shanks
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giovedì 29 dicembre 2011
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limiti morali
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"...non c'è nessun biglietto." "La scelta è sua." Parte da questo climax il bellissimo film diretto da George Clooney; l'incontro/scontro fra il governatore con ambizioni presidenziali e l'assistente disposto a tutto pur di portare la vittoria alla propria fazione. Costruito sulle classiche fondamenta del thriller/politico, la pellicola narra le vicende di Stephen Meyers, un giovane maestro nei rapporti con la stampa, nel mezzo di una campagna elettorale alle prese con un mondo popolato da squali e arrivisti.
L'ascesa agli inferi del protagonista è parte di un percorso che mette al centro il fine e si sa, quasi sempre il fine giustifica i mezzi. Il bravo Ryan Gosling, nonostante il rischio di specializzarsi in ruoli da "mimica facciale", è a suo agio nell'interpretare un ragazzo con il controllo assoluto nel mare dove nuota e lo è ancora di più quando si accorge che il pericolo maggiore non viene da fuori ma bensi da dentro, da se stesso.
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"...non c'è nessun biglietto." "La scelta è sua." Parte da questo climax il bellissimo film diretto da George Clooney; l'incontro/scontro fra il governatore con ambizioni presidenziali e l'assistente disposto a tutto pur di portare la vittoria alla propria fazione. Costruito sulle classiche fondamenta del thriller/politico, la pellicola narra le vicende di Stephen Meyers, un giovane maestro nei rapporti con la stampa, nel mezzo di una campagna elettorale alle prese con un mondo popolato da squali e arrivisti.
L'ascesa agli inferi del protagonista è parte di un percorso che mette al centro il fine e si sa, quasi sempre il fine giustifica i mezzi. Il bravo Ryan Gosling, nonostante il rischio di specializzarsi in ruoli da "mimica facciale", è a suo agio nell'interpretare un ragazzo con il controllo assoluto nel mare dove nuota e lo è ancora di più quando si accorge che il pericolo maggiore non viene da fuori ma bensi da dentro, da se stesso. E non dimentichiamoci di tutto il cast presente, diretto magistralmente (e non è la prima volta)da un regista che evidentemente adora il genere, un credibilissimo presidente degli Stati Uniti almeno sullo schermo. Clooney mette sul piatto l'etica personale, facendoci chiedere cosa si è disposti a rinunciare per arrivare alla meta, cosa si è disposti a fare, quali barriere saremmo disposti ad infrangere,accennando inoltre quali possano essere le conseguenze che dovremmo affrontare.Ed è un discorso che riguarda ogni ceto sociale, ogni professione e le scelte che abbiamo di fronte ogni giorno. Chi è preda? Chi è predatore? Il tempo può ribaltare tutto e rimescolare le carte in tavola. E' evidente il suo punto di vista, visto che gli spunti per storie come questa non mancano, ma a volte è bene fermarsi a riflettere, magari sedendosi su una poltrona e passando 1 ora e 40 minuti a godere di un intensa tensione narrativa davanti ad uno schermo gigante.
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fedson
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lunedì 7 ottobre 2013
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le due facce della medaglia a stelle e strisce
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Il giovane Steèhen Meyers (Gosling) sostiene e lavora per il contendente democratico Mike Morris (Clooney) alle primarie negli Stati Uniti, insieme alla sua spalla più anziana Paul Zara (Hoffman), democratico a tutto punto. Il candidato Morris, presentatore di solide morali americane che mette in luce tramite la sua figura pulita, ordinata, da perfetto americano protettore della propria patria (e privo di corruzioni), partirà col piede sbagliato durante la campagna, scoprendo che l'unico modo per ottenere un posto nella Casa Bianca sarà quello di accattivarsi non solo più voti possibili dal popolo, ma anche quello di un politico locale di spessore. Ma Stephen scoprirà a sue spese che dietro la medaglia e le parole democratiche di Morris, esiste un lato sporco.
