napoleone1800
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domenica 16 ottobre 2011
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tra rombo dei motori e silenzio dell'animo.
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é il silenzio il protagonista indiscusso di questa entusiasmante pellicola. è un lungo silenzio, infatti, quello che avvolge la biografia del protagonista. è ancora una volta il silenzio a tradire i sentimenti di "the driver" per la biondissima vicina di casa. è infine sempre il silenzio a scandire il ritmo della narrazione, alternato con incantevole armonia da brevi, fulinei, violenti momenti d'azione. un film che riesce finalmente a strappare lo spettatore dal sordido ruolo di fruitore passivo, costringendolo a scavare nel profondo dell'animo umano, in un carontico viaggio introspettivo, coinvolgente, affasciante, sublime. Un film su cui la critica non può certamente rimanere in "silenzio".
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é il silenzio il protagonista indiscusso di questa entusiasmante pellicola. è un lungo silenzio, infatti, quello che avvolge la biografia del protagonista. è ancora una volta il silenzio a tradire i sentimenti di "the driver" per la biondissima vicina di casa. è infine sempre il silenzio a scandire il ritmo della narrazione, alternato con incantevole armonia da brevi, fulinei, violenti momenti d'azione. un film che riesce finalmente a strappare lo spettatore dal sordido ruolo di fruitore passivo, costringendolo a scavare nel profondo dell'animo umano, in un carontico viaggio introspettivo, coinvolgente, affasciante, sublime. Un film su cui la critica non può certamente rimanere in "silenzio"....
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riccardo t.
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venerdì 14 ottobre 2011
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a real hero
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Driver non ha un nome ma un mestiere, un ruolo, un'abilità a connotarlo: sa guidare le auto divinamente e non perde mai il controllo e le sue emozioni non hanno il sopravvento. e questo è ciò che ci mostra l'incipit che toglie il fiato per ritmo e qualità visiva e costruito e girato intorno al protagonista che viaggia in una Los Angeles pitturata di scuro, dall'atmosfera tetra con una musica stupenda. Il Driver è anche stuntman, e lavora in una officina col mentore e amico Shannon. Ci appare così questo Driver, così bravo con le auto quanto silenzioso, solitario e metodico. ma non sappiamo perchè, fino a che il suo calmo equlibrio non si incrina quando conosce Irine e suo figlio, e capiamo che quel Driver è così glaciale, tratta coi criminali e finge di essere qualcun altro perchè non ha mai assaporato la dolce sensazione di stare in compagnia, di avere un attimo di felicità, così che un viaggio in macchina su un canale abbandonato insieme a quella dolce cameriera che si mangia le unghie diventa importantissimo, ma come la tradizione noir insegna; ciò che la realtà promette, il destino toglie.
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Driver non ha un nome ma un mestiere, un ruolo, un'abilità a connotarlo: sa guidare le auto divinamente e non perde mai il controllo e le sue emozioni non hanno il sopravvento. e questo è ciò che ci mostra l'incipit che toglie il fiato per ritmo e qualità visiva e costruito e girato intorno al protagonista che viaggia in una Los Angeles pitturata di scuro, dall'atmosfera tetra con una musica stupenda. Il Driver è anche stuntman, e lavora in una officina col mentore e amico Shannon. Ci appare così questo Driver, così bravo con le auto quanto silenzioso, solitario e metodico. ma non sappiamo perchè, fino a che il suo calmo equlibrio non si incrina quando conosce Irine e suo figlio, e capiamo che quel Driver è così glaciale, tratta coi criminali e finge di essere qualcun altro perchè non ha mai assaporato la dolce sensazione di stare in compagnia, di avere un attimo di felicità, così che un viaggio in macchina su un canale abbandonato insieme a quella dolce cameriera che si mangia le unghie diventa importantissimo, ma come la tradizione noir insegna; ciò che la realtà promette, il destino toglie. Destino impervio rappresentato da Standard, comapagno di Irine appena uscito di prigione, si capisce che per Il Driver è un colpo tremendo, il suo desiderio di essere amato da qualcuno si annulla improvvisamente, ma non basta la delusione sentimentale, il fatalismo, forze più grandi di lui, la sfortuna gli si mettono contro quando decide di aiutare Standard a compiere una rapina, come dice un personaggio nel film"si compiono più di 2000 rapine in questa città lui ha scelto quella sbagliata" per proteggere lei, ma sarà costretto a mostrare allo spettatore il suo lato violento, a indossare una maschera da vendicatore, e compiere un sacrificio ultimo, e diventare come la canzone finale suggerisce un Real Hero, ma rinunciando a un amore che poteva dare una svolt all'esistenza, partendo con la sua auto con una amaro senso di sconfitta, di rinuncia.
