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sil_irace
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mercoledì 1 febbraio 2012
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niente più che un tentativo
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Arrivando alla fine del film “Acab – All Cops are Bastards” si ha come la sensazione di aver assistito ad una sorta di baraonda emozionale un po’ confusa. Va detto che, sia gli attori, sia la regia, sono eccezionali nel cercare di dare un senso più ampio a una rappresentazione della galassia imperfetta della violenza di periferia (prettamente romana) che accompagna l’intera opera.
Anche per questo suo ambito localistico, “Acab” è un film riuscito a metà. Non per colpa delle maestranze, ma, semplicemente, di una sceneggiatura incompleta che mischia troppe storie e troppi generi, troppe disillusioni e troppe vite spezzate da una violenza molte volte troppo esteriore ai personaggi, molto spesso troppo personale per essere assorbita con lucidità dallo spettatore.
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Arrivando alla fine del film “Acab – All Cops are Bastards” si ha come la sensazione di aver assistito ad una sorta di baraonda emozionale un po’ confusa. Va detto che, sia gli attori, sia la regia, sono eccezionali nel cercare di dare un senso più ampio a una rappresentazione della galassia imperfetta della violenza di periferia (prettamente romana) che accompagna l’intera opera.
Anche per questo suo ambito localistico, “Acab” è un film riuscito a metà. Non per colpa delle maestranze, ma, semplicemente, di una sceneggiatura incompleta che mischia troppe storie e troppi generi, troppe disillusioni e troppe vite spezzate da una violenza molte volte troppo esteriore ai personaggi, molto spesso troppo personale per essere assorbita con lucidità dallo spettatore.
Forse “Acab” è semplicemente un film troppo intimo, troppo caratterizzato dalle incapacità famigliari di Mazinga, dall’ardore inconcludente di Cobra, dal disagio esistenziale di Negro, i tre protagonisti, che non fanno altro che cozzare con la realtà di un disinteresse generale dello Stato nei loro confronti, sia in termini privati che pubblici. Essi sono in continua tensione tra ciò che “vorrebbero” fare e ciò che sono “costretti” a fare per mestiere. Ed è grazie a queste tensioni che lo spettatore intravede anche il loro stato di "vittime del Sistema", che essi stessi hanno scelto orgogliosamente, o meno, di servire.
Le figure retoriche spaziano continuamente, senza alcun inquadramento narrativo, il quale ,se non altro, aiuterebbe a capirle con completezza cognitiva. Le metonimie vengono continuamente sovrapposte: la violenza da stadio, la violenza simbolica del politico che promette ma non mantiene, la violenza dello sfratto e quello corrispondente delle occupazioni. L’ingiustizia della società presa come simbolo, scusa e prodotto insieme, di un’emarginazione ben presente anche nei rapporti con i rappresentanti istituzionali.
Anche l’ambientazione vuole la sua parte. Tralasciando le immagini da guerriglia urbana (anche in questo caso la sceneggiatura avrebbe potuto fare molto meglio), le scene s’inquadrano sempre in mezzo ai sobborghi della Capitale, molto spesso all’interno di palazzoni grigi, sfatti, incompleti, anche questi dimenticati dalla collettività. L’orrore dell’impossibilità di assurgere a qualcosa di meglio attanaglia tutti i personaggi, che vivono la propria disillusione relazionale, economica e sociale, aggrappandosi ad uno spirito di corpo, anche questi disilluso, molte volte sfalsato sul piano morale, arrivando a giustificare gli stili tipici delle “squadre della morte” sud-americane. Spirito di corpo che proprio verso la fine sciama, con il tradimento del più giovane del gruppo, che non intende sottostare alla legge della violenza “fai da te”, anche quella cinicamente impensabile e troppo inventata per essere vera. Tutto poi viene mescolato in nome della fluidità narrativa. I pezzi s’incastrano con evidenti difficoltà, senza mai riuscire a dare un’idea definitiva sul messaggio finale che un lungometraggio del genere dovrebbe almeno cercare di riassumere.