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Il giovane Steèhen Meyers (Gosling) sostiene e lavora per il contendente democratico Mike Morris (Clooney) alle primarie negli Stati Uniti, insieme alla sua spalla più anziana Paul Zara (Hoffman), democratico a tutto punto. Il candidato Morris, presentatore di solide morali americane che mette in luce tramite la sua figura pulita, ordinata, da perfetto americano protettore della propria patria (e privo di corruzioni), partirà col piede sbagliato durante la campagna, scoprendo che l'unico modo per ottenere un posto nella Casa Bianca sarà quello di accattivarsi non solo più voti possibili dal popolo, ma anche quello di un politico locale di spessore. Ma Stephen scoprirà a sue spese che dietro la medaglia e le parole democratiche di Morris, esiste un lato sporco. Produrre questo film in piena democrazia americana (di Obama), è come se non si volesse far scappare l'occasione di dare una bella scossa al popolo americano ed incitarlo a riflettere che, anche dietro l'americano degli americani, in politica, si nasconde sempre una parte dedita alla corruzione e all'inganno. E' una politica che Clooney disegna come una mela: bella, perfetta e accattivante esternamente, il cui lato interno, però, è marcio e disgustoso. La storia politica scritta, diretta e interpretata dal divo hollywoodiano mira costantemente alla triste verità che, anche il più onesto e intelligente dei politici (democratici o repubblicani che siano), amato dal popolo ma sospettato dai suoi stessi amici e colleghi, deve abbassarsi di livello aprendo le sue braccia alla più sinistra delle corruzioni e al ricatto. George Clooney, da sempre interessato più che mai alla politica, spreme il mondo della politica statunitense evidenziandone i tratti più salienti e speranzosi (le parole), ma anche quelli più compromettenti e inconclusi (i fatti); inscenando un thriller politico attivo e diretto nel suo messaggio di un sistema corrotto, dotato di una sfera opportunista in grado di trascinare nella sua avidità di potere perfino il più corretto dei politici, mettendolo contro i suoi stessi sostenitori e amici per mezzo di un mondo ormai nelle mani dei media, qui visti in tutta la loro disumanità ed ingiustizia nei confronti di uomini che volevano farsi strada per mezzo dei loro (sani) valori e delle loro parole. Clooney si dimostra un regista sapiente e capace, attento nel trovare il giusto equilibrio quando si tratta di cinema impegnato (specie in un campo come quello della politica), la cui bravura sta proprio nel mostrarci, senza mezzi termini, che perfino un popolo unito e potente (come gli USA) non sono in fondo così integri e sinceri come loro vogliono mostrare; permettendoci, così, di schiarirci le idee nei confronti delle due facce dell'intoccabile medaglia a stelle e strisce.
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filippo catani
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sabato 31 dicembre 2011
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politica nera e cinica
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Primarie democratiche. Un rampante consulente di uno dei candidati crede fermamente nella causa fino a quando non entrerà nei tremendi ingranaggi della campagna elettorale tra segreti, bugie, tradimenti e segreti da far scomparire.
Veramente nera l'ultima opera di George Clooney o quantomeno decisamente disincantata se si eccettua un possibile buon finale che viene solo lasciato alla volontà dello spettatore. Senza dubbio ormai gran parte di noi è alquanto disillusa sulle doti delle attuali elite politiche ma certamente il film dà un lucido ritratto di come un giovane idealista, se intenzionato a farsi strada in quel mondo, deve essere disposto ad ogni tipo di nefandezza e/o colpo basso. Soprattutto deve essere disponibile a pulire la scena del crimine qualora venisse a conoscenza di negligenze da parte del suo capo.
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Primarie democratiche. Un rampante consulente di uno dei candidati crede fermamente nella causa fino a quando non entrerà nei tremendi ingranaggi della campagna elettorale tra segreti, bugie, tradimenti e segreti da far scomparire.
