oldboy muzza
|
lunedì 11 aprile 2016
|
incantevole lezione di stile (e di vita)
|
|
|
|
Splendido, struggente nella sua semplicità e stilisticamente perfetto. Film che narra della vecchiaia, della gratitudine e della malattia.
La difficoltà del distacco, il sentimento celato nella compostezza tipicamente orientale, l'amore del protagonista per la donna che ha accudito lui ed è stata vicina alla sua famiglia per decine di anni, tutto questo mescolato al romanticismo pacato, quasi educato nei gesti e nelle parole di un uomo di successo che si ritrova investito di una responsabilità di cui si dimostra degno. Misurato e coerente racconto fatto di memorie, di affetto sincero. Commovente la tenacia della donna nel non voler recare disturbo a colui che ha sempre servito sin da quando era bambino, tenacia che fa il paio con quella di lui che non vuole rassegnarsi a perderla.
[+]
Splendido, struggente nella sua semplicità e stilisticamente perfetto. Film che narra della vecchiaia, della gratitudine e della malattia.
La difficoltà del distacco, il sentimento celato nella compostezza tipicamente orientale, l'amore del protagonista per la donna che ha accudito lui ed è stata vicina alla sua famiglia per decine di anni, tutto questo mescolato al romanticismo pacato, quasi educato nei gesti e nelle parole di un uomo di successo che si ritrova investito di una responsabilità di cui si dimostra degno. Misurato e coerente racconto fatto di memorie, di affetto sincero. Commovente la tenacia della donna nel non voler recare disturbo a colui che ha sempre servito sin da quando era bambino, tenacia che fa il paio con quella di lui che non vuole rassegnarsi a perderla. Bellissimo il contrappasso che vede il giovane occuparsi dell'anziana ormai disabile, portarla a spasso in carrozzina, pulirla e prendersi cura di lei. Un film, insomma, da vedere assolutamente, trasmette un senso di pace sin dalle prime battute. Ci sono storie che parlano alla gente, e questa (almeno in parte realmente vissuta dal regista) rientra di diritto in tale categoria.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a oldboy muzza »
[ - ] lascia un commento a oldboy muzza »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
lunedì 4 marzo 2013
|
delicato racconto sulla vecchiaia
|
|
|
|
Un'anziana governante di Hong Kong si è presa cura per circa 60 anni dei membri della famiglia per cui presta servizio. Una sera è colpita da infarto e il giovane e scapolo membro rimasto a Hong Kong si prenderà cura di lei. Tratto da una storia vera.
Davvero toccante e delicato questo film che ci fa riflettere sull'inesorabile arrivo della vecchiaia, su come cercare di affrontarlo e soprattutto una riflessione su come si comportano le persone che stanno attorno all'anziano che necessita di aiuto. In questo caso l'affermato produttore cinematografico decide di affidare la donna (con il consenso di lei) alle cure di un centro per anziani gestito da un amico e lui si farà carico di ogni spesa.
[+]
Un'anziana governante di Hong Kong si è presa cura per circa 60 anni dei membri della famiglia per cui presta servizio. Una sera è colpita da infarto e il giovane e scapolo membro rimasto a Hong Kong si prenderà cura di lei. Tratto da una storia vera.
Davvero toccante e delicato questo film che ci fa riflettere sull'inesorabile arrivo della vecchiaia, su come cercare di affrontarlo e soprattutto una riflessione su come si comportano le persone che stanno attorno all'anziano che necessita di aiuto. In questo caso l'affermato produttore cinematografico decide di affidare la donna (con il consenso di lei) alle cure di un centro per anziani gestito da un amico e lui si farà carico di ogni spesa. Oltre a ciò l'uomo si impegna ad andarla a trovare ogni settimana e a portarla un po' in giro o a sistemare le sue vecchie cose (stupenda la scena in cui viene ritrovata la banconota da 500 dollari perfettamente conservata e che era stato il primo stipendio dell'anziana signora). Ecco però che al centro per anziani la sua storia si intreccia con quella di vecchietti ancora arzilli (come il signore che cerca sempre di farsi prestare soldi per andare con una prostituta), altri che vedono accentuato il loro brusco carattere (è il caso del maestro) ed altri che o non possono più provvedere a se stessi oppure sono stati letteralmente abbandonati lì al loro destino.E questo è il tragico ritratto che si presenta agli occhi di chi è abituato a frequentare le case di riposo. Troppo spesso coloro che sono stati i nostri genitori o persone che hanno avuto una valenza speciale (in questo caso la governante ha fatto da vera madre in quanto "l'originale" pare decisamente noiosa e pedante) vengono abbandonati ad un triste destino in quanto considerati ormai ingombranti come un peso da portare. Certo non si vuole quì generalizzare in quanto c'è caso e caso ma molto spesso leggiamo nelle cronache di persone che ormai vivono in isolamento da tutto e tutti. Insomma un film pregevole e con ottimi attori e che fa riflettere sul fatto che la ruota della vita gira per tutti e quindi anche noi prima o poi dovremo fare i conti con la vecchiaia e non vorremmo certo essere abbandonati da tutti coloro a cui vogliamo bene.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
molenga
|
sabato 5 gennaio 2013
|
un'amore semplice.