Inefetti Drive, se si guarda solo la trama non è originale, si è visto molte volte questo filone al cinema, ma è come condito il tutto che rende per me il film straordinario, a partire dal già citato incipit, dove musica e immagini si fondono perfettamente con gli attori, il film si impone per lo stile che gioca sul contrasto del suo essere a tratti avvolgente e dolce, come nelle scene romantiche, anhce un semplice gioco di sguardi, a tratti secco e durissimo, per la violenza mostrata, per le immagini splendide, dalla celeberrima scena dell'ascensore di importanza narrativa e stilistica fondamentale che assume un tono quasi fiabesco, al gioco di luci del faro nella scena dell'uccisione del Boss Nino,al gioc di ombre finale dove tutto il comaprto tecnico dalla fotografia, alla regia, alla colonna sonora è perfetto. E in tutto ciò complimenti a Refn che ha montato questo capolavoro fenetico alternato a momenti più riflessivi utilizzando toni diversi come il ralenti, ma assumendo forte valenza come quando il Driver porta in braccio il piccolo Benicio, per poi sfociare nella violenza efferata ma gestita meravigliosamente, in tutte le parti in cui compare, snza mai decontestualizzarla, ma in fondo Drive è un film romantico,struggente fatto di piccoli dettagli che lo rendono grande. Grandissimi attori, Gosling fenomenale, il suo viso è un mondo, ed è stato meravigioso esplorarlo.
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lucapalazzi
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venerdì 14 ottobre 2011
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oltre la giacca niente
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Eroica, bellissima, struggente. Sono questi gli aggettivi che mi vengono in mente osservando la giacca del protagonista, mentre vaga per un film per il resto sostanzialmente insignificante.
La giacca invece, no. Sul suo bianco argentato, interrotto solo da colletto e polsini neri, vibra un magnifico scorpione rivelato poco dopo l'inizio del film. E questo è sicuramente un punto forte della regia,
ciò che rende Refn, un autore (oltre al fatto di essere danese). Da li in poi lo spettatore s'innamora di quella giacca e ne seguirà l'evoluzione nel corso delle film, dal bianco immacolato delle prime gite in macchina
fino all'eroico sacrificio finale, quando la giacca ormai tutta unta di sangue viene pugnalata alle spalle.
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Eroica, bellissima, struggente. Sono questi gli aggettivi che mi vengono in mente osservando la giacca del protagonista, mentre vaga per un film per il resto sostanzialmente insignificante.
La giacca invece, no. Sul suo bianco argentato, interrotto solo da colletto e polsini neri, vibra un magnifico scorpione rivelato poco dopo l'inizio del film. E questo è sicuramente un punto forte della regia,
ciò che rende Refn, un autore (oltre al fatto di essere danese). Da li in poi lo spettatore s'innamora di quella giacca e ne seguirà l'evoluzione nel corso delle film, dal bianco immacolato delle prime gite in macchina
fino all'eroico sacrificio finale, quando la giacca ormai tutta unta di sangue viene pugnalata alle spalle. Sul perchè il tipo dentro la giacca volti le spalle al cattivo mafioso dopo aver dato sfoggio di grande tattica ed abilità per il resto del film, non è dato sapere (come del resto non c'era motivo di innamorarsi di una ragazza conosciuta in ascensore con la quale non ha mai parlato nè mai parlerai). Pazienza. In compenso, bellissima la colonna sonora.
Giacca e colonna sonora. Il resto è la versione bulimica di taxi driver, tanto che a Venezia l'anziano De Niro si è commosso.
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didimao
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venerdì 14 ottobre 2011
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bellissimo
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Film straordinario, crudo, spettacolare, introspettivo, violentissimo. Fotografia stupenda nella sua esasperazione. Attori azzeccatissimi, Goslin freddo, psicopatico, da Oscar.
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a.c.s.
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venerdì 14 ottobre 2011
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poteva...ma non è stato
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Teaser meraviglioso, che ti prepara a cio che non vedrai.
Ottimi alcuni spunti registici ....ma Cannes?
Per il resto concordo con la recensione di G.Zappoli.
