linus2k
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mercoledì 5 giugno 2013
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quando l'amicizia può essere una cura
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Conoscevo da tempo la graphic novel "Rughe" dell'autore spagnolo Paco Roca, vincitrice di diversi premi nel 2008, in Spagna ed in Italia (Gran Premio Guinigi a Lucca Comics) e l'avevo talmente amata da voler leggere tutte le opere di Roca (che consiglio caldamente).
Non lo chiamerei fumetto ma un vero e proprio romanzo per immagini, e nemmeno su un tema particolarmente semplice da trattare.
"Rughe" parla di anziani, parla di malattia, di Alzheimer ma soprattutto di una malattia ancora peggiore: la solitudine.
Ebbene sì, non è certo un fumetto, e tanto meno un film d'animazione, adatto alla più giovane età ed è proprio uno di quei casi in cui il disegno diventa prezioso strumento veicolare un messaggio difficile attraverso una storia non facile, apportando quella poesia e quella delicatezza che solo il sapiente tratto di matita può dare.
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Conoscevo da tempo la graphic novel "Rughe" dell'autore spagnolo Paco Roca, vincitrice di diversi premi nel 2008, in Spagna ed in Italia (Gran Premio Guinigi a Lucca Comics) e l'avevo talmente amata da voler leggere tutte le opere di Roca (che consiglio caldamente).
Non lo chiamerei fumetto ma un vero e proprio romanzo per immagini, e nemmeno su un tema particolarmente semplice da trattare.
"Rughe" parla di anziani, parla di malattia, di Alzheimer ma soprattutto di una malattia ancora peggiore: la solitudine.
Ebbene sì, non è certo un fumetto, e tanto meno un film d'animazione, adatto alla più giovane età ed è proprio uno di quei casi in cui il disegno diventa prezioso strumento veicolare un messaggio difficile attraverso una storia non facile, apportando quella poesia e quella delicatezza che solo il sapiente tratto di matita può dare.
E va detto che Paco Roca ha creato 2 veri e propri gioielli, il libro ed il film, ambedue così belli e così completi da non meritare i soliti inutili confronti.
Passando al film d'animazione, dico subito che non è particolarmente facile trovarlo, distribuito all'interno di cineforum e spinto dalla pubblicità che può derivare dal conoscere l'opera scritta o dal passaparola, è possibile scovarlo in rete o sperare in qualcuno che lo distribuisca in un secondo momento in home video.
La storia è una storia di amicizia tra Emilio e Miguel, 2 anziani ricoverati in un centro anziani, il primo per malattia (Alzheimer, appunto) ed il secondo per solitudine.
In punta di piedi, con delicata ironia, Paco Roca ci accompagna attraverso l'inesorabile decadenza mentale di Emilio che prosegue di pari passo con il superamento di quel cinismo (spesso divertente, va ammesso) che affligge Miguel ed il cementarsi di una grande amicizia.
Intorno a loro tutta una serie di adorabili figure che vivono spesso imprigionate nella loro realtà che spesso è popolata di desideri, paure, fantasmi del passato, bei ricordi della gioventù o desiderio di affetto da parte di parenti che sono sempre meno presenti.
Nonostante la profonda vena malinconica, "Rughe" lascia un meraviglioso messaggio di speranza, mostrando come l'umanità, in qualsiasi momento della vita, e forse in quelli più difficili ancor di più, sa tirar fuori la sua forza, che è data dall'amicizia, dalla solidarietà, dal non lasciarsi mai soli.
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giurg 63
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sabato 16 maggio 2015
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amara realtà.
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Non c'è molto da dire su questo film d'animazione rivolto, a mio avviso, agli adulti e a chi ha avuto modo di sperimentare quanto accade nelle case di riposo.
I personaggi sono rappresentati con grande realismo ed esprimono perfettamente le loro condizioni di esseri umani esclusi dalle loro esistenze attive e produttive, costretti ad essere "parcheggiati" in quel tristissimo luogo da familiari che non riescono ad accudirli.