|
|
|
|
Ah Tao ha servito per 60 anni la stessa famiglia di Honk Kong. Adesso si occupa dell'ultimo esponente del casato rimasto nella città, il produttore cinemtografico Roger. Un giorno la donna ha un infarto e, una ripresasi, decide che ciò che le resta da vivere debba essere in una casa di riposo. roger le trova un posto nel ricovero di proprietà di un amico, ma proprio a partire dal distacco quotidiano inizia a riconsiderare l'importanza del rapporto con questa donna, più una madre che una domestica.
i due attori principali creano un duetto a distanza che , senza mai scadere nel mieloso, commuove e fa riflettere ottima e "dal sapore antico"-riferendoci a cderto cinema orientale- la regia, semplice la scelta stilistica e grande la sceneggiatura.
[+]
Ah Tao ha servito per 60 anni la stessa famiglia di Honk Kong. Adesso si occupa dell'ultimo esponente del casato rimasto nella città, il produttore cinemtografico Roger. Un giorno la donna ha un infarto e, una ripresasi, decide che ciò che le resta da vivere debba essere in una casa di riposo. roger le trova un posto nel ricovero di proprietà di un amico, ma proprio a partire dal distacco quotidiano inizia a riconsiderare l'importanza del rapporto con questa donna, più una madre che una domestica.
i due attori principali creano un duetto a distanza che , senza mai scadere nel mieloso, commuove e fa riflettere ottima e "dal sapore antico"-riferendoci a cderto cinema orientale- la regia, semplice la scelta stilistica e grande la sceneggiatura. un film da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a molenga »
[ - ] lascia un commento a molenga »
|
|
d'accordo? |
|
kondor17
|
sabato 24 novembre 2012
|
riconoscenza ed affetto in un film vero
|
|
|
|
Concordo in larga parte con pepito1948, ma dò le tre stelle per la capacità del regista di rendere appieno e secondo me volutamente, con toni sommessi e piatti, il grigiore delle case di riposo per poveri, in contrapposizione con il glamour e lo sfarzo di una Hong-Kong ricca e potente, di cui Roger, il "padrone", fa parte. Nei suoi occhi non traspare mai amore, ma solo riconoscenza e non spende mai una lacrima per la vecchia e fedele governante, ma, correttamente, la accompagna sino all'ultimo respiro, portandola in giro ormai cadente in carrozzina, facendola ridere quando non dovrebbe, invitandola alla prima del suo film ed alle riunioni familiari. Manca sì di poesia, di pathos, ma siamo ad Hong-Kong, non dimentichiamo; il film è ben diretto ed il quadro finale è quello di aver assistito ad un'opera vera, scarna ma realista, che mette in perfetto risalto sia la differenza di casta, che la sua permebilità affettiva.