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7fra22
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venerdì 14 ottobre 2011
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bel film.....
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Film di buona fattura che rischiava di essere decisamente migliore.
La regia è ottima, con inquadrature claustrofobiche, ritmo esaperatamente lento disorientato da fuminei scatti di irrefrenabile violenza, il tutto immerso in una city by night di grande suggestione e accompagnato da una colonna sonora impeccabile.
Ryan Gosling si cala pefettamente nella parte (forse direte niente di complicato!) restituendo una figura imperscrutabile e di difficile lettura. Ad un'analisi superficiale Driver sembrerebbe rappresentare il classico stereotipo del duro dal cuore tenero, che si carica sulle spalle le angosce di una famiglia tormentata.
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Film di buona fattura che rischiava di essere decisamente migliore.
La regia è ottima, con inquadrature claustrofobiche, ritmo esaperatamente lento disorientato da fuminei scatti di irrefrenabile violenza, il tutto immerso in una city by night di grande suggestione e accompagnato da una colonna sonora impeccabile.
Ryan Gosling si cala pefettamente nella parte (forse direte niente di complicato!) restituendo una figura imperscrutabile e di difficile lettura. Ad un'analisi superficiale Driver sembrerebbe rappresentare il classico stereotipo del duro dal cuore tenero, che si carica sulle spalle le angosce di una famiglia tormentata. Ma di tenero c'è ben poco...basti chiedere al tizio dell'ascensore!! E' difficile comprendere appieno i motivi che originano le sue azioni e, fino alla fine del film, si rimane di fronte ad una figura enigmatica....chi divalo è questo qua?
Come detto, c'erano i presupposti per fare un grande film, ma la parte finale tende a perdere consistenza invece di acquistarne. Manca quel tocco di originalità che ti sorprende , che fa fare il salto di qualità. Almeno l'ultimo regolamento di conti andava reso con un impatto scenico maggiore! Peccato per l'occasione persa....cmq bel film
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tiamaster
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giovedì 13 ottobre 2011
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la piccola magia di refn!!!
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Nicolas winding refn,regista danese semi-famoso per il film Bronson,rende una storia semplice come quella di drive,un film veramente notevolissimo!!!ryan goslin,attualmente attore più richiesto di hollywood,dà il meglio di sè in un film adrenalinico e con una sceneggiatura calcolata a puntino.Il ritmo è forse l'unico difetto:in certi punti poco scorrevole e lento.La regia si è meritata il premio a cannes e così da un idea semplice si ricava un buonissimo film,e credo che refn farà molta strada velocemente...si vedrà!!
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chiarass
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giovedì 13 ottobre 2011
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lo scorpione nobile
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Il finale nobile del film “Drive” annienta in un secondo la sensazione di terrore-orrore che invece pervade lo spettatore per quasi tutta la durata della pellicola. Il protagonista, o meglio il primo piano del suo sguardo lucido e languido, se ne va per sempre da Los Angeles lasciandosi alle spalle cadaveri uccisi a freddo, un milione di dollari e la donna della sua vita. Porterà con se’ la sua auto, la sua personalità completamente intatta, il suo senso di coerenza e, per l’appunto, la sua nobiltà.
Inserire questo film all’interno di un genere specifico risulta alquanto difficile, definirlo invece un Film è semplice: fotografia e inquadrature perfette, tecnicamente ottime, caratterizzate da minuziose scelte nelle angolature, nella posizione della camera nei confronti degli attori; le luci e l’illuminazione in generale, insieme alla colonna sonora, occupano un ruolo importante, quello di accompagnare, altre volte esaltare lo stato d’animo del protagonista.
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Il finale nobile del film “Drive” annienta in un secondo la sensazione di terrore-orrore che invece pervade lo spettatore per quasi tutta la durata della pellicola. Il protagonista, o meglio il primo piano del suo sguardo lucido e languido, se ne va per sempre da Los Angeles lasciandosi alle spalle cadaveri uccisi a freddo, un milione di dollari e la donna della sua vita. Porterà con se’ la sua auto, la sua personalità completamente intatta, il suo senso di coerenza e, per l’appunto, la sua nobiltà.
