jaylee
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lunedì 23 luglio 2012
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il viaggio dentro
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Picnic a Hanging Rock si incrocia con Master & Commander nella più recente prova del maestro Peter Weir. Arrivato con ben due anni di ritardo sullo schermo, The Way Back racconta del ritorno a casa di Janusz, (Jim Sturgess) militare polacco ingiustamente accusato di spionaggio ed imprigionato in Siberia e che impiegherà ben 48 anni per farlo (dal 1941, anno in cui si svolge la trama, al 1989, anno del crollo del comunismo in Polonia)… Dovrà attraversare i ghiacci della Siberia, le paludi della steppa, il deserto del Gobi, le vette dell’Himalaya… fino ad arrivare in India, dove potrà finalmente riposare. Sarà un lunghissimo viaggio, seguito da una gruppo di disperati come lui, un prete lettone, un ragioniere jugoslavo, un cuoco ed artista ungherese, un ingegnere americano, un delinquente russo, una ragazzina polacca… qualcuno si fermerà prima della fine, qualcuno morirà, qualcuno arriverà con lui fino alla fine.
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Picnic a Hanging Rock si incrocia con Master & Commander nella più recente prova del maestro Peter Weir. Arrivato con ben due anni di ritardo sullo schermo, The Way Back racconta del ritorno a casa di Janusz, (Jim Sturgess) militare polacco ingiustamente accusato di spionaggio ed imprigionato in Siberia e che impiegherà ben 48 anni per farlo (dal 1941, anno in cui si svolge la trama, al 1989, anno del crollo del comunismo in Polonia)… Dovrà attraversare i ghiacci della Siberia, le paludi della steppa, il deserto del Gobi, le vette dell’Himalaya… fino ad arrivare in India, dove potrà finalmente riposare. Sarà un lunghissimo viaggio, seguito da una gruppo di disperati come lui, un prete lettone, un ragioniere jugoslavo, un cuoco ed artista ungherese, un ingegnere americano, un delinquente russo, una ragazzina polacca… qualcuno si fermerà prima della fine, qualcuno morirà, qualcuno arriverà con lui fino alla fine. Sarà un vero viaggio interiore alla scoperta della propria essenza: quanto si può spingere un uomo sulla propria motivazione? Su cosa si focalizza quanto tutto sembra crollare intorno?
Come dicevamo, è un film che parla di un viaggio estremo, con paesaggi mozzafiato e terribili allo stesso tempo, ed in questo Peter Weir non può non attingere al suo esordio Picnic a Hanging Rock… spesso qui come allora, gli uomini sono rappresentati piccoli piccoli in mezzo alla natura, madre crudele e sapiente allo stesso tempo. E non può non ricordare a tratti Master & Commander, con questi uomini tesi alla sopravvivenza, con regole e valori comuni ferrei, così diversi eppure nella loro essenza così simili, il gruppo come protezione e appartenenza, come sopravvivenza emotiva ancor prima che fisica, e con la leadership di Janusz nella quale confidano quasi religiosamente (seppur, proprio come nella fede, a volte mettendone in dubbio le scelte). Il viaggio come metafora della vita, con personaggi che entrano ed escono e ci accompagnano per un tratto breve o lungo che sia.
I paesaggi sono assolutamente i protagonisti di questo film, trasmettono un senso di magnificenza e allo stesso tempo di angoscia, di indefinitamente precario… Molto belle anche le musiche di Burkhard Dallwitz, tipicamente un punto di forza d Peter Weir, uno dei grandi registi che coniugano autorialità e capacità di utilizzare un linguaggio cinematografico “commerciale”. Buone le prestazioni degli attori, da Jim Sturgess a Colin Farrell, da Dragos Bucur a Saoirse Ronan, ma soprattutto emerge Ed Harris, un volto scavato più dal dolore interiore che dalle intemperie. Il più anziano del gruppo, sarà quello che crescerà di più alla fine del viaggio, riappacificandosi con la vita proprio mentre stava per uscirne. Aggrapparsi ad essa come atto di fede e preghiera.