Veramente nera l'ultima opera di George Clooney o quantomeno decisamente disincantata se si eccettua un possibile buon finale che viene solo lasciato alla volontà dello spettatore. Senza dubbio ormai gran parte di noi è alquanto disillusa sulle doti delle attuali elite politiche ma certamente il film dà un lucido ritratto di come un giovane idealista, se intenzionato a farsi strada in quel mondo, deve essere disposto ad ogni tipo di nefandezza e/o colpo basso. Soprattutto deve essere disponibile a pulire la scena del crimine qualora venisse a conoscenza di negligenze da parte del suo capo. Ovviamente non c'è il minimo spazio per niente e nessuno e infatti tutti i giovani stagisti affermano di aver solo ed esclusivamente sposato la causa. Poi c'è il solito problema della moralità americana; tutto è permesso al futuro presidente ma niente tradimenti o scappatelle amorose con stagiste (Clinton docet). Cast ben assortito dove Clooney si fa un po' da parte per lasciare spazio al triangolo Gosling-Seymour Hoffman e Giamatti. In chiusura anche il cosiddetto candidato indipendente insieme alla rappresentante della stampa escono da questo film con le ossa visibilmente rotte.
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the lady on the hot tin roof
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lunedì 31 dicembre 2012
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opportunismo o fondamentalismo ideologico?
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Avete presente “Lo Squalo” di Steven Spielberg? Le scene cult del film funzionano non tanto perché il pericolo si manifesta, quanto piuttosto perché scopriamo che il pericolo c’era sempre stato e noi (spettatori) non ce ne eravamo accorti. “Le Idi di Marzo” sembra adottare questo fondamentale mantra come chiave di volta di tutta la narrazione. E funziona. Eccome se funziona. Le doti registiche di Clooney si sposano perfettamente con la tipologia di film che lo attraggono come attore: film girati con uno stile sobrio, asciutto, talmente asciutto da risultare puntualmente impietoso nel tratteggiare i propri personaggi. In questo film assistiamo ad un improvviso cambio di registro, congegnato in maniera talmente formidabile da far sì che gli spettatori si chiedano sbalorditi come sia stato possibile.
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Avete presente “Lo Squalo” di Steven Spielberg? Le scene cult del film funzionano non tanto perché il pericolo si manifesta, quanto piuttosto perché scopriamo che il pericolo c’era sempre stato e noi (spettatori) non ce ne eravamo accorti. “Le Idi di Marzo” sembra adottare questo fondamentale mantra come chiave di volta di tutta la narrazione. E funziona. Eccome se funziona. Le doti registiche di Clooney si sposano perfettamente con la tipologia di film che lo attraggono come attore: film girati con uno stile sobrio, asciutto, talmente asciutto da risultare puntualmente impietoso nel tratteggiare i propri personaggi. In questo film assistiamo ad un improvviso cambio di registro, congegnato in maniera talmente formidabile da far sì che gli spettatori si chiedano sbalorditi come sia stato possibile. La prima parte del film sembra la storia di tanti altri, un affresco superficiale e compiaciuto della vita quotidiana dei nidi d’ape che sorgono in occasione delle campagne elettorali – per la verità, di qualsivoglia genere – statunitensi. Ryan Gosling, mai così bravo, interpreta un giovane idealista, fervente sostenitore di quello che sembra essere il futuro Presidente USA, i.e. il personaggio di George Clooney. Il suo Steven è “married to the campaign”, come la sceneggiatura ha cura di specificare, la sua vocazione nasce da una profonda fede nel progetto politico che il suo capo sta portando avanti, una sorta di fondamentalismo ideologico rispetto ai valori che egli rappresenta.