Una fuga concreta da quella "prigione" non é possibile, come dimostra il tragico epilogo del trio capeggiato da Miguel, "il single per scelta," senza prole, il quale, in fondo, dimostra di avere ben più lucidità ed energia dei suoi compagni e delle sue compagne di reclusione che, invece, si erano fatti una famiglia e qualcuno di essi ha anche chi va a trovarli.
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Non c'è molto da dire su questo film d'animazione rivolto, a mio avviso, agli adulti e a chi ha avuto modo di sperimentare quanto accade nelle case di riposo.
I personaggi sono rappresentati con grande realismo ed esprimono perfettamente le loro condizioni di esseri umani esclusi dalle loro esistenze attive e produttive, costretti ad essere "parcheggiati" in quel tristissimo luogo da familiari che non riescono ad accudirli.
Una fuga concreta da quella "prigione" non é possibile, come dimostra il tragico epilogo del trio capeggiato da Miguel, "il single per scelta," senza prole, il quale, in fondo, dimostra di avere ben più lucidità ed energia dei suoi compagni e delle sue compagne di reclusione che, invece, si erano fatti una famiglia e qualcuno di essi ha anche chi va a trovarli.
L'unica "fuga" che "i maschietti" un pò più lucidi, come il summenzionato Miguel e il duro d'udito Augustin, possono concedersi é quella di ammirare, e anche fugacemente palpare, le generose forme della giovane insegnante di ginnastica; in fondo, anche se non così "giustificabile," è, quello, un modo per sentirsi ancora, in qualche misura, vivi e non annientati dai monotoni orari scanditi nella casa di riposo.
E' stato per me molto utile vedere il film in lingua originale perché sto cercando di imparare un pò la lingua spagnola, ma spero tanto che esso venga doppiato in italiano in modo tale che molte persone possano apprezzarne la veridicità e l'utilità.
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angelo umana
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martedì 5 maggio 2015
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abituarsi all'idea
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Abituarsi all'idea che la vita finisce, che lasciamo il nostro lavoro e le nostre cose. Film-memento per tutti: è triste ma bisogna accettare che ci si congedi dalla "festa" della vita, o scendere dal tram dove gli avvenimenti sono in corso. Accettare che la nostra mente possa non connettere più anche se pensiamo che essa sia giovane come prima, come sempre. Strugge l'immagine dell'anziano che fa il suo ingresso nella "residencia" e si ricorda di quando la mamma lo lasciò nella classe il primo giorno di scuola, con gli occhi sgranati degli altri bambini che lo squadravano. Non resta che ingannarsi o affrontare la realtà, così dice al protagonista Emilio il suo compagno di stanza.
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Abituarsi all'idea che la vita finisce, che lasciamo il nostro lavoro e le nostre cose. Film-memento per tutti: è triste ma bisogna accettare che ci si congedi dalla "festa" della vita, o scendere dal tram dove gli avvenimenti sono in corso. Accettare che la nostra mente possa non connettere più anche se pensiamo che essa sia giovane come prima, come sempre. Strugge l'immagine dell'anziano che fa il suo ingresso nella "residencia" e si ricorda di quando la mamma lo lasciò nella classe il primo giorno di scuola, con gli occhi sgranati degli altri bambini che lo squadravano. Non resta che ingannarsi o affrontare la realtà, così dice al protagonista Emilio il suo compagno di stanza. Non resta che almeno sognare di far le cose - come viaggiare sull'Orient Express restandosene dietro a una finestra - inventarsele per non lasciarsi andare ed escogitare qualcosa per non finire al piano di sopra, dove stanno i non autosufficienti. Un film d'animazione che può servire a chi si appressa all'età fatidica e ai bambini e adulti che consegnano l'anziano-pacco alla struttura per visitarlo a Natale e fuggir via.
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