angeloumana
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sabato 25 novembre 2017
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un altro mondo utile al nostro
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Di Un altro mondo non si parla quasi, è più di questo mondo, a Roma, che il libro e il film trattano. Questo è il mondo agiato del 28enne Andrea (Silvio Muccino, protagonista del film e regista), non gli tocca fare alcunché per percepire quanto la madre gli passa, freddamente e tenendosi a distanza, donna incapace di dar calore (Greta Scacchi). Le massime esigenze di Andrea sono la compagnia degli amici la sera e la vicinanza di Livia (Isabella Ragonese) che convive con lui. Il papà lasciò la famiglia 20 anni prima, all'età in cui Andrea aveva appena imparato ad andare in bici, mai più sentito o saputo niente di lui.
L'altro mondo potrebbe essere il Kenya, da cui gli arriva una lettera del padre morente che gli chiede di vederlo un'ultima volta: così Andrea è costretto a voltarsi indietro.
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Di Un altro mondo non si parla quasi, è più di questo mondo, a Roma, che il libro e il film trattano. Questo è il mondo agiato del 28enne Andrea (Silvio Muccino, protagonista del film e regista), non gli tocca fare alcunché per percepire quanto la madre gli passa, freddamente e tenendosi a distanza, donna incapace di dar calore (Greta Scacchi). Le massime esigenze di Andrea sono la compagnia degli amici la sera e la vicinanza di Livia (Isabella Ragonese) che convive con lui. Il papà lasciò la famiglia 20 anni prima, all'età in cui Andrea aveva appena imparato ad andare in bici, mai più sentito o saputo niente di lui.
L'altro mondo potrebbe essere il Kenya, da cui gli arriva una lettera del padre morente che gli chiede di vederlo un'ultima volta: così Andrea è costretto a voltarsi indietro. Nell'altro mondo si vive in qualche modo, sebbene Andrea si installi in un lussuoso albergo di stile occidentale e noleggi una grossa jeep. Qui ha trovato una volontaria, la figura appropriata di Maya Sansa, che aiuta le donne del luogo ad imparare un lavoro per rendersi autonome, e si prende cura di bambini. Gli rivela che il padre ormai morto lo ha nominato tutore di un bambino avuto lì da un'altra donna, defunta anni prima: è Charlie, che non ha nessun altro. E Maya dà come una sveglia ad Andrea, lui vorrebbe fuggire ma qualche responsabilità ora è costretto a prendersela: le cose non cambiano, siamo noi a cambiare, così ha detto al giovanotto poco cresciuto.
Dunque Un altro mondo diventa quello che si crea nella casa romana, prima c'erano solo i divertimenti, la vecchia vita comoda e dorata, ora c'è Charlie, che vorrebbe dare in adozione, è una palla al piede, starò meglio senza. Naturalmente il bambino, rappresentato a volte come iperloquace e pedante (il regista ne ha fatto un ruolo che vuole far sorridere), si rende conto che tu non mi vuoi per sempre, così dice al fratellastro. Era fatale e un po' scontato che qualcosa sarebbe cambiato, che il bambino chiamato cacca-nera dai compagni di scuola cominciasse a percepire di essere voluto bene, pure Livia gli dà la buona notte, è fatale che una nuova famiglia nasca, la visione di un altro mondo che davvero esiste è servita ad Andrea per prendersi cura di qualcuno. Così doveva finire, una piccola bella storia, scritta e diretta con le migliori intenzioni e con tante buone musiche. Buone le interpretazioni di Muccino e della Ragonese, la quale è spesso in ruoli molto umani (Sole Cuore Amore, La nostra vita, Tutta la vita davanti, Nuovomondo, Una storia sbagliata... tutti da vedere).