Peccato che il candidato dei “giusti” sia tutt’altro che uno stinco di santo e, piccola rivelazione dopo piccola rivelazione, senza che né il protagonista né noi spettatori ci rendiamo pienamente conto, quello che doveva essere uno tra i tanti pseudo-documentari sul politichese si trasforma in quello che, secondo me, più che un thriller, è un vero e proprio noir, scioccante, tetro, senza redenzione. Davanti ai nostri occhi increduli, l’unico personaggio del film che crede nella lealtà esce sconfitto, mentre il giovane, idealista fondamentalista Steven si trasforma in uno spregiudicato, brutale opportunista, proprio come il suo capo. Ma il vero colpo di genio del film sta nel fatto che ci pone un interrogativo difficilmente solvibile: quella di Steven è una vera e propria trasformazione, indotta dalla rivelazione che nessun uomo, neanche quello che porta avanti le cause più nobili, è puro? O è il naturale sfogo di quel fondamentalismo ideologico che lo porta sin dalle prime scene del film a mettere in prima linea la causa politica, quella per cui ogni mezzo diventa lecito? In altri termini, i recessi più cupi della mente umana sono semplicemente indotti da eventi esterni o sono già ivi latenti e attendono solo il momento giusto per venire alla luce? Clooney non sceglie: a ognuno la sua interpretazione. Nella sequenza di apertura, mentre Steven prova il microfono che dovrà essere utilizzato dal suo capo, pronuncia alcune parole del discorso che avrà luogo: “My religion, what I believe in is called the Constitution of United States of America”. Senza voler rovinare nulla, si sappia solo che la scena finale chiude il cerchio apertosi con quell’affermazione, nel segno della disillusione e dell’amarezza, ma anche – e soprattutto – di una rara consapevolezza circa la vera essenza della natura umana, così repentina nel creare ideali e doppiamente tale nell’infrangerli. Una tragica, sempiterna tensione.
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robert1948
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lunedì 12 dicembre 2011
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tragedia shakespiriana.
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Una tragedia "shakespeariana". Gli intrighi alla "Jago" e le adulazioni alla "Riccardo III".
Steve (Ryan Gosling) é un addetto stampa del Sen.Morris (George Clooney )nella campagna delle Presidenziali U.S.A.
Intelligente , ambizioso ma leale perchè crede in quello che fa. Al contrario del suo capo ,Paul (Philiph Seymour) ,coordinatore della campagna del senatore ,a cui interessa soltanto vincere. Costi quel che costi.
Rimane vittima ed esautorato dal Senatore per un intrigo comminatogli a bella posta dal suo capo e dal responsabile della campagna elettorale (Paul Giamatti) del Senatore avversario.
Così da trasformarsi anche lui in uno squalo rivolto ad azzannare tutti quelli che lo hanno danneggiato .
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Una tragedia "shakespeariana". Gli intrighi alla "Jago" e le adulazioni alla "Riccardo III".
Steve (Ryan Gosling) é un addetto stampa del Sen.Morris (George Clooney )nella campagna delle Presidenziali U.S.A.
Intelligente , ambizioso ma leale perchè crede in quello che fa. Al contrario del suo capo ,Paul (Philiph Seymour) ,coordinatore della campagna del senatore ,a cui interessa soltanto vincere. Costi quel che costi.
Rimane vittima ed esautorato dal Senatore per un intrigo comminatogli a bella posta dal suo capo e dal responsabile della campagna elettorale (Paul Giamatti) del Senatore avversario.
Così da trasformarsi anche lui in uno squalo rivolto ad azzannare tutti quelli che lo hanno danneggiato .
E come in tutte le tragedie shakespeariane il personaggio più debole tra tutti quelli che s'intrecciano nella vicenda , muore.
A chi non conosce i meccanismi della "politica" , la storia potrà sembrare pretestuosa e quindi debole.
Ma é invece tragicamente autentica .Dunque un film per pochi.
Impietoso ritratto della politica e del suo sottobosco.Stampa compresa.
Solida sceneggiatura e regia asciutta ; a parte alcune inquadrature ad effetto. Clooney e Gosling sempre più maturi.Eccellente interpretazione dei 4 protagonisti.
Un piccolo capolavoro.
Una lezione per l'attuale cinema italiano.
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audreyandgeorge
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sabato 7 gennaio 2012
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le idi di marzo....scorre e appassiona
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Si dice che dietro ad ogni uomo ci sia sempre una grande donna.
Andate a vedere l'ultimo film di Clooney ad aggiungerete: un bravo addetto stampa.
Le Idi di Marzo racconta la politica di oggi, dove lo showbusiness si confonde con l'etica, i politici sono come le star e i loro addetti stampa diventano i loro agenti. A colpi di sondaggio e gestione dei media (da quelli tradizionali ai blog), sono in grado di smuovere centinaia di voti, decretando il successo di un candidato rispetto ad un altro. Gestiscono la reputazione di un politico, ovvero ciò che questi ha di più importante nei confronti del suo pubblico .