[+]
Concordo in larga parte con pepito1948, ma dò le tre stelle per la capacità del regista di rendere appieno e secondo me volutamente, con toni sommessi e piatti, il grigiore delle case di riposo per poveri, in contrapposizione con il glamour e lo sfarzo di una Hong-Kong ricca e potente, di cui Roger, il "padrone", fa parte. Nei suoi occhi non traspare mai amore, ma solo riconoscenza e non spende mai una lacrima per la vecchia e fedele governante, ma, correttamente, la accompagna sino all'ultimo respiro, portandola in giro ormai cadente in carrozzina, facendola ridere quando non dovrebbe, invitandola alla prima del suo film ed alle riunioni familiari. Manca sì di poesia, di pathos, ma siamo ad Hong-Kong, non dimentichiamo; il film è ben diretto ed il quadro finale è quello di aver assistito ad un'opera vera, scarna ma realista, che mette in perfetto risalto sia la differenza di casta, che la sua permebilità affettiva. Bellissime le musiche, ottimo il trucco e la fotografia. Ed il messaggio è decisamente positivo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kondor17 »
[ - ] lascia un commento a kondor17 »
|
|
d'accordo? |
|
rampante
|
giovedì 1 novembre 2012
|
un giovane e la sua anziana donna di servizio
|
|
|
|
Ah Tao è costretta dalla necessità ad andare , ancora fanciulla, a servizio presso la famiglia Leung.
Lì, trascorre tutta la vita aiutando nelle faccende domestiche ma anche a crescere i figli.
Con il passare degli anni, i componenti della famiglia emigrati, Ah Tao è sola a Hong Kong con l'unico Leung.
Un bel giovanotto che ha bisogno di Lei ma, è molto impegnato e sempre in giro per il mondo.
Tornando a casa, una sera, Roger trova l'anziana domestica in grave pericolo.
La porta in ospedale, la va a trovare, la segue durante la degenza e tra loro si instaura un forte legame affettivo che si intensifica col passare dei giorni.
[+]
Ah Tao è costretta dalla necessità ad andare , ancora fanciulla, a servizio presso la famiglia Leung.
Lì, trascorre tutta la vita aiutando nelle faccende domestiche ma anche a crescere i figli.
Con il passare degli anni, i componenti della famiglia emigrati, Ah Tao è sola a Hong Kong con l'unico Leung.
Un bel giovanotto che ha bisogno di Lei ma, è molto impegnato e sempre in giro per il mondo.
Tornando a casa, una sera, Roger trova l'anziana domestica in grave pericolo.
La porta in ospedale, la va a trovare, la segue durante la degenza e tra loro si instaura un forte legame affettivo che si intensifica col passare dei giorni.
Roger e l'anziana domestica si capiscono con uno sguardo, non occorrono parole per comunicare il reciproco affetto.
Ah Tao è una persona semplice che ha saputo infondere alle sue umili condizioni dignità e passione.
Noi tutti vorremmo avere vicino una Ah Tao d'aiutare poichè tutto quello che noi diamo è nulla in confronto all'infinito amore che Lei ci ha dato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rampante »
[ - ] lascia un commento a rampante »
|
|
d'accordo? |
|
donni romani
|
mercoledì 19 settembre 2012
|
l'essenza della vita
|
|
|
|
Semplice e toccante, semplice e profondo, semplice e struggente, semplice e straziante. Semplice nell'accezione in cui semplice vuol dire lineare, senza orpelli e senza ipocrisie, capace di lasciar parlare le immagini, anche crudeli a volte, e di accompagnare la protagonista verso la morte senza pietismi o falsi moralismi. La storia di Ah Tao, domestica per più di sessant'anni presso la stessa famiglia di Hong Kong è semplice come lo scorrere della vita quando si arriva all'essenza delle cose: ha cresciuto i bambini come se fossero suoi, ha fatto la spesa con cura e preparato pranzi e cene con maestria e pignoleria, ha accudito il gatto e stirato le camicie e dopo aver avuto un infarto viene ricoverata presso una casa per anziani, luogo descritto da Ann Hui con coraggio ed eleganza, perchè mostra gli orrori della decadenza senza mai scivolare nel voyeurismo, perchè c'è la morte in quell'istituto dove anche la privacy è negata e dove nei bagni ci si deve chiudere il naso per la puzza, ma c'è anche poesia nei sorrisi stentati e nello sforzo di amare la vita anche nelle sue ultime pagine.
