror-movie giovanile un po' demenziale, un po' citazionista, molto confuso. Nulla di più. Poche cose da dire per un film che nulla ti lascia in ricordo, se non lo spreco dei soldi per il biglietto. Di questi tempi! Peccato perchè le maschere dei cattivi non erano male.
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miroforti
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martedì 24 settembre 2013
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you're next
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Nel 2011, questo horror low-budget (intorno al milione di dollari) era nella sezione Midnight Madness al tiff., accolto da un discreto entusiasmo. Dopo due anni di problemi e ritardi, riesce a ottenere una distribuzione su ampia scala. La pellicola si inserisce di prepotenza nel sottogenere conosciuto come ‘home invasion’, il cui marchio di fabbrica mette in scena la violazione del luogo che incarna l’intimità umana e il concetto stesso di famiglia. La casa diventa metafora dell’animo stesso delle persone che vi abitano, ciò che dovrebbe essere inattaccabile e personale per antonomasia. Non esiste altro posto dove rifugiarsi e non può esserci altra scelta se non quella di difenderlo a tutti i costi.
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Nel 2011, questo horror low-budget (intorno al milione di dollari) era nella sezione Midnight Madness al tiff., accolto da un discreto entusiasmo. Dopo due anni di problemi e ritardi, riesce a ottenere una distribuzione su ampia scala. La pellicola si inserisce di prepotenza nel sottogenere conosciuto come ‘home invasion’, il cui marchio di fabbrica mette in scena la violazione del luogo che incarna l’intimità umana e il concetto stesso di famiglia. La casa diventa metafora dell’animo stesso delle persone che vi abitano, ciò che dovrebbe essere inattaccabile e personale per antonomasia. Non esiste altro posto dove rifugiarsi e non può esserci altra scelta se non quella di difenderlo a tutti i costi. Comunque, a pagina uno del manuale c’è scritto di procurarsi un gruppo di persone – meglio un’allegra famigliola –, di collocarlo in una villetta molto lontana dalla civiltà e da qualsiasi eventuale aiuto, e di fargli passare le peggiori ore della sua esistenza. Si consiglia anche una gruppo numeroso, per ravvivare il massacro di tanto in tanto. Ecco allora che la famiglia Davidson, che tra genitori, figli e compagni dei figli raggiunge i dieci (dieci!) membri, si riunisce in mezzo al nulla per trascorrere qualche giorno all’insegna della comunione e della fratellanza. Gli sgraditi ospiti sono dei tizi mascherati da animali che giocano al piccolo bracconiere. Con una balestra e un machete. Fino a qui tutto normale, sennonché a un certo punto il film si dimentica di tutto e si ribalta in uno slasher inatteso. Questo è forse l’elemento narrativo più interessante dell’intera opera e fa acquistare al titolo You’re next un significato aggiunto. L’involuzione del protagonista procede di pari passo con la violenza attuata, che si fa via via più crudele e intensa e la sua progressiva disumanizzazione svela passo dopo passo l’umanità degli assalitori, prima celata sotto le maschere. Qualcosa di simile lo avevamo visto in The Descent, anche se su basi diverse. Nulla di nuovo quindi, ma sono scelte che portano un minimo di freschezza in una pellicola che altrimenti si sarebbe impantanata nei cliché di genere più abusati. La tensione è presente, così come qualche salto sulla sedia qua e là, ma il coinvolgimento dello spettatore è superficiale. Al riguardo, c’è da dire che i dialoghi nella versione originale puntavano gran parte del loro fascino sulla convivenza di battute da copione e improvvisazione dei vari attori, e il doppiaggio italiano si scontra con frasi o espressioni difficilmente traducibili in una lingua diversa dall’originale. Purtroppo, doppiaggio o meno, le personalità dei vari componenti della famiglia Davidson & Associati sono solo abbozzati e servono soltanto da pretesto per giustificare gli eventi dell’intreccio. Psicologie e atteggiamenti sono subito riconoscibili e come troppo spesso accade i personaggi non riescono a scollarsi di dosso l’etichetta ‘Carne da macello’. Alla resa dei conti il film si dichiara poi apertamente dedicato ai Macellai, che hanno letto correttamente le succitate etichette. Infatti il finale si finge amaro citando Romero, salvo poi esplodere in una secchiata di sangue che ricopre tutto, anche l’etichetta di ‘Buon film horror’. Cinema del già visto, You’re next si sforza di essere coraggioso ma poi si perde e lascia perdere. Fa dietrofront puntando sui maxi pop-corn, ma ormai è troppo tardi: la trappola è scattata, la salvezza è perduta.