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Si dice che dietro ad ogni uomo ci sia sempre una grande donna.
Andate a vedere l'ultimo film di Clooney ad aggiungerete: un bravo addetto stampa.
Le Idi di Marzo racconta la politica di oggi, dove lo showbusiness si confonde con l'etica, i politici sono come le star e i loro addetti stampa diventano i loro agenti. A colpi di sondaggio e gestione dei media (da quelli tradizionali ai blog), sono in grado di smuovere centinaia di voti, decretando il successo di un candidato rispetto ad un altro. Gestiscono la reputazione di un politico, ovvero ciò che questi ha di più importante nei confronti del suo pubblico .. o della sua audience.
In America queste professionalità sono ben conosciute e ri-conosciute anche dal grande pubblico, tanto che la reputazione del politico spesso è legata a doppio filo a quella del suo curatore d'immagine. Si potrebbe dunque arrivare al paradosso per il quale una défaillance dell'addetto stampa potrebbe compromettere l'immagine del politico che egli rappresenta?
Queste tematiche, attualissime e poco indagate nella politica italiana, fanno da sfondo a una storia di potere di per sé abbastanza banale: un governatore americano in lizza per la carica di Presidente (Clooney) non resiste al fascino di una stagista lasciando la ragazzina costretta a portarsi addosso il fardello della loro 'distrazione'. L'America, si sa, ai suoi politici perdona tutto ma non il bunga - bunga, l'infedeltà coniugale o le avventurette con le stagiste di turno.
Toccherà al suo addetto stampa saper gestire questa situazione.. o forse toccherà al Governatore scendere a patti con la propria 'immagine pubblica' (il suo addetto stampa Ryan Gosling)? I due attori si spalleggiano/fronteggiano in un gioco di potere affascinante, affiancati dai bravissimi Philip Seymour Hoffman e Paul Giamatti. Chi vincerà? e cosa abbinare ad un film così? scoprilo su www.nonsolopizzaecinema.com
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giorgio mancinelli
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venerdì 2 marzo 2012
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quando non si è a posto con la propria coscienza
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George Clooney firma questo intenso film tratto dall’omonimo play di Beau Willimon, in cui si racconta la storia di un ragazzo idealista, membro dello staff di uno dei candidati alla Presidenza USA, che resta travolto da giochi di potere e politici corrotti, proprio nel bel mezzo della campagna elettorale. Pur tuttavia la storia che vi si racconta non è quella appena descritta, altrimenti non si comprende il perché fuorviante del titolo: “Le Idi di Marzo” ? Una domanda che si pongono in molti appena usciti dalla proiezione ma pochi lo rapportano con la rilettura di Le Idi di marzo (latino: Idus Martii) riferite al 15 di marzo del calendario romano, utilizzato per il 15esimo giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio e solitamente usato per indicare la data dell'assassinio di Giulio Cesare.
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George Clooney firma questo intenso film tratto dall’omonimo play di Beau Willimon, in cui si racconta la storia di un ragazzo idealista, membro dello staff di uno dei candidati alla Presidenza USA, che resta travolto da giochi di potere e politici corrotti, proprio nel bel mezzo della campagna elettorale. Pur tuttavia la storia che vi si racconta non è quella appena descritta, altrimenti non si comprende il perché fuorviante del titolo: “Le Idi di Marzo” ? Una domanda che si pongono in molti appena usciti dalla proiezione ma pochi lo rapportano con la rilettura di Le Idi di marzo (latino: Idus Martii) riferite al 15 di marzo del calendario romano, utilizzato per il 15esimo giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio e solitamente usato per indicare la data dell'assassinio di Giulio Cesare. La storia dunque, e per di più a fosche tinte, entra in questo noir psicologico dalla porta d’ingresso quasi non vista, quasi inascoltata, perché nell’incrociarsi delle sequenze, i primi piani, i dialoghi sempre sulle righe e pur tuttavia mai convenzionali, disorientano dal cimentarsi con l’intento moralistico del film, in cui, una fiducia mal riposta fa crollare il rapporto di lavoro consistente e audace come quello di un promoter di successo alle prese con l'occasione di una vita. Ma non c'è spazio per il tradimento (che essendo nelle intenzioni era pertanto come già consumato) che si trasforma in un debito con la propria coscienza, e che resterà senza possibilità di riscatto. Cinema di grande impatto sociale che rispecchia uno degli aspetti più “violenti” della corruzione politica.