Pur non essendo il miglior film di Weir, soprattutto nel finale un po’ posticcio, The Way Back non può non toccare lo spettatore ed è un peccato che sia rimasto in panchina per così tanto tempo… Ma meglio tardi che mai. (www.versionekowalski.it)
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renato volpone
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venerdì 20 luglio 2012
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morire da uomini liberi
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La libertà è il filo conduttore di questo film: la libertà dalla dura prigionia del Gulag, la libertà dall'oppressione degli uomini sugli altri uomini, ma anche la libertà dai rimorsi e dai sensi di colpa. Una fuga, una grande fuga per migliaia di chilometri dalla Siberia fino all'India, attraverso il gelo dell'inverno, l'arido deserto e il confronto con se stessi. Non c'è posto per la generosità, ma passo dopo passo il reciproco sostegno crea forti legami e la solidarietà. In sette fuggono dal Gulag, a loro si aggiungerà una ragazza, solo la metà si salverà, ma gli altri sono morti da uomini liberi.
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La libertà è il filo conduttore di questo film: la libertà dalla dura prigionia del Gulag, la libertà dall'oppressione degli uomini sugli altri uomini, ma anche la libertà dai rimorsi e dai sensi di colpa. Una fuga, una grande fuga per migliaia di chilometri dalla Siberia fino all'India, attraverso il gelo dell'inverno, l'arido deserto e il confronto con se stessi. Non c'è posto per la generosità, ma passo dopo passo il reciproco sostegno crea forti legami e la solidarietà. In sette fuggono dal Gulag, a loro si aggiungerà una ragazza, solo la metà si salverà, ma gli altri sono morti da uomini liberi. E la natura sovrasta tutto, anche le assurdità della guerra e l'atrocità degli uomini. La natura con la preziosità dell'acqua, con il cibo inimmaginabile, ma che aiuta a sopravvivere, con quelle veduta da togliere il fiato...e in effetti lo toglie ai protagonisti. Film forse troppo dolce nel raccontare, ma ci porta buoni sentimenti, ci ricorda molte cose, ci aiuta a riflettere e .... commuove, perché qualcuno ce la fa grazie al sacrificio di tutti.
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enrico rocco
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venerdì 20 luglio 2012
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grande storia, mediocre film
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Se la storia in sè è talmente affascinante da giustificare da sola, insieme ai paesaggi, il prezzo del biglietto, a mio avviso non lo è il film nel suo complesso. I personaggi sono privi di una benchè minima identità, Farrel è quasi ridicolo (se pensiamo al ruolo per certi aspetti analogo interpretato in "Tigerland" con tutt'altra efficacia), Ed Harris ricorda l'Eastwood bi-espressivo (con/senza cappello), lo Sturgess apprezzato in "Across the universe" non lascia il segno. I dialoghi sono quasi imbarazzanti.Come si diceva a scuola? Bravo ma potrebbe fare di più?
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irene
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domenica 15 luglio 2012
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bentornato, mr. weir!
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Non mi ero resa conto di quanto mi mancasse Peter Weir fino a quando non mi sono immersa in questo film. Fino a quando non sono stata conquistata dalla potenza e dalla poesia che Weir sa sempre infondere alle sue immagini, anche quando raccontano una storia dura e tragica. Nessuno lo sa fare meglio di lui e rischiavo di dimenticarlo. Proprio io che ho visto tutti i suoi film, adorandoli uno ad uno senza riserve. Questa pellicola arriva vergognosamente in Italia dopo quasi due anni dalla sua uscita americana ed arriva in un periodo in cui al cinema ci vanno quattro gatti, ma non importa, è arrivata. Forse la sceneggiatura non è all'altezza di quelle di altri suoi film, forse manca un pochino di compattezza, ma il modo in cui Weir confeziona ogni inquadratura, ogni primo piano, ogni ripresa degli spazi immensi ripaga di tutto il resto.