[+]
Semplice e toccante, semplice e profondo, semplice e struggente, semplice e straziante. Semplice nell'accezione in cui semplice vuol dire lineare, senza orpelli e senza ipocrisie, capace di lasciar parlare le immagini, anche crudeli a volte, e di accompagnare la protagonista verso la morte senza pietismi o falsi moralismi. La storia di Ah Tao, domestica per più di sessant'anni presso la stessa famiglia di Hong Kong è semplice come lo scorrere della vita quando si arriva all'essenza delle cose: ha cresciuto i bambini come se fossero suoi, ha fatto la spesa con cura e preparato pranzi e cene con maestria e pignoleria, ha accudito il gatto e stirato le camicie e dopo aver avuto un infarto viene ricoverata presso una casa per anziani, luogo descritto da Ann Hui con coraggio ed eleganza, perchè mostra gli orrori della decadenza senza mai scivolare nel voyeurismo, perchè c'è la morte in quell'istituto dove anche la privacy è negata e dove nei bagni ci si deve chiudere il naso per la puzza, ma c'è anche poesia nei sorrisi stentati e nello sforzo di amare la vita anche nelle sue ultime pagine. Il giovane che Ah Tao ha cresciuto è ora un produttore cinematografico affermato, ma l'affetto che li lega è profondo, anche se mai esageratamente manifesto come del resto tipico della cultura orientale, e le scene fra i due sono di una tenerezza profonda e concreta, in cui le sorti sono accettate ma non per questo banalizzate, e in cui il dolore della perdita è sempre latente, e sempre cosciente. Estetico e vibrante, capace di emozionare e anche di inorridire, pacato - e forse per questo a volte un po' distante - resta un gioiello di equilibrio dei sentimenti e di espressività microscopica, che attraversa il volto di Deanie Ip, Coppa Volpi a Venezia come miglior attrice.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a donni romani »
[ - ] lascia un commento a donni romani »
|
|
d'accordo? |
|
astromelia
|
domenica 9 settembre 2012
|
drammatico e delicato
|
|
|
|
il film tocca punti di alta cinematografia,nelle grazie della protagonista e nella composta ma sensibile recitazione dell'attore,sebbene fastidioso per quanto riguarda il cibo presente ovunque nella pellicola....( ma cosa mangiano gli orientali???),comunque civiltà diversississima dalla nostra dove anche la morte è eletta come accadimento e non come fine.
|
|
[+] lascia un commento a astromelia »
[ - ] lascia un commento a astromelia »
|
|
d'accordo? |
|
g_andrini
|
domenica 2 settembre 2012
|
gran bel film.
|
|
|
|
Mi ha tenuto attento per tutta la durata, senza la minima noia. L'attrice protagonista è fantastica, bravo l'attore che impersona il "figlioccio". Poesia e concretezza allo stato puro.
|
|
[+] lascia un commento a g_andrini »
[ - ] lascia un commento a g_andrini »
|
|
d'accordo? |
|
salvatore marfella
|
mercoledì 16 maggio 2012
|
a simple life o della delicatezza
|
|
|
|
Film sublime, pieno di candore nell'analisi dei sentimenti e di pudicizia nell'osservazione dei corpi, è attraversato da una straordinaria delicatezza nel narrare, appunto, una storia semplice. Un film che vuole accompagnarci indietro nel tempo per dirci tutta la necessità della memoria, l'importanza dei "vecchi" valori e soprattutto delle vecchie cose (conservare una vecchia macchina per cucire anche se "non si trovano più i pezzi", un vecchio frigorifero), come esplicita bene la splendida scena del baule nel quale c'è tutta la vita della protagonista ma anche quella dei tanti cui lei ha saputo donare amore. Certo, bisogna tenere conto che è un film dell'Estremo Oriente (Hong Kong) e fare quindi i conti con la diversità dei tempi (il cosiddetto "ritmo" del film) e anche degli spazi (alternanza di macchina a mano e movimenti "meccanici", inquadrature sghembe, corpi senza testa), che possono creare un effetto un po' straniante.