Cast di levatura eccezionale: Jennifer Ehle, Jeffrey Wright, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Ryan Gosling e George Clooney che ancora una volta, da prova della sua capacità di fine tessitore di sequenze visive, colto nei dettagli “epidermici” della fotografia, quasi che la sola immagine lasci trasparire il compimento dei dialoghi, prima ancora che lo svolgersi della trama. Sottigliezza registica questa che avevamo già riscontrata in “Good night and Good luck” e che fa di George Clooney un regista se vogliamo patinato ed effimero, non per questo meno audace e al passo coi tempi.
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diego p.
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giovedì 29 marzo 2012
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l'apparire è più importante dell'essere.
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LE IDI DI MARZO
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 7
Stephen Meyers (Ryan Gosling) è un giovane talentuoso esperto di comunicazione assoldato per la campagna elettorale del governatoreMike Morris (George Clooney) che basa tutta la sua rimonta per le primarie nel partito democratico sui valori costituzionali e sull’integrità, uomo integerrimo e inattaccabile, peccato che abbia un lato oscuro, e non appena Stephen lo scoprirà si troverà a far parte di quel sistema che sempre aveva combattuto. Un film sulla corruzione e sul ricatto politico che non risparmia nessuno, dai repubblicani ai democratici, al mondo dei media, un film che mostra la democrazia come ultima utopia.
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LE IDI DI MARZO
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 7
Stephen Meyers (Ryan Gosling) è un giovane talentuoso esperto di comunicazione assoldato per la campagna elettorale del governatoreMike Morris (George Clooney) che basa tutta la sua rimonta per le primarie nel partito democratico sui valori costituzionali e sull’integrità, uomo integerrimo e inattaccabile, peccato che abbia un lato oscuro, e non appena Stephen lo scoprirà si troverà a far parte di quel sistema che sempre aveva combattuto. Un film sulla corruzione e sul ricatto politico che non risparmia nessuno, dai repubblicani ai democratici, al mondo dei media, un film che mostra la democrazia come ultima utopia.
Ci viene mostrato quanto l’apparire sia più importante dell’essere, quanto dietro le persone sorridenti e patinate dei volantini elettorali ci sia di nascosto, di perverso, di marcio.
Interessante notare un film di critica cosi dura sulla parte politica democratica proprio durante la presidenza Obama (in realtà il film doveva uscire del 2007 ma dopo la vittoria di Obama si è preferito non fomentare anti-politica sulla nuova fiducia acquisita, evidentemente qualcosa deve essere cambiato).
La recitazione di Clooney non mi ha entusiasmato, credo non fosse il ruolo più adatto per lui, avrei probabilmente preferito si fosse limitato a fare solo il regista, cosa che per’altro ha fatto molto bene, Ryan Gosling invece l’ho trovato molto credibile. Nel complesso non male, film pulito, buon ritmo, non molto nuovo.
Diego Pigiu III
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alessio c.
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venerdì 13 luglio 2012
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quando rambo indossa giacca e cravatta...
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Lo spietato mondo della politica poco ha a che vedere con l'ancora più spietato mondo delle elezioni. E quando le elezioni sono per la corsa alla Casa Bianca, come resistere alla tentazione dei colpi bassi, degli inganni, delle bugie e delle diffamazioni? Questo è " Le Idi di Marzo". Questo è un film su un ragazzo: il più giovane e allo stesso tempo, a dire della concorrenza, il più bravo addetto stampa della campagna a favore del Governatore Morris (Clooney) e sarà lui, più che il governatore, per un motivo o per un altro, il punto di rottura, sarà lui a mettersi in gioco più di tutti, a cambiare sé stesso e a passare dall'altra parte della barricata partendo dalla fedeltà per arrivare alla spietatezza, alla falsità e all'opportunismo.