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Non mi ero resa conto di quanto mi mancasse Peter Weir fino a quando non mi sono immersa in questo film. Fino a quando non sono stata conquistata dalla potenza e dalla poesia che Weir sa sempre infondere alle sue immagini, anche quando raccontano una storia dura e tragica. Nessuno lo sa fare meglio di lui e rischiavo di dimenticarlo. Proprio io che ho visto tutti i suoi film, adorandoli uno ad uno senza riserve. Questa pellicola arriva vergognosamente in Italia dopo quasi due anni dalla sua uscita americana ed arriva in un periodo in cui al cinema ci vanno quattro gatti, ma non importa, è arrivata. Forse la sceneggiatura non è all'altezza di quelle di altri suoi film, forse manca un pochino di compattezza, ma il modo in cui Weir confeziona ogni inquadratura, ogni primo piano, ogni ripresa degli spazi immensi ripaga di tutto il resto. La voglia di vivere di un gruppo di uomini contro la forza della natura. Il loro desiderio di libertà contro ogni altra cosa. Molto bravi tutti gli attori, da Jim Sturgess a Saoirse Ronan. Ma la ragnatela di rughe sul volto bruciato dal sole di Ed Harris e la profonda malinconia dei suoi occhi azzurri hanno un fascino che nessun altro riesce a raggiungere.
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pablito72
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domenica 15 luglio 2012
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meraviglioso
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Straordinario, per me è un capolavoro. Regia superba del grande Weir e un cast eccellente, davvero tutti bravissimi non riesco a trovare un difetto in questa pellicola. E' un film che emoziona, coinvolge, fa riflettere, e tiene incollati allo schermo per oltre 2 ore. Non vi racconto niente, è da vedere e basta senza sapere nulla in anticipo, come è stato per me...vedrete che vi sorprenderà!
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nicola1
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mercoledì 11 luglio 2012
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vera magia
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Se l'avessi visto in un cinema con poltrone di velluto rosso, con lampade a forma di candela sui muri, con la mascherina che mi accompagnava al mio posto, se avessi avuto il programma in mano, se l'audio non fosse dolby, dts, sdds ecc, se lo schermo era in cinemascope, se il film fosse iniziato con il leone che ruggiva e se non l'avessi visto in una multisala allora la magia sarebbe stata completa. Sarei stato proiettato negli anni 50 o 60 lontano anni luci da supereroi dei fumetti, da comicità goliardica e grossolana, da pseudo fantascienza per ragazzini, da poliziotti dalla battuta facile, da orrorifici senza tensione, lontano da remake, sequel, prequel o reboot che sia.
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Se l'avessi visto in un cinema con poltrone di velluto rosso, con lampade a forma di candela sui muri, con la mascherina che mi accompagnava al mio posto, se avessi avuto il programma in mano, se l'audio non fosse dolby, dts, sdds ecc, se lo schermo era in cinemascope, se il film fosse iniziato con il leone che ruggiva e se non l'avessi visto in una multisala allora la magia sarebbe stata completa. Sarei stato proiettato negli anni 50 o 60 lontano anni luci da supereroi dei fumetti, da comicità goliardica e grossolana, da pseudo fantascienza per ragazzini, da poliziotti dalla battuta facile, da orrorifici senza tensione, lontano da remake, sequel, prequel o reboot che sia. Peter Weir, pur non realizando il capolavoro, ci a proiettato in un cinema di altri tempi, un cinema di Persone, di Avvenimenti, di Storie e di STORIA, di Sentimenti. Con l'uso degli effetti speciali centellinati atti solo alla trama. Davvero un punto di rottura con il panorama cinematografico attuale. David Lean stara' applaudendo da qualche parte.
PS. mi chiedo ancora perche e' uscito in Italia dopo ben due anni, perche cosi' poca (anzi nessuna) pubblicita' e perche in cosi' poche sale (a Roma solo in 3)
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tiamaster
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sabato 7 luglio 2012
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peter weir è una garanzia
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Sono un grande fan di Peter Weir, in quanto la sua filmografia è ricca di film che sono e ritengo dei cult assoluti.....come dimenticare il geniale "the truman show" o il poetico "l'attimo fuggente"???impossibile!!!e impossibile non rimanere coinvolti dal suo ultimo lavoro, uscito in italia con due anni di ritardo.Memorabile ogni singola inquadratura ed ogni singolo personaggio,perchè in questo gioiello cinematografico tutto è curato con la massima cura,tutto è approfondito e mai lasciato alla banalità,nemmeno i più semplici dialoghi (come dimenticare quello del sale,citato nella recensione del sito???).Incredibile il realismo della pellicola, dove tutto è ricostruito alla perfezione e nei minimi dettagli.