Inserire questo film all’interno di un genere specifico risulta alquanto difficile, definirlo invece un Film è semplice: fotografia e inquadrature perfette, tecnicamente ottime, caratterizzate da minuziose scelte nelle angolature, nella posizione della camera nei confronti degli attori; le luci e l’illuminazione in generale, insieme alla colonna sonora, occupano un ruolo importante, quello di accompagnare, altre volte esaltare lo stato d’animo del protagonista. A questo proposito è esemplare la scena all’interno dell’ascensore nella quale, con un effetto rallenty molto azzeccato, una musica incalzante e un particolare gioco di luce, il ragazzo prima bacia malinconicamente e affettuosamente Irene, poi riduce in brandelli il cranio dello scagnozzo al loro fianco mandato lì per ucciderlo (ovviamente sotto gli occhi esterrefatti della ragazza) mostrando allo stesso tempo la sua nobiltà d’animo e la bellicosità tipica dello scorpione che, tra l’altro, ha cucito sul retro del suo giubbotto argentato. Scena, questa, che segna anche la svolta: se prima aveva ucciso degli uomini, lo aveva fatto per il semplice tentativo di sopravvivere, mentre di lì in poi, le minacce, le botte, le martellate sulle mani si fanno sistematiche, quasi quanto la sua spietata crudeltà giustificata, se possibile, unicamente dal suo senso della lealtà, dalla sua voglia di riscattare Standard e proteggere Irene e suo figlio.
Infine, una nota di merito va all’ambientazione in stile nineties, afferrabile appena preso posto sulle poltroncine, grazie al colore fuxia dei titoli di apertura in Mistral e che continua per tutto lo scorrere della pellicola se si notano piccoli particolari come la pettinatura di Irene, le sue gonne lunghe ed anche l’abbigliamento del protagonista stesso, con i suoi jeans attillati a vita alta e il giubbotto color argento.
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chiarass
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giovedì 13 ottobre 2011
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lo scorpione nobile
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Il finale nobile del film “Drive” annienta in un secondo la sensazione di terrore-orrore che invece pervade lo spettatore per quasi tutta la durata della pellicola. Il protagonista, o meglio il primo piano del suo sguardo lucido e languido, se ne va per sempre da Los Angeles lasciandosi alle spalle cadaveri uccisi a freddo, un milione di dollari e la donna della sua vita. Porterà con se’ la sua auto, la sua personalità completamente intatta, il suo senso di coerenza e, per l’appunto, la sua nobiltà.
Inserire questo film all’interno di un genere specifico risulta alquanto difficile, definirlo invece un Film è semplice: fotografia e inquadrature perfette, tecnicamente ottime, caratterizzate da minuziose scelte nelle angolature, nella posizione della camera nei confronti degli attori; le luci e l’illuminazione in generale, insieme alla colonna sonora, occupano un ruolo importante, quello di accompagnare, altre volte esaltare lo stato d’animo del protagonista. A questo proposito è esemplare la scena all’interno dell’ascensore nella quale, con un effetto rallenty molto azzeccato, una musica incalzante e un particolare gioco di luce, il ragazzo prima bacia malinconicamente e affettuosamente Irene, poi riduce in brandelli il cranio dello scagnozzo al loro fianco mandato lì per ucciderlo (ovviamente sotto gli occhi esterrefatti della ragazza) mostrando la sua nobilità d'animo e la sua bellicosità, come lo scorpione cucito sul retro del suo giubbotto argentato. Scena, questa, che segna anche la svolta: se prima aveva ucciso degli uomini, lo aveva fatto per il semplice tentativo di sopravvivere, mentre di lì in poi, le minacce, le botte, le martellate sulle mani si fanno sistematiche, quasi quanto la sua spietata crudeltà giustificata, se possibile, unicamente dal suo senso della lealtà, dalla sua voglia di riscattare Standard e proteggere Irene e suo figlio.
Infine, una nota di merito va all’ambientazione in stile nineties afferrabile, appena preso posto sulle poltroncine, grazie al colore fuxia dei titoli di apertura in Mistral e che continua per tutto lo scorrere della pellicola se si notano piccoli particolari come la pettinatura di Irene, le sue gonne lunghe ed anche l’abbigliamento del protagonista stesso, con i suoi jeans attillati a vita alta e il giubbotto color argento.
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nails79
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giovedì 13 ottobre 2011
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il trailer inganna
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Belli i primi minuti, che poi sono quelli del trailer....poi il film crolla e non vedi ciò che ti aspetti da uno stuntman-autista di rapinatori....
[+] forse era meglio fermarsi al trailer
(di lukastattoo)
[ - ] forse era meglio fermarsi al trailer
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