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Lo spietato mondo della politica poco ha a che vedere con l'ancora più spietato mondo delle elezioni. E quando le elezioni sono per la corsa alla Casa Bianca, come resistere alla tentazione dei colpi bassi, degli inganni, delle bugie e delle diffamazioni? Questo è " Le Idi di Marzo". Questo è un film su un ragazzo: il più giovane e allo stesso tempo, a dire della concorrenza, il più bravo addetto stampa della campagna a favore del Governatore Morris (Clooney) e sarà lui, più che il governatore, per un motivo o per un altro, il punto di rottura, sarà lui a mettersi in gioco più di tutti, a cambiare sé stesso e a passare dall'altra parte della barricata partendo dalla fedeltà per arrivare alla spietatezza, alla falsità e all'opportunismo. Il film, anche se un po' lento, è un thriller a tutti gli effetti e forse molto più di altri: agli inseguimenti spericolati a bordo di un'auto si sostituiscono i dibattiti politici, alle pallottole si sostituiscono gli sguardi, ai coltelli gli accordi sottobanco per aggiudicarsi la vittoria. Se volete, una sorta di Rambo in giacca e cravatta.
La scelta di Clooney di concedere a sé stesso un ruolo quasi marginale e fornire ampio sfogo al trio Gosling/Giamatti/Hoffman non poteva essere più azzeccata.
Da vedere.
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il re censore
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martedì 20 dicembre 2011
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il lato oscuro della politica
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Il filone del thriller politico raramente riesce a stupire ma senz'altro sa farsi apprezzare: più che replicato in decine di varianti, il genere è capace, quando ben sfruttato, di offrire prodotti di alto intrattenimento unitamente a riflessioni più o meno dense sul mondo di riferimento, in questo caso i giochi di potere pre-elettorali.
Con questo suo "Le Idi di Marzo" Clooney sforna un film di rara eleganza, senz'altro sopra la media, ben diretto con semplicità, dimestichezza e un respiro narrativo piuttosto spigliato.
La parabola di caduta e rinascita di un arrivista è confezionata con stile sobrio ma capace di coinvolgere lo spettatore fino ai titoli di coda: ad una prima parte brillante in sceneggiatura e toni ne segue una seconda più veloce e sfilacciata ma comunque ben gestita.
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Il filone del thriller politico raramente riesce a stupire ma senz'altro sa farsi apprezzare: più che replicato in decine di varianti, il genere è capace, quando ben sfruttato, di offrire prodotti di alto intrattenimento unitamente a riflessioni più o meno dense sul mondo di riferimento, in questo caso i giochi di potere pre-elettorali.
Con questo suo "Le Idi di Marzo" Clooney sforna un film di rara eleganza, senz'altro sopra la media, ben diretto con semplicità, dimestichezza e un respiro narrativo piuttosto spigliato.
La parabola di caduta e rinascita di un arrivista è confezionata con stile sobrio ma capace di coinvolgere lo spettatore fino ai titoli di coda: ad una prima parte brillante in sceneggiatura e toni ne segue una seconda più veloce e sfilacciata ma comunque ben gestita.
Ci sono tutte le carte in regola per creare spettacolo anche se con una trama tutto sommato lineare e banalotta di raggiro e tradimento: ma qui gli attori sono tutti eccellenti a partire dal protagonista Goosling per finire con i dueterogonisti Giamatti e Hoffman, sempre ottimi.
Il film riesce a non strafare mai, non ci sono sbafature né momenti morti, d'altro canto nemmeno c'è particolare emozione ma più che altro perché il tema del cinismo invade la pellicola fin dai primi minuti e proietta anche l'animo dello spettatore nel medesimo circolo vizioso di grettezza nel quale tutti i personaggi della pellicola cadono, uno dopo l'altro. Ci troviamo quindi ad osservare spietati e contenti le peripezie umane dei malcapitati.
Messaggio chiaro, duro, privo di speranza ma questa totale schiettezza procura senza dubbio divertimento e partecipazione. Non si può chiedere di più ad un regista ancora relativamente "alle prime armi".
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(di iron beatrix)
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