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great steven
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mercoledì 14 ottobre 2015
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intenzioni lodevoli, ma troppi ricatti e smancerie
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UN ALTRO MONDO (IT/UK, 2010) diretto da SILVIO MUCCINO. Interpretato da SILVIO MUCCINO, ISABELLA RAGONESE, MICHAEL RAINEY JR., GRETA SCACCHI, FLAVIO PARENTI, MAYA SANSA
Andrea è un giovanotto superficiale che può vivere senza lavorare in quanto proviene da una famiglia ricca e ha alle spalle una madre estremamente algida e indifferente che si preoccupa soltanto di fornirgli il denaro di cui necessita, senza mostrargli mai una briciola di affetto. Quando compie ventotto anni, Andrea riceve però una lettera che sarà destinata a cambiargli la vita: il padre, che lo ha abbandonato quand’era piccolo, è in fin di vita e gli chiede di raggiungerlo all’ospedale di Nairobi.
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UN ALTRO MONDO (IT/UK, 2010) diretto da SILVIO MUCCINO. Interpretato da SILVIO MUCCINO, ISABELLA RAGONESE, MICHAEL RAINEY JR., GRETA SCACCHI, FLAVIO PARENTI, MAYA SANSA
Andrea è un giovanotto superficiale che può vivere senza lavorare in quanto proviene da una famiglia ricca e ha alle spalle una madre estremamente algida e indifferente che si preoccupa soltanto di fornirgli il denaro di cui necessita, senza mostrargli mai una briciola di affetto. Quando compie ventotto anni, Andrea riceve però una lettera che sarà destinata a cambiargli la vita: il padre, che lo ha abbandonato quand’era piccolo, è in fin di vita e gli chiede di raggiungerlo all’ospedale di Nairobi. Ma ciò che suo figlio non sa, e che presto scoprirà, è che l’uomo ha avuto un figlio da una donna kenyota, adesso deceduta, e che ora ha otto anni. Il bimbo si chiama Charlie ed è dunque il fratello consanguineo di Andrea. Quando il genitore che i due hanno in comune muore, Andrea è costretto a prendersi cura del fratellastro perché ne è stato nominato tutore legale da un’amica di suo padre che arriva a ricattarlo pur di metterlo di fronte alla sua inderogabile responsabilità. Dopo aver tentato inutilmente di affidare Charlie a suo nonno (un vecchio scorbutico e feroce), il nostro decide a malincuore e molto malvolentieri di portare il pargolo in Italia e accudirlo in prima persona insieme alla fidanzata Livia, almeno finché il suo avvocato di fiducia non avrà trovato una famiglia adottiva. Eppure, inaspettatamente, la convivenza col piccolo fanciullo di carnagione scura finirà per cambiare e stravolgere da capo a fondo la vita dei due ragazzi, in principio abituati fin troppo ad esperienze di dissolutezza e divertimento fine a sé stesso ma poi sempre più proiettati verso un affetto quasi genitoriale che porterà entrambi ad affezionarsi a quel bimbo che ha un bisogno semplicemente ineliminabile e urgente di amore e vicinanza emotiva. Esordio dietro la macchina da presa del fratello minore di Gabriele Muccino: nella triplice veste di attore/regista/sceneggiatore (quest’ultima mansione insieme alla scrittrice Carla Vangelista, che ha scritto il romanzo da cui la pellicola è tratta), Silvio dimostra di saper trattare temi delicati conservando delle intenzioni fondamentalmente positive e lecite che si può affermare non vengano del tutto disattese. Nonostante ciò, il film, nel suo funzionamento diligente ma un po’ troppo smanceroso, ha due torti che meritano di essere analizzati nella propria disarmante interezza: un eccessivo semplicismo che va di pari passo con una leziosità di second’ordine che vorrebbe cercare ad ogni costo una lieta fine senza riuscire appieno nell’intento, e anche una paradossale e cupa pesantezza nell’esaminare le emozioni dei personaggi, delineati talvolta con un’infruttuosa tetraggine e talvolta ricattando incessantemente e disperatamente gli spettatori, arrivando a sfiorare il ridicolo involontario. Ha comunque i suoi punti di forza nei duetti Muccino-Ragonese, che infondono un turbo rivitalizzante a certe scene che altrimenti sarebbero fin troppo scialbe e deboli, e nella loro interazione triangolare col giovane M. Rainey jr., che riesce a cavarsela con innegabile simpatia senza infantilizzare l’importanza della sua parte. C’è una certa cura ambientale che aumenta il livello medio di quest’opera prima parzialmente contraddittoria e dall’esito sicuramente meno felice di quanto il suo fautore si sarebbe aspettato, e ciò assegna un punto a favore della scenografia che ritrae con eguale veridicità l’ambiente sfarzoso e venale in cui il languido Andrea iniziale si muove insieme all’universo africano parallelo, dominato da baraccopoli e persone che tribolano incredibilmente pur di raccattare uno straccio di decenza, in tutti i sensi possibili e immaginabili. Distribuito da 01 e prodotto da Cattleya col supporto della Universal Pictures.