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erbuoncelli
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domenica 18 maggio 2014
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se ti piace l'horror ti piace you're next
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Oggettivamente è un bel film. Dal punto di vista della trama certo, è un idea semplice che prende molto da Scream, Funny games e Shining (che omaggia costantemente) ma è resa alla perfezione, di sicuro molto meglio di molti altri(per non dire tutti) gli Horror attuali che, pur avendo un idea di base geniale, sono realizzati malissimo.
You're Next unisce archetipi dell'Horror tradizionale alla Wes Craven (i primi piani con assassino dietro fuori fuoco, i rapidi cambi di inquadratura, le soggettive fuori dalla stanza ecc..) alla presenza kafkiana degli individui con le maschere per tutta la prima metà del film, presenze opprimenti e inquietanti.
Tutte queste atmosfere poi si ribaltano quando scopriamo il legame che hanno gli assassini con Felix e Zee (SPOILER), ossia i mandanti della carneficina.
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Oggettivamente è un bel film. Dal punto di vista della trama certo, è un idea semplice che prende molto da Scream, Funny games e Shining (che omaggia costantemente) ma è resa alla perfezione, di sicuro molto meglio di molti altri(per non dire tutti) gli Horror attuali che, pur avendo un idea di base geniale, sono realizzati malissimo.
You're Next unisce archetipi dell'Horror tradizionale alla Wes Craven (i primi piani con assassino dietro fuori fuoco, i rapidi cambi di inquadratura, le soggettive fuori dalla stanza ecc..) alla presenza kafkiana degli individui con le maschere per tutta la prima metà del film, presenze opprimenti e inquietanti.
Tutte queste atmosfere poi si ribaltano quando scopriamo il legame che hanno gli assassini con Felix e Zee (SPOILER), ossia i mandanti della carneficina.Da quel momento in poi il film più che a un horror comincia a ricordare molto una versione Thriller di Die Hard (il primo), cosa che sorprende anche un occhio ormai assuefatto alle "sorprese" nei film horror come il mio. Questa variazione però funziona nel contesto, e ti mostra la vendetta di Erin senza cadere nei soliti clichè della ragazza spaventata e debole, ma mostrandoti in un contesto ATTUALE un eroina che sembra uscita da un film anni ottanta: Forte.Intelligente.Implacabile.Molto violenta e poco compassionevole.
E per chiudere il tutto il finale del film sfocia nel puro splatter esagerato!!!
Il film tocca l'apice della bellezza quando Erin infila un frullatore sulla testa di Felix e poi attacca la spina!!! Scena molto alla film splatter di serie B anni 70' dona al tutto un tono più leggero , riuscendo perciò ad alleggerire enormemente un finale che altrimenti sarebbe stato troppo tragico.
In sintesi, credo che il regista sia riuscito a rivedere l'horror classico in chiave moderna grazie un ottimo uso della luce e delle inquadrature, mantenendo così le atmosfere classiche ma rendendo tutto lo scorrimento molto più fluido.
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biso 93
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lunedì 31 ottobre 2016
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diascreto e sterile
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You're next e' un film horror del 2011 appartenente al filone slasher il quale ha avuto non pochi problemi di distribuzione. Provvisto di un budget molto basso, You're next ha il merito di cercare un po' di novita' in questo filone del genere horror ma purtroppo dopo una buona partenza si perde molto nella parte centrale della trama, risultando un po confusionario e piu' incentrato nel dare "divertimento" allo spettatore piu' che a incuriosirlo o a spaventarlo. Alcuni pretesti narrativi sono davvero forzati e alcune scene non hanno una gran logica di base cosi come alcune azioni dei personaggi. Il risultato e' che il film cade lentamente nel trash, risultando un po fastidioso ed incoerente.