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Sono un grande fan di Peter Weir, in quanto la sua filmografia è ricca di film che sono e ritengo dei cult assoluti.....come dimenticare il geniale "the truman show" o il poetico "l'attimo fuggente"???impossibile!!!e impossibile non rimanere coinvolti dal suo ultimo lavoro, uscito in italia con due anni di ritardo.Memorabile ogni singola inquadratura ed ogni singolo personaggio,perchè in questo gioiello cinematografico tutto è curato con la massima cura,tutto è approfondito e mai lasciato alla banalità,nemmeno i più semplici dialoghi (come dimenticare quello del sale,citato nella recensione del sito???).Incredibile il realismo della pellicola, dove tutto è ricostruito alla perfezione e nei minimi dettagli.dal punto di vista storico,è ineccepibile e completo.
PS:la recensione di un utente su questo film mi ha fatto tornare alla mente un classico del regista,anche questo imperdibile:picnic ad hanging rock!!!
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no_data
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venerdì 6 luglio 2012
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il bellissimo ritorno di un maestro
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sarò di parte, in quanto mi sono sempre piaciuti moltissimo i film di Weir (l' attimo fuggente, the truman show, picnic ad hanging rock, master e commander),ma anche questa sua ultima opera mi ha colpito moltissimo.è un film semplice e lineare ma fatto benissimo sotto tutti gli aspetti: la sceneggiatura non rende mai banale una storia,come ho già detto, semplice (cosa molto difficile da fare); la regia riesce ad emozionare ad ogni inquadratura ed a rendere realistici luoghi come i campi di lavoro; i costumi e le scenografie sono perfetti; il cast fornisce ottime prove attoriali (su tutti Ed Harris,Colin Farrel e Saroise Ronan).Pellicola emozionante, coinvolgente fin da subito,ricca di grandi messaggi e di personaggi memorabili (impossibile dimenticare quello interpretato da Colin Farrell).
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sarò di parte, in quanto mi sono sempre piaciuti moltissimo i film di Weir (l' attimo fuggente, the truman show, picnic ad hanging rock, master e commander),ma anche questa sua ultima opera mi ha colpito moltissimo.è un film semplice e lineare ma fatto benissimo sotto tutti gli aspetti: la sceneggiatura non rende mai banale una storia,come ho già detto, semplice (cosa molto difficile da fare); la regia riesce ad emozionare ad ogni inquadratura ed a rendere realistici luoghi come i campi di lavoro; i costumi e le scenografie sono perfetti; il cast fornisce ottime prove attoriali (su tutti Ed Harris,Colin Farrel e Saroise Ronan).Pellicola emozionante, coinvolgente fin da subito,ricca di grandi messaggi e di personaggi memorabili (impossibile dimenticare quello interpretato da Colin Farrell).Aspetto con rinnovato interesse nuove pellicole di questo sommo maestro.
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donni romani
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venerdì 6 luglio 2012
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fuga verso la libertà
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Per il ritorno su grande schermo dopo quasi dieci anni di assenza Peter Weir sceglie una storia di fuga, di sopravvivenza e di solidarietà dove a dominare sono gli ambienti naturali che i protagonisti si trovano ad affrontare giorno dopo giorno per 6500 chilometri. Tanti sono infatti sono i metri strappati alla morte che un gruppo di detenuti, evasi da un carcere siberiano nel 1938, in pieno regime comunista, devono percorrere per tentare di raggiungere l'India, e con essa la libertà. Dalla Siberia al Tibet, dalll'Himalaya al deserto, dalle tempeste di neve a quelle di sabbia, dal lago Baikal a Lhasa niente verrà risparmiato a questo gruppo di uomini in fuga, ognuno con una storia alle spalle, ognuno con un vissuto doloroso che fa da sfondo alla disperazione crescente che accompagna ogni tribolazione fisica.