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giulimovies
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domenica 9 agosto 2015
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la differenza tra una vita vuota e una vita piena
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Film spettacolare, che porta a riflettere sulla differenza tra una vita vuota e una vita piena. Questa differenza non è data dal denaro e dalle cose materiali, ma dall'affetto, dall'amore e dai legami. Le relazioni ti portano ad avere uno sguardo diverso; probabilmente un esempio di ciò possiamo trovarlo nella scena dello scherzo fatto dal migliore amico del protagonista al bambino, quando gli pittura la faccia e lo fa "ballare" sulla canzone. Ecco forse in un altra fase della sua vita, il protagonista avrebbe riso, e non avrebbe trovato nulla di male. Quando ancora era cinico e superficiale. Ma la vicinanza del bambino cambia tutto. Lo rende una persona migliore.
Importante anche la figura della madre, che nel tentativo di rendere il figlio quanto più freddo e cinico nella speranza di non farlo soffrire nel corso della vita, non si rende conto che così facendo lo priva di creare legami veri e di provare sentimenti.
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Film spettacolare, che porta a riflettere sulla differenza tra una vita vuota e una vita piena. Questa differenza non è data dal denaro e dalle cose materiali, ma dall'affetto, dall'amore e dai legami. Le relazioni ti portano ad avere uno sguardo diverso; probabilmente un esempio di ciò possiamo trovarlo nella scena dello scherzo fatto dal migliore amico del protagonista al bambino, quando gli pittura la faccia e lo fa "ballare" sulla canzone. Ecco forse in un altra fase della sua vita, il protagonista avrebbe riso, e non avrebbe trovato nulla di male. Quando ancora era cinico e superficiale. Ma la vicinanza del bambino cambia tutto. Lo rende una persona migliore.
Importante anche la figura della madre, che nel tentativo di rendere il figlio quanto più freddo e cinico nella speranza di non farlo soffrire nel corso della vita, non si rende conto che così facendo lo priva di creare legami veri e di provare sentimenti.
La relazione con la fidanzata fa anche riflettere; inizialmente sono come due estranei, non sanno nulla l'uno della vita dell'altro, nè del passato (vedi quando la ragazza gli racconta della morte della madre e del rapporto con il padre) nè del presente (vedi il rapporto che lei ha con il cibo). A poco a poco nasce tra di loro l'amore, il rispetto e la voglia di costruire insieme una vita vera, che va al di là di denaro, feste e divertimento senza limiti.
Pensare che avere i soldi, non fare niente tutto il giorno e non avere pensieri sia la ricetta per una vita felice si dovrà ricredere: la felicità va ben oltre.
Muccino in questo film scavalca tutti i pregiudizi e le critiche a lui da sempre rivolte, dando prova di grande talento.