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You're next e' un film horror del 2011 appartenente al filone slasher il quale ha avuto non pochi problemi di distribuzione. Provvisto di un budget molto basso, You're next ha il merito di cercare un po' di novita' in questo filone del genere horror ma purtroppo dopo una buona partenza si perde molto nella parte centrale della trama, risultando un po confusionario e piu' incentrato nel dare "divertimento" allo spettatore piu' che a incuriosirlo o a spaventarlo. Alcuni pretesti narrativi sono davvero forzati e alcune scene non hanno una gran logica di base cosi come alcune azioni dei personaggi. Il risultato e' che il film cade lentamente nel trash, risultando un po fastidioso ed incoerente. L'intrattenimento c'e, cosi come il sangue e la violenza ma il resto manca del tutto.
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elgatoloco
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martedì 27 agosto 2019
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bene, horror intelligente
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"You 're next"di James Wingard(2011), film horror decisamente"acceso", sanguinolento, gore e à la tronçonneuse, "forte"e adatto all'uopo, è una riunione di famiglia, dove, per soldi e per denaro(tanto per negare il titolo di un film decisamente più vecchio)tutto precipita in un jeu au massacre... Che il "mitici"uccisori non siano un branco di pazzi estranei alla famiglia, di derelitti o di mostri fantasmatici lo si capisce, praticamente, subito, ma poi arrivano le conferme e arrivano mostrando senza ombra di dubbio come stanno le cose... E la beffa finale(da non anticipare, pena fucilazione immediata...)arriva poi neppure inaspettata, comunque, come diceva, in ben altro contesto, il vecchi prof.
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"You 're next"di James Wingard(2011), film horror decisamente"acceso", sanguinolento, gore e à la tronçonneuse, "forte"e adatto all'uopo, è una riunione di famiglia, dove, per soldi e per denaro(tanto per negare il titolo di un film decisamente più vecchio)tutto precipita in un jeu au massacre... Che il "mitici"uccisori non siano un branco di pazzi estranei alla famiglia, di derelitti o di mostri fantasmatici lo si capisce, praticamente, subito, ma poi arrivano le conferme e arrivano mostrando senza ombra di dubbio come stanno le cose... E la beffa finale(da non anticipare, pena fucilazione immediata...)arriva poi neppure inaspettata, comunque, come diceva, in ben altro contesto, il vecchi prof.di matematica e fisica, "come la fragola sulla panna"/inversione dei termini rispetto all'espressione più consueta e più"conclamata". Una bella riflessione su come si possono rivelare i rapporti in famiglia, quasi(ma non tutte le famiglie sono uguali, almeno così si crede...)a Jean Paul Sartre, "Familles, je vous haine!"(famiglie, io vi odio). La cosa disturba qualcuno/a, come si può evincere anche da qualche commento sopra riportato, ma quanto contano i pregiudizi religiosi e culturali indotti?Dovremmo chiedercelo, prima di bollare tout court un film come questo, comunque intelligente, nell'accezione letterale del lemma. Barbara Cramton è bella , brava, inquetante e qui i/le cattivi/e devono essere convincenti, altrimenti nulla. E gli/le interpreti lo sono, ad iniziare dallo stupore inziale. El Gato
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stelio
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lunedì 30 settembre 2013
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chi è il prossimo??
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Adam Wingard mette in scena una storia per certi versi già vista, un'ambientazione e delle scene dell'orrore trite e ritrite, ma in qualche modo si inventa una trama che ci cattura e ci coinvolge, regalandoci qualche colpo di scena e non pochi balzi sulla sedia. Premetto intanto che tutti gli amanti del genere verranno appagati: ci sono gli intrighi familiari, ci sono i coltelli, il sangue, anzi scusate i litri di sangue, i corpi mutilati, la violenza e lo spirito di sopravvivenza. L'intera vicenda si svolge all'interno di una lussuosa villa situata presumibilmente in campagna( ecco a voi il primo stereotipo del genere che ormai possiamo concludere ad unanimità essere il prodotto dei classici che vedono nell'abitazione, primo tra tutti “La casa”, il luogo delle violenze più brutali) vicino ad un bosco che nasconde la banda di killer, tutti quanti con maschere animalesche( ecco a voi il secondo stereotipo del killer mascherato, che ritroviamo con le stesse fattezze ad esempio negli episodi della saga di Saw, dove l'enigmista indossa la maschera di un maiale).