“Acab” quindi rappresenta qualcosa di intimamente autoreferenziale, di squisitamente feticistico e stancamente sensuale che ha, forse, l’unico merito di riportare umana la figura del “celerino”, smascherandolo dell’elmo d’ordinanza e del manganello, ma, ennesima violenza, affibbiandogli ambiti politici che non gli appartengono poi un granché.
Una visione d’ordine che ha il pregio di non giudicare il lato professionale dei tre protagonisti, poiché la vita è troppo potente anche per loro. Insomma, uno spaccato troppo idealisticamente irrilevante per essere consapevole della propria parziale autenticità.
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pinocantautore
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mercoledì 1 febbraio 2012
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ideali deviati e confusi
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Ho visto un bel film, Giallini e Favino superbi e Sollima un regista attento e coraggioso alla Petri e del suo cinema negli anni 70 (per coraggio) . Il film che ha lo scopo di scuotere coscienze e di far riflettere in generale su una società con ideali deviati molto confusi. Ma chi sono i buoni o i cattivi? Noi capiamo le vite dei protagonisti ma possiamo giustificarne le gesta. (quanto ti e' piaciuto ripulire il parchetto) chiede Favino al confuso celerino che e' ancora una 'Spina' ? Bene, in queste parole, in questa scena del film, dovremmo interrogarci tutti. Ottimo film Italiano (lasciatemelo dire). Pino
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ivpasqua88
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mercoledì 1 febbraio 2012
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l'italia che vale
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In un deserto di ovvietà all'italiana ecco spuntare A.C.A.B. Un film documentario/denuncia in Italia? Incredibile ma vero. 2 stelle solo al coraggio. Le altre 2 sono un premio al contenuto. Un film che non annoia mai, che riesce a svincolarsi tra ideali e punti di vista. Alla fine ti lascia confuso, ti da l'occasione di riflettere. I celerini sono uomini frustrati presi dalle periferie romane, cani rabbiosi pronti a colpire oppure sono poliziotti costretti a convivere con la violenza e a reagire quando opportuno? Sollima sembra poter dire che sono entrambe le cose, una medaglia a due facce, sempre credibile. Fotografia e regia da Oscar, già, perchè se The Hurt Locker si è portato a casa 6 statuette, A.
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In un deserto di ovvietà all'italiana ecco spuntare A.C.A.B. Un film documentario/denuncia in Italia? Incredibile ma vero. 2 stelle solo al coraggio. Le altre 2 sono un premio al contenuto. Un film che non annoia mai, che riesce a svincolarsi tra ideali e punti di vista. Alla fine ti lascia confuso, ti da l'occasione di riflettere. I celerini sono uomini frustrati presi dalle periferie romane, cani rabbiosi pronti a colpire oppure sono poliziotti costretti a convivere con la violenza e a reagire quando opportuno? Sollima sembra poter dire che sono entrambe le cose, una medaglia a due facce, sempre credibile. Fotografia e regia da Oscar, già, perchè se The Hurt Locker si è portato a casa 6 statuette, A.C.A.B. non ha davvero nulla da invidiare al ricco cugino americano.
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[+] non ho capito il paragone...
(di brian77)
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(di opidum)
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arkham
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mercoledì 1 febbraio 2012
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bellissimo!!!
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Un film vero, sulla società moderna in un tempo in cui ne avevamo decisamente bisogno, tra supereroi e baggianate simili.
Un film molto contrastante, da una parte la vedi come l'occhio dello "sbirro", attento a far rispettare le regole, contro gli extracomunitari, i tifosi e i giovani malati di mente... D'altro lato, vedi come chi è in questi corpi statali molte volte se ne approfitta e prende come questioni personali il proprio lavoro, approfittandone... Corruzione, coperture, tutta roba molto vera dell'Italia moderna, politici che stanno solo a guardare mentre chi cerca di far rispettare la legge muore ogni giorno... In altre parole GUARDATELO.
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Un film vero, sulla società moderna in un tempo in cui ne avevamo decisamente bisogno, tra supereroi e baggianate simili.