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barbara genise
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venerdì 9 marzo 2012
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la scoperta dei sentimenti
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Un film che ho trovato perfetto nella scelta dei personaggi e del loro carattere: un uomo (ANDREA) e una donna (LIVIA) imbalsamati in un loro clichè privo di mordente, di stimoli, di progetti,di espressione di sentimenti,in cui il bene si intuisce ma non viene nutrito,nè utilizzato per la crescita dell'altro. E poi arriva Charlie,questo "principio di realtà",l'elemento che mette in crisi il loro menage poco soddisfacente ma in qualche modo rassicurante...mi è particolarmente piaciuta la scelta della madre di Andrea, assolutamente incapace di affettività corporea ed espressiva,in relazione alla scelta della propria compagna, Livia,affetta da disturbi alimentari. In qualche modo si assomigliano.
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Un film che ho trovato perfetto nella scelta dei personaggi e del loro carattere: un uomo (ANDREA) e una donna (LIVIA) imbalsamati in un loro clichè privo di mordente, di stimoli, di progetti,di espressione di sentimenti,in cui il bene si intuisce ma non viene nutrito,nè utilizzato per la crescita dell'altro. E poi arriva Charlie,questo "principio di realtà",l'elemento che mette in crisi il loro menage poco soddisfacente ma in qualche modo rassicurante...mi è particolarmente piaciuta la scelta della madre di Andrea, assolutamente incapace di affettività corporea ed espressiva,in relazione alla scelta della propria compagna, Livia,affetta da disturbi alimentari. In qualche modo si assomigliano. Infatti i disturbi alinmentari sono rappresentativi di un difetto nel bilancio in entrata e uscita(il cibo rappresenta in psicanalisi la relazione affettiva con gli altri, l'ambiente), nello stesso modo della madre, incapace di rapportarsi al marito prima e al figlio dopo, evidenziando la sigillazione dei sentimenti....Charlie è stato la cura che ha permesso ad Andrea di riappropriarsi della sua identità illuminando la sua zona cieca, il padre,e liberare così un fiume di sentimenti assolutamente sconosciuti. Charlie è stato la cura per Livia, alle prese col bisogno di gestire questa tempesta incomprensibile e a fare i conti con la sua difficoltà nell' esprimere affetto, responsabilità, cura, attenzione,condivisione e complicità,le fondamenta del vero amore.... un viaggio faticoso e doloroso che alla fine, come afferma lo stesso Muccino al termine del film,si può chiamare felicità.
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break
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mercoledì 18 gennaio 2012
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povero cinema italiano..
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Mi dissocio dalla recensione perchè due stelle sono troppe! è un insulto a chi le merita davvero le due stelle. Non si salva niente in questo film; Recitazione forzata e patetica, "regia" oscena, trama banale, musiche fuori tema.
Un film scontatissimo! è tutto prevedibile dall'inizio alla fine.. sai sempre cosa accadrà nella scena successiva; dunque buona visione.
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lomax
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mercoledì 18 gennaio 2012
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deludente
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Quante banalità. Un film veramente superficiale,senz'anima. Non riesce a coinvolgere lo spettatore, per quanto si sforzi non riesce a commuovere, i dialoghi sono banali e piatti e perfino il bambino risulta insopportabile. Per non parlare delle capacità interpretative di Muccino sul quale è meglio stendere un velo pietoso, è imbarazzante. La crisi del cinema italiano è dovuta anche al fatto che si finanziano opere come questa per far lavorare i 'parenti' di persone famose, piuttosto che lanciare persone di talento, benvenuti nel paese dei raccomandati. Da non guardare.
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lisa casotti
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martedì 20 dicembre 2011
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un altro mondo è davvero possibile
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E Un altro mondo è davvero possibile se Silvio Muccino riesce a fare un film di una profondità superiore ai “tre metri sopra al cielo”, a cui ci hanno abituato i noti cantori dell’eterna adolescenza dei giovani trentenni. Peccato sia un film noioso, troppo recitato, che lascia addosso una sensazione claustrofobica e descriva una realtà antipatica: quella dei figli di papà (in questo caso di mammà), che non fanno niente da mattina a sera e vivono di rendita con un assegno mensile. Una realtà che a noi, comuni mortali, fa prudere le mani. Ma forse il regista ha voluto calcare la mano (e l'ha calcata un po’ troppo, a mio avviso) proprio per sottolineare il gap fra una vita senza responsabilità e una vita in cui si cresce perché si decide di prendersi cura degli altri.