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Adam Wingard mette in scena una storia per certi versi già vista, un'ambientazione e delle scene dell'orrore trite e ritrite, ma in qualche modo si inventa una trama che ci cattura e ci coinvolge, regalandoci qualche colpo di scena e non pochi balzi sulla sedia. Premetto intanto che tutti gli amanti del genere verranno appagati: ci sono gli intrighi familiari, ci sono i coltelli, il sangue, anzi scusate i litri di sangue, i corpi mutilati, la violenza e lo spirito di sopravvivenza. L'intera vicenda si svolge all'interno di una lussuosa villa situata presumibilmente in campagna( ecco a voi il primo stereotipo del genere che ormai possiamo concludere ad unanimità essere il prodotto dei classici che vedono nell'abitazione, primo tra tutti “La casa”, il luogo delle violenze più brutali) vicino ad un bosco che nasconde la banda di killer, tutti quanti con maschere animalesche( ecco a voi il secondo stereotipo del killer mascherato, che ritroviamo con le stesse fattezze ad esempio negli episodi della saga di Saw, dove l'enigmista indossa la maschera di un maiale). Insomma il regista, pur con un film pieno di stereotipi, scene e linguaggi cinematografici già visti, ci regala parecchi spaventi e scene splatter da far invidia ad uno dei capostipiti del genere,“Non aprite quella porta”. Rimango inoltre felice di notare una cosa che, se volete, per alcuni sembrerà abbastanza banale ma che nell'applicazione pratica poi tanto banale non è, ovvero la scelta, condivisa prima di tutti dal maestro della suspense Alfred Hitchcock, di porre gli spettatori in un livello di conoscenza delle vicende superiore a quello dei protagonisti che le stanno vivendo. Invece di catturare l'attenzione con una serie continua di spaventi o di colpi di scena, la suspense agisce in modo più subdolo sugli spettatori, mostrando loro ciò che potrebbe accadere, prima ancora che gli stessi protagonisti del film si rendano conto di quello che sta accadendo. Noi sappiamo del coinvolgimento di uno dei figli nell'orchestrazione del pluriomicidio ma i nostri protagonisti, che con lui tranquillamente conversano, lo scopriranno solo più tardi.
Lo consiglio agli amanti del genere e delle vicende adrenaliniche, che vi tengono incollati allo schermo e che solo dopo un'ora e mezza di angoscia vi lasciano tirare un sospiro di sollievo; o forse no??
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critico zero
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mercoledì 25 settembre 2013
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you're "maybe" next.
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Devo premettere che non sono un appassionato di film horror. Ho guardato questo film senza particolari pretese. Mi incuriosiva l'idea, certamente già vista in altre pellicole, appartenente al genere "house invasion", in cui i cattivoni di turno attaccano gli ignari e indifesi abitanti della casa, come al solito isolata.
La prima parte del film è un crescendo di tensione con qualche, solo qualche, colpo di scena che fa sobbalzare dalla poltrona. La scelta delle inquadrature mi è piaciuta in particolar modo, infatti esalta il senso di disagio e di pericolo che proviene dall'esterno della casa sotto assedio. Tra gole sgozzate, frecce conficcate più o meno dappertutto e sangue a volontà, si arriva alla seconda parte del film, in cui la tensione cala un po' per dare risposta alle domande che lo spettatore si è posto all'inizio.
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Devo premettere che non sono un appassionato di film horror. Ho guardato questo film senza particolari pretese. Mi incuriosiva l'idea, certamente già vista in altre pellicole, appartenente al genere "house invasion", in cui i cattivoni di turno attaccano gli ignari e indifesi abitanti della casa, come al solito isolata.
La prima parte del film è un crescendo di tensione con qualche, solo qualche, colpo di scena che fa sobbalzare dalla poltrona. La scelta delle inquadrature mi è piaciuta in particolar modo, infatti esalta il senso di disagio e di pericolo che proviene dall'esterno della casa sotto assedio. Tra gole sgozzate, frecce conficcate più o meno dappertutto e sangue a volontà, si arriva alla seconda parte del film, in cui la tensione cala un po' per dare risposta alle domande che lo spettatore si è posto all'inizio.
Diretto molto bene; si vede che il film è fatto con passione per il genere. Tante idee carine, che fanno di questo film un thriller/horror godibile con una trama non scontata.
La perfezione però è lontana, forse si poteva lavorare meglio sui dialoghi, a volte poco credibili, e sui colpi di scena che stentano un po' ad "elettrizzare" lo spettatore.
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