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Per il ritorno su grande schermo dopo quasi dieci anni di assenza Peter Weir sceglie una storia di fuga, di sopravvivenza e di solidarietà dove a dominare sono gli ambienti naturali che i protagonisti si trovano ad affrontare giorno dopo giorno per 6500 chilometri. Tanti sono infatti sono i metri strappati alla morte che un gruppo di detenuti, evasi da un carcere siberiano nel 1938, in pieno regime comunista, devono percorrere per tentare di raggiungere l'India, e con essa la libertà. Dalla Siberia al Tibet, dalll'Himalaya al deserto, dalle tempeste di neve a quelle di sabbia, dal lago Baikal a Lhasa niente verrà risparmiato a questo gruppo di uomini in fuga, ognuno con una storia alle spalle, ognuno con un vissuto doloroso che fa da sfondo alla disperazione crescente che accompagna ogni tribolazione fisica. C'è il giovane polacco Janusz, condannato ingiustamente per tradimento dopo che la moglie, torturata dai sovietici, lo ha denunciato, e che vuole tornare solo per dirle di averla perdonata e liberarla così dal senso di colpa, c'è il ladro comune, un Colin Farrell al solito survoltato e cinico, che difende il comunismo anche se lo ha rinchiuso in un gulag, c'è Mister Smith, un dolente e toccante Ed Harris, viso scavato e fisico provato, che ha visto morire suo figlio e non ha più ragione di vivere, se non punirsi per aver trascinato il ragazzo dagli Stati Uniti alla Russia dove è stato torturato e ucciso, e c'è una giovane ragazza, che farà da cassa di risonanza per i dolori di questi uomini taciturni e solitari, poco avvezzi a confidare il proprio dolore. Naturalmente non tutti arriveranno in fondo, naturalmente le scene commoventi non mancano, e naturalmente il finale è di quelli epici. In più gli scenari naturali sono magnifici, fotografati splendidamente e protagonisti al pari degli uomini che li sfidano, lasciando il senso profondo dell'impotenza umana di fronte agli elementi. Ma nonostante ciò il film resta un ben girato film di genere, in cui per più di due ore si attende una svolta autoriale, un guizzo del maestro di capolavori come "Pic nic ad Hanging Rock" o "L'attimo fuggente" che non arriva mai, lasciandoci con la consapevolezza di aver assistito ad uno dei tanti, tantissimi, film di sopravvivenza, non ultimo "Grey" con Liam Neeson, con un gruppo di individui lontani fra loro che inizialmente si scontrano poi iniziano a conoscersi e rispettarsi, che scopriremo fragili a causa del loro passato e che si riscatteranno uscendo dall'avventura catartica migliori di prima. Possibile che in dieci anni Weir non abbia trovato un copione più intrigante, più originale, più seducente? Speriamo di non dover aspettare ancora a lungo per un'opera più personale e più ispirata, anche se, chiunque veda il film senza leggere la firma del regista, potrà giudicarlo un corposo film d'avventura e sentimenti.
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[+] bravo, bella recensione.
(di antonio montefalcone)
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(di kondor17)
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loris760
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sabato 21 gennaio 2012
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bello
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Tre stelle e mezza per l'ultima fatica del grande Peter Weir.
Si tratta di un buon film sul desiderio di liberta e sull'istinto di sopravvivenza. Due ore intense e ben raccontate dal regista che non raggiunge mai i livelli di hanging rock, ma che riesce a tratti ad emozionare. La natura impervia e la tenacia umana sono i caratteri fondamentali del film.
Immagino che il film non sia stato importato in Italia perchè richiede un impegno cerebrale mediamente superiore a quanto la cinematografia nostrana ci sta proponendo negli ultimi anni e questo non avrebbe giovato alle finanze dei distributori che hanno dunque deciso di privarci di uno dei migliori film degli ultimi tempi.
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