Un film molto contrastante, da una parte la vedi come l'occhio dello "sbirro", attento a far rispettare le regole, contro gli extracomunitari, i tifosi e i giovani malati di mente... D'altro lato, vedi come chi è in questi corpi statali molte volte se ne approfitta e prende come questioni personali il proprio lavoro, approfittandone... Corruzione, coperture, tutta roba molto vera dell'Italia moderna, politici che stanno solo a guardare mentre chi cerca di far rispettare la legge muore ogni giorno... In altre parole GUARDATELO. Non ve ne pentirete. Spettacolare.
Bravissimo l'attore protagonista Favino, avevo visto qualche spezzone in qualche film ma non lo conoscevo bene come attore... Son rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua bravura.
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steven c.
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mercoledì 1 febbraio 2012
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cops all'italiana
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ylenia.sc
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mercoledì 1 febbraio 2012
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ansia e realtà dei fatti
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Al di là del regista che stimo molto visto la serie de Romanzo Criminale a cui mi sono appassionata ho trovato il film maledettamente "reale".
Esprime pienamente l'intolleranza che regna nel nostro paese, nelle nostre città. La rabbia repressa e che anzichè venire incanalata a dovere scoppia o si scarica dove non dovrebbe. Non ci sono nè vincitori e nè vinti ma soltanto protagonisti di una società stanca e sfiduciata.
Sono uscita dalla sala con un grande senso di angoscia perchè obiettivamente la realtà si distacca davvero poco dalla finzione.
Una menzione particolare al cast azzeccatissimo ed al grande Favino che, come in ogni film, rende al massimo ed è sempre credibile.
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epidemic
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martedì 31 gennaio 2012
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dietro gli elmetti di roma
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Preceduto da una marea di polemiche. Lo sguardo intenso e indiscreto dietro il casco e il manganello della celere. Vizi, difetti e imperfezioni del mestiere più odiato. L'uso e abuso della divisa in una Roma multietnica dove cadere nella demagogia e nelle soluzioni drastiche è più facile di quanto si pensi. niente centri sociali di sinistra a fare sfondo alla vicenda. Storie personali difficili appiccicate ai protagonisti che lottano dentro e fuori servizio. non è un'elogio alla polizia ma neanche il contrario...ognuno può trarre le sue conclusioni da solo. Finale espiatorio
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tantotracotante
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martedì 31 gennaio 2012
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bello ma...
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Bel film, trama pungente ed intrisa totalmente di realtà e non di falso perbenismo. Non c'è quasi traccia, per fortuna, della schiacciante e sminuente cappa da classico film politicaly correct. Insomma, nudo e crudo! Bel cast davvero, unico appunto: poteva essere una bella occasione per svilupparlo in più episodi! D'altra parte Stefano Sollima non è nuovo alle serie tv. Peccato davvero, perchè sviluppare all'ennesima potenza i caratteri e le storie dei vari personaggi, sarebbe servito proprio ad approfondire con più vigore il tema, ottenendo uno spaccato ancora più realistico di questo duro e delicato "mestiere".
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dvdfrnc
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lunedì 30 gennaio 2012
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finalmente!
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In un mare di banalità, scopiazzature e bassa qualità, FINALMENTE un film italiano da guardare perché bello, ben interpretato e con una trattazione seria! Spero che il pubblico vada a vederlo così da spingere i produttori a fare più spesso certi film invece delle solite commediucole. Ma temo che non incasserà quanto merita :\
L'importante è che ogni tanto ci siano registi che si distacchino, sarebbe bello, però se non fossero costretti a lavorare all'estero per ottenere il rispetto che meritano (vedi Paolo Sorrentino)...
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johnny123
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domenica 29 gennaio 2012
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un film vero e crudo
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Un film vero e crudo da cui la polizia esce con le "ossa rotte". Tutti i celerini descritti hanno grossi problemi nella vita privata anzi, la loro vita e la loro unica e vera famiglia sono i compagni di tante battaglie. Bravi tutti i protagonisti, da vedere. Voto 6,5
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