[+]
Film sublime, pieno di candore nell'analisi dei sentimenti e di pudicizia nell'osservazione dei corpi, è attraversato da una straordinaria delicatezza nel narrare, appunto, una storia semplice. Un film che vuole accompagnarci indietro nel tempo per dirci tutta la necessità della memoria, l'importanza dei "vecchi" valori e soprattutto delle vecchie cose (conservare una vecchia macchina per cucire anche se "non si trovano più i pezzi", un vecchio frigorifero), come esplicita bene la splendida scena del baule nel quale c'è tutta la vita della protagonista ma anche quella dei tanti cui lei ha saputo donare amore. Certo, bisogna tenere conto che è un film dell'Estremo Oriente (Hong Kong) e fare quindi i conti con la diversità dei tempi (il cosiddetto "ritmo" del film) e anche degli spazi (alternanza di macchina a mano e movimenti "meccanici", inquadrature sghembe, corpi senza testa), che possono creare un effetto un po' straniante. Bravissima la protagonista Deanie Yip (meritata Coppa Volpi a Venezia 2011), meravigliosi gli ultimi 15 minuti al termine dei quali il vostro Marf si è commosso (ebbene sì, "anche il Marfella ha uno stomaco...ehm un cuore...un cuore nello stomaco" vedi "MISERIA E NOBILTA'). Una lezione di cinema. E di vita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a salvatore marfella »
[ - ] lascia un commento a salvatore marfella »
|
|
d'accordo? |
|
zoom e controzoom
|
sabato 7 aprile 2012
|
la devozione e la desolazione
|
|
|
|
La lettura impossibile a non farsi per questa pellicola, è quella relativa alla tristezza mortifera della vecchiaia e con essa tutto quanto di più degradante in essa ci sia. Non ci viene risparmiato nulla di questo aspetto della vita umana e alla fine del film, non ci si riesce a liberare dell’odore sgradevole di questa parte della vita.
A poco valgono le situazioni di un’ affetto riconoscente del giovane protagonista, l’attore Roger, nei confronti della donna che l’ha allevato: questo è il tempo della nostra realtà sociale per la quale da vecchi siamo un peso ad occidente come ad oriente. La città con la sua vitalità non appare se non per squarci molto poco consolatori e a poco serve sapere che queste situazioni non appartengono alla nostra cultura perché dobbiamo riconoscerne inesorabilmente la realtà anche se con apparenze diverse.
[+]
La lettura impossibile a non farsi per questa pellicola, è quella relativa alla tristezza mortifera della vecchiaia e con essa tutto quanto di più degradante in essa ci sia. Non ci viene risparmiato nulla di questo aspetto della vita umana e alla fine del film, non ci si riesce a liberare dell’odore sgradevole di questa parte della vita.
A poco valgono le situazioni di un’ affetto riconoscente del giovane protagonista, l’attore Roger, nei confronti della donna che l’ha allevato: questo è il tempo della nostra realtà sociale per la quale da vecchi siamo un peso ad occidente come ad oriente. La città con la sua vitalità non appare se non per squarci molto poco consolatori e a poco serve sapere che queste situazioni non appartengono alla nostra cultura perché dobbiamo riconoscerne inesorabilmente la realtà anche se con apparenze diverse. In questo rapporto fisico con la città e l’ambiente che accoglie l’ anziana domestica, c’è una parità scenografica: nessuna delle due incombe sull’altra, è un procedere con pari peso e valore verso un destino che è comunque segnato dalla fine.
La protagonista procede con la sua devozione con un senso del legame che esclude ogni possesso materiale, un legame più costante e forte di quello materno che appare tiepido e limitato. Il legame è ricambiato e nei loro incontri parchi di parole: è più il non detto che crea quel poco di magia che rischiara il film. Le situazioni drammatiche o felici, si inseriscono come grumi a sé, come la telefonata alla donna da parte degli amici del protagonista, che l’hanno conosciuta e frequentata da ragazzini, pagina molto bella nella vivezza del racconto; di contro gli eventi negativi sono lanciati in quel mare piatto che procede verso la riva che è la vita di Ah Tao, sprofondando pesantemente senza lasciare conseguenze (come la morte di una delle ricoverate nell’ospizio).
Se nel doppiaggio si perdono probabilmente le espressioni tipiche del linguaggio cinese, un momento poetico si può trovare nella gestualità di questa piccola donna e proprio quando per rispondere ad una domanda scherzosamente provocatoria del suo padrone : “hai intenzione di sposarti”, emerge l’orientalità di lei che si schernisce con un indietreggiare fatto di passi che sono movimenti di danza, respingendo con le mani un argomento che pudicamente, appunto in modo orientale si affronta così.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zoom e controzoom »
[ - ] lascia un commento a zoom e controzoom »
|
|
d'accordo? |
|
|