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E Un altro mondo è davvero possibile se Silvio Muccino riesce a fare un film di una profondità superiore ai “tre metri sopra al cielo”, a cui ci hanno abituato i noti cantori dell’eterna adolescenza dei giovani trentenni. Peccato sia un film noioso, troppo recitato, che lascia addosso una sensazione claustrofobica e descriva una realtà antipatica: quella dei figli di papà (in questo caso di mammà), che non fanno niente da mattina a sera e vivono di rendita con un assegno mensile. Una realtà che a noi, comuni mortali, fa prudere le mani. Ma forse il regista ha voluto calcare la mano (e l'ha calcata un po’ troppo, a mio avviso) proprio per sottolineare il gap fra una vita senza responsabilità e una vita in cui si cresce perché si decide di prendersi cura degli altri. Mi aspettavo una storia più banale: lui che parte per l’Africa, scopre un altro mondo, si “converte”, molla tutto e va laggiù ad aiutare i più sfortunati. Ma questa è la scelta che ha fatto il padre. Andrea (leggi Silvio) invece torna presto nell’Occidente opulento con suo fratello, che è un pezzo di quel mondo lontano (che ai fini del racconto poteva essere un qualsiasi altro mondo), e tira fuori un film che è una riflessione sulla paura e la fatica (e ahimè la psicosi) di diventare grandi.
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vyc2886
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giovedì 8 dicembre 2011
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cos'è la felicità?
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Bel film. Un film che e emoziona e fa riflettere. Per me è un film che tocca molti aspetti. Andrea è un viziato ragazzo ricco di 28 anni che vive senza responsabilità campato da una madre che forse cerca così di espiare la colpa di averlo lasciato in un orfanotrofio da piccolo e di aver cacciato suo padre segnandolo per sempre. Andrea cresce nutrendo un odio e un dolore forte per la mancanza del padre e spreca la sua vita in feste alcool e a dormire, divide la vita con una ragazza affetta da disturbi alimentari che lui sembra ignorare. Un bel giorno Andrea scopre di avere delle resposabilità, che mineranno la sua vita da mondano nullafacente e il suo giro di "amicizie" (?).
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Bel film. Un film che e emoziona e fa riflettere. Per me è un film che tocca molti aspetti. Andrea è un viziato ragazzo ricco di 28 anni che vive senza responsabilità campato da una madre che forse cerca così di espiare la colpa di averlo lasciato in un orfanotrofio da piccolo e di aver cacciato suo padre segnandolo per sempre. Andrea cresce nutrendo un odio e un dolore forte per la mancanza del padre e spreca la sua vita in feste alcool e a dormire, divide la vita con una ragazza affetta da disturbi alimentari che lui sembra ignorare. Un bel giorno Andrea scopre di avere delle resposabilità, che mineranno la sua vita da mondano nullafacente e il suo giro di "amicizie" (?). Forse non subito capisce che oltre alle responsabilità ha trovato qualcos'altro. Cos'è la felicità? Penso sia questa la chiave di tutto il film. Cos'è la vera felicità nella vita? da cosa è data? Bel cast, un Muccino sempre molto credibile, commovente nei suoi sguardi e nelle parole, il piccolo Rainey Jr è bravissimo, perfetto nella parte. Film consigliato.
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slash06
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martedì 19 luglio 2011
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complimento
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film veramente ottimo, grandi silvio muccino e isabella ragonese
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vittorio
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domenica 15 maggio 2011
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per adolescenti dalla lacrimuccia facile...
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Film che poteva e doveva essere fatto meglio....
Non entra mai nella psicologia del bambino, si limita ad alcuni stereotipi per parlare dell'Africa, a qualche lacrimuccia e a qualche carezza.....
Peccato....
Mi aspettavo molto di piu'!!
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